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Autore: Antalya    21/06/2010    3 recensioni
“Evelyn..hai bisogno di pace e tranquillità, staccati da questo mondo fatto di cellulari e citofoni e fai in modo che le tue orecchie possano ascoltare il suono del nulla…” l’avevo guardata un po’ scioccata al suo dire. “Viky…da quando ti sei sposata con il filosofo…mi stai diventando filosofa a tua volta?” le domandai stranita ma atterrita dal fatto che infondo…aveva ragione. Evelyn è una studiosa impegnata in alcune ricerche ma dopo una discussione con la sua amica decide che è davvero arrivato il momento di trovare la pace e la tranquillità che merita e lo fa trasferendosi in un casolare in Irlanda ma li... potrà stare tranquilla?anche se un uomo misterioso apparirà nella sua vita stravolgendola?è questo che vuole? Lo scopriremo passo dopo passo....
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Lo sguardo disonesto è l'indizio di un cuore disonesto

 S.Agostino

La presenza di Vic non ha cambiato la mia vita, anzi ha riempito ogni singolo momento della mia vita e di quella di Ray che ogni volta ride e scuote la testa divertito mentre Joseph, suo marito e anche compagno di avventure non può fare a meno di ammirarla con sguardo innamorato e fiero.

D’altronde Vic o la si adora o non la si sopporta e a dirla tutta sono poche le persone che possono definirla noiosa e insopportabile.

Dopo aver fatto la spesa al paese siamo tornate a casa cantando a squarciagola Think in macchina e quando siamo arrivate davanti la porta di casa Joseph è venuto da noi ballando per baciare la moglie.

Afferrato il sacchetto sono corsa in casa per non essere il terzo incomodo ma quando sono entrata canticchiando allegra e la prima cosa che ho fatto mentre portavo alla bocca un albicocca è stato chiamare Ray e la sua voce mi è giunta chiara dalla stanza a fianco.

Allegramente svoltato l’angolo continuo a cantare ma non mi aspetto certo di trovare ospiti ed in particolare un ospite che Ray a quanto pare ha accolto cordialmente a casa nostra… casa nostra? A casa sua.

“Eccoti Eve, vieni…” mi chiama Ray ma i miei occhi sono puntati su quelli dell’uomo che ha preso posto nella poltrona del salotto, che mi sorride con aria di vittoria assoluta.

“Lei deve essere la Signora Olsen…” mormora compiaciuto mentre cerca di prendermi la mano che io ritraggo in tempo.

“Il signor Woods è un nostro… diciamo vicino di casa!”

“Piacere mio Signora…”

“Prendo del brandy … arrivo subito…!” afferma Ray alzandosi e sorridendomi ma il mio volto è impassibile e imperturbabile ed una volta soli non mi trattengo e la prima cosa che faccio e guardarlo sconvolta.

“Che diavolo ci fai qui Worren?”

“Ehi.. che linguaggio…”

“Ti assicuro che mi sto trattenendo…”

“Non avevo dubbi… sai essere così cruda alle volte…”

“Non te lo chiederò più, che cosa ci fai qui!”

“Sto discutendo di affari con Ray  che mi ha gentilmente invitato a sedermi con lui in casa…”

“Non sa ciò che fa… va via!”

“Ora non dare la colpa alla demenza eh?”

“Worren, dio solo sa quale angelo mi sta trattenendo… non farmi perdere la pazienza… vattene!”

“Mi sa che tu non comprendi…”

“Comprendo benissimo.. comprendo che adesso tu prendi le tue cose e …” l’occhio mi cade sulle carte poste sul tavolo e dentro sento scattare una rabbia che invade il mio sangue fino a farlo diventare marcio.

“Atto notarile?” mi sollevo e vado a prendere i fogli, con un unico movimento strappo i fogli e li butto sopra Worren che come risvegliatosi si alza di scatto innervosito.

“Che…cosa stai facendo Eve?”

“Non vendiamo e non intendo permettere che succeda ne ora ne mai!”

“Non sai di cosa ti stai impicciando…”

“Va via… avvicinati un'altra volta a Ray e giuro che la prossima volta ti denuncio!”

“E per cosa?”

“Per molestie e come disturbatore!”

“Ho capito… ma non hai vinto che la battaglia… la guerra la vincerò io!”

“Non credo!” se ne va velocemente chiudendo la porta con uno scatto e poco dopo spunta Ray sorridendo e portando bottiglia e bicchierini.

“Ma dove è andato il signor Woods?”

“Ray… ma come ti salta in mente di invitarlo a bere con te qualcosa?”

“Che significa io…”

“Ray quell’uomo non è bene accetto in questa casa…non ha fatto altro che portare danno nella tua vita e ora anche nella mia!”

“Eve, non so di cosa parli ma tranquillizzati…. Ti ha fatto qualcosa?”

“No, non posso tranquillizzarmi… tu.. tu non ricordi ma quell’uomo è il nostro peggior nemico e tu stavi per…”

“Per fare cosa?”

