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Autore: Ebbrezza    18/06/2010    6 recensioni
Flashfic sulla morte del mio personaggio preferito. Severus Piton.
"E come innumerevoli rose rosse, fiorivano le immagini di tutta la sua vita. Entrambe rosse come il sangue, ma con profumi diversi."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Sono passati quasi due anni da quando ho chiuso il settimo libro di Harry Potter, una volta finito di leggerlo. E da allora, gia subito dopo la morte di Piton, avevo promesso a me stessa, avevo giurato, che non avrei mai scritto nulla riguardo questo passo dell'ultimo libro. Il più doloroso in assoluto. Per me con la morte di Piton si conclude la saga. Quello che viene dopo poco conta.
Ma chi, come me, ha la passione per la scrittura, sa che è impossibile tacere su un avvenimento che ti segna dentro.
E allora,
buona lettura.


Passi di Luna
 

La sua mano cominciò a tremare, su quel pavimento di legno freddo sul quale era caduto con un tonfo sordo.
La sensazione di avere ancora quelle zanne affondate nel collo, il freddo, il dolore. 
Le immagini avevano iniziato a sfocarsi e persisteva l'eco di quell'ordine che l'Oscuro aveva impartito alla fedelissima Nagini, eco che continuava ancora a rimbombargli prepotentemente in testa, come il suono irregolare di molteplici campane stonate.

“Uccidi. Uccidi. Uccidi.”

Si portò la mano al collo cercando di tamponare la ferita, consapevole di quanto fosse inutile. Non sarebbe bastato fermare il sangue per evitare che il veleno del morso di Nagini lo consumasse. Li, per terra, da solo.
E come innumerevoli rose rosse, fiorivano le immagini di tutta la sua vita. Entrambe rosse come il sangue, ma con profumi diversi.
Rivide suo padre, sua madre, rivide James Potter. Poi vide lei, con i suoi bellissimi occhi verdi.
Era lì, era Lily. Avrebbe alzato la mano ancora tremante per accarezzarle il volto, ma che gesto stupido sarebbe stato, quando quel viso così candido sarebbe sparito, ricordandogli che quelle erano solo fantasie della sua mente.
Lily non c'era.
Eppure quegli occhi verdi sembravano tormentarlo, lasciando che si rendesse conto solo dopo, in un attimo di lucidità, che quegli occhi erano contornati da un volto esistente, reale come quel veleno che gli si scioglieva, forse troppo velocemente, nel sangue.
Chi mai poteva possedere una tale somiglianza a quell'angelo la cui vita era stata strappata via anni prima? Chi mai, se non suo figlio?
Il suo cuore accelerò i battiti, Potter era lì, davanti a lui. L'ultima occasione per dire al prescelto la verità, ma non l'avrebbe detta con le parole, quelle non sarebbero bastate. Troppe cose da dire e troppo poco tempo. Al contrario, gliel'avrebbe mostrata.
Avrebbe urlato, Dio se lo avrebbe fatto, ma quel sasso alla gola premeva come un cappio pronto a soffocarlo. Eppure, con le ultime forze e ormai morente, afferrò Potter e lo avvicinò a sé.
Un lamento, una preghiera. “Prendi, prendi.” In silenzio, senza fiatare, lasciando che solo il vento ululasse alla luna, ogni ricordo passò dalla memoria dell'uomo alla fiala che il giovane teneva tra le mani.
Ormai, tutto era compiuto.
Avrebbe detto di più, ma sentiva che quel cuore, ormai stanco, voleva addormentarsi. Un ultimo lamento ancora, una supplica stavolta, che se non fosse stato per quell'immagine di uomo rude e freddo, sarebbe apparsa quasi dolce.

“Guar..da..mi.”

E sebbene quel corpo fosse ormai quasi privo di vita, Potter posò il suo sguardo su quelle iridi nere.
Il suo ultimo desiderio era stato esaudito; morire nel profondo di quegli occhi occhi verdi, cosi simili a sua madre Lily.
Era come averla lì, dolorosamente vicina, giurò a se stesso persino di averla vista davvero.
Ogni dolore sembrava essere stato alleviato da quei due smeraldi verdi. Sì, brillavano.
Avrebbe sorriso, lo avrebbe fatto sul serio, ma quello sguardo non lo vide più, non vide più nulla.

  
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