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Autore: Yumeji    17/06/2010    3 recensioni
Salve gente ^__^ questa è la prima FF che riesco a completare di Slayers (in realtà ne ho molte, ma non riesco mai a finirle)... Comunque questa FF è ambientata qualche tempo dopo la fine di Slayers Try, non contando altamente le ultime due serie uscite (sorry :P). Per farla breve sono i pensieri di Amelia su una certa "chimera" che sembra averla abbandonata O.o Commentate!!
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Amelia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve gente ^__^   
questa è la prima FF che riesco a completare di Slayers, premetto che non è un opera d’arte, ma a me piace...
L’ho ambientata qualche tempo dopo la fine di Slayers Try, non contando altamente le ultime due serie uscite (sorry :P).

p.s: Per alcune incomprensioni ho messo una nota alla fine della storia per cercare di rispondervi alla bene meglio su una certa domanda che potrebbe venirvi in mente leggendo ;-)))

 

 

 

Il cuore le batteva a mille, tanto che credette le stesse per scoppiare. Cos’era quella sensazione d’insicurezza? Cos’era quella voglia di scappare, le guance in fiamme e le farfalle nello stomaco? Perché si sentiva arrabbiata, triste e felice nello stesso momento?
Quante domande, troppe per cercarne una risposta soprattutto in quel momento, il suo cervello era andato letteralmente in panne a causa del sovraccarico di sensazioni.
Ma per quanto cercasse di negarlo Amelia sapeva bene quale emozione le affliggesse il petto, solo che non credeva di poterla provare per qualcuno che non fosse una certa chimera di sua conoscenza.
Eppure eccola là, a tremare come una ragazzina, ad avere la bocca impastate e a non riuscire a pronunciare più di una sola sillaba senza balbettare. Alla fine la cosa che più la principessa temeva era successa, si era innamorata di un perfetto estraneo.
Non che ci fosse qualcosa di male in questo, anzi, solo che cosi facendo aveva infranto la taciuta promessa fatta a se stessa, un lontano giorno di un anno prima quando aveva dovuto salutare, forse per sempre, una persona molto importante per il suo cuore.
Amelia scosse la testa. No, non poteva essere, l’amore non poteva nascere “cosi” da un colpo di fulmine, quello accadeva solo nei libri che ogni tanto amava leggere. La gente normale doveva prima conoscersi per potersi innamorarsi... Giusto???
Pur essendo sempre stata una paladina della giustizia, a cui piaceva (e ancor piace) proclamare pace e amore nei suoi discorsi in maniera ben più che logorroica, Amelia non conosceva ancora pienamente il significato della parola Amore. Si, sapeva cosa significava innamorarsi di qualcuno, lo aveva provato sulla propria pelle, e sapeva cosa significasse anche soffrire per amore, quando si vide messa da parte per far spazio alla ricerca di una famigerata “cura” che forse neppure esisteva, quelle erano esperienze che lasciavano il segno, e la principessa ne aveva fatto tesoro. Facendosi un idea completamente sbagliata di questo sentimento, aveva deciso di non innamorarsi mai più, preferendo donare il suo cuore alla dea Giustizia, piuttosto che soffrire ancora.

 

Amelia sollevo lo sguardo e arrossi di colpo, lui la stava guardando e senza alcun dubbio l’aveva vista prendere quel colorito “vivace”. In quel momento la principessa ricordava molto un semaforo quando dava il segnale di STOP. Che imbarazzo, pensò con il desiderio costante di scappare, ma qualcosa la trattenne...

Lo sconosciuto le sorrise, un sorriso gentile e solo leggermente divertito.

