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Autore: KiraKira90    20/06/2010    5 recensioni
Una strana forza lo guida in una oscura caverna. La dea Amaterasu lo attende ... Rivuole qualcosa indietro!
“Quanta superbia!”constatò, riportando la mano sullo specchio. “Per Amaterasu non conti così tanto, youkai Sesshomaru.” Spiegò severa. “Ma la spada che possiedi è affare del nostro mondo, non del tuo.”
Perchè vuole portare via Tenseiga?
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo2

 Ama no Murakumo 

 

Le prime sagome presero vita e gli occhi del principe si sorpresero della velocità con cui riconobbe  la più maestosa. “Padre?!”

Amaterasu sorrise e nuovamente le parole della dea si fecero sentire, senza lei ne desse accenno con un movimento.

“Sin dalla nascita della vita, le colpe dei padri ricadono sui figli. Voi youkai non fate eccezione …” e mentre la sua voce lo raggiungeva le pareti dell’anfratto si deformavano, ma nessuna roccia cadeva.  Quale sortilegio stava utilizzando, ora?

“Che stai facendo!” esclamò il principe, capendo che la colpa del bizzarro avvenimento era sua.

“Sto esaudendo la tua richiesta. Ti  mostro il perché Tenseiga deve essere restituita a noi.” Le parole si fecero più lontane, mentre lo specchio pareva ingigantirsi.

“Il primo motivo lo rivelerà il  tuo stesso padre.” e quasi ne venisse risucchiato, la luce di Amaterasu l’avvolse. Solo bianco, del più puro e innaturale candore velava i suoi occhi e per un istante credette di essere stato accecato dall’intensità bruciante di quell’aura divina. “Apri gli occhi.” Udì di nuovo quella voce perforante e suadente che gli impartiva comandi. Li tenne serrati indispettito, pur di non compiacerne il volere. “Desideri capire la scelta di Amaterasu?” stavolta il suo tono si fece più pesante e penetrante, quasi spazientita da quell’assurda ostinazione. “Apri gli occhi!” non vi era più calma o superiorità nella sua voce, ma seccato rimprovero. Un brivido percorse lo youkai e controvoglia (con inammissibile … timore?) schiuse le palpebre.

Riflessi argentei disturbarono le sue pupille serrate, con la stessa bellezza di increspature d’acqua illuminate dal sole. Spalancò gli occhi e notò come fosse sospeso al centro del nulla, un nulla fatto di silenzio e bianco intenso. Nulla lo sorreggeva eppure non precipitava, anzi percepiva solidità sotto ai piedi. Guardò interrogativo la dea che fluttuava, mentre vesti e capelli danzavano liberi nonostante l’assenza di vento. Dietro di lei, vivo e in movimento, uno specchio d’acqua verticale scintillava, colpito dalla luce insopprimibile di Amaterasu.

Sesshomaru si guardò attorno spaesato, pur non mostrando l’agitazione che sentiva in quell’angusto luogo. “Dove siamo?” Uscì spontanea quella domanda, suscitando il sorriso ambiguo della dea.

“Siamo nel luogo dove tutte le risposte ti saranno date e nulla potrà interferire.” Era pacata e tranquilla, quasi stesse spiegando l’ovvio. “A mia domanda segue mia domanda.” ringhiò lo youkai insoddisfatto di inconcludenti affermazioni. “Io voglio risposte!” gridò, mentre la sua voce esigente riempiva prepotente quello spazio sconfinato e rimbombava tonante.

