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Autore: Tico_Sarah    20/06/2010    4 recensioni
Siamo ai tempi della guerra contro il Wutai. Un'organizzazione misteriosa trama ai danni della ShinRa Electric Company, L'irruzione di due membri di questo gruppo nella compagnia dà inizio ad un ciclo initerrotto di eventi che porteranno due ragazzi ad incontrarsi. Due storie a confronto, fatte di dolore, abbandoni e solitudine. Lo sbocciare dell'amore e dell'amicizia in un mondo in cui non c'è spazio nè per l'uno, nè per l'altro. Tuttavia, ogni storia è fatta di drammi e segreti, e ogni segreto nasconde una menzogna.
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Sephiroth, Tseng
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7

 

“Ci sono solo due modi per conquistare il mondo: i soldi e il potere.”

Shinra

 

 

Era solo un’anziana... Uriah... sei stato tu a fare questo?

-Perché il cieco lo devo fare io?- domandò bruscamente Genesis.

Helinor smise di guardare il cadavere di Harila e si voltò verso il Soldier, disorientata. -Cos’hai detto?-

Sephiroth, Tseng e Gofna si erano raggruppati intorno alla sacca di Helinor, che poco prima era stata riempita di vestiti per i travestimenti.

Sarebbe stato difficile nascondere gli occhi dei Soldier, così Helinor e Sephiroth avevano inventato qualcosa che avesse nascosto almeno quelli di Genesis, più facilmente riconoscibili rispetto a quelli del compagno. Le iridi di Sephiroth erano troppo particolari perché Gammon li riconoscesse, bastava stare attenti che non si guardassero troppo l’un l’altro e probabilmente la farsa avrebbe retto.

Helinor si avvicinò al gruppo e li guardò uno a uno. -Dovete stare attenti a come parlate in presenza del maestro. Lui detesta chi gli manca di rispetto. -

-Lo terremo a mente- rispose Tseng, prendendo in mano i suoi abiti.

Genesis sventolò in aria una fascia di stoffa nera. -Devo davvero mettermela in faccia?-

-Genesis, piantala- ordinò seccamente Sephiroth.

Helinor annuì.-I tuoi occhi sono riconducibili a quelli dei Soldier. Con quella puoi tenerli nascosti. -

-E i suoi no?- chiese Genesis, indicando l’amico.

-Non abbiamo altro modo se non tentare la fortuna-, disse Helinor, posando lo sguardo su Sephiroth.-Quelli di Sephiroth sono molto particolari. Il maestro non ci ha mai insegnato nulla su come riconoscere un Soldier, ma questo non significa che lui non sappia niente al riguardo.-

Tseng armeggiò con la camicia di lino e la stese davanti agli occhi per dargli un’occhiata.-Così ci camufferemo. Genesis, mi raccomando, non parlare se non ti viene richiesto.-

-Ei!- protestò Genesis, che intanto si era piegato sulla borsa e ne aveva tirato fuoi una casacca di feltro.- Con questa morirò di caldo- sbottò.

Sephiroth imbracciò i suoi vestiti e non disse nulla.

Gofna prese un vestito di lino verde e si lasciò sfuggire un’esclamazione di gioia.-Questo è il mio colore preferito!-

-Andiamo a cambiarci- disse Tseng.

-Venite! Faccio strada!- schiamazzò Gofna, indicando il corridoio adiacente al salotto con un dito.

Genesis fece per seguirla, ma Tseng lo trattenne per un braccio e gli disse:- Aspetta. Tu sarai l’ultimo, ho bisogno di qualcuno che tenga sotto controllo la ragazza.-

Il Soldier sbuffò, ma non oppose resistenza. Sephiroth gli lanciò un’occhiata di sfuggita prima di scomparire nel corridoio.

Helinor tornò a guardare il corpo di Harila con angoscia. Lei non era riuscita a uccidere Gofna. Perché? Cosa stava succedendo? Eppure non trovava più così difficile togliere la vita a una persona. Posò la mano sull’elsa del pugnale e chiuse gli occhi.

