Crossover
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Autore: Sonomi    21/06/2010    1 recensioni
Buongiorno...allora...questo è un mio tentativo di unire la maggior parte dei libri che ho letto...questa è la prima storia di una serie di nove penso...però le altre le scriverò soltanto se questa avrà successo. La storia gira intorno ai mondi di : Harry Potter, Pirati dei Caraibi, Eragon...questi sono i più importanti^^
spero leggerete....e commenterete!!
Genere: Avventura, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Film, Libri
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SCUSATE IL TREMENDO RITARDO PER FAVORE *...*
 Il fatto è che anche se ho finito la scuola non ho svuto molto tempo per scrivere :(
scusatemi per favore....

comuqnue ecco le risposte alle recensioni:

-Cicciolgeiri: ciauuu
ahaha lo sai che anche io speravo che mi arrivasse la lettera? Poi mi sono dovuta arrendere all'evidenza...-.-'' xD
cooomunque grazie mille per i complimenti...e lo so ci sono parecchie imprecisioni..anche io rileggiendola adesso dopo due anni me ne sono accorta infatti ho cercato di aggiustarla un pò xD spero di esserci riuscita eheh
ahaha nono non è Brom l'uomo misterioso..e neanche Silente eheh...chi sarà?
grazie per aver letto e recensito

-Giangi2495: ciauuu
bene si in effetti l'ammissione alla scuoloa era scontata xD... anche io quabndo l'ho scritto me lo sono detto però io adoro quel posto quindi ho voluto ambientarla lì eheh
non incontreranno il nostro amato trio...però...eheh nn te lo dico almeno hai la sorpresa XD
grazie per i complimenti e sarei felcie se leggessi le altre ff che ho scritto^^
grazie per aver letto e recensito^^

Buona lettura

CAPITOLO 3
PRESENTIMENTI E SCOPERTE PARTE 2
-Ci deve essere un errore..-  disse Andrea.
-No, probabilmente è uno stupido scherzo di qualcuno-
-Ne dubito...che cosa sta succedendo?-
-Non lo so...ma c'è qualcosa di strano in tutto questo -
-Perchè?-
-Sono successe delle cose un pò strane in questi giorni a cui voi non sapete niente-
-Bè, allora racconta- disse Luisa.
-Vi ricordate quando siamo andati al supermercato e sono svenuta? Penso perchè....ho visto un uomo-
-Scusa, ma noi di uomini ne vediamo ogni giorno- mi disse Luisa.
-Si lo so ma era un uomo diverso, strano. Era avvolto in un mantello blu e mi diceva di avvicinarni. Non vedevo più niente, solo sfumature, le persone che parlavano non si sentivano quasi più e non riuscivo a respirare bene. Quello mi guardava come fossì stata....non so..., ma poi ha girato l'angolo ed è sparito e poi mi sono risvegliata nel mio letto-    
-Giada, ti senti bene?- mi chiese Andrea.
-In quel momento no ma ora si. Te lo posso giurare. Ma comunque non credo a questa ridicola lettera-
-Mi potete dire qual è il problema?- disse Luisa quasi arrabbiata.
-Il marchio che vedi qua sopra appartiene a Hogwarts-
-E questo è un problema?-
-Certo che lo è. Hai presente Hogwarts? Quel castello con tutte quelle torri? Quello di Harry Potter? Tutto questo dovrebbe essere fantasia ma ora ci ritroviamo in mano tre lettere che ci dicono che siamo diversi da quelli che ci circondano-
-E ora cosa facciamo?-
-Io suggerisco di aspettare e vediamo cosa succede e penso che se non ce ne arriverà un' altra o avvenga qualcosa che ci faccia cambiare idea sia tutto una burla- disse Andrea.
-Va bene proviamo-

