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Autore: Shatzy    21/06/2010    7 recensioni
“Sei troppo pigro anche solo per pensare a un desiderio?” lo sgridò, imbronciandosi. “Era la nostra stella…”
“E’ caduta, Tem”.

[Dedicata a Clà, buon compleanno!!][ShikaTema]
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Claudia,
grazie per tutte le risate, le sclerate dopo certi capitoli del manga, i discorsi seri e quelli totalmente assurdi, le faccine estatiche, per la sfida in cui tu mi hai messo ansia e le altre sfide che forse non ci saranno mai, per il the nel nostro bar dai tavolini neri e per le attese fuori la posta, per il nostro eroe che blocca le porte della metro e ci permette di entrare, per i nuovi pair che mi hai fatto scoprire e per gli altri fandom che ti costringerò a seguire.
In bocca al lupo per tutto, ti meriti davvero il meglio.
Buon Compleanno, Clààà *-*
    






Our shooting star




“Quella lì è la costellazione del Leone”.
“Mh…”
“La vedi? È !” precisò Temari, indicando con il braccio un punto vago nel cielo.
“La vedo, non c’è bisogno di urlare” rispose calmo Shikamaru, sdraiato affianco a lei.
Il cielo era così scuro da formare un contrasto intenso con le stelle, chiare e visibili per l’assenza di nubi. In fondo, era pur sempre il cielo del deserto…
“E guarda quel gruppo là! Che ti sembra?” continuò lei, indicando un altro punto.
“Stelle?” scherzò lui, voltandosi da un lato e cercando qualcosa dentro lo zaino.
“Shikamaru!” lo ammonì lei. “Siamo qui, in mezzo al deserto, per guardare il cielo e fare un favore a te, vorrei ricordarti. Collabora, almeno”.
Lui sbuffò, risistemandosi sulla schiena. Evitò di ricordarle che erano lì, in mezzo al deserto, perché lei voleva fargli vedere quanto fosse brava nel riconoscere le costellazioni. E perché nella sua stanza il caldo era soffocante.
E così se ne stavano a ridosso di una duna, avvolti nelle coperte, a guardare le stelle.
“Uhm…” ci pensò lui, concentrandosi. “Mi sembra… mi sembra un ventaglio” le rispose serio.
Temari lo fissò scettica, mentre assottigliava gli occhi e stringeva le labbra, cercando una nota di presa in giro nella sua voce. “Un ventaglio?”
“Sì, è decisamente un ventaglio” costatò lui, scrutando attentamente il punto di cielo indicato da lei.
“E quello lì?” continuò la ragazza, puntando il dito in un’altra zona, volendo a tutti i costi smascherare la sua presa in giro. E poi fargliela pagare, ovvio.  
“Uhm, quale?”
“Quello!” precisò, spostandogli la testa in modo da essere allineata con la direzione del suo braccio.
“Ah, quello. Dunque… A me sembra… Sì, senza dubbio un piatto di calamari fritti”.
Temari inarcò un sopracciglio. “Calamari?”
“Fritti”.
“E non c’entra niente il fatto che li ho cucinati stasera per te?”
Shikamaru scrollò le spalle, vago. “Ho solo molta fantasia, sai, sono allenato: la forma delle nuvole…” le ricordò. “Al contrario di te” la provocò, sviando il discorso.
La ragazza lo guardò con espressione assorta, ponderando le sue parole, lo scrutò in quegli occhi neri così vicini ai suoi, e poi sbottò. “Ma per favore!”
“La fantasia è importante” precisò lui, piccato.
“Sì, certo, è così importante sapere che quel gruppo di stelle ti ricorda la chiusura lampo della tua giacca da Chuunin” lo prese in giro, indicando un punto nel cielo, a caso.
“No, quello mi ricorda tanto le mutandine di pizzo che avevi ieri sera” maliziò, avvicinandosi al suo orecchio.
Lei arrossì, scostandolo bruscamente e borbottando un: “Piantala di dire sciocchezze o ti ci lascio, nel deserto”.
Shikamaru rise, riavvicinandosi a lei. “E invece a te cosa sembra, quel gruppo là?” propose con voce calma e profonda, indicando una zona di stelle.
Temari alzò lo sguardo al cielo, curiosa, e ci pensò su. “Mh… Non lo so…”
“Dai, qualcosa ti farà venire in mente, no?”
“Ci devo pensare, dammi tempo!” lo sgridò. “Uhm, ecco…” provò, scrutando con una smorfia il punto da lui indicato. “Hai scelto una zona difficile!”
“Forse non la vedi bene, è questa qui” disse, posando la guancia contro quella di Temari e spostandole la testa di un centimetro.
“Ah, quella!”
“Esatto. Dunque?”
“Beh…” ci rifletté lei. “Direi un… una…”
“Che?” domandò, infilando le gambe sotto quelle di lei.
“Una di quelle panchine che avete nei parchi, a Konoha” disse velocemente.
Shikamaru la guardò per un secondo, quasi a sfiorarle il naso con il proprio. “Una panchina” ripeté.
“Sì, hai dimenticato cos’è?” arrossì leggermente dall’imbarazzo.
“Di Konoha” continuò lui, fissandola ancora seriamente.
“A Suna è difficile vedere dei parchi, nel caso te lo fossi dimenticato” si difese.
“Una panchina di Konoha nel cielo” ripeté, controllando il movimento delle guance.
