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Autore: miseichan    20/06/2010    6 recensioni
Non sono mai stata il tipo di ragazza che si lascia prendere dall’ansia né tanto meno che viene colta impreparata da una situazione ai limiti dell’inverosimile… bisogna ammettere però che non mi era neppure mai successa una cosa del genere! Lo guardai ancora, respirando con calma, chiusi gli occhi per qualche attimo. Quando li riaprii non riuscii più a trattenermi: “Si può sapere per quale diavolo di motivo tieni Robert Pattinson chiuso nel tuo bagno!?”
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shower

Do I have to cry for you?

 

Shower

 

 

“Robert, piacere di conoscerti ”

Non furono tanto le parole che aveva pronunciato, no: quelle erano banali.

Il modo più semplice e normale per presentarsi.

E infatti non era stato quello a sconvolgermi.

A farmi impazzire il cuore, che seriamente temevo potesse uscire dal petto e schizzargli in faccia a breve, fu il modo in cui lo disse…

Il tono di voce, roco e provocatorio.

Gli occhi azzurri, divertiti e sinceri, fissi nei miei.

Il fiato, caldo e morbido, sul mio collo.

Furono quelle le cose che rischiarono di farmi morire lì, in quel bagno.

Schiusi le labbra, tentando di articolare qualcosa di sensato, ma era difficile e la cosa mi stupì: da quando in qua, io, non sapevo cosa dire?

Riuscii purtroppo ad attribuire l’anomalia unicamente a quella paurosa vicinanza, così per quanto inutile, cercai ancora di allontanarmi.

Con le spalle al muro però, era alquanto improbabile che ci riuscissi.

Prendendo un bel respiro perciò, mi decisi: allungai le braccia, poggiando le mani sul petto di Robert e cercando di non pensare a niente, lo allontanai.

Una voce acuta, proveniente da qualche angolo remoto della mia mente, iniziò a farsi sentire.

Erano urla quelle della vocina: grida di biasimo miste ad imprecazioni. 

Tutto perché contro ogni logica stavo allontanando da me quello che, per quanto difficile da ammettere, era davvero un figo da paura.

Sorrisi appena, pensando a quello: un figo da paura… ecco, ora sembravo una tredicenne arrapata pronta a farmi mordere! Ma che diavolo mi faceva quel surrogato di vampiro?!

No, no, no!

Assottigliai lo sguardo, continuando a tenere le mani ben ferme sul suo torace.

Torace assolutamente perfetto e… no, santo Dio, no!

- Giulia, piacere mio -

Avrei dovuto sentirmi compiaciuta: in fondo ero riuscita a dire qualcosa e ci ero riuscita anche con un tono abbastanza serio, per la miseria! Cosa per niente facile da farsi rinchiusa in un bagno con i suoi occhi blu tutt’altro che rassicuranti fissi nei tuoi!

- Giulia, lo sai che è un bellissimo nome? -

Sì, sì, sì!

Dio, sì, fammi tua adesso!

Spalancai appena gli occhi, non riuscendo neanche lontanamente a metabolizzare quel complimento: ma era serio? L’aveva detto davvero?

Sì, l’aveva detto!

Signore, aiutami tu…

Non posso stuprarlo capisci?

Non sarebbe carino… c’è mio padre dietro questa porta… e poi in bagno sarebbe alquanto scomodo, capisci ? Non sarebbe carino…

- Tu! Tu, tu… tu sei solo un attoruncolo che per caso ha fatto fortuna. Come ti permetti di dire cose del genere? Chi ti credi di essere? -

Ancora una volta, a dimostrare quanto la mia lingua ed il mio cervello siano totalmente scoordinati, le parole uscirono dalla mia bocca senza alcuna autorizzazione.

Avrei voluto morire, proprio lì.

Sprofondare, scomparire, fossilizzarmi. Qualunque cosa.

Tutto, tranne affrontare le conseguenze di quello che avevo appena detto.

Osservai con costruita aria sprezzante il viso di Robert: passò dall’ammiccante alla sorpresa più totale. Tutto si aspettava tranne che gli rispondessi in quel modo.

Non si era mai sentito rivolgere a quel modo la parola, probabilmente.

Sorrisi, osservandolo con aria di sfida.

C’è una prima volta per tutto, tesoro mio.

- Giulia… hai un bel caratterino, sai? -

Prendendomi in contropiede, sorrise anche lui.

Un sorriso che mi fece sicuramente perdere ben più di un anno di vita.

Avrebbero dovuto dichiararlo illegale, quel sorriso.