Zack.

Non vedeva l’ora di incontrarlo di nuovo, di parlargli, di scoprire altre cose sul mondo dei sentimenti. L’amicizia... non l’aveva mai sentita nominare, però sapeva che era viva in lei. Uriah era suo amico, ormai era certo. Voleva scoprire di più sull’amicizia, voleva essere amica di Zack!

-Insomma...- esordì Genesis, affiancandola con una certa insicurezza.-Come ti chiami?-

-Helinor Hinari- si presentò lei, senza smettere di osservare il viso cereo di Harila.

Dalla finestra rotta filtrava una leggera brezza che giocava dolcemente con la treccia di Helinor.

-Io sono Genesis Rhapsodos- si presentò il Soldier, scrutando la ragazza con un pizzico di riservatezza che si addiceva più a Sephiroth che a lui.

Helinor voltò la testa verso di lui e sorrise flebilmente.-Ti è andata giù la storia del tuo travestimento?-

-No- si affrettò a rispondere il ragazzo, con irritazione.-Però suppongo che non abbia altra scelta.-

-Se ci pensi non è poi così male- ridacchiò Helinor.

Genesis arcuò un sopraccigliò, poi sorrise anche lui.-Sai, volevo chiederti una cosa... posso?-

Lei si accigliò.-Dipende-

-Non agitarti. Volevo soltanto chiederti se conosci un Soldier di nome Angeal.-

Helinor ci pensò su. Non ricordava di conoscere qualcuno con quel nome, quindi rispose con sincerità:- Mi dispiace.-

Eppure quel nome non le era nuovo... Angeal... le sembrava che avesse qualcosa a che fare con gli orsi...

-Capisco, non era importante...- mormorò Genesis.

I due rimasero in silenzio, poi il ragazzo accennò a Harila con un gesto della mano. -L’hai uccisa tu?-

-No!- esclamò Helinor, di getto.

-Allora chi...- cominciò Genesis, ma un rumore di passi lo fece tacere.

Sephiroth era stato molto veloce a cambiarsi. Indossava una sobria maglia di cotone giallognola e sotto un paio di pantaloni alla zuava marroncini legati alla vita da una cintura di cuoio. In mano teneva la Masamune e i suoi abiti normali, rigorosamente neri. Helinor lo guardò perplessa. -Dove intendi andare con quella?- chiese, indicando la Masamune.

-E dove la metto?- replicò Sephiroth, in tono sarcastico.

-Potresti anche usare una spada un po’ più corta.-

-Io vado a vestirmi- li informò Genesis.

Sephiroth gli disse:- In fondo al corridoio.-

-Sei facilmente riconoscibile. Ti ricordo che un mio compagno ti ha già visto, anche se di sfuggita e di spalle, se non ricordo male.- disse Helinor all’indirizzo di Sephiroth, prima di correre verso la borsa e cominciare a cercare qualcosa al suo interno. Ne estrasse un basco grigio e glielo tirò.

Il ragazzo afferrò il cappello, poi chiese:- Cosa dovrei farci?-

-Mettilo- intimò Helinor, tornando da lui con solerzia.-Nascondici dentro i capelli. Sono troppo lunghi e particolari. Se non vuoi che te li tagli...-

-Ho capito il concetto- sbottò Sephiroth, infilandosi il basco in testa con un gesto brusco. Sephiroth ed Helinor si guardarono a lungo, poi lei sorrise.

-Ora va bene- valutò lei.-La prossima volta ti procurerò una parrucca.-

Sephiroth chinò il capo.-Non mi hai ancora detto il tuo nome.-

-Helinor- rispose lei.

Lui esibì un sorrisetto ironico.-Non ci sarà una prossima volta, Helinor. E poi non mi fido molto di te, a dirla tutta.-

Sì, lo so bene.

-Fa come vuoi- ribattè Helinor, poi si mise le mani sui fianchi e si chiuse in un religioso silenzio.

Tseng irruppe nella sala tra le grida di Gofna.

Genesis si allargava il colletto della casacca con fare infastidito, borbottando parole indecifrabili.