Fu proprio quel gesto che impedì ad Amelia di scappare, ad un tratto l’emozioni nel suo petto sembrano farsi ancora più forti, come se le chiedessero di essere riversate fuori tutte in colpo. E questa era una cosa veramente stupida, lei non aveva la minima idea di chi si ritrovasse di fronte, perché avrebbe dovuto fare una cosa simile?
Quello che doveva essere un amore appena nato, frivolo e leggero, causato da un colpo di fulmine, aveva su di se il peso di un amore non manifesta e relegato in un luogo segreto nelle profondità del suo animo. Probabilmente era questo il motivo per cui Amelia aveva la voglia matta di buttarsi contro quello sconosciuto, abbracciarlo, baciarlo, scaraventarlo a terra e fare tutto ciò che non aveva mai potuto fare con una chimera dal cuore di pietra.
La principessa sospirò, guardandolo meglio ora capiva la causa di questo suo “innamoramento istantaneo” erano state le piccole cose che aveva intravisto, le piccole somiglianze, che gli avevano fatto sussultare il cuore.
Il modo di camminare, come si guardava attorno e persino il sorriso che le aveva rivolto; tutto in quello sconosciuto le aveva riportato alla mente Zelgadiss, nonostante la chimera avesse un sorriso più timido e incerto.
Quella era una ferita ancora aperta difficile da richiudere, se non impossibile, e l’incontro con quel giovane era stato come sale sul suo cuore lacero.

 
- Amelia..?- la chiamò il giovane, le si era avvicinato senza che se ne accorgesse. La principessa sollevò lo sguardo incrociando quello dell’altro, aveva due freddi occhi verde acqua dal taglio felino, ma mentre vi si specchiava Amelia non avvertì alcun gelo provenire da essi, intravide solo molta tristezza, disagio e forse senso di colpa???
Come poteva essere che uno sconosciuto provasse delle simili emozioni solo nell’incontrarla?
La principessa fu percorsa come da una scossa.

Le piccolo somiglianze... Si ripeté strabuzzando gli occhi, ma..?

Quanta gente c’era al mondo che portava una pettinatura pressoché identica a quella della famiglia reale di Saillune?
E quante persone in tutto l’universo possedevano anche quella sfumatura di lilla?

La risposta era una sola...

- Zelgadiss Greywords- disse con un filo di voce quasi in un sussurro, come se quelle parole, pronunciate con appena un po’ di più di voce, lo avrebbero fatto dissolvere come una nuvola di fumo.
Lui le sorrise di nuovo ma in modo timido e imbarazzato, più simile a quello che le rivolgeva quando la sua pelle era di pietra, poi il silenzio si dilungò e lo sciamano si ritrovò a fissare il terreno colpevole, mentre l’espressione di Amelia passava dallo stupore alla rabbia.

 

- Quanto ti costava inviarmi una lettera?- incominciò la principessa ostentando una finta calma,

- Visto dov’ero finito, sarei arrivato io prima...- si giustifico Zel, sempre guardando a terra,

- Avresti potuto contattarmi in qualche altro modo- la voce iniziò a tradire la stizza,

- Ho scoperto che la magia non funziona nel deserto della morte- rispose con un gocciolone sulla fronte.

Il pugno che per poco lo colpì in volto fu veloce e inaspettato, ma lo sciamano riuscì comunque ad evitarlo abbassandosi, e non ringrazio mai tanto i suoi ottimi riflessi come in quel momento. Il muro dove era finito il pugno della principessa prima si ricoprì di un infinità di crepe, poi crollò come un castello di carte, era un colpo che gli avrebbe fatto molto male anche da chimera, figuriamoci adesso tornato umano. - M-mi dispiace di come ci siamo lasciati l’altra volta...- balbettò prendendo un colorito blu, vedendo il viso infuriato della ragazza, Lina quando era arrabbiata faceva paura, ma Amelia furiosa era di gran lunga più spaventosa, avvolta poi da quel densa aura nera che la distaccava assai molto dalla sembianza di una paladina della giustizia.
- Ti dispiace?? Lo dici veramente, o solo perché sto per ammazzarti?- disse con voce gelida, preparandosi a colpirlo,

 

