Fanfic su attori > Cast Twilight
Segui la storia  |       
Autore: cloe cullen    18/06/2010    38 recensioni
Brandii la forchetta esasperata. “E’ normale, ok? E’ normale infuriarsi se il tuo ragazzo sorride a quelle oche, è normale piangere se sei triste ed è normale vomitare e ingozzarsi se sei incinta ok?” Le parole mi uscirono prima che potessi fermarle o anche solo provare a contenerle. Le sentii riecheggiare nella stanza. O merda… Alzai gli occhi ed incontrai quelli spalancati del mio ragazzo. Mi fissava sconvolto..più o meno inebetito Poi accadde tutto molto velocemente. Sentii due tonfi. Uno provocato dalla forchetta che mi era caduta, sbattendo sul piatto. L’altro da Rob che era…semplicemente precipitato dalla sedia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
cap kristen Ragazze siamo super ultra mega commosse!!! 35 recensioni!!! Ci avete fatto battere il record T_____T siete le migliori davvero. Non sappiamo che dire..siamo quasi commosse. Cioè il successo di questa storia è così...assurdamente fantastico e ci fa così tanto piacere che quasi non riusciamo ad esprimerci *.*   *.*  *.*  *.* Cooomunque scusate se non ho aggiornato ieri ma purtroppo non trovavo più qst capitolo e dovevo aspettare che Fio tornasse da Roma dove ha incontrato Kristen e si è fatta fare l'autografo!!!! Awwww cioè...no words.  Vi lasciamo alla lettura e a presto ragazze!!
P.S= Non preoccupatevi...non abbiamo alcuna intenzione di finire la storia ora!! Anzi..il bello deve ancora venire eheh.


CAPITOLO 20 (Fio)

FAMILY TIME



KRIS POV


“Ma quanto è bella questa bimba”

“E shi! Shei troppo bella amore di nonna!”
“Oh lasciatemela tenere un po’”
“Ma l’ho appena presa”
“Ma ti attira come una calamita!”
“Guardate come muove la boccuccia!”
Non potevo fare a meno di sorridere. Certo.. casa nostra era diventato una specie di porto da una settimana, ma come potevo non essere felice di tutto quell’amore?
Ora erano tutti lì, riuniti nel nostro salone per l’ennesima volta a mangiarsi di coccole quel piccolo scricciolo che da sette giorni avevamo portato a casa nostra.
Era difficile riuscire ad accontentare tutti. Ognuno avrebbe voluto tenere Joy tra le braccia per più di dieci minuti, ma era impossibile non fare i turni. E io avrei voluto sempre tenerla in braccio. L’affidavo agli altri con riluttanza, non perché non mi fidassi di loro, ma solo perché lei era la mia bambina, era mia e per il momento volevo che restasse solo nostra.
Mi sembrava ancora assurdo, come se dovessi ancora realizzare che stava davvero accadendo a me, come se dovessi ancora realizzare di avere una figlia. Io, ero diventata madre. Rob era un papà. Eravamo genitori, di una bambina bellissima.
Guardavo Rob che ogni tanto mi sorrideva, distrattamente. Era troppo impegnato ad assicurarsi che tenessero Joy senza farla cadere.
Certo non si preoccupava dei nostri genitori, quanto dei miei fratelli e delle sue sorelle. Io invece ero stranamente tranquilla. Forse mi calmava il fatto che sia io che Rob eravamo gli ultimi di famiglia, quindi inevitabilmente i nostri fratelli ci avevano tenuti in braccio ed eravamo cresciuti senza alcun tipo di trauma. Eppure Rob non sembrava per niente tranquillo.. troppo preso dal tenere d’occhio l’irruenza delle sorelle.
Le nostre famiglie al completo avevano occupato l’intero divano dimenandosi il possesso di Joy mentre io e lui ce ne stavamo seduti sulla poltrona poco distante.
Era difficile reprimere la voglia di farmi spazio tra la folla dei nostri parenti e prendere la mia bambina tra le braccia, ma era l’ultima sera per i genitori e le sorelle di Rob da poter trascorrere lì e mi sembrava giusto lasciare che si spulciassero un po’ la piccola. Erano stati tanto carini da venire il giorno dopo il parto offrendo il loro aiuto per qualsiasi cosa e non avrei potuto negargli quegli ultimi momenti con la loro nipotina prima di partire di nuovo.