-Ripassiamo il piano!- annunciò il Turk.

-Abbiamo un piano?- domandò Gofna, sorpresa.

Helinor le scoccò un’occhiataccia.-Ancora non capisco perché deve venire con noi.-

Gofna si nascose dietro le spalle di Tseng e rivolse una smorfia dispettosa verso Helinor.

-Non c’è un motivo preciso- disse il ragazzo, spostandosi vicino a Genesis che ancora lottava contro la sua veste.-Vorresti lasciarla qui?-

-Devo proprio rispondere?- chiese Helinor, in tono acido.-Ma se urla tappatele la bocca. Vi ricordo che la mia missione era quella di farla fuori. Potrei anche ripensarci e portarla a termine.-

-Genesis, ti affido il compito di controllare questa ragazza. Mi raccomando- disse Tseng, in tono pacato.-E tu, Sephiroth, controllerai la ragazza dell’Ombra.-

-Ho un nome e un cognome per tua informazione.-

-Non mi interessa né l’uno né l’altro- ribattè Tseng, seccamente.- Adesso ricordatevi le parti: Genesis, tu sei mio cugino, cieco fin dalla nascita. Non togliere quella benda per nessuna ragione al mondo.-

-Ricevuto- sbottò Genesis, lasciando trapelare tutta la noia che provava nei confronti del suo ruolo.

-Sephiroth. Tu sarai un commerciante.-

-Poco credibile come commerciante- fu il commento di Genesis.

-Posso farlo- rispose Sephiroth, ignorando il suo amico.

Tseng annuì.-Devi farlo. E Gofna, tu sarai...-

Lei tirò fuori il suo cilindro verde dal nulla e se lo mise in testa urlando a squarciagola:- Gofna Brown! Maga professionista!!!-

-Questa cosa inizia a darmi fastidio- biascicò Genesis, guardando Gofna  allibito.-Da dove lo prende quel cappello?!-

- Non puoi usare il tuo vero nome!- ammonì Helinor, in tono stentoreo.- Tu sei uno degli obiettivi che mi avevano commissionato di uccidere, conoscono perfettamente il tuo nome!-

-Sanno anche com’è fisicamente?- domandò Tseng.

Helinor scosse la testa.-Sapevo solo il nome.-

Sephiroth si fece diffidente.-E come hai fatto a trovarla?-

-Avevo una mappa che mi indicava questa casa, e poi vi ho seguiti. Strilla così tanto che è impossibile non sentirla.- replicò Helinor, con un sorrisetto ironico.

Tseng perforò Helinor con gli occhi.-Dunque ci aiuterai? Sei sicura?-

La ragazza abbassò lo sguardo e gli diede le spalle.-Ho dato la mia parola.-

-Dimmi perché dovremmo crederti!- esclamò Sephiroth.

Helinor si voltò di scatto verso di lui e lo guardò con occhi di ghiaccio.

-Basta!- ordinò Tseng.-Possiamo solo fidarci di te. Sei l’unica che può farci entrare senza costringerci a fare spargimenti di sangue.-

-Voi non attaccherete il campo, vero? Dovete soltanto avere informazioni...- chiese Helinor.

Sephiroth chinò il capo in segno di sdegno. Quelli dell’Ombra non avevano esitato ad attaccare la ShinRa, se ben ricordava.

-Per ora no- la tranquillizzò il Turk, senza mostrare alcuna emozione.- Ma se saremo costretti a combattere, nulla ci asterrà dal farlo. Darò l’ordine ai miei Soldier di non fare prigionieri, se necessario.-

Helinor arretrò di un passo e sgranò gli occhi.

Fa sul serio!

-Non preoccupatevi- disse Helinor, in tono piatto.-Avete la mia parola...-

-Mi basta questo- fece Tseng, soddisfatto.

Sephiroth guardò Helinor con aria ostile. Perché fidarsi? Stava tradendo la sua famiglia, perché pensare che non avrebbe tradito loro?

Calò il silenzio. Perfino Gofna era ammutolita di colpo.