2 giorni dopo

Io continuavo a essere incredula in quei giorni di tensione, che salì al colmo quando suonarono al campanello: ok, potevo sopportare tutto ma non questo. Davanti a me avevo Emma Watson, Daniel Radcliffe e Rupert Grint.
-Hi!- dissero in coro.
-Hi!- dissi io balbettando. Ora mi toccava pure parlare inglese. Volevo chiedergli se si volevano accomodare ma non sapevo come si diceva.
-Do you want in...-  provai a dire io, ma loro mi guardavano male. E come biasimarli.
-Do you speak italian?-
-Più o meno- disse Emma con un accento inglese.
-Ma non potevate dirmelo prima?!- li fulminai. Ok, saranno anche attori famosi...ma aspetta un attimo...Cosa diamine ci fanno qui???
-Volete entrare?- chiesi io un pò scazzata.
-Si grazie-
Non so descrivere la faccia che fece mia madre vedendoli. Non è sicuramente da tutti i giorni trovarti tre attori famosi che ti suonano al citofono. Ma comunque gli chiesi: -Ma perchè siete venuti qui e proprio da me?-
-Dobbiamo darti degli oggetti- disse tirando fuori da una borsa tre pacchettini.
-A me?!-
-Si proprio a te. Aprili con i tuoi amici Luisa e Andrea e guarda cosa sono-
-Come fate a sapere di... -
-Non fare domande. Usa correttamente ciò che ti abbiamo dato. Buona fortuna- Dopo che ebbero finito di bere gli accompagnai dalla porta e mentre attraversavano la strada gli urlai: -NON CAPISCO! PERCHE' ME, PERCHE' NOI!- e la risposta fu semplicemente " Lo scoprirai " Ecco: questa fu una cosa da aggiungere alla lista delle stranezze accadute in quei giorni.
Ancora più confusa, chiamai i miei amici e quando arrivarono iniziai a scartare i miei, o meglio dire nostri, regali.
-Da quale inizio?-
-Non so fai te. Tanto devi aprirli tutti- mi disse Luisa.
Presi quello di Rupert: era avvolto in un pacchetto color carne a fiorellini fucsia.
-E' il deluminatore!- guardai sconcertata il regalo.
-Il che?!- chiesero in coro i miei due amici.
-Il deluminatore. Serve ad accegnere e spegnere le luci. Sai l' accendino di Silente... - dissi vaga, mentre fissavo il dono.
-Ah... si, me lo ricordo. Ora prendi quello verde- disse Andrea.
-Non per insultare la tua intelligenza, ma sono tutte e due verdi!- dissi ad Andrea.
-L'altro non è verde è turchese- disse lui. Alzai gli occhi al cielo e lo scartai.
-La giratempo! -
-Waw... carina- disse Andrea.
-A cosa serve?- chiese Luisa.
-Ad andare indietro nel tempo-
Presi quello sottile. Pensavo di sapere che cosa fosse e in effetti lo speravo.
-La mappa del Malandrino- dissi io sorridendo.
-Cioè?- si vedeva proprio che Luisa era poco informata su Harry Potter.
-Fa vedere tutte le persone di Hogwarts nell'esatta posizione in cui si trovano e cosa stanno facendo- spiegò Andrea. Restammo per qualche minuto in silenzio, contemplando gli strani oggetti, mentre si sentiva lo scorrere dell'acqua dalla cucina. Mia madrea stava lavando i piatti.
-Cosa ti hanno detto?-
-Solo buona fortuna-
-Si sono sprecati- obbiettò Andrea.
-Oh, Andrea penso di no. Anzi, credo che sia la risposta che aspettavamo. Io inizio a credere che quella scuola esista davvero-
-Ma come fai a crederlo!-
-Immaginatevi se la Rowling fosse una strega. E se avesse voluto raccontare la sua vita ma da occhi diversi?-
-Ma dai!-
-Non vi sembra strano che riceviamo lettere da una scuola che non dovrebbe esistere, che gli attori che fanno Harry, Ron ed Hermione vengano a casa mia e ci facciano dei regali e ci augurino buona fortuna? No non è normale! Per niente-
-Deve esserci per forza un motivo..la magia non esiste Giada-
Il loro sguardo era cambiato. Erano indecisi, si vedeva. Ma pur di amettere che avevo ragione era disposti a fare di tutto.
-Ma c'è un problema: se tutto questo allora è vero, come andiamo a Diagon Alley?- chiese Andrea.
-Si prende l' aereo e si va a Londra. Oggi è il tre Agosto. Possiamo partire il cinque, lo chiedo a mia mamma e vi faccio sapere- non so perchè parlavo così svogliatamente. Insomma, stavamo rischiando di andare a Londra a vuoto...e se tutto fosse stato vero allora significava che ero una strega. Ma come facevo ad essere tranquilla?
