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Autore: Cloud Atlas    20/06/2010    5 recensioni
Erano anni che non sognava più quel giorno, in cui lui e Arthur si erano baciati per la prima volta; se si sforzava poteva ancora percepire i raggi del sole scaldargli la pelle e vedere il riflesso dell'acqua. Era stato tutto così vivido, tanto da sembrare quasi che avesse rivissuto quegli attimi ormai lontani e tanto cari al suo cuore.
Sospirò, non sapendo più cosa pensare: c'erano troppe lacune nella sua mente, a partire dalla perdita degli ultimi ricordi, alla radura sconosciuta e all'improvviso sogno. Era tutto dannatamente troppo strano.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nel futuro
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Terzo capitolo



Sire, non lo abbiamo ancora trovato” riferì servilmente il capo della guardia.

Arthur trattenne a stento un sospiro. Fece un cenno con la mano al cavaliere, dandogli il permesso di ritirarsi. Questi s'inchinò un'ultima volta per poi andarsene.

Lasciatemi solo” ordinò il re a tutti coloro che erano rimasti nella sala delle udienze. Tutti i cortigiani e i nobili uscirono dalla stanza senza una parola, non osando nemmeno lanciare uno sguardo al loro sovrano.

Solo. Era finalmente solo.

Arthur sentì le spalle rilassarsi e ricadere in avanti, abbandonando il rigido portamento regale che fin dall'infanzia gli era stato insegnato di mantenere di fronte al popolo, mentre la schiena s'incurvava sotto un peso troppo grande da sostenere. Appoggiò i gomiti sulle ginocchia e si passò le mani sul volto con stanchezza, cercando così di allontanare tutta quell'ansia e quella preoccupazione che da ben un mese lo possedevano e gli risucchiavano ogni energia. Profonde occhiaie cerchiavano i suoi occhi, facendo risaltare ancora di più il loro azzurro chiaro e malinconico.

Maledizione!” mormorò a denti stretti, sentendo la frustrazione crescere. Era sopraffatto dall'impotenza, ma d'altronde che poteva fare oltre a mandare i suoi uomini a cercarlo? Lui era il re, aveva delle precise responsabilità: non poteva abbandonare il suo popolo per partire alla ricerca del Mago di Corte.

Di certo non si sarebbe mai perdonato di avergli permesso di allontanarsi da Camelot.

Merlin aveva proposto di sua spontanea volontà di essere mandato come legato presso il regno confinante, con cui da poco avevano ristabilito dei rapporti pacifici; l'ultimo passo per sigillare la nascente pace era accordarsi riguardo alle condizioni imposte da entrambe le fazioni. Era un compito davvero difficile e delicato che Arthur avrebbe voluto svolgere da sé, ma c'erano questioni più urgenti a cui far fronte: ad esempio la popolazione che premeva sui confini orientali per entrare. Il re si era dapprima opposto a tale decisione, finendo poi per cedere in mancanza di motivazioni valide che gli fornissero un pretesto per non lasciarlo partire. Ciò era avvenuto di fronte alla corte.

Una volta nell'intimità delle stanze del re, Arthur aveva sbraitato e ringhiato di fronte a un Merlin che ridacchiava divertito dalla reazione del suo re. Forse egli era l'unico tra i suoi sudditi che di fronte a una simile sfuriata non sarebbe scappato a gambe levate; in fondo la sfrontatezza era sempre stata un suo difetto. Il sovrano aveva ripetuto al Mago di Corte più e più volte di non andare; che la strada era troppo pericolosa e disseminata di fin troppi tagliagole; che poteva benissimo mandare qualcun altro; aveva perfino rispolverato la vecchia minaccia, ormai usurata, della gogna.

Mio Signore, non dovete essere in apprensione per me. Non sono più il ragazzo ingenuo e debole che ero vent'anni fa. So usare la magia e credo voi lo sappiate meglio di chiunque altro” aveva semplicemente risposto il mago, sorridendo dolcemente. Il suo sorriso, nonostante gli anni, non era cambiato affatto; aveva sempre la capacità di portare un po' di luce e serenità nel suo animo tempestoso e tormentato da mille pensieri. Un'altra cosa che non era mutata erano i suoi occhi, perennemente limpidi e chiari, sempre curiosi e in movimento, come quelli di un fanciullo. Il suo volto invece aveva perso ogni traccia dell'adolescenza; i lineamenti si erano fatti più duri e marcati e alcune sottili rughe si notavano già attorno agli occhi. Si poteva intravvedere anche qualche sottile filo argenteo stonare con i corti capelli scuri. Era strano pensare a come il tempo fosse passato veloce, fin troppo. “O forse non vi fidate di me?” aveva aggiunto l'uomo in tono triste, mentre il sorriso scivolava via dalla sue labbra, rubando una piccola stilla di luce dal cielo delle sue iridi.