Tseng porse la fotografia che aveva trovato sul comodino di Harila a Helinor e le domandò:- conosci la donna con i capelli castani?-

Helinor guardò prima lui e poi la foto, dopodichè la prese, la osservò attentamente e disse:-No.-

-Sei sicura? Non potrebbe essere tua madre?- la incalzò Tseng.-Ti somiglia.-

-Impossibile!- esclamò Helinor, ridandogli la foto in modo sgarbato.-Se mia madre avesse fatto parte dell’Ombra, il maestro me l’avrebbe detto!-

-Come sai che quelle donne fanno parte dell’Ombra? Io non te ne ho ancora parlato- osservò Tseng, analizzando con attenzione le reazioni di Helinor.

-Queste tende alle loro spalle sono quelle del nostro accampamento- rispose Helinor stancamente.-E ora riprenditi questa... cosa. Non può essere mia madre. Io non ricordo neanche dove abitavo, prima di entrare nell’Ombra. Il maestro mi ha accolta perché lei se ne è andata, abbandonandomi. E adesso mettiamoci in cammino. Non ho tempo da perdere in chiacchiere io, oltretutto devo incontrare il mio compagno.-

-Il tuo compagno?- fece eco Gofna.

-Uriah. Probabilmente è lui che ha ucciso tua madre- aggiunse Helinor, divertita. Provava uno strano piacere nel vedere gli occhi di quella ragazzina riempirsi di lacrime. Chissà perché. In quel momento si stava comportando proprio come Nara.-A proposito- aggiunse, rivolta a Tseng.-Non farti riconoscere da Uriah. Ti ha già visto alla ShinRa.-

Il Turk guardò la foto. Harila Nhame e la sua compagna. Un mistero da risolvere.

 

(...)

 

 La tenda si aprì, lasciando entrare uno spiraglio di luce accecante. Il sole sembrava essere tornato alla carica.

Entrò Nara, fiero e impettito, seguito da Gammon e dall’esile Taiji, che teneva lo sguardo legato al pavimento.

Angeal si alzò immediatamente e portò una mano sull’elsa della spada.

-Frena i bollori, giovane amico!- esclamò Gammon.-Sono venuto qui per parlare con voi.-

-Alla buon’ora!- disse Zack.

Kay si nascose in un angolo come un cagnolino tremante. Nara lo beffeggiò con lo sguardo.

-Avete riflettuto sull’offerta della ShinRa?- domandò Angeal con circospezione. Non si sarebbe lasciato ingannare per la seconda volta di seguito.

Gammon si raggelò all’istante, affondò una mano nella grande tasca della sua casacca e ne estrasse una busta bianca, affrancata da un sigillo di cera violacea.-Vi lascio liberi di andare e di non tornare mai più in questo accampamento- disse, porgendo la lettera ad Angeal.

Gli occhi del Soldier si posarono sul sigillo mente afferrava la busta. Fece per aprirla, ma Gammon lo fermò:- Quella è per il tuo presidente! Non aprirla per nessuna ragione al mondo, ragazzo. Consegnala a lui e digli che è da parte di Silver Gammon.-

-Cos’è?- chiese Zack, tentando di rubare la lettera dalle mani di Angeal.

-E tu, bambino- rise Gammon, facendo innervosire Zack- non ficcare il naso in affari che non ti riguardano- schioccò le dita.- Taiji! Falli uscire di qui!-

Taiji annuì e uscì seguito dagli altri, lasciando Kay di nuovo da solo.

Gammon si fermò davanti alla tenda e guardò per un po’ i due Soldier e Taiji che si dirigevano verso l’uscita dell’accampamento, dopodichè si rivolse a Nara:- Devi fare una cosa per me.-

Nara sogghignò.-Comandi- rispose.

