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Autore: Claa    18/06/2010    3 recensioni
Lui e Hinamori ne avevano passate tante insieme, ma non si erano mai trovati a litigare seriamente. Non ce n’era nemmeno motivo, per il più delle volte, e a nessuno dei due andava d’aizzarsi contro l’altro. Così evitavano inutili discussioni, per non mettere a repentaglio la loro amicizia e per soffrire meno. [Spoiler cap. 392]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinamori Momo, Hitsugaya Toushirou
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Broken ice

 

 

 

Tell me, what more do you expect from me?
There's nothing left here to burn

and I've given you every part of me.

 

 

Lui e Hinamori ne avevano passate tante insieme, ma non si erano mai trovati a litigare seriamente. Non ce n’era nemmeno motivo, per il più delle volte, e a nessuno dei due andava d’aizzarsi contro l’altro. Così evitavano inutili discussioni, per non mettere a repentaglio la loro amicizia e per soffrire meno.

Ed era sempre andato tutto liscio, o almeno fino a qualche mese prima, quando Hinamori aveva visto il Capitano Aizen – il suo Aizen – morto in una pozza di sangue.

Era stato indubbiamente un brutto colpo per lei; un vero e proprio shock.

Mossa dal sentimento di vendetta aveva perfino tentato di uccidere Gin Ichimaru, il primo sospettato dell’omicidio del Capitano, e poi Histugaya, il secondo.

Quello era stato il momento più brutto della sua vita. Quello sì che era stato un brutto colpo.

Aveva visto la sua amica voltarsi verso di lui e nei suoi occhi traboccanti di lacrime aveva scorto un’Hinamori distrutta, moralmente e fisicamente, come mai l’aveva vista.

Dopodiché la lama che conosceva fin troppo bene si era posata sulla spalla di Toshiro. In quel modo aveva avuto inizio il loro primo ed unico scontro.

Era stato orribile; vederla in quello stato, senza un briciolo di fiducia in lui. Senza quella dolcezza che faceva di Hinamori… Hinamori.

Quando aveva rischiato di rimetterci la vita a causa di quella spada colma d’odio, Histugaya aveva creduto di poter sentire il suo cuore di ghiaccio scheggiarsi rumorosamente dentro di sé.

“Perché mi sta aggredendo?”, “Perché ha creduto alla lettera e non a me?”, continuava a domandarsi, provando a trovare delle risposte che non sarebbero mai arrivate.

Era stato orrendo, eccome se lo era stato, ma era passato.

Ma no, non sarebbe stato per niente semplice.

Questo turno era toccato a lui, trafiggerla con la sua spada piena d’odio. Odio per quell’uomo che si era fatto beffe della persona più importante che avesse, senza riguardi e quasi con piacere, e che l’aveva ferita così a fondo che era stato realmente difficile per lei rialzarsi, andare avanti.

Lo voleva morto. Morto per mano sua.

Ma aveva perso dal principio. Accecato dalla collera che gli ribolliva nelle vene, non aveva visto l’inganno astutamente escogitato proprio sotto il suo naso.

Adesso era stato lui a ferirla, a far sanguinare il suo cuore fragile.

“Shiro-chan, perché?”.


Già, perché?

 

Perché erano giunti a quel punto di non ritorno? Loro due, il cui legame era tanto forte da superare qualsiasi vincolo, il cui passato era tanto roseo da suscitare invidia in chiunque… Come avevano fatto?


Come erano arrivati a questo?

 

Toshiro aveva affidato le ali all’aria, durante la caduta, per fare lo stesso con il suo spirito.

Tutto ciò che avrebbe voluto sarebbe stato tornare agli anni spensierati dell’infanzia, quando lui e Hinamori erano ancora uniti da un filo incontaminato, saldo e puro. Non sporcato o indebolito dalla sofferenza e dai loro stessi errori.

Il corpo inerme di Histugaya aveva sbattuto furiosamente contro il suolo e non c’era più stato posto per i ricordi.

 

Aprì gli occhi dopo averli tenuti chiusi troppo a lungo. Respirava a fatica ed ogni boccata era come una pugnalata ai polmoni, ma non era nulla in confronto al dolore che, acuto, gli straziava il cuore.

Fissava immobile lo scenario spaventoso che si stagliava davanti a lui. Palazzi crollati, squarci enormi nel terreno, capitani a terra privi di forze.

Alzò gli occhi azzurri al cielo interamente coperto da nuvole di tempesta; le nuvole che lui aveva invocato per sconfiggere un Espada. Ed effettivamente era così che si sentiva: oscurato da mille e più pensieri.

