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Autore: StillAnotherBrokenDream    19/06/2010    7 recensioni
Emily sta per sposarsi con l'uomo dei suoi sogni. Kevin è sposato da anni con la donna che credeva fosse quella dei suoi sogni. Entrambi scopriranno che le favole non esistono, ed è facile restare delusi, e molto doloroso....
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Bittersweet Love'
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XVII

 

 

 

 

 

Si dice che il tempo curi tutte le ferite. E lo si dice riferendosi alle ferite dell’anima.

Per quelle ci sarebbe voluto un po’ di più, ma quelle del corpo erano quasi del tutto sparite.

Erano passati dieci giorni da quando Kevin aveva fatto quella sciocchezza di cui si vergognava profondamente e per la quale non aveva una reale spiegazione. Della ferita alla testa rimaneva poco, i punti si erano riassorbiti e restava solo un segno, come un graffio appena al di sopra dell’orecchio.

In quei giorni aveva fatto molte cose, alcune delle quali non le faceva da almeno dieci anni. Per esempio era tornato a nuotare, lì nella piscina aperta col suo socio storico, che l’aveva accolto prima con una formale stretta di mano, poi assicuratosi che non lo vedesse nessuno, l’aveva abbracciato.

Chris era stato il suo migliore amico, e per colpa di Jennifer e del suo snobismo se ne era allontanato. Ma quando l’amicizia è vera e profonda, con un po’ di buona volontà si può riuscire a ricucire lo strappo.

Gli aveva raccontato tutto, a parte la rissa ovviamente. Il tradimento di sua moglie e la conseguente separazione, e la sua voglia di buttarsi tutto alle spalle.

Il suo amico non era parso per nulla sorpreso, dicendogli poi infatti che in fondo l’aveva sempre sospettato che quella donna avrebbe finito col fargli del male e che gli dispiaceva davvero che per colpa sua la loro amicizia era praticamente finita, salvo poi rinsaldarsi dopo cinque minuti, come stava accadendo mentre ne parlavano.

Avevano la stessa età, solo che Chris era stato più fortunato: si era sposato sei anni prima e aveva già due bambini di quattro e due anni. A quella notizia Kevin aveva sentito una stretta allo stomaco, ma si era complimentato con lui sorridendo.

Il giorno dopo era tornato per fare una nuotata e i due finirono col fare una gara di nuoto. E pur essendo fuori allenamento, aveva vinto Kevin, per tre volte di fila.

Dopo di che, gli aveva proposto di rientrare attivamente a far parte dello staff e magari dopo essersi di nuovo ambientato, avrebbe potuto ritornare a fare l’istruttore di nuovo.

Kevin era rimasto sorpreso da una simile richiesta e preso in contropiede, aveva temporeggiato dicendogli che ci avrebbe pensato su. In realtà non voleva farlo, come aveva detto ad Emily qualche giorno prima, ormai era un mondo che non gli apparteneva più e a quasi quarant’anni non poteva riappropriarsene da un giorno all’altro.

Già, Emily. Si erano visti solo una volta in quella settimana, e sentiti per telefono due o tre.

Ogni volta che tra di loro c’era una sorta di avvicinamento, irrimediabilmente calava il silenzio.

Ma Kevin aveva pensato spesso a lei, praticamente tutti i giorni. Ed è quasi superfluo dire che questo lo spaventava.

Per lui era un momento delicato, era appena uscito da una storia sì sbagliata, ma che era durata quasi metà della sua vita. Non era più abituato a stare da solo, e aveva davvero paura di innamorarsi di Emily. Non era il momento, anzi no, non era proprio la persona adatta!

Erano amici, e se gli fosse scattata dentro la molla dell’amore, avrebbe rovinato tutto. Non voleva perderla, dunque ogni volta che alla sua mente affiorava un pensiero diverso da quello dell’amicizia, lo ricacciava indietro dandosi dell’idiota.

Ma ciò non gli impedì di andare da lei, un pomeriggio.

“Ehi ciao!” lo salutò la giovane donna sorridendo. Era bella da far paura. Indossava un abito di cotone azzurro, lungo fino al ginocchio, e portava i capelli raccolti in uno chignon dal quale era sfuggite alcune ciocche che le incorniciavano il viso.

Kevin ricambiò il sorriso ma attese che fosse lei ad accennare di volergli dare un bacio sulla guancia.

“Vieni, entra Kevin.” lo invitò.

Entrò e Emily fece accomodare l’uomo in cucina, dove stava preparando del the.

Gliene offrì una tazza e si sedette di fronte a lui, al tavolo della cucina.

“Allora, come va?” gli domandò bevendo un sorso di the.

Kevin si strinse nelle spalle. “Non posso lamentarmi, davvero. Ho la testa dura per cui la ferita è praticamente sparita e per quel che riguarda il resto, mi sto buttando tutto alle spalle” fece una pausa per bere dalla sua tazza “sono anche stato in piscina, ieri e l’altro ieri.”