Arthur lo aveva fissato tra lo sgomento e l'irritato; era ovvio che riponeva in Merlin tutta la sua fiducia: quante volte gli aveva affidato la vita senza nemmeno batter ciglio? Messo alle strette, non aveva potuto che dare il suo benestare brontolando, non prima di avergli rubato la promessa che avrebbe avuto almeno una scorta. Gli aveva fatto giurare anche che avrebbe mandato un piccione messaggero ogni tre giorni, con la scusa di venir così informato riguardo alle trattative.

Merlin aveva annuito con il capo, il suo viso era una maschera imperscrutabile; si era voltato e aveva fatto per andarsene, quando le mani di Arthur erano scattate senza che egli avesse potuto fermale. Aveva afferrato un braccio esile, ricoperto dal velluto della veste, e le labbra del ormai non più principe ereditario avevano ritrovato quelle morbide e piene del suo vecchio valletto. Era stato un bacio breve e leggero, senza pretese. Era il suo modo per dirgli di tornare. Possibilmente tutto intero.

Quando tornerai, vorrei parlarti di una cosa importante” gli aveva soffiato il sovrano a fior di labbra, allontanandosi a fatica da Merlin. Solo gli Dei sapevano quanto gli erano mancati quei baci. Il mago aveva abbassato il capo con gli occhi lucidi e spalancati e un'espressione malinconica che aveva fatto stringere il cuore al re, andandosene quasi correndo. Quanto doveva aver sofferto durante quegli anni, in cui Guinevere aveva occupato il suo posto accanto a lui? Forse anche più di quanto aveva patito egli stesso nell'allontanarsi da lui per mettere in scena uno spettacolo gradito ai sudditi.

Dopo tre giorni, come promesso, arrivò il messaggio di Merlin, in cui lo rassicurava che tutto stava andando bene, senza intoppi e che presto sarebbe stato di ritorno a Camelot. Ma dopo non ce ne furono altri.

Trascorsi dieci giorni, Arthur aveva cominciato a percepire che qualcosa non andava: lo stregone di solito era puntuale per quanto riguardava all'invio di informazioni. Nonostante ciò si era costretto ad essere positivo, ripetendosi che era un ritardo dovuto alle piogge oppure che quell'idiota del suo non-più-valletto si era dimenticato dell'ordine ricevuto, ripromettendosi di rimproverarlo per bene non appena fosse tornato.

I giorni continuarono a susseguirsi senza che giungesse alcuna novità, finché Arthur, stanco di aspettare -la pazienza non era mai stata una delle sue virtù-, aveva mandato un manipolo di soldati a vedere dove si fosse cacciato Merlin. Il giorno dopo i suoi uomini erano già tornati a Camelot, accompagnati dai cadaveri della scorta del mago brutalmente martoriati: ad alcuni mancavano addirittura una gamba o un braccio. A quella vista orribile il cuore del re aveva perso un battito: in tanti anni di guerra e lotte non aveva mai visto uno spettacolo così orripilante. Li avevano trovati circa a metà della via che conduceva al regno vicino, in una pozza di sangue ormai secca di giorni.

Il re non riusciva proprio a capire il perché di quella strage: secondo il resoconto della pattuglia i soldi non erano stati sfiorati, come anche le armi e i cavalli, che avevano ritrovato nei dintorni. Cosa poteva aver spinto il nemico ad attaccarli?

L'unica cosa che gli era stata di conforto era che il corpo di Merlin non si trovasse tra questi; quindi poteva essere ancora vivo. Aveva sguinzagliato tutte le forze possibili, ma finora le ricerche erano state infruttuose. Avevano battuto palmo a palmo ogni singolo villaggio, capanna, campo, bosco, ma niente.

E le veglie continuavano a scorrere lente, formando giorni e settimane, scandite dai regolare obblighi derivati dalla sua carica. Arthur era sempre teso come una corda di liuto, sobbalzando al minimo rumore, costantemente seguito dall'ombra di una possibile nefasta notizia, quale la morte dell'uomo che aveva amato -che amava ancora-, e dal rimpianto di non avergli detto ciò che più gli premeva al mondo.

