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Autore: Xannar    22/06/2010    1 recensioni
Cosa li ha colpiti? Erano centinaia di migliaia e ora sono rimasti solo in due. Una breve storia per cercare di scoprire chi o cosa ha causato questa terribile tragedia.
Genere: Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ultimo

Ultimo

“Te lo ricordi?, Te lo ricordi quanti eravamo?”

“Certo che me lo ricordo. Eravamo tantissimi, così tanti che non sapevamo nemmeno quanti eravamo

Ogni sera gli stessi discorsi. Ogni sera parliamo di come era prima. Cerchiamo di non pensare a com’è adesso. Ma non è solo per questo. Non vogliamo dimenticare. Perché se noi dimentichiamo nessuno mai saprà che non è sempre stato così. Che prima era diverso. Prima era bello.

Prima eravamo così tanti che non potevamo conoscerci tutti. Ora è facile io e lui. Nemmeno i nomi contano più. Io non posso chiamare altri se non lui.

Ma prima no, non era così. Prima eravamo tanti. Tantissimi. Una cifra incalcolabile.

Ma poi è successo.

Non ho mai capito cosa sia stato. Nessuno lo ha mai capito.

Non so se è stata una guerra non dichiarata o una malattia o qualche sostanza tossica presente nel nostro cibo. Una cosa la so però: prima cadevamo lentamente. Come colpiti da una mano invisibile. I primi tempi cadeva uno solo di noi circa ogni settimana, e ci sembrava normale. Tutto nell’ordine naturale delle cose dicevamo. Ancora non ci rendevamo conto.

Poi pian piano siamo arrivato ad uno al giorno. E ancora non ci siamo preoccupati. Eravamo tanti. Chi ci faceva caso?

Quando siamo arrivati a cento e più al giorno allora si che ci siamo preoccupati. Ma cosa potevamo fare? Abbiamo cercato di capire cosa fosse. Abbiamo cercato di aumentare la vigilanza. Pensavamo fosse qualcuno che di nascosto ci sterminasse e così stavamo attenti. Cercavamo di proteggerci stando insieme, vicini. Ma non è servito a niente. Nessuno capiva cosa stesse succedendo. Non sapevamo da cosa proteggerci e così diventammo diffidenti. Cercammo anche di analizzare tutto quello che ci stava intorno. Provammo di tutto ma invano. Eravamo sempre di meno. Ancora tanti ma … sempre meno.

Provammo altro. Provammo con la magia, l’astrologia e con pratiche così fantasiose che sarebbero sembrate stupide anche se fatte dallo scemo del villaggio, ma eravamo disperati.

Niente funzionò.

Ora siamo qui lui e io. Siamo rimasti soli.

Io non sono stato a fare tutto questo. Dunque deve essere stato lui. Ma cosa dovrei fare? Sbatterlo in prigione? Ucciderlo? Non lo farei mai. Non è nella mia natura e comunque a che servirebbe? Rimarrei solo. Che faccia lui quello che sa fare meglio. Che faccia cadere me come ha fatto con gli altri. A che serve continuare?

Dai, fallo ora. È il momento giusto” dico senza nemmeno sapere perché. O forse lo so. Sono stanco di tutto questo.

“Cosa dovrei fare? Di che parli? Non penserai che possa essere stato io vero? Non penser….”

Non posso crederci. È caduto davanti a me mentre parlava. Non era lui e so di non essere io. Ma allora chi è? Non è rimasto più nessuno.

E allora grido, grido forte, tanto nessuno può più sentirmi: “CHI SEI? COSA VUOI? PERCHÉ CI STAI FACEND…..

E cado, il mio ultimo pensiero è che è finita. Purtroppo non saprò mai cosa è successo a tutti noi.

Poi tutto è pace e silenzio.

 

“Cara, non ci crederai ma mi sono caduti gli ultimi due capelli che avevo. Che dici, mi compro un parrucchino?”

  
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