A Rob, dal canto suo, non importava per niente. Nonostante fosse passato una sola settimana, era gelosissimo di Joy. Non riusciva proprio a starle lontano e coglieva ogni occasione per toglierla dalle braccia di qualcuno e adagiarla nelle sue. E io mi scioglievo come neve al sole. Lo sguardo che Rob riservava alla nostra piccola non aveva paragoni. Non guardava nemmeno me in quel modo.. così.. adorante. Mi amava, lo sapevo bene, ma guardava Joy come se davvero la sua esistenza dipendesse da quella piccola creatura di 3 Kg e 100 scarsi.
“Rilassati..” sussurrai carezzandogli una spalla e avvicinandomi a lui che pian piano avanzava sempre di più alla punta della poltrona.
Mi sorrise velocemente. “Guarda come le stanno addosso”
Mi lasciai scappare un risolino. “Amore rilassati” ripetei sperando che mi ascoltasse.
“Finché è con Victoria ok.. è di Lizzie che mi preoccupo” bisbigliò nello stesso istante in cui la sorella reclamò la bambina.
Rob scattò subito in piedi. “Lizzie..” disse schiarendosi la voce con un colpo di tosse che avrebbe dovuto, nelle sue intenzioni, intimare la sorella dal prendere la bambina.
“Rob non cominciare!” rispose subito Lizzie mentre con molta cura prendeva Joy dalle braccia di Victoria. “Ti ho tenuto tante volte e fino a prova contraria non ti ho mai fatto cadere” continuò reggendo con cura la minuscola testolina di Joy.
“Bè.. veramente..”. Victoria si fermò di scatto quando Lizzie la fulminò con gli occhi.
Oh perfetto.
Cercai di ignorare la piccola sensazione di ansia che improvvisamente mi invase il corpo a quella mezza-rivelazione. Gettarmi a capofitto su di loro reclamando mia figlia sarebbe stato poco carino. Repressi il bisogno e per la prima volta non bloccai Rob che spalancando gli occhi avanzava verso di lei.
“Rob! Ti giuro! È successo solo una volta! Ed ero seduta a terra.. hai solo sbattuto un po’ la testa.. niente di grave..”.
L’ilarità della situazione mi fece ridere, come tutti gli altri che erano lì con noi.
Richard cercò di venire in aiuto alla figlia con scarsissimi risultati. Nel frattempo Joy era passata nelle braccia di Cameron con grande sollievo di Rob. Era stranissimo vedere mio fratello così.. preso da qualcuno. Sembrava catturato da Joy, come se quella bambina avesse il potere di far innamorare chiunque la vedesse.
Rob sembrò finalmente rilassarsi definitivamente quando sua madre prese la bambina in braccio. Le sue mani erano così esperte che fu subito tra le sue braccia con un movimento fluido. Io ci mettevo anni per prenderla dalle braccia di qualcuno, abbattuta sempre dal terrore di mettere le mani in modo sbagliato, di non supportarle la testolina, di..
Non sapevo nemmeno di cosa, ma a volte mi sentivo una totale incapace e vedere gli altri che invece riuscivano ad essere così tranquilli e spontanei con mia figlia mi faceva saltare ai nervi e allo stesso tempo mi lasciava uno strano senso di inadeguatezza. Possibile che io non riuscissi ad essere naturale con mia figlia?
Proprio quando i pensieri iniziarono a invadere la mia testa un gridolino mi ridestò e subito un pianto invase la sala.
Io e Rob scattammo in piedi e in meno di due secondi fummo da lei. Claire la lasciò a Rob senza esitare e lui posizionò le braccia e come se fosse la cosa più naturale del mondo l’accolse e iniziò a cullarla dolcemente cercando di placare il pianto. Io le afferrai la manina strofinandola dolcemente mentre mi crucciavo per capire perché piangesse.
“Cos’ha?” chiesi preoccupata.
Rob inarcò le sopracciglia e senza rispondere continuava a cullarla con un ritmico “Ssssh”
“Perché non smette?” chiesi di nuovo sperando di ottenere una risposta.
“Quando ha fatto l’ultima poppata?” mi venne incontro mia madre.
“Circa tre ore fa..”. Sì.. verso le cinque. Poco prima che arrivassero tutti.
“Allora ha fame” concluse Claire con un sorriso.
“Oh..”. Perché? Perché tutti riuscivano a capire cosa volesse e io no?
“Bè.. mi sa che è arrivata ora di levare le tende e lasciare la famigliola da sola” disse mio padre avvicinandosi a Joy che iniziava a calmarsi un po’.