- Chi mi credo di essere, mi chiedi, eh? Ma ti dirò: non lo so, veramente. Quella che mi aspettavo di avere davanti era una vacanza, riposante, rilassante… Poi, invece, meno di tre giorni dopo il mio arrivo, arrivi anche tu -

Smisi di sorridere, non capendo dove volesse andare a parare.

Lui si avvicinò di nuovo, passandosi ancora una volta la mano fra i capelli.

Mi guardò con un espressione che era un misto di irritazione e divertimento.

- Arrivi tu… E prima Byron si alza alle tre del mattino, per venire a prendere te all’aeroporto. Poi, inizi a monopolizzarlo, occupandogli tutto il tempo. Alla fine, dulcis in fundo, irrompi in camera -

Arrossii, non volendo eppure lo feci.

Perché in fondo era vero: non aveva detto una sola bugia.

Non credevo di star facendo niente di male, però.

A chi salterebbe mai in mente che uno ti tiene fuori di camera sua perché ci nasconde un attore?!

- Mi hai costretto a starmene nascosto qui, e come se non bastasse, ora mi costringi a starci anche con te. Cioè, non è carino lo sai? –

La vergogna, rapidamente, si trasformò in rabbia.

Mi aveva appena offesa, quel pezzo di cretino! Se ne era almeno accorto?

Con gli occhi pronti ad incenerirlo lo sospinsi ancora all’indietro, facendo in modo che fosse lui a trovarsi spalle al muro.

Iniziai a pungolarlo con un dito, picchiettando con l’indice sulla sua spalla.

Odiavo chi si comportava in quel modo.

Non l’avrebbe passata liscia.

- Vorresti dire che è tutta colpa mia?! -

Lui fece per annuire, serrando le labbra in un sorriso tirato.

- Ma come ti permetti?! Non ero io a nascondermi! Come potevo saperlo, poi? Avresti avuto qualcosa di cui incolparmi se, che so, avessi preso ad urlare come una pazza, correndo da tutte le parti e dicendo a tutti dov’eri! Invece no, ho solo… -

Mi interruppe, divertito:

- Certo: non hai gridato e non mi hai smascherato. Mi hai solo sbattuto una porta sul naso -

Strinsi gli occhi, sempre più nervosa:

- Non te l’ho sbattuta apposta, e non sono stata solo io! -

Robert fece spallucce, come a far intendere che non era quello l’importante.

- Non hai niente di cui rimproverarmi, surrogato di… -

- Non chiamarmi più così, per favore: mi mette i brividi, non so perché. E comunque, ad essere sinceri, è per colpa di tuo padre se ora ci ritroviamo qui –

Fui io a fare spallucce questa volta. Non era colpa mia, punto.

- Sai che, Giugiu? -

Lo interruppi, inarcando divertita le sopracciglia:

- Come mi hai chiamata? -

- Giugiu, non ti piace? –

Non mi diede modo di rispondere in alcun modo, continuando a parlare indifferente:

- Dicevo: non ho ancora avuto modo di farmi la doccia. Non è una vergogna? -

Fissai gli occhi in quei due vortici azzurri, non capendo il suo intento.

Fu lui, poco dopo, a chiarirmi tutto.

- Me la faccio ora, se non ti dispiace. Non è un problema, vero? -

Allibita, continuai a fissarlo.

Scherzava.

Non c’erano altre spiegazioni. Poteva solo essere uno scherzo.

- Non dirai sul serio -

Non avevo neanche finito di parlare che lui si era già tolto la felpa con un movimento fluido.

Tornò a guardarmi, inarcando un sopracciglio.

Sorrise ancora, alterando definitamene il mio circolo cardiaco.

Cercai di non abbassare lo sguardo, tentando di ignorare il fatto che fosse seminudo.

Non indossava più la felpa e allora?

Dov’era il problema?

Non avrebbe continuato, ne ero certa.

Sorrisi, come a fargli capire che avevo scoperto il suo bluff.

Lui però, sorrise con me.

E prima che potessi realizzare qualunque cosa, si stava sfilando i pantaloni.

 

*

 

Benissimo, ce l’ho fatta alla fine! ^^

Vi spiego: sono in una sottospecie di pseudo vacanza…

Qui però non esiste Internet =D

Perciò, ve lo dico con estrema afflizione, non so con che frequenza riuscirò ad aggiornare.

Dipende da quando riuscirò a connettermi, anche solo per pochi minuti ^^

Spero, con tutto il cuore, che questi possibili ritardi non vi facciano passare la voglia di leggere!

Mi manchereste troppo, vi avviso! **

Un bacio enorme,

Sara

   
 
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