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Autore: Mrcctld    18/06/2010    1 recensioni
Questo è il primo capitolo della mia brutta storia. Benchè sia ambientata a Londra durante il periodo vittoriano, inizia in Africa. Qui si svolge l'infanzia dell'inquietante protagonista: il Bamboliere.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Londra, 1865

Benchè la schiavitù in Inghilterra fosse stata abolita da una cinquantina d'anni, era ancora largamente diffusa nell'epoca vittoriana. Il mercato di nero di Londra era invaso ogni giorno da borghesi e aristocratici che speravano di concludere convenienti affari con i mercanti di frode. Ma da quando il commercio degli schiavi era stato vietato, averne uno era diventato un lusso. I prezzi erano lievitati a dismisura perchè i mercanti, oltre a dover pagare personalmente i cacciatori, dovevano corrompere le numerose autorità governative che controllavano gli scambi.
I traffici nonostante ciò continuavano fiorenti durante il regno della regina Vittoria. L'alta società pensava fosse sconveniente non possedere un essere umano al proprio servizio, considerato un vero e proprio status symbol.

Lady Eleanor Kirkpatrick ne poteva vantare ben sei, tutti bambini dagli otto ai dieci anni provenienti da Africa, India e Caraibi. Erano il suo orgoglio e l'invidia dell'aristocrazia londinese. Ora erano tutti vestiti in uniforme da cameriere, pronti a servire alla festa che la loro padrona aveva organizzato per la nascita della figlia Elizabeth.
L'elegante Belgrave square era affollata delle carrozze degli ospiti, avvolte nell'oscurità rischiarata appena dai lampioni. Anche le luci della sontuosa villa dei Kirkpatrick erano accese e dalle finestre si poteva scorgere il movimento degli invitati al ricevimento. Raggruppati nel salone secondo amicizie, affinità, status, chiacchieravano amabilmente, sorseggiando champagne francese servito da negretti con gli occhi tristi. Stavano aspettando l'arrivo della signora di casa insieme alla sua bambina.
"Oh guarda George, ha ben sei schiavi! È una donna triviale, non fa nulla per nascondere la sua ricchezza, vuole essere invidiata."
"Pensa, suo marito è capitano della Guardia navale, dovrebbe vietare questi traffici, mentre invece fa fortuna con le mazzette."
"Però caro, adesso vorrei una cosa..."
"Dimmi, cosa vuoi che ti compri?"
"Voglio avere anch'io un indiano nella servitù!"

Una piccola mulatta dalle lunghe trecce nere annuncìò con la sua esile voce l'arrivo di Lady Kirkpatrick e si apprestò ad aprire da sola un pesante portone di legno. Appena i battenti si furono spalancati, Eleanor apparve in tutta la sua maestosità.
Era una donna bellissima, ma algida nello stesso tempo. La sua aggraziata figura era circondata da un'aura di nobiltà e alterigia, valorizzata dall'elegante abito di foggia vagamente medievale che indossava. Il suo viso ceruleo senz'età era attorniato da lisci capelli biondo miele, che contrastavano con la vacuità dei suoi profondi occhi scuri. Alle sue spalle una vecchia balia teneva in braccio Elizabeth, avvolta in fasce di pizzo che la facevano sembrare una piccola nuvola.
Congedata l'anziana signora, Eleanor prese in braccio la figlia e andò a salutare gli ospiti. Tutti rimasero incantati dalla gioia della bimba dagli occhi blu e dai riccioli dorati, il cui viso paffuto sorrideva a tutti senza fare distinzioni. L'intera aristocrazia londinese contemplava lo spettacolo delle due donne che procedevano per la sala con elegante dolcezza, accostandosi ad ognuno e porgendogli gentili saluti.
"George, hai visto? È troppo tenera!"
"Un piccolo angelo, ha preso la bellezza della madre."
"Per fortuna, Sir Kirkpatrick è un vero mostro, ma a proposito, non c'è alla festa!"
"È andato nelle Filippine perchè gli indigeni delle piantagioni si sono ribellati."
"Vere bestie, portiamo loro la civiltà e ci ringraziano così!"
" Hai ragione cara. Uh guarda! La piccola Elizabeth ha accarezzato con la manina il naso di Sir Thomas!"
 
La festa procedette fino a tarda notte in un'atmosfera di gioia e convivialità. Gli ospiti discutevano fra loro mentre gli schiavetti si occupavano di rifornirli di caviale e champagne.
Lady Eleanor rimase in disparte su un divano a cullare la piccola Elizabeth. Quando si addormentò, chiamò la balia che la portò nella sua cameretta al piano superiore. Eleanor decise che era ora di scartare i regali per la neonata. Si avvicinò alla bambina con le trecce nere e le ordinò di richiamare gli ospiti e di farli avvicinare a lei con i loro doni.
"George, secondo te le piacerà?"
"Non ti preoccupare cara, la bambola che hai scelto è davvero bellissima."
"Ci credo! Con quello che ho speso dovrebbe apprezzarla. Ma Lady Eleanor ha dei gusti particolari e non le va mai bene niente!"
Seduta sul divano, la signora di casa riceveva i vari invitati in coda davanti a lei. Le porgevano i pacchi, lei li scartava e, dopo un formale ringraziamento, li faceva portare via dagli schiavi. Il suo volto nascondeva bene il disgusto che provava di fronte ad abitini di pizzo, collanine, peluche e altri regali sempre uguali, il cui costo era proporzionato alla bruttezza.
"George! È quasi il nostro turno!"
"Stai calma cara, il nostro regalo è davvero migliore degli altri"
"Vero, questi pezzenti non si sono per niente sprecati!"
Finalmente la coppia di vecchiettini giunse al cospetto di Lady Eleanor, a cui porsero il loro pacco uguale a tanti altri. La donna non sperava in niente di speciale e lo scartò con gesti annoiati.
"Oddio! È magnifica!" - Lady Eleanor urlò di sorpresa e fece sussultare l'intera sala - "Finalmente un regalo degno di questo nome! Grazie."
"Di niente signora" - i due anziani avevano le lacrime agli occhi per la commozione - "È un vero onore per noi. Non sa quanto siamo felici."

La festa terminò a mezzanotte passata. La sala da vuota era ancora più grande ed era una fatica per i sei bambini pulirla tutta. Eleanor non aveva fatto portare via il regalo della coppia perchè voleva ammirarlo ancora.
Era una classica bambola, ma a dimensione naturale. La pelle era pallida e al tatto, benchè fosse probabilmente di porcellana, era talmente morbida da sembrare vera. Gli scuri occhi vitrei brillavano in un'espressione di melanconica rassegnazione, come se fosse conscia di essere solo un oggetto. Era una bambola estremamente affascinante e realistica. I lunghi capelli corvini raccolti in una treccia e l'abito d'adulta in pesante broccato nero la rendevano vagamente inquietante, ma a Lady Eleanor piaceva lo stesso. Prima di posarla sulla mensola del soggiorno, notò una piccola etichetta cucita su un risvolto dell'abito. Era l'indirizzo della bottega dove era stata creata: "Il bamboliere, Savile Row 15"
 
 




  
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