Le prese la manina e gliela baciò dolcemente. “A domani piccolina” sussurrò e si fece da parte per lasciare che gli altri la salutassero.
Rimasi scioccata nel vedere Lizzie e Victoria quasi con le lacrime agli occhi al pensiero di dover lasciare la loro nipotina. Evidentemente una settimana non era bastata, non a caso avevano già progettato una vacanza più lunga il prossimo mese.
Mi allontanai un po’ per lasciare che i genitori e le sorelle di Rob salutassero la piccola riempiendola di dolci bacetti sulle manine e sui piedini.
“Mi raccomando.. trattale bene..” sussurrò Claire a Rob per poi baciargli una guancia.
“Tranquilla mamma”
Accompagnammo tutti alla porta e augurammo loro buon viaggio. Sembravano davvero non volere andare più via, ma dopotutto era comprensibile, no? Nemmeno io avrei mai voluto allontanarmi da quella piccola creaturina. Ma per me era diverso.. io non avrei mai potuto. Non potevo farne a meno.
“Tesoro ci vediamo domattina alle sei allora?”
Annuii impercettibilmente a mia madre rabbrividendo al pensiero. Non mi andava per niente di lasciare mia figlia da sola. Cioè.. sarebbe stata con mia madre tecnicamente, ma non volevo allontanarmene. Non volevo pensarci, ma dovevo farlo.
“Andrà tutto bene tesoro” mi rassicurò lei carezzandomi il viso.
“Si lo so”. Non ero certo preoccupata per una misera operazione di mezz’ora scarsa. Era il pensiero di lasciare Joy che mi distruggeva.
Le sorrisi per rassicurarla e ricambiò. Carezzò il visino di Joy dolcemente e salutandoci un’ultima volta raggiunse gli altri.
Con un profondo respiro chiusi la porta dietro di me e sorridendo guardai Rob e poi Joy.
Non feci in tempo ad allungare le braccia che riprese a piangere. Odiavo sentirla piangere, non perché odiassi il suono della sua voce ma perché mi sentivo quasi impotente, la maggior parte delle volte. Almeno ora sapevo che fare.
“Ora della pappa” esclamò Rob avviandosi al divano dove ci sedemmo.
Mi sbottonai la camicetta fino a lasciare abbastanza scoperto il seno e mi porsi verso Rob per prendere la piccola. Rob l’appoggiò delicatamente alle mie braccia e le mie mani seppero subito come muoversi sorreggendole il corpicino e la piccola testa. Incredibile. Quando avevo mia figlia tra le braccia mi sembrava tutto così naturale.. eppure vederla con gli altri mi faceva sentire un’incompetente.
L’aiutai a trovare il capezzolo e la sua boccuccia si attaccò subito e iniziò a succhiare con forza.
Rob la osservava estasiato mentre io invece ero un po’.. preoccupata.
Dovette notare la strana espressione sul mi volto. “Cosa c’è? Fa male?”
Scossi leggermente il capo sospirando un po’. “Credo che non mangi.. succhia ma non esce niente. Ho il seno troppo piccolo” mi lamentai cercando di non affliggermi troppo, ma era tardi.
“Kris, è il colostro”
“Il che?”
“Il colostro..  è il latte delle prime poppate. All’inizio arriva solo quello perciò ti sembra che succhi invano. Ma è pieno di vitamine e anticorpi. È normale”
Rimasi allibita. Come.. come faceva a sapere tutte quelle cose?
“E tu che ne sai?” chiesi scioccata.
“Ho letto”
“Anche io ho letto ma questo non c’era scritto”
“Ti sarà sfuggito.. Amore, ti prego, non prendertela per così poco. Joy mangia.. altrimenti come avrebbe fatto una settimana senza cibo?” mi fece giustamente notare.
Uff! Cercai di rilassarmi e di non pensarci troppo eppure continuavo a sentirmi un’idiota. Perfino sulla teoria era più preparato di me. Perché? Perché non avevo letto quel pezzo io? Perché c’erano tante cose che ancora non sapevo? Improvvisamente mi sentii.. piccola. Una bambina, una ragazza. Una ragazza di vent’anni con una bimba di cui non sapeva prendersi cura.
Scossi mentalmente la testa cercando di scacciare quei pensieri negativi e mi concentrai sulla mia piccola. Aveva gli occhi chiusi e continuava a succhiare poggiando una manina sul mio seno.