“L’atto notarile…”

“Mi ha fatto una proposta è vero ma che cosa c’entra con…”

“Tu, non hai nessuna intenzione di vendere…”

“Io? Avrei parlato con te prima… la tenuta non è cosa mia ma nostra!”

“Ray… che cosa volevi fare? Vendere e perché?”

“Lui ha detto…”

“Lui può dire ciò che vuole e saranno tutte bugie… malefatte e ha intenzione di toglierci la terra e la casa…”

“Eve…”

“No, che cosa avevi intenzione di fare?”

“Stavo solo parlando…”

“Ma tu non ricordi, se ricordassi potresti sapere che lui…” una rabbia improvvisa si impadronisce del suo sguardo, posa i bicchieri rumorosamente sul tavolo e mi guarda arrabbiato.

“Non lo ricordo, non so che cosa ha fatto quest’uomo per farti reagire così… non lo ricordo e la cosa mi rende… pazzo… non ricordo niente del passato troppo recente, non mi ricordo e la cosa è dolorosa…!” mentre parla si avvicina  a me con fare frustrato e ha ragione… ha ragione ad esserlo, non ricorda nulla della sua vita e di ciò che è…chi sia io che cosa succedeva prima.

“Ray…”

“Non farmi sentire peggio di come sto…!” detto questo si volta e va via sbattendo la porta e lasciandomi completamente svuotata.

Rimango seduta sulla poltrona cercando di capire che cosa è successo ma non riesco a fare altro se non stare ferma mentre le lacrime mi scendono, deve stare male, malissimo…ed io che cosa ho fatto? Ho alimentato la sua confusione rendendolo più solo di quanto si crede.

Vic entra nella stanza insieme a Joseph e si fermano a guardare me, fa un cenno per avvicinarsi ma io le faccio cenno che non è il caso.

“Eve…”

“Va tutto bene Vic…io credo che farò una doccia ed andrò a letto!” mi sollevo e piano mi allontano cercando di apparire dignitosa, ma sto male, troppo male.

 

 

** **

 

La testa fa male, non riesco a far smettere di pulsare la vena della mia tempia, cammino lungo il sentiero che mi porta al paese a alla solita taverna dove vado quando sono pensieroso ed in effetti quando entro nella sala mi sento già meglio anche se il mal di testa si sta attenuando.

Ho fatto l’unica cosa che non dovevo, sforzare la mia testa per ricordare e il dottore ha detto che non va bene.

Davanti alla birra fresca che Tuny mi prepara mi siedo a riflettere alle parole di Evelyn e alla sua reazione e alla mia reazione.

Quell’uomo deve davvero aver avuto qualcosa con noi perché Evelyn non si comporta così, non riesce a pensare che sia così con tutti per via della sua dolcezza…no, la notte mi soffermo a guardarla dormire contro il mio petto e mi sento completo, mi sento bene con lei accanto…mi sento un uomo diverso e mi ricordo…mi ricordo di lei, mi ricordo quanto amore provo per lei anche se non la riesco a ricordare vestita di bianco…starò così tutta la vita?senza ricordare mia moglie?

Mentre sono assorto sento un movimento a fianco e noto la presenza del signor Wood.

“Tua moglie è risoluta!”

“Mia moglie è fantastica!”

“Dura…”

“La smetta…ha motivo di stare così..”

“Non credo…”

“Vedremo…”

“Mi venda la proprietà…”

“No, non lo farò…stia attento a come parla con me e mia moglie…”detto ciò capisco che non devo stare qui, il mio posto è altrove e uscendo dal locale corro verso casa da mia moglie.

Entrando in casa c’è silenzio e tranquillità, trovo Vic seduta nel divano ed ora le sorrido cosa che lei ricambia.

“E’ di sopra, non ha cenato!”

“Sono uno scemo!”

“No, è normale…”

“Vado?”

“Si, corri…!”

“Grazie Victoria!”

“Di niente Ray!”

Corro al piano di sopra e la prima cosa che vedo è il letto illuminato dalla luce della luna e una sagoma stesa raggomitolata su se stessa.

Mi avvicino piano e mi stendo al suo fianco abbracciandola stretta a me contro il mio petto, è così piccola che vorrei proteggerla dal mondo intero.

“Sei tornato!”

“Credevi me ne potessi andare via?!”

“No…ma eri arrabbiato!”

“Non con te!”

“Ma sembrava…”

“Con me stesso!”

“Che colpa hai tu?”

“Mi fa stare male non ricordare Eve...devi avere pazienza tesoro… io non so alle volte cosa faccio… come oggi!”

“Non potevi saperlo ed io sono stata dura…”

“No, eri nella ragione..”

“Forse…” la volto piano verso di me e noto che ha pianto e questo mi fa male.

“Sempre…sei la mia guida!”

“Grazie…”

“E di cosa?amore?”la sento tremare e allungarsi a baciarmi sulle labbra e la cosa mi piace, mi fa sentire un re.

Questa volta facemmo l’amore in modo diverso, in un modo passionale ma la cosa che più mi ha colpito è che entrambi abbiamo bisogno l’uno dell’altra, come se non esistesse nulla se non il fatto che insieme siamo una cosa sola.

   
 
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