-Ok, ma più che altro il problrma è come trovare il Paiolo magico. Ci metteremo di sicuro un bel pò a girare tutta Londra- disse Andrea.
-Lo troveremo non preoccuparti!-
-Voi sapete tutto su quella scuola mentre io niente...avessi visto con voi i film non sarei così preoccupata-disse Luisa scherzando.
-Ma non ti devi preoccupare perchè ti aiuteremo noi- dissi io.
-Già- confermò Andrea.
Quella notte, nella mia stanza, non riuscivo a chiudere occhio da quanto ero agitata e sapevo che anche per Andrea e Luisa era così. Le nostre madri non si erano lamentate della nostra decisione anche se la mia era un pò più preoccupata delle altre. Mah, che strana.
Lo so, sto raccondando la storia molto velocemente...ma è solo perchè ci sono cose più importanti da dire che il nostro ingresso nella comunità magica.
Quando quella mattina andammo a trovare i nostri amici, tutti rimasero molto stupiti dalla nostra partenza decisa così velocemente. L'unica persona che se ne fregava era Lucia che sembrava totalmente indifferente a questa notizia. Questa cosa mi diede un pò fastidio.
Facemmo il giro del paese, visitato i nostri luoghi preferiti e scattato delle foto che avremmo tenuto con noi durante l'anno. Quando andammo alla capanna, mi sembrava che Andrea avesse il magone in gola.
-Non ce la faccio più- disse Luisa quando ci sedemmo per la prima volta quel pomeriggio. -Credo che domani verrò in sedia a rotelle all'areoporto-
-Non dire scemenze!- la rimproverai io. -Anche io sono stanca ma pensando a domani l'allegria mi torna-
-Che aereo prenderemo?-mi chiese Andrea.
-Credo quello delle 10:05. Devo chiederlo a mia madre-
-Giada cos'hai?-mi chiese Giovanna guardandomi.
-E' che... sono stupita del comportamento di Lucia-
-Perchè?-
-Quando questa mattina li abbiamo salutati lei era totalmente indifferente-
-Se per questo non solo lei. Anche Anna, Federica e Luca erano strani ma sono problemi loro, non nostri-disse Andrea.
-Se lo dite voi...-
Devo ammettere che avevo uno strano presentimento, avevo paura che loro quattro ci stessero nascondendo qualcosa, ma non avevo la minima intenzione di andarglielo a chiedere.
Quella notte li sognai intorno a un tavolo che facevano loschi piani... e mi agitai talmente tanto che quando mia mamma mi venne a svegliare mi chiese:
-Tutto bene?-
-Si si, è solo che ho fatto un sogno strano-
Anche Luisa quando mi vide aveva una faccia strana come dire "troppe emozioni le fanno male". E sinceramente non aveva tutti i torti.
Quella mattina non mangiai niente, non avevo voglia di muovermi e vestirmi al solo pensiero di dover andare a Londra per cose che non si immaginerebbero mai.
Tempo dieci minuti dal mio risveglio e Luisa e Andrea erano già a casa mia tutti belli allegri con le loro valige e in compagnia delle proprie madri. Erano agitati, si vedeva a vista d'occhio. Ma io anche dopo un' intera notte non riuscivo a smettere di pensare a quei compagni indifferenti......
-Giada ti fai troppo condizionare. Non hanno fatto niente di male- mi disse Andrea -Stiamo anche andando a Londra e ci vuoi rovinare la giornata?-
-No scusate, sto zitta davvero-
Verso le nove e mezza eravamo all'areoporto ed aspettammo Maria, la mamma di Andrea, che era andata prendere i biglietti. Io non ero mai stata in un areoporto. Era stracolmo di gente e dai megafoni una voce annunciava gli orari e le destinazioni dei vari aerei in partenza.
Le persone piangevano, ridevano, correvano, salutavano, litigavano... sembrava un film e avevo pure paura di prendere l' aereo perchè non sapevo se lo soffrivo o no.
Andai vicino alla finestra e guardai Genova: la "mia Genova" non l' avrei vista per nove mesi. Troppo. Ma dovevo farlo. Non potevo lasciare i miei amici da soli in quel enorme castello...
Erano le dieci passate e stavamo cercando sei posti vicini per sederci tutti insieme. Io mi sedetti vicino al finestrino, provai a guardare giù: si vedeva solo il bianco delle nuvole e... un' ombra nera che passava veloce. Cacciai un urletto.