Respirò a fondo, cercando di catturare l'aria che si faceva ogni momento più pesante e velenosa. Non poteva andare avanti così, ne era conscio.

Un leggero scricchiolio della grande porta lo distrasse dai suoi pensieri, facendogli alzare lo sguardo. Si domandò chi mai avesse osato contravvenire ai suoi ordini, quando vide che Guinevere era appena entrata. Doveva immaginarlo: la regina era l'unica, oltre a Merlin, a ignorare bellamente i suoi comandi e a fare a modo suo.

Arthur, vi sono notizie di Merlin?” chiese subito la donna, non appena fu vicina al re, con un tono che lasciava trasparire grande preoccupazione.

Arthur abbassò il capo, scuotendo la testa in segno di diniego e sentendo un coltello affondare dolorosamente nell'anima nel sentire quel nome tanto amato. Gwen si inginocchiò di fronte al marito, racchiudendo il suo volto tra le mani. Il viso della regina era stanco e più pallido rispetto alla consuetudine; i suoi occhi erano tristi, ma qualche scintilla di speranza brillava ancora. Merlin per lei era sempre stato un amico fidato, che l'aveva aiutata in talmente tante occasioni che non si potevano enumerare sulle dita di due mani; era stato un dolore immenso la notizia della sua scomparsa e non solo per lei. Lo stregone era amato da tutti per la sua gentilezza e la sua disponibilità ad ascoltare e a dare una mano a chiunque, sorridendo sempre e portando così un po' di colore in quel tetro castello fatto di oneri e pietre fredde.

Sono sicura che sta bene. Lo troveremo” disse determinata, cercando di infondere un po' della sua fiducia anche in Arthur. Il re puntò gli occhi in quelli scuri di sua moglie e non vi lesse che la pura verità e un ottimismo che egli stesso ormai aveva perduto da tempo. Chi non sarebbe sempre preparato al peggio dopo aver partecipato a campagne di guerra interminabili, dopo aver visto compagni ed amici morire per mano dei nemici, dopo aver udito i gemiti dei soldati agonizzanti sul campo di battaglia, sentendosi impotente di fronte a tali sofferenze? Per non ricordare tutti i lutti che aveva portato per la morte di persone care, come suo padre e Gaius, e le lacrime versate per loro mentre la pira funebre bruciava. La paura di perdere i suoi affetti si era radicata in lui, simile ad un verme che divora una mela fino a guastarla irreparabilmente. Eppure sapeva che un re, degno di questo nome, avrebbe dovuto essere abituato a simili eventi per quanto drammatici; una volta Merlin gli aveva detto che era normale avere emozioni e paure perché, prima di essere re, lui era un essere umano, ma egli non se l'era mai comunque perdonato.

Sulle labbra dell'uomo si stiracchiò un sorriso tirato, mentre posava le sue mani su quelle di Guinevere; in qualche modo si sentì un po' sollevato nell'udire quelle rassicurazioni, anche se prive di fondamento. Se voleva riavere Merlin doveva essere forte e non lasciarsi prendere dallo sconforto.

Grazie” mormorò Arthur. Gwen sorrise e gli lasciò un bacio leggero sulla fronte, rialzandosi.

La donna si allontanò da lui per tornare nelle sue stanza ma, quasi a metà della sala, si bloccò e si voltò.

Perché non vai tu stesso a cercarlo?” gli chiese provocatoriamente, proseguendo subito dopo per la sua strada.

Arthur rimase di nuovo immerso nella solitudine e nel silenzio della grande vuota stanza, ancora con i gomiti poggiati sulle ginocchia e gli occhi spalancati. All'improvviso si alzò, ogni traccia di dubbio era svanita.

Aveva finalmente preso una decisione.


•••



Note dell'autrice che, no, non è ancora sperduta tra le montagne


Buona sera a tutti!

Prima di tutto vorrei scusarmi per l'immenso ritardo con cui pubblico questo capitolo ma ci sono stati alcuni imprevisti, tra cui un soggiorno non previsto tra i monti e feste varie ed eventuali, ma finalmente eccomi qui. Spero mi perdoniate! XD

Passando al capitolo, è tornato il nostro simpatico Arthur, un po' depresso, ma c'è, accompagnato da Gwen. Spero non vi abbia annoiato questo capitolo; è un blocco unico ma serviva per far capire un po' la situazione in cui si trovano i personaggi della storia. E' sempre una mia speranza non andare OOC, ma credo questa volta di aver perso gli occhiali da vista e di essermi persa per questo sentiero impervio. Chiedo venia, ormai i personaggi mi si sono ribellati contro e chiedono un aumento di paga che non posso concedere (C'è crisi!) e quindi fanno quel che piace e pare loro.