Ichigo e suo padre stavano continuando la battaglia altrove, lontano da lì.

In quello stato anche Toshiro avrebbe potuto raggiungerli per aiutarli; infatti Unohana era intervenuta, l’aveva quasi guarito del tutto, ed adesso si stava occupando degli altri. Eppure qualcosa lo bloccava.

Inspirò a fondo e sperò che il ragazzo dai capelli strambi riuscisse dove lui aveva miseramente fallito.

Poi una mano gli si posò delicatamente sulla spalla e lui sussultò, girandosi di scatto. Era Matsumoto.

Si rilassò immediatamente sotto quel tocco gentile e distolse lo sguardo dal Vice-capitano per tornare a guardare l’orizzonte.

“Sta bene, Capitano?”.

Lui abbassò gli occhi sul braccio fasciato. “Sì. Tu come stai?”.

“Meglio”.

Histugaya annuì, sollevato.

Per alcuni minuti il silenzio regnò, asfissiante, fino a che la donna non si decise a spezzarlo.

“Dovrebbe andare da lei”.

Quelle parole raggiunsero taglienti le orecchie del Capitano che, però, tacque.

Lei sospirò, ritirando la mano e spostandosi di fronte a lui, imponendogli un contatto visivo. Toshiro la studiò, perplesso. Perseverare in tale misura non era da Matsumoto.

“Ha davvero intenzione di lasciarla da sola?”. Il Vice-capitano spostò la visuale sulla donna mora appoggiata al muro di un palazzo integro.

Lui d'istinto fece lo stesso.

La guardò ed una fitta allo stomaco lo colpì. Era un disastro. La veste da Shinigami era tutta sbrindellata, i capelli in disordine e aveva un viso a dir poco stremato.

Toshiro strinse i pugni ed i denti prima di tornare alla donna alta e bionda rimasta in attesa. “Non sono affari che ti riguardano”.

Matsumoto esitò un istante, poi ribatté: “Allora, da suo Vice-capitano, pretendo di sapere come mai non ha intenzione di soccorrere una sua cara amica”.

Histugaya schiuse leggermente le labbra, colto di sorpresa.

“Non mi sembra un comportamento corretto, né degno di un Capitano”.

I due mantennero lo sguardo fisso sull’altro per un periodo di tempo indeterminato, poi Toshiro abbassò le palpebre e, inaspettatamente, accennò un sorriso tirato. “Non è così che funziona”.

“Mi dica perché!”, insistette lei.

“Perché con quale coraggio dovrei presentarmi a lei? Quale, Matsumoto?!” sbottò, e la donna sobbalzò appena. “Con quale coraggio potrei guardarla negli occhi dopo quello che le ho fatto?!”.

Matsumoto non disse nulla, attonita. Non aveva mai, mai visto il Capitano avere una reazione simile.

“Shiro-chan”.

Lui spalancò gli occhi e si girò di colpo nel sentire quella voce alle sue spalle. Era lei, ed era dietro di lui, ammaccata ed in piedi a stento.

“H… Hinamori…”, sussurrò poco dopo, con un groppo alla gola.

La donna sorrise e lacrime di gioia iniziarono a scenderle lungo le guance pallide. “Sono felice che tu stia bene…”.

Toshiro, totalmente spiazzato, si voltò interamente verso di lei, con espressione mesta. Era bastata quella sola frase per fargli capire quanto lei avesse bisogno di lui, e quanto lui ne avesse di lei. “Hinamori…”.

“Mi dispiace, per tutto quanto!”, continuò singhiozzando e cercando di asciugarsi il viso con le mani tremanti. “Per aver continuato a lottare per qualcosa che non c’è mai stato… Per averti fatto soffrire… Per non aver creduto in te, Shiro-chan. Io…”.

Hinamori non riuscì a terminare la frase che due braccia, piccole ma muscolose, le cinsero la schiena. Lasciandosi abbracciare, in quel modo goffo ma sincero, provò un’emozione così forte da perdere il respiro.

Histugaya la strinse a sé. “Sarei io che dovrei chiederti scusa, stupida che non sei altro…” le mormorò.

Lei singhiozzò ancora, più forte. Chiuse fra le mani il tessuto intriso dell’odore di Toshiro e lasciò affogare le gocce salate nell’abito di colui che per tanti anni era stato al suo fianco e che, per altrettanti ed altri, ci sarebbe stato.

 

 

 

A broken heart tried hard to make it whole,

but the memories won't seem to let you go.
I hope to hell this is the last time I ever hurt.

 

(Nothing left here to burn – Lovers and Liars)

 

  
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