-Che c'è?- chiese Andrea. Io avevo un pò di fiatone.
-Niente- risposi meccanicamente.
-No, qualcosa hai-
-Ti dico niente-
-Va bè, se lo dici tu. Comunque Luisa, è meglio che chiami la hostes per farti dare un sacchetto per il vomito. Stai già diventando biancastra-
-Hai ragione. Hostes!- arrivò alla velocità della luce. Mi ero dimenticata che Luisa soffriva l'aereo.
-Dica signorina- disse con tono lavorativo. Luisa fece la sua "ordinazione" e tutto continuò tranquillo.
C'era molto caldo li dentro e io iniziavo a sudare. Non solo per il caldo. Anche per paura. Troppe cose strane erano successe. Certo ero una strega, ma non è facile passare da realtà a fantasia. In quei giorni mi svegliavo e dicevo tra me e me che avevo solo sognato, poi qualcosa mi faceva capire che non era così. Non vedevo l'ora di scendere e vedere Londra con le sue bellezze e Diagon Alley.
Erano le l'una passate quando scendemmo dall'aereo. Dall'aeroporto si vedevano il Big Ben, l'Abazia di Westminster... fantastico. Luisa era bianca come un lenzuolo: aveva riempito nove sacchetti per il vomito e Andrea era rosso per il caldo. Io invece ero solo agitata. Fin da piccola sognavo di andare a Londra e ora c'ero. Noi avremmo alloggiato in un hotel nel centro della città. Per arrivare li ci abbiamo messo più di un'ora, fra tram, autobus...ed è proprio lì, che mi successe una cosa, che perfino ora, che ho quasi ventun'anni mi ricordo ancora.
Ero sull'autobus al piano di sopra e stavo parlando con mia madre. Ad un certo punto si sentì un forte rumore e il mezzo si fermò di botto. Ce ne fu un altro e un paio di unghie lunghissime perforò il tetto. Erano tra uno strano verdognolo e l'azzurro acqua. Tutti urlarono anche se non vedevano niente. Solo dopo qualche secondo mi resi conto che solo io, i miei amici e mia madre riuscivamo a vedere l'essere che si stava aprendo un varco nel soffitto.
Assomigliava ad un dissennatore anche se non lo era, aveva due gambe verrucose e viscide e puzzava tantissimo.
Stava guardando tutti con i suoi occchi totalmente verdi per poi fermarsi su di me. Si avvicinava piano piano ma io stranamente non avevo paura. Ero calmissima. Stava per afferrarmi il braccio quando io senza sapere come finii dal capo opposto del mezzo. Come avevo fatto? Andrea e Luisa facevano cadere i loro sguardi su di me e su quella cosa con la bocca spalancata.
Tutti scendevano di corsa ma io non riuscivo a muovere le gambe. Continuvo a cambiare posizione quasi senza accorgermene.
Ad un certo punto io sentii una voce strana, quasi serpentesca, decisamente femminile e il mostro come richiamato se ne andò. Dissi a mia madre in tono ironico:
-Credo che in hotel ci andremo a piedi-
-Si credo proprio- Scesi e i miei amici mi dissero:
-Per fortuna sei viva! Avevamo pensato il peggio!-
-Si si, sto bene-
-Abbiamo temuto che...che...-
-Non è successo niente-
Ma ora più che pensare al mostro, io pensavo a come avevo fatto a teletrasportarmi. Passata una mezzoretta arrivammo a destinazione. L' hotel dal di fuori sembrava molto grande. Era con le facciate grige e una grossa scritta gialla diceva: " HOTEL BRIDGE ". Entrammo.C'era una grande scalinata centrale, a destra c'era la reception e a sinistra una fila di ascensori. Ci avvicinammo alla reception e Elena, la mamma di Luisa, chiese al personale:
-Non abbiamo prenotato una camera-
-Non si preoccupi. Ne abbiamo una da nove-
-La ringrazio-
-Si figuri, ecco la chiave-
Ci incamminammo verso le scale. Arrivati alla porta la Elena aprì e ci trovammo davanti agli occhi una stanza enorme. C'erano due letti proprio lì davanti  mentre si vedevano altre porte. Io e Luisa scegliemmo i letti dall' entrata, mentre le mamme e Andrea si sarebbero divisi due stanze. Chiedemmo il pranzo in camera e io rosicchiai qualcosa mentre disfavo le valigie. Una lacrima mi cadde dal viso. Andrea lo notò e mi chiese:
-Cos' hai?-
