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Autore: LADY_youkai    18/06/2010    3 recensioni
Io so che cos'è...lo so...da molto tempo...forse quasi anni ormai. Ma tu sei sempre stato così irraggiungibile e il legame che ci univa si è un po' affievolito. Io ti voglio sempre bene, come amico, ma proprio a causa dell'altro mio sentimento non ho potuto fare a meno di tagliare un po' i ponti con te. Perché avevo paura.
Genere: Romantico, Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Aoi, Uruha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco un nuovo capitolo! Non è che mi piaccia più di tanto, ma pazienza, non aveva senso lasciarlo lì a fare la muffa.

Buona lettura!

Chapter Two


Non ce l'ho fatta a stare al chiuso con lui lì vicino. Era come essere avvolto da delle braccia fastidiose. Meglio stare qui fuori.

Osservo Tokyo dal poggiolo degli studio: è triste vedere questa cappa di smog coprire senza alcun riguardo una città così bella. Appoggio la testa al muro e chiudo gli occhi, illudendomi di respirare aria sana.

Sono sempre stato bravo a illudermi.

Sai, con te è successo lo stesso. Ti ho incontrato, conosciuto...e forse senza rendermene conto ho dato per scontato che tu saresti rimasto accanto a me per sempre. Ma la realtà cambia, si evolve e qualcuno è destinato a restare qualche passo indietro e lasciarsi passare davanti la possibilità di cambiare la propria esistenza per sempre. Senza rendermene conto ti volevo vedere ancorato a me, egoisticamente, forse anche in un modo un po' crudele. Ma questo attaccamento "morboso", deriva solo da un mio semplice sentimento.

E non ho la forza di dire che l'amore che provo per te è crudele.

Sono sempre stato viziato, e mi faceva comodo avere tutti pronti al mio servizio, poi sono cresciuto e forse anche un po' maturato. Ma speravo davvero di essere viziato dalle tue piccole attenzioni, che ora sembrano destinate a uno sconosciuto.

O sono io lo sconosciuto?

A volte sembri più legato a lui che non a noi, noi..che ti conosciamo davvero, noi che ti abbiamo sempre aiutato e sostenuto, anche quando non te ne rendevi conto.

Ma forse è arrivato il giorno in cui vengo elegantemente sostituito da qualcun altro e questo mi fa male.

In tutti questi anni ho lasciato scorrere così tante possibilità che...

-Ah! Sei qui!- Mi volto verso la porta finestra aperta

-Reita... scusa, avevo bisogno di aria fresca-

-Hai fatto bene, dentro si muore di caldo- Si siede accanto a me, tirando fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette -Ne vuoi una?- Rifiuto. Non ne ho voglia ora -Maledetto nano...-

-La tua console è proprio andata?-

-Forse riesco a recuperarla...- Mi guarda, quasi con un sorriso sadico: allora quella sceneggiata di prima era solo per far prendere un colpo a Ruki

-Sei allucinante...-

-Lo so- Ci soffermiamo a guardare il paesaggio: mi sono sempre trovato bene con lui, fin da bambino. Con lui è stata "attrazione a prima vista" e in tutti questi anni non mi sono mai pentito di averlo incontrato. Mi conosce meglio di chiunque altro, forse persino più di me. Abbiamo riso, litigato, ci siamo arrabbiati...ma alla fine siamo sempre rimasti assieme.

Lui è così importante per me...e io lo sto escludendo da tutto...

-Ehi, ci sei ancora?- Torno a guardarlo: io non rendo partecipe nessuno della mia vita, ma pretendo che gli altri mi stiano accanto -C'è qualche cosa che non va?-

-No, niente...-

-A parte il fatto che Aoi esca con Kazuki?- Silenzio. Freddo. Mi volto, terrorizzato, senza forze, le difese distrutte in pochi istanti: la cosa più brutta è che quando mento, gli altri se ne accorgono e li faccio stare ancora più male...

-Che cosa hai detto?- Non dice nulla, semplicemente sorride, mi mette una mano sul ginocchio, mi fa sentire il suo calore, la sua presenza e la sua amicizia incondizionata. E' strano come io abbia una gran voglia di piangere.

Ma non lo farò

-Kouyou, ti conosco da tanto tempo, non chiedermi di assecondare le tue menzogne- Ha sempre trovato le parole giuste per disarmarmi. Abbasso la testa, non ho più il coraggio di sostenere quello sguardo. Sento la sua mano sulla testa, mi spettina i capelli e mi fa un po' dondolare. La sua presenza è sempre stata preziosa

-Scusami...- E' ridotto a un sussurro questo mio inutile tentativo di rimediare ad anni di silenzio e se anche lui ora vorrà alzarsi e andarmene, non mi lamenterò, non lo tratterrò... -Io...avevo paura che...-

-Lo so- Non è mai servito parlare con lui, perché mi ha sempre capito -Ammetto di esserci rimasto male all'inizio, ma poi ho capito...-

-Volevo dirtelo, ma non trovavo le parole...- Non mi lascia finire, semplicemente mi abbraccia

-Quando mai sono servite?- Mi concedo qualche lacrima, tanto vengono asciugate dalla sua maglietta.

Con lui le parole non servono.

E con te?

Con te servono, Aoi?