“Esatto” borbottò lei, che ora lo squadrava minacciosa. “E non provare a-”, ma il ragazzo aveva già cominciato a ridere. “Shikamaru!” lo sgridò, mollandogli una gomitata fintamente leggera sul torace.
“D’accordo, hai vinto, hai più fantasia di me” si arrese, tenendosi con una mano il punto colpito.
“Sta’ zitto. Lo sapevo che non era una buona idea dormire qui fuori” sussurrò.
Ma lui si calmò all’improvviso. “E perché?”
“Perché… Perché con tutta questa luce non riusciremo a dormire” spiegò, indicando la volta stellata e luminosissima sopra le loro teste.
“Oh” fece finta di pensarci. “Allora possiamo continuare a trovare le forme delle cose nelle stelle” la informò, sorridendo.
Temari lasciò andare un piccolo sorriso, che nascose subito sotto un’espressione dura. “Potrei anche lasciarti qui e scappare con il primo beduino che incontro”.
“Non lo farai”.
“E perché no?” chiese scettica.
“Perché non lo potrai sgridare quando non sarà capace di dirti che proprio in quel punto di cielo vede il tuo viso”.
Lei si limitò a dargli un’altra gomitata, prima di sbuffare. “Ma smettila…”
“D’accordo”.
“E poi dove sarebbe?”
“Proprio lì” le fece notare con un braccio, accoccolandosi poi contro la sua spalla e lasciandole un piccolo bacio sul collo.
Temari rimase silenziosa, beandosi di quel contatto così caldo. La notte nel deserto era estremamente fredda, una sola coperta non bastava a riscaldare il corpo, ma la vicinanza di Shikamaru in qualche modo l’aiutava.
“Beh, in effetti… Però il contorno del mio viso non è così tondo” precisò lei, osservando le stelle.
“Mh”.
“E anche i capelli, sono più ordinati, devi prendere la linea di stelle più in basso, capito?”
“Sì”.
“Ora cerchiamo anche il tuo viso?” propose.
“Come vuoi” accettò, passandole un braccio attorno alla vita.
“Oh, guarda! Una stella cadente!”
“Ah…”
“L’hai vista?” chiese subito lei, tra un misto di felicità e curiosità.
“Sì, per poco” confermò lui.
“Esprimi un desiderio allora”.
“Poi sarei io quello infantile…”
“Shikamaru!”
“Ok, ok”.
“Allora?” chiese, guardandolo negli occhi.
“Allora niente”.
“Sei troppo pigro anche solo per pensare a un desiderio?” lo sgridò, imbronciandosi. “Era la nostra stella…”
“E’ caduta, Tem”.
“Ma tu dovevi-”
“Ciò che voglio è irrealizzabile” ammise serio, fissandola negli occhi.
Temari si ritrovò a deglutire a vuoto, in seguito a quella vicinanza inaspettata – e gradita. Ma quando si era avvicinato così? “Non c’è niente di irrealizzabile, se lo vuoi davvero”.
“No, stavolta non è una questione di volontà” le si avvicinò ancora, sfiorandole una guancia con il naso.
Le notti nel deserto erano estremamente fredde, eppure Temari sembrava emanare calore anche se la temperatura era bassa. E questo era qualcosa di… incredibile, sì. Aveva dell’assurdo.
“Allora, forse…” ma rabbrividì quando le sue labbra toccarono il suo mento. “Forse è qualcosa che hai già, ma che pensi di non possedere”.
“Dici? E come faccio a sapere se questa cosa è qui vicino a me?” domandò lui in un sussurro, baciandole i capelli.
E pensare a come lei si lamentava del freddo ogni qualvolta erano a Konoha, e lui doveva prestarle la sua giacca… Che ovviamente non accettava. Così le passava un braccio intorno alle spalle, e lei, con uno strano sorriso di vittoria sulle labbra, si lasciava toccare.
E Shikamaru si ritrovava a pensare a quanto fosse calda la sua pelle, nonostante dicesse di aver freddo.
Calda proprio come in quel momento…  
Temari lo fece poi sdraiare sulla schiena, mentre lei gli imprimeva baci lenti sul collo e sulle spalle. “Magari devi solo permettere a questa cosa di fartelo capire” sussurrò maliziosa al suo orecchio.
Meno male che lo amava troppo per lasciarlo davvero in mezzo al deserto da solo. Per nulla al mondo lo avrebbe abbandonato lì, a morire di freddo per la notte e per la mancanza di lei…  
Per fortuna!
Shikamaru si fermò, prendendola per le spalle e guardandola incerto. “Temari, veramente l’altra coperta l’ho proprio dimenticata a casa, è inutile che insisti”.











Disclaimer: nessuno dei personaggi mi appartiene, ma sono dei legittimi proprietari.
Note: ok, è una cavolata, l’ho scritta più di un anno fa e non avevo tempo per pensare a qualche altra cosa più sensata. Mi ero ispirata ad una email che girava su alcune caratteristiche delle ragazze, viste dal punto di vista dei ragazzi, volevo farci una raccolta ma l’idea è sfumata. Per questo capitolo mi ero ispirata alla frase: “Perché sono sempre calde anche se fuori sono meno 30°”, un altro capitolo lo avevo già pubblicato come shot, gli altri 28 semplicemente non esistono.
   
 
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