-Niente è solo che tutto sta cambiando. Io non so se ce la faccio Andrea...-
-Ma certo che ce la fai. Non è sempre stato il tuo sogno questo? E poi noi abbiamo bisogno di te. Sei quella che sa tutto su quel castello, ci vuoi per caso lasciare da soli?-
-No no, ma nove mesi senza Montoggio... è come stare in una stanza vuota-
-Ma ci torneremo!-
-Si ma...non è la stessa cosa-
-Ma non ti devi preoccupare. Stai tranquilla-
-Di cosa parlate voi due?- chise Luisa arrivata improvvisamente.
-Niente, non ti preoccupare-
Mi rivolsi a mia madre:
-Quando andiamo a Diagon Alley?-
-Non lo so. Oggi no di sicuro. Ci andremo domani penso-
Il pomeriggio lo passammo a esplorare Londra. Antonio aveva ragione. Quella città è davvero bellissima. Alla sera eravamo stanchi morti, infatti appena toccai il letto mi addormentai, ma di notte mi svegliai di colpo. Alzai la testa e notai che la chiave nella toppa stava girando. La porta si spalancò e le persone che entrarono urlarono.
-E voi chi siete?!-chiese la donna.
-Gli inquilini di questa stanza. Piuttosto chi siete voi- dissi io.
-Ci hanno dato la stessa chiave allora. Siamo la famiglia Conobcha molto piacere- e mi strinse la mano.
-Piacere, Giada. Ma parlate italiano?-
-Si, mio padre era italiano-
-Vado a fare il caffè- disse mia madre che era appena entrata e si era presentata.
-Veniamo anche noi!- urlarono tutti a parte io.
-Emma tesoro vieni, non abbiamo sbagliato stanza- e andò in cucina.
Una ragazza con i capelli mossi lunghi fino al fondo schiena sbucò dalla porta. Era molto graziosa. Indossava una gonna a fiori e una maglia verde.
-Ciao- dissi.
-Piacere, Emma Conobcha-
-Giada. Quanti anni hai?-
-Dieci- mi rispose lei.
-Anche io. Come mai sei venuta in hotel? Visto che sei inglese presumo che tu abbia una casa qui-
-Mi giuri che non lo dici a nessuno?-
-Si te lo giuro-
-Devo andare in una scuola. Si chiama Hogwarts-
-Sei una strega?- quasi urlai.
-Come fai a saperlo?-
-Anch'io devo andare a Hogwarts-
-Davvero?-
-Si, noi tre ragazzi ci dobbiamo andare-
-Tutti e tre? UAO!-
-Che cosa vi dite voi due?- chiese la Signora Conobcha.
-Mamma anche lei è una strega!-
-Davvero? Potreste essere nella stessa casa-
-Speriamo- dicemmo io e Emma allo stesso tempo.
Quella notte le mamme e i miei amici parlarono con la Conobcha, mentre io e Emma parlammo di Hogwarts. Lei mi disse che sperava di finire a Grifondoro, che la sua materia preferita era Cura Delle Creature Magiche e che non vedeva l'ora di possedere la bacchetta. Io invece le spiegai delle mie preoccupazioni, le dissi che anche io speravo di essere a Grifondoro e che la mia materia preferita era Difesa Contro le Arti Oscure. Le raccontai anche quello che successe sull'autobus.
-Che cosa? Un mostro voleva rapirti ma te hai cambiato posizione?!- mi chiese lei sbalordita.
-Si è vero. Non so neanche io come sia successo-
-Wow..- Posso dire che quella sera Emma mi disse tanto sulla sua vita e io anche che diventammo quasi sorelle. Ridemmo tutto il tempo e alla fine ci addormentammo tutte e due nel mio letto.
Alla mattina Luisa mi sveglio con un cornetto e appena socchiusi gli occhi me lo ficco in bocca.
-Grazie- dissi io con la bocca piena.
-Buon Giorno!!!- mi urlò Emma saltandomi addosso.
-Buon giorno anche a te-
Ci vestimmo e tempo dieci minuti, tutti e otto eravamo fuori dalla porta dell' hotel.
-E ora come ci arriviamo a Diagon Alley?- chiese Andrea.
-Stai tranquillo, vi ci porto io- e mi incamminai verso una strada con la ghiaia. Ad un certo punto sbucammo in una via con un fruttivendolo, e la vidi: la porta nera che portava al Paiolo Magico.
-Ce l'hai fatta- mi disse Andrea.
-Perchè avevi dubbi?- dissi io ridendo. E aprii la porta.


*ANGOLO AUTRICE*
allora eccomi qui...bene...siamo vicini all'arrivo alla nostra scuola di magia...
ma chissà cosa succederà una volta arrivata?
Ehehe....mi raccomando recensite!!
bacioni e un grazie a chi mi ha aggiunta ai seguiti^^

kiss kiss

  
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