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Abbiamo parlato come non parlavamo da anni.

Mi è servito...ma non molto. L'inquietudine è sempre quella.

In fondo nulla cambia.

Sono sempre nella situazione di prima


"Devi dirglielo"

"Perché dovrei? Per ricevere un rifiuto?"

"Tu non sai lui cosa prova"

"Sì invece"

"Smettila di pensare di sapere esattamente cosa pensano tutti"


Ho sempre avuto questo vizio. Quello di pensare per gli altri. Di credere di sapere tutto di loro, quando invece non so assolutamente nulla.

Osservo questa stanza: Reita è andato, tutti sembrano spariti. E io mi trasformo ancora in un pezzo di carta abbandonato dalla corrente in un luogo sconosciuto.

Ho paura.

Paura di perdere tutto, paura di perdere la tua amicizia, paura anche solo di immaginarmi da solo, in una stanza.

A volte, riguardo le nostro foto assieme. Sono patetico, lo so, ma ho bisogno di ricordarmi quelle piccole gioie che abbiamo passato assieme.

Patetico due volte, perché tra noi non c'è mai stato nulla.

Ti spiavo nel sonno, studiavo ogni tuo singolo lineamento..bramavo quelle labbra...ma nulla è successo.

Per la mia paura di cambiare , io ho lasciato che gli eventi si sviluppassero in un modo che non volevo.

Devo dirtelo.

Sussurrato nel sonno o gridato al mondo...ma devo dirtelo.

Guardo il tavolino: come mai hai lasciato qui il tuo computer? Acceso, per di più. So bene quanto tu odi che la gente spii nel tuo computer, e mi sono immaginato anche questo? Scruto la stanza, aspettando che arrivi qualcuno.

Nessuno.

Mi siedo davanti al computer. E ho una fitta al cuore: perché stai guardando il suo blog?

Scorro la pagina, leggo...


Tutto si ferma.


Ancora.


Per sempre.


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Voci nel corridoio. Saluti. Passi che si avvicinano. La tua voce rimbomba.

Il mio cuore sta semplicemente sanguinando. Entri nella stanza, quando mi vedi sussulti, ti metti una mano sul petto

-Mi hai fatto prendere un colpo!-

-Stai andando via?-

Ti odio

-Mh...sì, vado a casa a dormire, sono distrutto...ma tu che diavolo ci facevi dietro alla porta?-

Ti odio

-Fai qualche cosa stasera?-

Ti odio

-Non lo so, devo vedere...Kazuki mi ha chiesto di uscire, ma non sono sicuro-

Altro dolore, altro sangue, altre lacrime.

Ti amo.

Mi guardi preoccupato, queste lacrime ti fanno paura? Stringo i pugni e mi odio: mi ero ripromesso di non farmi vedere debole davanti a te, che non ti avrei mostrato il dolore racchiuso per così tanto tempo, ma non ce l'ho fatta

-Uruha...che cos'hai? Cosa è successo?- Le parole sono soffocate da questo strano sapore salato e io non posso far altro che restare immobile -Mi fai spaventare così, si può sapere cosa...- Mi sfiora un braccio, io scatto

-TI ODIO!- Ti allontano da me, quasi ti faccio cadere: mostro con schifosa dignità le lacrime e tu resti impietrito -Non ti avvicinare! Non mi toccare!-

-Uruha, ma cosa...-

-Stai zitto!!!- Perché non sono fuggito quando ne avevo l'occasione? Perché ho insistito per restare qui?

Perché io devo sempre cedere?

Mi inginocchio a terra, faccio fatica a respirare, ho bisogno d'aria.

Ho bisogno di un tuo semplice abbraccio sincero...

Sento il tuo respiro, i tuoi occhi sbigottiti puntati su di me. Ti inginocchi, mi guardi

-Uruha...cosa...-

-Io ti odio!-

-Perché mi odi?- Il tuo tono ora non è calmo, è agitato, scosso...preoccupato forse? -Che cosa ti ho fatto?- Ecco la domanda. La domanda alla quale non volevo rispondere. Dare spiegazioni. Devo darle, lo so, ma come faccio? -E non restare in silenzio!-

-In silenzio?! Tu non sai cosa vuol dire stare in silenzio...tu non sai! Non sai nulla di me! Tutti questi anni sono stati buttati al vento!-

-Le tue parole mi feriscono Uruha, io non ho "buttato al vento" questi anni!-

-Sì invece! L'hai fatto!-

-E come?!-

-Ti sei preso gioco di me...di miei sentimenti...e tutto per quello! Tu non ti rendi nemmeno contro del male che mi fai!-

-Quello chi?! Che male?!-

-Cosa ci faceva a casa tua alle quattro di mattina?! Chi diavolo è questo per permettersi di stare lì a quell'ora?!-

-Tu...che cosa...-

-Tu distruggi giorno dopo giorno l'amore che io provo per te!-

Sto zitto. Il cuore non batte più. E ora? Ora come continuo? Ora come faccio a non mandare io tutto all'aria? Ma forse l'ho già fatto, forse ti ho già perso...

Tu ti alzi, sconvolto.

Ecco? Lo vedi?

Era per questo che volevo stare zitto...


Ma se ti devo perdere, farò in modo che sia per una ragione valida.


continua...

  
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