Nonostante il senso di inadeguatezza, era la sensazione più bella del mondo. Stavo nutrendo mia figlia, la stavo crescendo. Io.
Mi incantai a vedere le sue piccole labbra che si muovevano ritmicamente quando vidi una goccia di latte accumularsi sulla sua boccuccia e bagnarle le labbra.
Aprii leggermente la bocca ed ogni pensiero negativo svanì.
“Visto?” mi sussurrò Rob all’orecchio per poi darmi un dolce bacio sulla guancia.
Sorrisi mentre tenevo la manina di mia figlia e continuavo ad osservarla succhiare quando aprì gli occhi rivelando il loro azzurro mare. Bellissimi.
“Mi spiace che non abbia i tuoi occhi” Sussurrò Rob sul mia spalla con lo sguardo fisso su nostra figlia proprio come me.
“Potrebbe sempre cambiarli..”
“In che senso?” chiese con voce un po’ perplessa.
“Bè.. all’inizio tutti i bambini hanno gli occhi azzurri, o almeno la maggior parte.. poi possono assumere un colore diverso..” spiegai contenta di potergli rivelare qualcosa che non sapeva.
“Oh.. allora c’è ancora speranza..”
“Non essere ridicolo.. i tuoi occhi sono bellissimi”
“Non quanto i tuoi però”
Mi limitai a sorridere e scuotere leggermente il capo. Inutile controbattere ancora, sapevo che sarebbe stato inutile.
Joy continuava a mangiare mentre Rob dolcemente le carezzava ogni tanto la guancia leggermente paffuta. Anche senza toccarla avrei potuto dire che non c’era niente di più morbido e candido al mondo. Niente di più puro.. di più bello. Era una sensazione bellissima.. essere lì con Rob e nostra figlia e sentire che niente al mondo mi avrebbe mai reso più completa. Persa nell’adorazione per Joy la lasciai a Rob senza staccarle gli occhi di dosso quando ebbe finito e stranamente era tranquilla, ma lo era sempre nelle braccia del padre. A volte mi sentivo una vera deficiente. Iniziava a piangere e per quanto provassi, non riuscivo a capire cosa volesse e poi appariva Rob e anche solo prendendola in braccio riusciva a calmarla.
Non feci in tempo a distogliere lo sguardo per abbottonarmi la camicetta che aveva già chiuso gli occhi e si era accoccolata sul braccio di Rob.
Assurdo! Doveva essere distrutta da tutte le attenzioni della giornata per essersi addormentata così presto. Di solito non chiudeva occhio fino alle undici. Bè.. per essere precisi, non chiudeva occhio per più di cinque ore a notte. Dormiva pochissimo al punto da far preoccupare seriamente me e Rob. Cercavamo di convincerci che fossero solo i primi tempi e che presto avrebbe preso a dormire di più, eppure ancora non accennava a voler smettere di piangere durante la notte senza alcun valido motivo.
“Sssh..” sussurrò Rob alzandosi lentamente dal divano. “Magari stasera si dorme..” continuò con un evidente filo di speranza nella sua voce.
“Non canterei presto vittoria” lo smontai subito. “Se si addormenta ora alle due si sveglierà e non vorrà più dormire..”
Rob si immobilizzò per qualche secondo valutando le mie parole e cercando di negare quella possibilità.
“Ma no.. magari questa è la volta buona. Abbi fiducia..” disse mentre camminando pian piano eravamo arrivati alla sua cameretta.
Le baciai dolcemente la fronte prima che Rob la depositasse nella culla poggiando il lenzuolino sopra quel corpo piccolissimo.
Restammo entrambi appoggiati ai bordi della culla, imbambolati davanti quella bambina che ci aveva già stravolto la vita.
“E’ bellissima..” sussurrò Rob a un certo punto.
“Si.. ti somiglia molto..”
“Io credo che somigli più a te”
“Direi che ha una giusta porzione di entrambi..” conclusi infine mantenendo la mia voce al minimo dell’udibile.
“Vuoi mangiare qualcosa?” mi chiese Rob socchiudendo la porta dietro di sé.
Mi stiracchiai sbadigliando, risultato delle ormai perenni notte insonni. “Mmm.. meglio che non mangi niente per domani.. e poi.. sono stanca.. andrei volentieri a dormire..” confessai e notai la sua espressione pensierosa.
“..però.. se vuoi fare qualcosa..”. Non sapevo bene cosa ci fosse in quella mia affermazione. Da quando era nata Joy non avevamo ancora avuto un momento per noi, ma dopotutto era normale. Era passata appena una settimana.. Eppure ero troppo stanca per dedicarmi a qualsiasi  cosa.