-Ho bisogno che tu vada a Junon e che consegni un messaggio a un ambasciatore del Wutai- disse Gammon, sovrappensiero.- Un messaggio da parte mia.-

Una scintilla sinistra guizzò nei suoi occhi neri.-Lasci fare a me, maestro.-

-Bene. Mi fido di te, ragazzo- lo informò Gammon, battendogli una mano su una spalla.-Torna il prima possibile, presto ci sarà la festa di plenilunio.-

-Ho capito- disse Nara, si inchinò e insieme con il Gammon si diresse verso il padiglione centrale.-Maestro... se posso chiederle... cosa c’era scritto in quella lettera?-

Gammon sorrise affabile.-Un piccolo segreto tra me e il presidente Shinra. Una cosa che gli ricorderà chi sono. Adesso vieni e non fare domande.-

Nara ubbidì.

 

(...)

 

Lo strano gruppo, composto da una criminale, due Soldier, una maga e un Turk, si avviò per una stradina di Kalm che li avrebbe condotti fuori dalla città, dove Helinor sapeva che Uriah la stava aspettando.

Per qualche strana ragione, Gammon accettava i viandanti nel suo accampamento di buon grado e gli offriva ospitalità. Helinor aveva deciso di far leva su quel vizio del suo maestro, e con Tseng aveva macchinato di presentargli il resto del gruppo in qualità di pellegrini senza i Guil necessari per permettersi un riparo. Era già successo che Gammon lasciasse sostare viaggiatori stanchi nel campo, quindi Helinor non aveva dubbi che il piano avrebbe funzionato; bastava soltanto che non riconoscesse i Soldier, altrimenti sarebbero stati guai seri sia per loro, sia per lei.

Helinor camminava e guardava le case ordinate ai lati della strada con aria febbrile. Stava tradendo il suo maestro? Sì, lo stava facendo. Anzi, stava tradendo l’intero accampamento, aiutando i loro nemici. Come le era saltata in mente un’idea del genere? Era folle... ed eccitante. Sentiva dei brividi per tutto il corpo e il cuore le batteva velocemente. Erano sensazioni nuove, e lei voleva provarle tutte. Una volta il maestro le disse che un guerriero non deve avere emozioni, perché in un combattimento, o muori tu, o il tuo nemico. Le aveva detto anche che in guerra, tutti quelli che non sono tuoi alleati sono tuoi nemici, e per questo devi abbatterli prima che loro facciano lo stesso con te. Adesso però, grazie alla spiegazione di Zack, poteva vedere molte cose sotto una nuova luce.

-Il tuo capo si chiama Gammon, vero?- chiese Tseng, in una delle sue tante domande.

-Silver Gammon- completò Helinor.-Ma non ci azzardiamo a chiamarlo capo. È il nostro maestro.-

-In che senso?-

-Quando era più giovane, lui ci allenava a combattere e ci addestrava alla guerra- rispose lei, con un’alzata di spalle.-Così abbiamo cominciato a chiamarlo con l’appellativo di maestro. Adesso ha smesso di allenarci e ha affidato il compito a una persona del campo.-

-Io non ho capito dove dobbiamo andare!- esclamò Gofna.

Helinor la ignorò.-Ieri ho ricevuto l’incarico di uccidere sei persone che secondo il mio maestro non avevano pagato dei debiti con la nostra organizzazione. Tra questi figuravano la ragazza- e indicò Gofna che passeggiava con disarmante tranquillità- e sua madre, Jenna Brown o Harila Nhame, non ho ben capito com’è la questione del nome...-

-non sapevi niente su di loro?- chiese ancora Tseng.

Helinor scosse la testa.-Il mio compito non è quello di fare domande: le cose si fanno e basta, anche senza un motivo.-

Sephiroth la guardò lievemente accigliato. Ricordava perfettamente come aveva risposto quando le aveva chiesto il motivo della loro incursione alla ShinRa.

Anche tu credi che ci debba essere un motivo per fare le cose?

Ora si spiegava tutto. Evidentemente Helinor era una di quelle menti troppo indipendenti che vivono in un posto in cui la libertà di pensiero è tenuto sotto controllo. Una testa intraprendente, insomma, che probabilmente non avrebbe mai trovato il suo posto nel mondo.

-Quindi suppongo che sia inutile cercare di sapere perché avete attaccato la ShinRa- concluse Tseng.