“Sul serio? E com’è andata?” 

“Decisamente bene” affermò sorridendo “Chris, il mio socio, mi ha accolto a braccia aperte. Abbiamo parlato a lungo, gli ho spiegato cosa mi è successo negli ultimi mesi e lui non se n’è meravigliato, perché in fondo sapeva che sarebbe finita così. Dice che si vedeva lontano un chilometro che non eravamo fatti per stare insieme.”

Emily annuì. “Quindi vi siete riappacificati” domandò ancora.

“Sì, e ieri abbiamo addirittura… fatto una piccola gara di nuoto. Ho vinto, sai? E poi mi chiesto se volessi per caso… tornare in pista.”

Lei sorrise. “Ma è fantastico! Tu hai detto di sì, vero?”

“Veramente ho detto che ci avrei pensato su, ma in realtà non voglio tornare da nessuna parta… non me la sento.”

Emily alzò gli occhi il cielo. “Ci risiamo” sospirò “Kevin, tu eri una promessa del nuoto, quindi non credo proprio che tu possa aver dimenticato tecniche e quant’altro. Non devi rimettersi subito ad insegnare a nuotare, no? Puoi anche… che so, allenarti. Ma fallo, è il modo migliore per ricominciare, ne sono sicura.” lo incoraggiò decisa.

Lui la guardò negli occhi con un’espressione seria, poi sorrise scuotendo il capo. “Sai.. credo di essere venuto proprio affinché tu mi incoraggiarsi” ammette abbassando lo sguardo “in fondo sapevo che l’avresti fatto e io… credo di averne bisogno.”

La donna si intenerì, e il suo cuore batté più forte. Anche se ad essere sinceri, aveva già iniziato a battere più forte non appena l’aveva visto sulla porta.

“E quindi… lo farai?” gli domandò timidamente.

Kevin ci pensò su, in realtà aveva ancora molti dubbi e nonostante il giorno prima avesse vinto contro Chris, non si sentiva per niente fisicamente pronto. Poi però gli venne un’idea che reputò geniale e che riguardava Emily.

“Beh” iniziò allontanando da sé la tazza ormai vuota “potrei anche decidere di farlo. Ma dovrai aiutarmi tu.”

Emily lo fissò perplessa. “Io? Non vedo come potrei! Sono terrorizzata al solo pensiero di guardare dentro una piscina!” gli ricordò rabbrividendo.

“Esattamente” sottolineò l’uomo “tu potresti essere la mia prima allieva. Supereresti la tua paura e io mi eserciterei ad insegnare nuovamente. Che ne dici?” concluse calmo.

Lei aprì la bocca guardandolo scioccata. “Stai scherzando? Io in piscina? NO!” rispose nervosamente.

“Okay, come non detto. Scusami. Pensavo volessi anche tu… dare una svolta alla tua vita.” le disse provocandola.

“Ma… Kevin! Io sono quasi morta per colpa di quella dannata piscina! Te lo sei dimenticato?” gli fece notare.

“Per niente. C’ero anche io, ricordi? Non ti ho fatto… morire, o sbaglio? Ti salverei ancora.”

Emily si sentiva in imbarazzo: voleva aiutare Kevin, ma aveva paura dell’acqua e oltretutto… avrebbe dovuto mettere un costume da bagno. Si vergognava da morire, non voleva che Kevin la vedesse quasi nuda. E la imbarazzava vedere lui, quasi nudo.

“Allora?” disse Kevin distogliendola dai suoi pensieri “che mi dici?”

“Non lo so…”

“Ti fidi di me, o no?”

“Sì ma… è più forte di me. Sono terrorizzata.” ripeté Emily.

Kevin allungò una mano e prese la sua. “Non voglio costringerti a farlo, ma vorrei davvero aiutarti a superare questa paura. Non è giusto che un ragazzetto idiota ti abbia impedito di goderti una cosa così bella come nuotare. Te lo dice un nuotatore Lily, è stupendo. Capisco la tua paura, ero lì quando annaspavi in acqua, lo ricordo benissimo e ricordo anche la mia paura nel vederti in pericolo. Ma oggi come allora, ci sono io accanto a te. Non sono allenato, ma credo proprio che ce la farei a prenderti in braccio.”

Perché le bastava che lui le prendesse una mano per sentire lo stomaco stringersi in una morsa? Perché doveva essere preda di queste sensazioni? Eppure se l’era detto e ripetuto che doveva farsela passare! Invece eccola lì, col cuore che tamburellava nel petto e il desiderio che Kevin la tenesse per mano per l’eternità.

No, non era esatto. Non era questo il reale desiderio che provava in quel momento, non solo questo almeno. Quella mano calda, le faceva presumere che tutto il suo corpo fosse caldo. E per un attimo, provò ad immaginare come sarebbe stato stringersi a lui. Ed era un pensiero sbagliato, da togliersi subito dalla mente.

