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Autore: kayak chan    22/06/2010    2 recensioni
Per diciassette anni vivi seguendo delle regole. Per diciassette anni vivi seguendo delle idee. Per diciassette anni vivi seguendo quel cammino che è infondo la tua vita. Cosa succede quando tutto si spezza?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di lasciarvi alla storia voglio ringraziare di cuore  Uchiha_chan, Foolfetta, TINAX86 e ElseW per le bellissime recensioni alla mia precedente ff, tutte incoraggianti, quindi si può dire che sia colpa/merito loro se sto di nuovo qui a postare!! Un grazie enorme anche a Elys, flopi e lally88 che hanno inserito l'ff tra le seguite, ElseW, MaBra e _Juliet_ che l'hanno inserita tra le storie da ricordare e Tali che la messa addirittura tra le preferite!! Un bacione a tutte e ancora grazie mille ^-^


Per diciassette anni vivi seguendo delle regole.
Per diciassette anni vivi seguendo delle idee.
Per diciassette anni vivi seguendo quel cammino che è infondo la tua vita.
Cosa succede quando tutto si spezza?
Quando tutta la tua vita viene spazzata via, in un solo attimo?
Pochi secondi, è questo il tempo che c’è voluto per far crollare tutto, per abbattere definitivamente quel muro di separazione, eretto per tenere gli altri a debita distanza. Eretto per difesa, attorno al tuo cuore.
È strano. Non è la prima volta che vedi quel muro sgretolarsi. O meglio, non è la prima volta che chiudi gli occhi alla vista delle prime crepe, quando senti che i mattoni stanno per cedere. Perché non vuoi vedere, non vuoi vedere ciò che c’è al di là di quel muro.
Aprire gli occhi è sempre un impresa. Non lo vuoi ammettere, ma temi ciò che potrebbe mostrarsi alla tua vista, temi la verità che potrebbe esserti violentemente sbattuta in faccia.
E forse la tua paura è tanto forte che quando finalmente schiudi le palpebre vedi solo un altro muro, perfettamente identico a quello i cui detriti sono ora sparsi ai tuoi piedi.
Tutto ciò succede sempre, si ripete sempre, incessantemente, tanto da farti supporre che quel muro non sparirà mai.
Non sai se sentirti triste o sollevato.
Un tempo provavi un senso di sicurezza, dopo ogni distruzione  e ricostruzione.
Ora c’è solo soffocamento. O meglio, c’era soffocamento, l’ultima volta che il muro si è ricostruito. Perché sono bastati pochi secondi e una voce e tutto è crollato, senza riuscire a risollevarsi.

-Severus- il tono è stanco, piegato, supplichevole. Quel tono che nessuno si sarebbe mai aspettato da un grande e forte mago come Albus Silente.
Stona, stona in modo terribile con la sua immagine di maestosità e potenza, eppure è perfettamente coerente con un’altra parte di lui, una parte mai presa in considerazione, sempre ignorata ma sempre presente: Albus Silente è vecchio, dove la vecchiaia non è sinonimo di saggezza ed esperienza, ma solo di stanchezza e anni che passano, lasciando tracce indelebili.
-Severus, ti prego- Albus Silente è solo un vecchio, un semplice vecchio, che sta per morire.

E ora sei libero, puoi guardare il mondo da un’altra prospettiva, dalla tua prospettiva.
Non sai da dove nasca questo pensiero, ma sai che è così, sai che non hai mai veramente guardato il mondo con i tuoi occhi.
È una cosa che hai saputo accettare, col tempo.
Forse, la prima volta che te ne sei accorto, il muro è crollato. Ma non te lo ricordi. E non ha importanza. Il muro si è ricostruito, nient’altro conta, nient’altro ha mai contato.
Questa, come tantissime altre informazioni che hai scoperto e ricevuto pian piano, è andata lentamente depositandosi sul fondo del tuo cervello, dimenticata, ma non eliminata.
Tutto ciò che nel tempo ha distrutto il muro si è accantonato in un angolo, una specie di prigione, dove tutti quei pensieri sbagliati venivano messi in isolamento.
Tante mine innescate, tutte nello stesso posto.
E ora che i muri di quel carcere sono  squassati da violente scosse di terremoto le mine scoppiano e si rivelano. Ritornano a galla, prepotenti. Fanno male. Ma è la consapevolezza a ferire ancora di più, molto di più.
È bastata una luce, si può dire che tu abbia visto la luce.

-Avada Kedavra- Rapida, silenziosa, indolore. È la morte dei maghi, una delle morti più belle. Non da nessuna sofferenza.
Non a chi muore.
Non lascia tracce, nessuna cicatrice o marchio. Solo quelle parole, così definitive. E una luce, un rapido, silenzioso lampo di accecante luce verde. Poi è tutto finito.