-Esatto. L’abbiamo fatto e basta- biascicò Helinor, e il tono con cui pronunciò le ultime due parole fece intendere a Tseng che non aveva altro da aggiungere.

-Ei, secondo voi come potrei chiamarmi?!- strillò Gofna mentre faceva roteare il cilindro con la mano destra.

Helinor voltò lievemente la testa verso Gofna, che si trovava alle sue spalle.-Perché non usi Karima?-

-Karima?- fece eco Gofna.

-Lo trovo un nome molto bello- disse Helinor, abbozzando un sorriso tetro.

-Va bene! Mi chiamerò Karima!- esclamò Gofna, saltellando verso Helinor.-Grazie del consiglio! E io che credevo di non piacerti affatto!-

Non mi piaci, infatti.

Gofna trotterellò fino a raggiungere l’altra ragazza e la prese sottobraccio, facendo sfuggire a Tseng e a Genesis un’esclamazione di protesta.

Helinor si liberò con uno strattone non appena avvertì il contatto con Gofna e si scansò da lei finendo quasi addosso al Soldier platinato.

Il gruppo si fermò.

Gofna stava per scoppiare a piangere; i suoi occhi verdissimi, con grande disappunto di Sephiroth, si erano già riempiti di lacrime. Un altro piagnisteo era l’ultima cosa che desiderava sentire da quella voce squillante.

Helinor storse il naso e si rimise in marcia con il cuore che batteva all’impazzata, stavolta a causa della rabbia. Quella ragazza era la figlia della sua prima vittima! E la foto che le aveva mostrato Tseng... non riusciva a togliersi dalla testa l’immagine della donna di fianco ad Harila. Le somigliava così tanto... era un caso? Forse era una zia, una bisnonna, una cugina! O meglio era una coincidenza... sì... doveva essere così! Maledizione, non poteva essere sua madre... sua madre non aveva mai avuto niente a che fare con l’Ombra... oppure sì?, le suggerì una vocina interiore.

Sentì soltanto confusamente il pianto dirotto di Gofna e non se ne preoccupò. C’era qualcosa che le suggeriva di detestare quella ragazza, eppure non la conosceva neanche.

Tseng trascinò Gofna per la stradina, esasperato.

-Potresti evitarci queste scene madri?- fece Sephiroth non appena fu abbastanza vicino a Helinor.

-Non sono scene  madri, è lei che piange per ogni cosa. Si comporta come una bambina piccola e viziata- replicò Helinor, senza guardarlo.-Sembra si sia completamente dimenticata che sua madre è appena morta...- aggiunse poi, tra i denti.

Genesis si allontanò da Tseng e da Gofna e affiancò Sephiroth, che rivolse a lui la sua attenzione.

-Secondo te incontreremo Angeal?- fu la domanda di Genesis.

-Non lo so. Forse-

-La ragazza dice di non conoscere nessuno con quel nome- disse Genesis, deciso a continuare quella conversazione a tutti i costi.

-Ora ricordo!- s’intromise Helinor.-Dev’essere il maestro di Zack.-

-Zack? Zack il marmocchio?- chiese Genesis.

-Sì- confermò Helinor, annuendo vigorosamente.-Ma non è un marmocchio...-

Genesis fece una smorfia in segno di disapprovazione.-Questo lo dici tu.-

-Non dargli retta, è solo geloso- rincarò Sephiroth con un sorrisetto.

Helinor arcuò le sopracciglia, perplessa.-Geloso? Che vuol dire?-

I due Soldier si voltarono verso di lei, ancora più perplessi.

-Che vuol dire “che vuol dire”?- farfugliò Genesis.

Lei arrossì e abbassò lo sguardo.-Scusatemi-

Sephiroth la osservò attentamente.

Che strano tipo...

-Comunque... ho conosciuto i vostri compagni... Angeal e Zack. Sono...- Helinor esitò mentre sceglieva con cura le parole da usare- ospiti... del maestro.-

-Ospiti?- fece eco Sephiroth, sospettoso.