Detto ciò spero qualcosa possa essersi capito in questo lungo guazzabuglio di parole e frasi, se così non fosse non esitate a chiedere.

Vi ringrazio moltissimo per i commenti che mi avete lasciato: mi rendono tanto felice ed orgogliosa di essere una scrittrice. <3 Siete la mia forza.

Ovviamente sono sempre pronta a ricevere critiche, opinioni, consigli e quant'altro. Ignorate le mie reazioni, ormai credo abbiate intuito che persona schizzata sia. XD

Un ringraziamento va anche a chi solamente legge, a chi mi ha inserito tra gli autori preferiti, a chi aggiunto la mia fanfiction tra le preferite o le seguite o quelle da ricordare.

Ci tengo inoltre a ringraziare Federica per tutto l'appoggio e il sostegno che mi dà, nonostante la stressi di continuo perché legga le mie stramberie. Love u <3

Questa volta il capitolo non è dedicato alla mia sorellona, ma a mio cugino che ieri ha compiuto sette anni. Tanti auguri E. e che i Gormiti siano con te! *-*




Angolino delle risposte ai commenti


Ryta Holmes: Grazie mille per i complimenti. Davvero, non li merito. ^^

Sono felice che ti piaccia il mio stile, per quanto io debba ancora migliorarlo molto. Curiosa la tua idea sulla storia; sarei molto tentata di commentarla ma se lo facessi svelerei troppo. XD Quindi per ora ti lascio nell'incertezza u.ù

Grazie ancora e spero che questo capitolo ti sia piaciuto. =D


Shippy_19 e Cheshire_Cat: Ma ciao stellì <3

Grazie mille per tutto; lo sai che ti adoro e che sei il mio modello e averti accanto mi dà la forza necessaria per proseguire quest'impresa quasi disperata. Aspetto con ansia la tua recensione che spero sarà positiva. XD

E' una goduria sentirsi dire che non si è inutili e dei falliti. *-* Grazie per l'aiuto e il sostegno che mi dai. Un giorno spero di ripagarti. <3


GiulyB: Grazie mille!

Posso dirti con certezza che la donna non è Morgana, anche se dalla descrizione che ne ho fatto sarebbe potuto sembrare il contrario. Interessanti anche le tue ipotesi, ma a quanto sembra Arthur non è il simpatico fagotto maltrattato. XD

Spero che l'aggiornamento ti sia piaciuto. *-*


Lupus: Tranquillo, non è colpa tua! So che non era tua intenzione confondermi o qualsiasi altra cosa, anche perché hai espresso il tuo parere in modo assolutamente gentile ed educato. Quella che ha problemi sono io. XD

Quindi sentiti libero di dire ciò che più ti sembra giusto (<3). Sono qui per migliorare, non perché sono la perfezione scesa in terra.

Grazie mille per gli apprezzamenti. *-* Credo proprio di non essere degna di tali elogi. XD

Spero che questo capitolo non ti abbai lasciato insoddisfatto, perché un blocchetto unico e può risultare noioso, penso.

Grazie mille per il consiglio, lo terrò a mente nei momenti di sconforto artistico. ^^

A presto! =D


mindyxx: Ti ringrazio molto per la recensione. Per quanto riguarda la tua idea, non posso dire ancora niente, ma più avanti potrai constatare tu stessa se sia giusta o meno. Sono felice che tu abbia apprezzato la parte dolciosa e romantica del capitolo; vuol dire che sono ancora in grado di scrivere qualcosa che non sia solo drammatico.

Spero che il capitolo ti sia gradito e che riesca a farti intuire qualcosa sul proseguimento della storia.

Grazie ancora e a presto!


moran92: Danke schön. Ich bin sehr froh, dass dieses Kapitel dir gefallen hat. Aspetto il commento anche per questo pezzo! =D


elfin emrys: Grazie mille per i complimenti. Come hai detto tu, alla fine dovrebbe tornare tutto. Almeno nelle mie intenzioni questa era l'idea di base. XD

Dimmi pure ciò che pensi, così magari posso fugare qualche dubbio, sempre che non ciò non sveli tutta la trama.

Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e grazie ancora.

Alla prossima. =D




Bene, credo di aver finito.

A presto, se l'ispirazione e il tempo consentono.

Cloud Atlas <3

   
 
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