Lui di rimando sorrise e si avvicinò prendendomi le mani. “Mi basta vederti dormire..” sussurrò e chiusi gli occhi mentre mi lasciava un bacio sulla fronte.
Lasciai che mi circondasse con le braccia e mi aggrappai a lui con tutte le forze che avevo. Non so quanto tempo restammo così, forse secondi, forse minuti, forse ore.. Di certo il tempo necessario per far crescere il mio sonno e farmi chiudere gli occhi sul suo petto.
Mi sentii tirare su e mi accoccolai meglio su di lui, e prima ancora di arrivare in camera, sprofondai nel sonno.
Non mi sembrava nemmeno di aver dormito quando fui svegliata da quel suono ormai tanto familiare e.. temuto.
Joy piangeva, come ogni notte d’altronde.
“Ci risiamo..” biascicò Rob.
“Vado io..” sbadigliai mentre Rob si alzava insieme a me. Era sempre così: nonostante gli dicessi di restare a letto lui si alzava e veniva con me e ringraziavo il cielo che non fosse uno di quei padri che fingevano di non sentire pur di non doversi alzare dal letto. Avrei sempre potuto contare su di lui. Sempre.
Mi abbassai sulla culla e attentamente presi mi figlia in lacrime iniziando a cullarla e sforzandomi come ogni volta di capire cosa avesse. Tutto inutile.
Eppure mi ero alzata per farla mangiare solo un’ora fa. Non era possibile che avesse di nuovo fame.
“Dalla a me” disse Rob allungando le mani e con un po’ di frustrazione gliela cedetti.
Lui la portò sul fasciatoio e iniziò a sbottonarle la tutina con un’esperienza che non riuscivo a concepire. Da dove era nato tutto quell’istinto paterno? Dove poteva aver fatto pratica?
Lo osservavo muoversi con destrezza sbottonando il pannolino che rivelò una sgradevole visione di cacca. Letteralmente.
Come facevo a non accorgermene? Non avrei dovuto sentire almeno un minimo di puzza?
Mah.. più pensavo a me stessa come madre più non mi ci vedevo. E avrei dato tutto per riuscire a capire mia figlia come chiunque altro.
Non dissi una parola mentre Rob borbottava qualche parolina con quel linguaggio incomprensibile che riservava alla figlia. Io non riuscivo a parlarle in quel modo.. mi sentivo nervosa, verso di lei e verso me stessa.
“Ecco fatto” sentii dire a Rob e istintivamente corsi da lei e la presi in braccio sperando che riacquistasse sonno.
Sorrisi per qualche secondo mentre la guardavo calma tra le mie braccia, finché non riprese a piangere. A quel punto scoppiai.
“Ma perché? Perché piange??” urlai esasperata.
Rob mi guardava quasi con compassione mentre con passo ansioso andavo avanti e dietro cercando di calmare quella bambina.
Quando mi resi conto che sarebbe stata inutile mi avvicinai a Rob e gliela porsi.
“Basta! Prendila tu! Tanto con me non ci vuole stare!” sbottai nervosissima.
Rob l’accolse subito prima che la situazione degenerasse e dopo nemmeno due minuti, si calmò.
“Ecco! Ecco vedi!?” sbraitai scrollando le braccia.
“Sssh.. Kris..”
“Ma perché? Perché solo con me non vuole stare? Eppure sono la madre, cazzo! Dovrei sapere cosa vuole, perché piange. Dovrei riuscire a calmarla! Invece con me non fa altro che piangere, e poi.. poi viene da te o da chiunque altro e Boom, smette di piangere.. perché? Possibile che non le vado proprio a genio?..”
Non mi ero nemmeno accorta che stavo praticamente urlando finché non sentii gli occhi pungermi per la frustrazione.
Rob si avvicinò con sguardo comprensivo indicandomi di sedermi sulla panca dietro di me. Prese posto accanto a me e continuando a tenero lo sguardo basso evitavo di vedere mia figlia.
“Kristen..” bisbigliò Rob. “Sei troppo dura con te stessa..”
Scossi il capo. “No.. sono giusta..”
“Non è vero..”
“Si invece. Guardami! Non riesco nemmeno a guardarla! Non le piaccio!”
“Kristen non essere assurda.. sei sua madre..”
“Appunto! A maggior ragione dovrei essere capace di farla smettere di piangere almeno! Invece..” non riuscii a terminare la frase e cercando di calmarmi scossi il capo sospirando pesantemente.