Genesis gli diede una pacca sul braccio.-Vuoi smetterla di essere sempre così noioso? Se dice che sono ospiti, sono ospiti!-

-Se lo dici tu...- borbottò Sephiroth.

Helinor sorrise nervosamente. Non aveva voglia di gettare altra carne al fuoco dicendo la verità.

Intanto Gofna aveva smesso di piangere e aveva ripreso a raccontare tutti gli spettacoli di magia effettuati dalla sua nascita a quel momento. Assicurò a Tseng che un giorno gli avrebbe mostrato tutti i suoi trucchi e che prima o poi gliene avrebbe insegnato uno. Dal canto suo, Tseng non la contraddì mai, così da evitare un altro pianto disperato e inutile; si limitò ad annuire e a rivolgerle un sorriso di circostanza in modo da compiacerla e farla tacere.

Helinor si chiuse in silenzio per tutto il resto della camminata, mentre Genesis, che già allora era un grande appassionato dell’epica, raccontava a Sephiroth la sua ultima, avvincente, lettura. Quel discorso impengò sia Sephiroth, che si lasciò sfuggire una serie di acute battutine ironiche, sia Helinor, che sebbene non parlasse ascoltava Genesis affascinata, ed andò avanti per tutto il tragitto finchè non arrivarono nei pressi delle porte della città. Genesis indossò la fascia sospirando e lasciò che Tseng lo prendesse sotto braccio e lo guidasse verso l’uscita di Kalm. Lì intorno c’era Uriah che stava mettendo una grossa e rossa X su uno dei pallini segnati sulla mappa che teneva in mano. Non appena sentì i passi del gruppo di Helinor, alzò lo sguardo e fissò tutti con aria corrucciata.

Lei gli si avvicinò cautamente e indicò il resto del gruppo.-Sono viandanti. Hanno bisogno di un riparo e ho pensato che forse il maestro poteva dargli una mano...-

Il ragazzo mise via la mappa e guardò le persone alle spalle della compagna.-E voi sareste?-

Tseng parlò per primo.-Mi chiamo Tseng e lui è mio cugino Genesis. Siamo due pellegrini, ma mio cugino è cieco e stanco e noi non possiamo permetterci un riparo...- mentì. Helinor lo guardò soddisfatta perché aveva recitato in modo sublime; Uriah lo squadrò con un certo riserbo.-Non ci siamo già visti?- chiese.

Il Turk non perse la calma neanche per un attimo: -Impossibile.-

-Se lo dici tu...- grugnì Uriah.- E voi due?-

-Io sono Karima Stuart!- gridò Gofna, saltellando allegramente.-Sono una maga professionista che viaggia in giro per il mondo!-

-Una maga, eh?- shignazzò Uriah, che non aveva mai creduto all’esistenza della magia, neanche quando l’aveva vista con i propri occhi.-E tu?-

-Un commerciante- borbottò Sephiroth, calandosi la visiera del cappello sulla fronte.

-Ah sì?- domandò Uriah, con uno sberleffo sulle labbra.- E cosa vendi? Roba trasparente?-

-Uriah...- lo apostrofò Helinor.

-Per me potete anche venire...- dichiarò Uriah, ignorando la compagna.-Tanto il maestro sarà sicuramente d’accordo.-

Helinor gli sorrise.-Bene!- si mise in disparte per far passare il gruppo, ma non appena fece per seguirli, qualcuno le passò accanto, urtandola.

Uriah le afferrò un braccio con forza e indicò gli altri.-Spero che tu sappia quello che fai.-

Lei deglutì e il cuore le sprofondò nello stomaco, mentre il compagno la lasciava, le lanciava uno sguardo severo e si incamminava dietro agli altri, allontanandosi con il suo passo leggero e veloce.