Perché? Che male c’è nel desiderare di sentire il corpo caldo di un uomo sul proprio?, disse una fastidiosa vocina interiore.

Una vocina stupida, che non capiva niente. Lei non desiderava il corpo di un uomo. Lei desiderava… Kevin.

Scacciò subito quell’elucubrazioni scabrose e tentò di sorridere, togliendo però la sua mano da quella di lui.

“No Kevin, non posso…”

Kevin sospirò deluso, pensava che lei si fidasse di lui, almeno un po’. E che fidandosi, ci avrebbe almeno provato. Si era sbagliato.

“Okay, mi arrendo” disse lui “non insisto più. Ma sappi che domani pomeriggio, alle quindici, io aspetterò in piscina. Fino alle quattro, che è l’orario d’apertura al pubblico. Se per caso cambi idea, decidendo che vuoi reagire ad una fobia causata da un cretino affidandoti ad un amico che non ti lascerebbe mai e poi mai annegare, io sarò lì ad aspettarti.” Concluse alzandosi dalla sedia e rimettendola al suo posto.

Il tono che aveva usato era stato forte, risoluto. Non voleva obbligarla ma dalla sua voce si capiva che ci teneva molto a questa faccenda, e che sperava di convincerla con un ultimatum discreto, ma fermo.

Emily si alzò mentre Kevin raggiungeva il salotto per andarsene.

Era arrabbiato con lei? Aveva questa sensazione ed era molto spiacevole, e soprattutto non ne capiva il motivo, se era davvero così.

“Kevin” lo chiamò toccandogli un braccio “sei arrabbiato?”

Lui la guardò inarcando le sopracciglia. “Arrabbiato? No assolutamente” le rispose “è solo che… è la seconda volta che ho la sensazione che tu voglia allontanarmi. Tagliarmi fuori per qualche motivo che non capisco. Mi conforti, mi sproni ad andare avanti, ma se faccio un passo in tua direzione, ti chiudi. Forse sono troppo invadente, ingombrante. Ma non mi piace avere questa sensazione.” confessò serio.

Era così evidente il suo disperato tentativo di mantenere quel rapporto su un profilo basso? Sì, e probabilmente stava sbagliando tecnica, perché invece di farlo diventare una semplice e sincera amicizia, rischiava di offendere Kevin con i suoi comportamenti contraddittori: un po’ amica intima, un po’ semplice conoscente.

“Mi dispiace Kevin, non volevo… ecco… offenderti” tentò di scusarsi lei, pur non sapendo cosa dire.

“Non devi scusarti, non hai fatto nulla. E non so neanche perché ti ho detto quelle cose. Scusami tu, davvero. E comunque io domani aspetterò davvero, ma non sentirti obbligata in nessun modo. Inizierò comunque anche se non vieni.” le fece sapere.

Emily annuì ma non gli diede nessuna risposta, Kevin sospirò e le sorrise, ma più freddamente.

“A presto allora, e buona serata.” la salutò.

“Sì, a presto. E buona serata anche a te.”

L’uomo uscì senza neanche accennare a darle un bacio o aspettare che fosse lei a farlo.

Ed era… deluso.

Non perché non voleva che l’aiutasse a superare la sua paura dell’acqua.

Si era sentito ferito da un gesto di Emily. Forse era stato involontario, ma gli aveva fatto male.

Mentre teneva la sua mano nella propria, si era divincolata come infastidita, e lui si era sentito… respinto.

Non era un gesto così intimo, tenerle la mano, no? Allora perché l’aveva fatto? Perché era sfuggita così al suo tocco?

Uscì dal palazzo e salì in macchina, chiudendo lo sportello con violenza.

Emily aveva tolto la mano dalla sua, e lui si era sentito rifiutato da lei. Perché questa sensazione? E perché si era innervosito tanto da avere una reazione un po’ troppo stizzita?

Ci stai ricadendo, Kevin. Ci stai ricadendo alla velocità della luce, e ti farai di nuovo tanto male. Perché questa volta è diverso, e lo sai.

Odiava la voce della coscienza, soprattutto quando aveva ragione.

Mise in moto e partì.

 

 

 


 

a/n: Come sempre, grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono, soprattutto alle 68 persone che hanno questa storia nelle seguite/preferite/ricordate, sono commossa *__*!!

È un capitolo particolare, dove si può vedere chiaramente che qualcosa sta cambiando nel loro rapporto. Sta entrando in scena qualche sentimento più forte, misto a rabbia e insicurezza, da parte di entrambi. E nel prossimo capitolo vedremo di più. Si farà viva anche Jennifer, la zoccolona come la chiamano le fantastiche pirilla88 e xsemprenoi XD, e vedremo cosa succederà…

 

Baci a tutti e grazie!!!

 

 

 

 

 

   
 
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