Nessuna smorfia intaccò il perfetto volto di Amaterasu, per nulla sorpresa o infastidita dall’improvviso ordine. “Lo so.” Due semplici parole che zittirono Sesshomaru con forza. “Non saremo qui altrimenti.” Un’altra ovvia constatazione. La pazienza dello youkai era al limite ed il desiderio di uscire da quella sorta di crisalide innaturale, grande. “Basta arcani!” strinse il pugno spazientito, tanto da ferirsi con gli artigli. “Nessun arcano in questo luogo.” continuò quella voce apparentemente staccata da lei, che ostentava ancora il solito sorriso che si faceva beffe della sua ansia. Il principe mostrò le zanne e i suoi occhi iniziarono ad imporporarsi. “Non prenderti gioco di Sesshomaru, donna!” e la stretta sul polso si fece più forte. A quell’appellativo una lieve ruga intaccò la tempia della dea, mentre un rivolo scarlatto fuoriusciva dalle falangi serrate del principe. Una piccola goccia scarlatta cadde con lentezza infinita in quel precipizio sconfinato, mentre la dea distendeva nuovamente il volto. “Non era mia intenzione.” si limitò a spiegare con pazienza ancestrale, mentre la sua aura diveniva più manifesta.  Mosse le mani libere con eleganza indescrivibile e Tenseiga comparve, avvolta dalla mistica luce che unicamente a lei apparteneva. Solo allora Sesshomaru si rese conto della sparizione dello specchio, che non aveva più veduto da quando i suoi occhi si erano riaperti.

Il suo animo si placò in fretta pur di dedicarsi all’analisi degli eventi così improvvisi. Pose attenzione a quell’assurda superficie liquida verticale e si rese conto della cornice ottagonale che l’arginava. In un attimo, comprese in parte dove e cosa fosse quella limpida e mobile parete. “Lo specchio.” Mormorò calmato dalla consapevolezza. Amaterasu arricciò di più le labbra in un’espressione più “umana” e poi si udì quel piccolo infrangersi amplificato, musica per le sue orecchie, mentre la goccia di sangue, contro ogni legge naturale, cadeva dall’alto sulla lama della spada. Quell’odore impose a Sesshomaru di guardarsi il palmo sanguinante, incredulo davanti all’assurdità dell’evento. La risata cristallina della dea riempì il luogo, cessando per ridare solennità al momento. Le labbra serrate e dipinte divennero serie. “Le colpe passano col sangue. Di padre in figlio.” E subito a quelle parole la spada trafisse la superficie informe con forza, sollevando il liquido vischioso, come mosso da volontà propria. Quell’onda sproporzionata assunse l’aspetto di due grandi mani che avvolsero lo youkai. “Ora vedrai!” e a quel suono etereo e deciso quelle spire vischiose si serrarono, afferrandolo e trascinandolo all’interno dell’argine ottagonale. Il buio avvolse lo youkai e dopo pochi istanti, in cui si sentì smorzare il fiato, sentì di nuovo la sensazione dell’erba sotto ai piedi. Una fucina a lui ben nota gli si mostrava.

“Vedi dove tutto ha inizio?”

Una brezza leggiadra accarezzò i capelli di Sesshomaru e la voce fu seguita dal materializzarsi di Amaterasu. “Totosai …” mormorò in risposta senza voltarsi.

“Colui che con la sua arte sfidò il nostro volere!” il tono come il volto erano adirati e Sesshomaru rabbrividì per l’aura emanata. Quanto potere poteva possedere un Kami?

“Conosco già costui e non trovo l’utilità nel portarmi qui.” ammise seccato. Quella constatazione distese il volto di Amaterasu che rise divertita. “Voi ignoranti youkai. Quanto divertite Amaterasu!”

Sesshomaru scrocchiò gli artigli nel sentirsi così schernito. “Ti ho portato in luogo a te familiare, ma non è solo il dove a contare …” si zittì e subito lo invogliò a guardare ciò che stava accadendo.

Una figura massiccia e possente, dai lineamenti fini e i muscoli sviluppati avanzava impettito. La pelliccia sulla schiena ricadeva morbida sopra l’armatura pesante, mentre nuovamente lo scherno dipinse il volto di Amaterasu. Lo sguardo di Sesshomaru era incredulo di fronte a quella vista. “Padre?!” bisbigliò fra sé.

“Il quando conta quanto il dove …” e nuovamente le labbra kami si arricciarono con più inclinazione. “Osserva come nacque la spada che vengo a riprendere.”

Lo youkai mosse un passo …

 

***

 

Sdun.Sdun. Batte il fabbro.

Sdun.Sdun. Alza e colpisce con forza il ferro.

Sdun.Sdun. Si ferma e sputa fuoco sulla lamina …

Quando le fiamme si diradano un demone possente pare esservi nato. È superbo e magnifico, tanto da essere terribile.

Le grosse orbite del vecchio rotearono per nulla sorprese, inespressive come quelle di un rettile al sole.