 

 

 

Angolino dell’autrice:

E anche questo è finito e corretto XD Almeno credo che lo sia... la sottoscritta sente che le scorre nelle vene una grande ispirazione letteraria. Credo che prima o poi mi deciderò a pubblicare un lavoro originale, oltre alle fic... ma prima voglio finire questa storia. Al di là che possa o no piacere, lo considero un lavoro che costituisce una svolta nel mio stile di scrittura... ma questi sono pensieri miei. Ringrazio Kairih e the one winged angel che hanno sempre la pazienza di recensire XD e KiaElle che spero continui a seguire la storia anche da lontano (anche se sono molto arrabbiata con lei perché non mi ha portata con sé XD).

Come al solito invito a lasciare una recensione, non tanto per il commento in sé, ma perché lo considero un’occasione per crescere. Non mi faccio certo buttare già da qualche critica negativa, sono dell’idea che più opinioni ci sono, meglio sia.

 

Kairih: Sempre troppo modesta!!! La recensione è stupenda, non avrei saputo chiedere di meglio! ^_^ Hai azzeccato la coppia! Ma non mi interessa tanto il rapporto in sé quanto tutto quello che c’è prima. Intendo inserire l’amore come ultimo passo, perché mi piace analizzare come si sviluppano i sentimenti, e poi mi risulta difficile vedere Sephiroth preso da qualcuno che considera un nemico. Per ora non faccio spoiler, ma verrà anche il momento della coppia! Sai, in realtà volevo far stare Helinor con Tseng, però per come mi era venuto il personaggio ho deciso che sarebbe stata meglio con Sephiroth.

Gofna non mi piace. Sebbene sia un personaggio inventato da me, è proprio come hai detto tu... non sono un fan del genere. A questo fa eccezione Aerith, perché l’adoro anche io!! *-* Alcuni lati del carattere di Gofna sono ancora tutti da scoprire, credimi. U.u

I tuoi complimenti valgono moltissimo, ormai lo sai XD E soprattutto non smetterò mai di ringraziarti per il commento su Youtube! Magari un giorno che ci sentiamo su msn ti chiederò qualche consiglio in modo più preciso... >.<

La festa però dovevi farla ç_ç I 18 non si festeggiano tutti i giorni...! Beh, non intendo una festa con ventotto milioni di invitati, ma gli amici più cari... (ad esempio c’è mio fratello che inviterebbe tutta la regione... XD). Un grandissimo abbraccio, tesoro! E grazie mille per tutto! ^______^

 

the one winged angel: NIPOTE! Ci manca solo che ti metti a strillare come Gofna XD

Sono felice che ti sia piaciuto il capitolo, con tutta la figuraccia di Tseng! XD Anche lui è giovane... (avanti, usiamo una scusa a caso per difenderlo... XD)

Sai, ho finito la statua durante questa settimana (dovevo farlo, visto che ho pagato il materiale per costruirla) *indica un ammasso confuso d’argilla che più che a Tseng somiglia a un esemplare di Molboro* purtroppo però non è venuta molto bene è_è!

Em... XD Lasciamo da parte la scultura, non credo che avrei molto successo... la metterò nel mio laboratorio segreto...

U.u Ammetto il tocco di feeling che si è creato tra Helinor e Sephiroth, ma non credo che fiorirà tanto presto... anzi, a non so che capitolo (io sono arrivata all’undicesimo), non saranno neanche amici, quindi non c’è ragione di essere gelosa. Helinor mi piace troppo per eliminarla, ma Gofna possiamo anche toglierla di mezzo. Inoltre, non sai quanto mi ha spillato Sephiroth per prendere parte a questa fic (eh eh- nd Spehiroth), ma ti assicuro che ho dovuto vendere metà del mio armamentario nel laboratorio segreto per pagarlo (compreso il manuale “giocare con l’argilla” e il libro di Zack “mille battute divertenti per calmare il tuo superiore”... l’ultimo l’ho venduto a Angeal, che finalmente ha scoperto come fa Zack a combinare guai su guai e a passarla liscia XD)... Magari vedo se alla fine della storia riesco a trovare qualcosa di utile! XD Un’ultima cosa... volevo chiederti se sei registrata su Youtube. Il mio laboratorio segreto si trova lì! XD

Un bacione da zia Tico

 

 

 

  
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