- Certo che lo dico sul serio. Altrimenti perché ti sarei venuto a cercare, sapendo cosa mi aspettava?- replicò lo sciamano recuperando un po’ di coraggio e alzandosi in piedi per guardandola fissa negli occhi, era pronto a ricevere qualunque cosa volesse scagliargli addosso, sapeva di aver commesso un grosso, grossissimo errore l’anno prima e, andando da lei, si era preparato al peggio. Se per farsi perdonare doveva prenderle d’Amelia, allora per una volta avrebbe messo da parte il suo stupido orgoglio, era disposto a tutto perchè lo perdonasse.
Quando avevano dovuto separarsi era stato molto freddo, non le aveva rivolto quasi parola limitandosi ad un “addio”. Per paura che la principessa potesse scoprire cosa provasse si era finto distaccato, lo aveva fatto perché doveva prima di tutto tornare al suo vero aspetto. Sapeva che se Amelia avesse accettato i suoi sentimenti, lui non sarebbe più andato a cercare alcuna cura, non si sarebbe più allontanato da lei tanto era forte ciò che li legava.
Cosi facendo però l’aveva fatta soffrire e se ne era pentito amaramente, erano stati il suo orgoglio e il desiderio di tornare umano a fargli prendere quella decisione, conoscendosi però sapeva che le avrebbe fatto comunque sempre del male se non trovava una soluzione...
E l’unica soluzione che aveva trovato era stata: cercare una cura.
Alla fine Zelgadiss si era giurato di non tornare d’Amelia prima di avere recuperato un aspetto “normale”.

(Geniale, no..?  =_= Nda)

 

Passo un lungo istante mentre il pugno della principessa rimaneva sospeso nell’aria, come indeciso, solo in quel momento lo sciamano poté vedere bene il suo volto e si accorse che stava piangendo. Il resto del suo viso però non tradiva alcuna emozione, se non la rabbia, Zel non capiva il perché di quelle lacrime e questo gli dimostrava quanto poco in realtà comprendesse le reazioni di Amelia.   

- S-sei... Sei stato crudele!- gli disse con la voce rotta dal pianto, pian piano la sua espressione cambiava, lasciando intravedere la tristezza che nascondeva,

-...è vero- ammise l’altro a voce bassa, tornando con lo sguardo a terra,

-... E,e ingiusto!!- continuò tenendosi sempre pronta a colpirlo,

- hai ragione-

- Dimmi un solo motivo perché non dovrei colpirti?!- il suono di quella domanda aveva un che di disperato,

- Non ce ne sono- parlò Zel sapendo di dire la verità.

- Allora perché non riesco a colpirti?!- urlò la principessa lasciando uscire tutte l’emozioni represse da un anno a quella parte...

Si butto contro l’ex-chimera e entrambi caddero a terra, Amelia lo abbracciava e lo insultava contemporaneamente, gli diceva che era stato uno stupido a rischiare tanto per trovare un cura, c’era un motivo se chiamavano deserto della morte il Deserto della morte; che non era passato giorno in cui lei non si preoccupasse per la sua incolumità, Zel però gli rispondeva che se teneva alla propria incolumità non avrebbe neanche mai viaggiato con Lina; lei lo azzittiva prendendolo a pugni e nascondendo il viso sul suo petto, non voleva vedesse il sorriso che faceva capolino sul suo viso.

La principessa disse che non l’avrebbe mai perdonato, eppure non si scostò dal bacio datogli dallo sciamano.

(l’aveva aspettato fin troppo :P nda)


In realtà Amelia avrebbe perdonato di certo la sua chimera (anche se non era più tale), ma solo dopo che Zel si fosse umiliato un tantino... Farlo partecipare alle sue missioni da paladina della giustizia poteva essere uno punizione adatta, ma era solo l’inizio.                                    

È pericolo far soffrire un donna ;-)))  

 



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Vi chiedete perché manchi quasi totalmente la descrizione di Zel da essere umano?

Semplice, se l’avessi descritto sin dall’inizio, tutti avrebbero capito subito che era lui ^^ , anche se cosi facendo sembra che manchi un pezzo della storia :P... Comunque spero che vi sia piaciuta, se non è cosi mi giustifico dicendo che è stata buttata giù senza alcuna idea precisa, quindi è normale che non abbia ne capo ne coda (ne alcun ambiente intorno ai personaggi :P). Però devo dire che mi piace come è venuta fuori e ho voluto condividerla con voi J

Alla prossima ;-))

  
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