Ci fu un gesto secco del demone nel lanciare qualcosa di metallico fra le mani del vecchio youkai, che attirato da quel materiale lo afferrò febbrile, iniziando a toccarlo esaltato.

“Noto che era una spada prima di finire in pezzi …” ammise, scovandone il filo, fintamente disinteressato. Non ricevette risposta però.  Alzò le spalle e chiuse gli occhi, poggiando la scheggia sul braciere ed iniziando ad alzare la temperatura. La bizzarra reazione si fece subito notare: non fondeva, anzi, resisteva con tenacia, mantenendo forma e durezza.

Emetteva uno strano sibilo vibrante, accompagnato da bagliori cremisi. Che reagisse a stimoli esterni?

Totosai afferrò l’ardente ed indefinita lega con le pinze, rigirandola mentre gli occhi camaleontici indagavano.

“Non conosco simile materiale, ma è di certo ottimo!” ammise, pulendosi l’orecchio col mignolo e roteandolo nella cavità con fare svogliato.

“La mia curiosità è grande Inu no Taisho.” Spiegò, gettando le pinze nell’acqua fredda e lasciando che il vapore salisse per alcuni secondi.

Le estrasse, ritrovando un raffreddato e lucido resto di spada. Lo prese fra le mani, portandoselo sotto al naso.

Lo annusò da ambo i lati, leccando la superficie per comprenderne la consistenza, ma quel sapore gli era del tutto sconosciuto.

Si grattò la testa, mentre allontanava il grosso frammento, pensieroso. “Mi porti materiale che mi esalta Signore dell’Ovest, ma dimmi … cosa desideri ci faccia il fabbro Totosai?”

 

***

 

“Non possono vederci?” chiese, abbastanza certo della risposta. Era rimasto in lieve disparte a causa della straordinarietà della situazione. La figura del padre davanti ai suoi occhi lo inquietava e rasserenava al contempo. Aveva bisogno di sentirsi dire era un semplice sogno, per rimanere distaccato alla sua vista e quella voce non tardò.

“Non è permesso interferire negli eventi passati, persino a noi, creature senza tempo.” Ammise lei.

 “Bene.” Si limitò a rispondere, mentre avanzava con la stessa attenzione con cui aveva assistito fin all’ora. Guardò di sfuggita la dea, che levitava al suo fianco sbiadita nella consistenza, in cerca di un muto permesso forse, e poi si avvicinò di più alla scena. Nessuno si volse in sua direzione ed i suoi passi si fecero meno titubanti.

 

***

 

Il silenzio fra i due intanto cessava e il demone dell’Ovest, il padre, ghignò. “Ho sempre saputo non sei stupido come sembri, Totosai ...”

Il fabbro lo guardò scioccamente spaesato. “Dunque potrai ben intuire le mie intenzioni.” concluse vago.

Il vecchio chiuse gli occhi, sospirando sfinito. “Rompere una spada per fabbricarne un’altra … Sciocco!” ammise distante per attutire l’impatto delle sue parole.

“Non ho chiesto il tuo benestare!” ringhiò l’altro, infastidito dall’atteggiamento dell’anziano. Un sussulto impercettibile pervase il fabbro, che subito mutò atteggiamento.

“Dovrete darmi informazioni su questa lega. Non posso manipolare ciò che non conosco, come voi stesso avete assistito.” Cambiò argomento, centrando ciò che realmente gli premeva conoscere.

“Non ha importanza.” Concluse secco l’altro.

“Forse non per voi, ma ho abbastanza anni per affermare che qualunque spada abbiate infranto, non apparteneva a un mortale!”

Finalmente lo sguardo ambrato del generale incrociò il suo. “Fabbricami una spada Totosai, una spada che mi dia un potere superiore.”

Seguì il silenzio, un momento meditativo per il vecchio che mugugnava ad occhi chiusi. Poi si espose, rischiando.

“Non vi darò un potere che non vi serve. Quello che già avete, per voi solo basta e avanza!”

Lo sguardo del generale si fece rosso di rabbia.