“E’’ questo il problema.. ti aspetti troppo da te stessa perché sei una madre ora. Ma non è così.. Non devi smettere di essere come sei solo perché hai una bambina ora..”. Si aggiustò meglio Joy sul braccio destro in modo da poter allungare una mano e sfiorarmi.
“Lei lo capisce che sei nervosa.. lo capisce se non sei calma e se non lo sei tu non lo è nemmeno lei..”
Lentamente alzai il viso e lo guardai. “Forse hai ragione..” sussurrai abbassando gli occhi su Joy che sbatteva dolcemente le palpebre. Stava per riaddormentarsi e riuscivo solo a pensare che avrei voluto essere io ad averla tra le braccia, avrei voluto essere io quella capace di farla calmare.
“Si.. Però.. perché non vai a dormire? Resto io qui..”
“Rob non..”
“Devi alzarti presto domani”
“Anche tu” gli feci notare.
“Ma tu sei stanca.. vai tranquilla.. io ti raggiungo tra poco..”
Non volevo andare.. volevo restare lì, ma in fondo, che senso avrebbe avuto? Lei era tra le sue braccia e non avrei mai osato prenderla per farla piangere di nuovo..
Istintivamente allungai la mia mano e afferrai quella piccolissima di Joy che strinse il mio dito in un debole pugno. Sorrisi.
“Vai..” mi incitò di nuovo Rob.
“D’accordo..” acconsentii infine e lasciando andare la manina tornai in camera.
Non riuscii a dormire granché e la notte sembrava non passare più.
Mi svegliai circa tre ore dopo trovando Rob addormentato accanto a me. Cercando di non svegliarlo mi liberai del suo braccio che mi circondava la vita e senza nemmeno pensarci sgusciai in camera di Joy. Mi affacciai sulla culla e stava ancora dormendo. Chissà a che ora si era addormentata per dormire ancora alle cinque del mattino quando di solito era già sveglia e pimpante. Rimasi lì assorta nei miei pensieri a fissare mia figlia.. per molto tempo. Sarei potuta restare lì a guardarla in eterno.. a vederla cambiare lentamente sotto i miei occhi, e sarebbe stato così.
Non mi resi conto di che ore fossero finché non sentii due braccia stringermi da dietro.
“Dovresti prepararti..”
Alzai il viso verso l’orologio appeso alla parete. Le sei meno venti! Già?!
Possibile che fossi rimasta lì per più di mezz’ora senza accorgermi del tempo che passava regolato solo dal respiro di mia figlia?
“Ora vado..” Risposi voltandomi verso di lui e strusciando la mia fronte contro la sua. Mi diede un bacio sulla guancia e mi strinse di più da dietro.
“Va meglio stamattina?”
Sospirai cercando di non rispondere alla domanda. “Scusami per ieri sera.. non so cosa mi è preso..”
“E’ normale Kris, tranquilla. Non devi scusarti con me..”
Annuii un po’ insicura. “Vado a prepararmi..” e uscii dalla camera.
Mia madre arrivò puntuale come suo solito. Appena pronta le aprii la porta alle sei spaccate. Joy ancora dormiva.. assurdo.
Avrei quasi voluto svegliarla per salutarla, ma non avrei potuto. Era così bella quando dormiva, e soprattutto era tranquilla e visto che non accadeva molto spesso mi limitai a carezzarla la guancia.
Un’intera giornata senza poterla vedere, senza potermi accertare direttamente che stesse bene.
“Starà bene” mi tranquillizzò Rob coprendola di più col lenzuolo.
“Lo so.. è che.. non vorrei andare.. e mi spiace che tu debba venire con me..”
“Kris, io non devo venire con te. Io voglio venire con te. Joy non cambia niente tra di noi. Siete le mie priorità.. e io ci sono per lei come ci sono per te”
Gli sorrisi dolce e riconoscente. Ero così fortunata ad aver trovato Rob. Era assurdo come il destino avesse inciso tanto sulla mia vita, era assurdo il modo in cui c’eravamo trovati, come se ci stessimo aspettando da sempre.
Riuscimmo finalmente ad uscire da quella stanzetta e dopo le ultime nonché inutili raccomandazioni a mia madre, uscimmo di casa.
Sarebbe stata una lunga giornata. Lo sentivo
.
   
 
Leggi le 38 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Twilight / Vai alla pagina dell'autore: cloe cullen