Puoi sentire il vento della verità accarezzarti la pelle, anzi, ferirtela. Non ci è abituata, dopo anni di reclusione forzata troppe sensazioni forti tutte assieme non le fanno bene. Non ti fanno bene.
Rimpiangi la tua prigione dorata, dove l’aria era viziata, la sensazione claustrofobica, ma nulla poteva farti veramente male.
No hai mai conosciuto la vera sofferenza, sai anche questo.
Seguendo la strada che era già stata tracciata per te non saresti mai stato veramente felice, ma non avresti mai neanche sofferto.
Per questo hai sempre chiuso gli occhi e sperato che il muro rimanesse in piedi: meglio una vita a metà che il rischio di stare male davvero.
E ora stai male, mentre resti fermo, imbambolato, a ripensare a ciò che è successo. A distanza di un anno stai ancora male. Rivedi quell’immagine e soffri. Pochi secondi, una sola immagine per mandare in pezzi la tua vita.

Il fiotto di luce colpisce il mago in pieno petto, lo alza leggermente da terra. Bastano pochi centimetri, è appoggiato ad un parapetto troppo basso. Pochi centimetri, solo quelli separano i piedi del grande mago dalla superficie del pavimento della torre, la testa ciondola all’indietro, gli occhi appaiono per un attimo nitidi nell’oscurità. Quegli occhi sempre così profondi, attenti, pronti a scandagliare ogni animo nelle sue parti più profonde e nascoste. Ora sono vuoti, solo vuoti. Un vuoto che riempie un’eternità, contagiando tutto ciò che sta loro attorno, dilatando il tempo. Non esistono più, né lo spazio né il tempo, c’è solo il vuoto. E quegli occhi.
Ma è solo un’illusione, tutto è ancora lì. Sembra un tempo infinito, ma è solo un attimo. Poi quel corpo vecchio e fragile precipita, portandosi dietro il suo attimo di eternità.

Perché ti torna in mente proprio ora, a distanza di un anno?
Sei riuscito a non pensarci, a non farti influenzare.
Per un anno hai continuato diritto sulla tua via già tracciata, senza badare alle biforcazioni. Però almeno adesso le vedevi.
Vedevi la porta della tua gabbia, aperta, scardinata dalla forza di un uragano, ma ti ostinavi a camminare in circolo nella parte più lontana da essa, fingendo che ci fosse ancora un muro invalicabile fra te e la tua libertà.
Perché pensi ora a tutto questo?
Perché solo ora hai aperto gli occhi,  e ti sei accorto di averli tenuti chiusi per tutto questo tempo.
Nella tua mente lo vedevi, vedevi il muro, come se fosse ancora lì, davanti a te. Pensavi fosse reale. Volevi credere che fosse reale.
Invece il muro è sparito.
È passato un anno, ma non ha ancora trovato la forza di ricostruirsi. Forse non la troverà mai.
Un anno e sei di nuovo di fronte ad una vera scelta, la prima che affronti con una piena coscienza di ciò che sei e ciò che vuoi. O meglio, con l’assoluto caos di informazioni che popola il tuo cervello.
Ora sai tutto, proprio per questo non riesci a scegliere, a trovare la via.
Finché la strada era unica bastava seguirla, ora si biforca e tu non sai cosa fare.
La porta della gabbia è aperta davanti ai tuoi occhi.
L’esterno fa paura, ma quale uomo sceglierebbe di rinchiudersi volontariamente?
Devi scegliere.
È una situazione che non può durare, presto sarà la vita stessa a scegliere per te. O a darti una spinta in una delle direzioni.
Può un muro già crollato collassare di nuovo sulle proprie macerie?

-Tiger, dov’è Tiger?- Guardi il muro di pietra davanti ai tuoi occhi, spesso, compatto. Non c’è più traccia della porta dalla quale sei uscito solo pochi secondi prima. Ti guardi in giro, speranzoso. Illuso. Weasley dice qualcosa, ti sta rispondendo. Non ti serve neanche ascoltarlo: la risposta la sai già e un senso di vuoto ti avvolge.
                                                    ********  
                                               
Ed eccomi di nuovo qui, con un'altra ff, questa volta tutta incentrata su Draco. Il fatto è che l'egocentrissimo furetto oltre ad aver preteso uno spazio assurdo nella mia precedente ff, che doveva concentrarsi tutta su suo figlio, si è pure preso la briga di invadermi la mente peggio di prima, costringendomi a partorire un qualcosa dedicato solo a lui!!
Nei miei pensieri è ambientata nel momento in cui Tiger e Goyle (ma soprattutto Tiger) gli chiedono se vuole venire anche lui a cercare Potter in giro per il castello (perchè secondo me quella è stata tutta un'idea di Tiger u.u) e Draco, dopo averlo ignorato per un anno si trova veramente a dover fare i conti con il nuovo mondo che ha scoperto dopo la morte di Silente, perchè secondo me Draco ha capito veramente che c'era un errore da qualche parte nella sua vita solo quando si è ritrovato a dover eseguire l'ordine di Voldemort, non quando esso gli è stato impartito. l'ultima parte in corsivo è quindi una specie di Flash-Forward su ciò che accade dopo tutto il monologo interiore di Draco, ciò che lo sconvolge di nuovo e gli permette di capire da che parte pende l'ago della sua bilancia. Sì, in un certo senso lo sto incolpando della morte di Tiger, in un altro no, perchè Tiger secondo me ci sarebbe andato lo stesso a cercare Harry e sarebbe morto comunque, ma tutto questo non si può sapere. Io la trovo una cosa plausibile, e spero davvero che vi sia piaciuta   
un bacio Ceci

  
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