Un soffio feroce e poi …

 

***

 

Un vorticare impetuoso sconvolse la scena, mentre Sesshomaru si sentiva risucchiare. Colori, volti, voci, profumi … tutto svaniva e di nuovo uno scintillio liquido lo avvolgeva, mentre le pareti vischiose si ritiravano all’interno della cornice ottagonale, tintinnando. Amaterasu era immota, al suo solito posto.

La rabbia del principe si mostrò. “Voi dei e i vostri stupidi giochi!” scrocchiò le falangi e nuovamente si lanciò aggressivo all’attacco. La Kami rise, rassegnata all’impulsività dello youkai. Alzò il braccio, distendendolo innanzi a lui e un lampo lo sbalzò indietro, un bagliore che portò alla luce una spada spezzata …

Lenta si materializzò a mezz’aria, possente e dalla lama argentea e vibrante. Kusanagi. La spada il cui frammento forgiò Tenseiga e Tessaiga.”

Il suono del nome della zanna del fratello lo sorprese più del previsto. Cos’altro gli avrebbe mostrato?

 

 

*continua*

 

 

Angolino Autrice:

Ed eccomi qui. Mi pare che almeno nel secondo capitolo qualche spiegazione sia d’obbligo, prima di passare ai ringraziamenti. ^^

Ebbene incomincio col dire che poco è lasciato al caso: la scelta della caverna, la presenza dello specchio, della spada ed i nomi sono tutti elementi presenti nel mito legato a questa dea: Amaterasu-ō-mi-kami (天照大御神, letteralmente "Grande dea che splende nei cieli"), generalmente abbreviato in Amaterasu. È la dea del Sole (divinità da cui discendono tutte le cose) nella religione shintoista ed è considerata la mitica antenata diretta della famiglia imperiale giapponese. Da qui la scelta di usare lei come figura in contrasto con quella di Sesshomaru (segno della luna sulla fronte, grande demone, discendente di una importante famiglia di signori) . Lo trovavo un abbinamento suggestivo. ^^

Non mi metterò a raccontarvi nei dettagli questa leggenda, anche perché rovinerei la sorpresa nell’introdurre nuovi elementi a mio avviso, ma probabilmente posterò tutto per bene alla fine della fanfiction. Vi basti sapere, per ora, che ad un certo punto scesero le tenebre sul mondo, perché Amaterasu, offesa, volle rifugiarsi nella caverna Ama-no-Iwato da cui non era intenzionata a uscire. La luce ritornò solo grazie all’idea di un’altra Kami, infatti tutti erano mobilitati per farla uscire e riportare il suo splendore sulla terra. Con l’utilizzo del suo specchio, chiamato Yata no Kagami, di un gioiello, lo Yasakami no Magatama e qualche piccolo espediente, Amaterasu fu fatta uscire dalla grotta assieme alla sua luce.

Come detto in precedenza, Amaterasu è considerata antenata della famiglia imperiale, quindi non è un caso che simboli legati a lei siano divenuti gli stessi degli imperatori giapponesi. La Yasakani no Magatama ( letteralmente Giada di Yasakani) è uno dei tre sacri tesori imperiali giapponesi, insieme alla Spada del Paradiso (Ama no Murakumo o chiamata anche Kusanagi, spada falciatrice d’erba) e allo Specchio Sacro (Yata no Kagami). In riferimento alla spada, darò spiegazione nel prossimo capitolo però. ^^

 

Passiamo ora ai ringraziamenti, che sono d’obbligo!

Riza Hawkeye:

Cara Riza, che bello leggere un tuo commento. Mi fa piacere le mie storie ti piacciano, sei molto gentile! ^^ Ebbene sì, altroché se Amaterasu dà sui nervi a Sesshomaru, non la sopporta affatto, ma se noti la Kami si atteggia con esattamente la stessa superiorità di Sesshomaru verso i ningen e gli hanyou. Gli youkai sono creature di livello inferiore ed anzi, forse nella sua scala sotto ai ningen visto la poca devozione per lei. Immaginati la tensione fra i due! XD Se non fosse immortale, probabilmente Sesshomaru l’avrebbe già fatta a pezzi, invece deve stare ben attento a come si comporta vista la totale indefinibilità della dea. L’elemento labbra immobili, voce udibile non deve essere necessariamente piacevole, ma più che altro spiazzare. Quindi non preoccuparti se ti da fastidio, anzi meglio! XD Amaterasu deve essere piacevole e sgradevole al contempo. =)

GiulyRedRose:

Carissima. Grazie mille per il tuo sostegno. ^^ L’idea di scrivere qualcosa su una dea e Sesshomaru mi frullava da molto, ma non riuscivo a focalizzare i dettagli. La domanda era esattamente la stessa che tu ti ponevi: “Che diavolo ci fa una spada divina nelle mani di uno youkai? Come possono i Kami lasciargliela?”

I Kami si percepiscono in InuYasha e Rumiko li fa apparire nella storia, ricordo infatti la divinità del lago in uno degli episodi dell’anime, ma allora perché non dà spiegazione su Tenseiga? In fondo tutto ciò che riguarda il passato viene lasciato nell’ombra, ma io non ero per nulla soddisfatta! O.O La mia testa ha dovuto darsene spiegazione e spero caldamente soddisfi anche chi si è fatto le mie stesse domande, come nel tuo caso. Fammi sapere pure più in là se le mie risposte ti soddisfano. ^^

rosencrantz:

Sono felicissima ti sia piaciuto il primo capitolo e spero di non averti deluso col secondo. ^^ Quando ho deciso la Kami sarebbe stata proprio Amaterasu e non un OC di mia invenzione mi sono decisa a scriverla e a postarla, trovando il cimentarmi affascinante. Trovavo più suggestivo l’utilizzo di elementi … “reali” per questa storia che forse avrebbe perso solennità e magia(?) con una presenza diversa, sentendomi però libera di sbizzarrirmi con la fantasia. Pensavo esattamente all’indefinibilità che è propria delle divinità, mentre la descrivevo e mi piaceva immaginarla come in un continuo movimento perpetuo, mentre contemporaneamente era immobile e impassibile: gli occhi cangianti e sempre in mutamento e le labbra sempre serrate. Mi fa piacere tu abbia la mia stessa immagine di lei e viceversa. ^^

lagadema:

Ma figurati! Il piacere di conoscerti è mio e ho recensito volentieri la tua fan fiction. Mi fa molto piacere tu abbia letto le mie storie e grazie mille per i complimenti. Davvero lusingata! >///<  Comunque, riprendendosi dall’imbarazzo, sì, la storia del nostro fuffoloso (*-*) eroe si svolge dopo il manga. Volevo collocare questo incontro in un momento indefinito, ma avevo anche bisogno che Sesshomaru avesse già compiuto l’intero suo percorso con Tenseiga per confrontarsi con la Kami. Avevo bisogno di materiale su cui lavorare. ^^

Earandir:

Tranquilla anche io a volte non faccio molta attenzione alle novità. ^^ Sei perdonata! =P Grazie al cielo mi dici che Sesshomaru è IC, avevo paura di averlo storpiato nello scendere a compromessi con Amaterasu, anche se costretto. Ho cercato il più possibile di evitarlo e ad ogni capitolo la stessa fobia mi assale. Alla fine fa sempre bene fargli sferrare qualche artigliata per salvargli la reputazione almeno, come nel primo capitolo. XD Scherzi a parte, sono felice la mia Amaterasu ti affascini e spero mi dirai la tua sul nuovo aggiornamento e su questo Sesshomaru.

Gold_Moon:

Come vedi, mia cara, l’aggiornamento c’è stato, anche se ne dubitavi. XD Dama Ispirazione non ha fatto i capricci stavolta e neanche monsieur Tempo. =P Spero il capitolo ti sia piaciuto comunque. Ora inizia a pregare per il prossimo, sempre SE ce ne sarà un altro … Sto scherzando ovviamente! (O forse no … ? O.O) XD Al prossimo capitolo! ^^

A tutti i lettori (recensori e non):

Grazie di cuore a tutti coloro che leggono i miei lavori, li seguono e recensiscono. Fa sempre piacere sapere che c’è qualcuno che apprezza le tue storie o che gentilmente spende un attimo a darti consigli o semplicemente a leggere un qualcosa di tuo. Vi ringrazio davvero per il sostegno anche in questa nuova storia.

Un saluto e un ossequio.

KissKiss KiraKira90

   
 
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