Fanfic su attori > Coppia Downey.Jr/Law
Ricorda la storia  |      
Autore: Shadowolf    23/06/2010    1 recensioni
Okay, questa si inserisce nella storyline, gli eventi si riferiscono ad inizio Giugno. Doveva esser fatta, per ovvie ragioni xD L'ho scritta di getto, più di getto del solito, quindi probabilmente farà un po' schifo, anche perchè è la prima volta che scrivo dal punto di vista di Jude (l'altra os che avete letto l'ho scritta qualche giorno fa, due settimane dopo di questa). Se qualcuno avesse bisogno di rinfrescarsi la memoria, eccovi una delle foto di cui parla Jude xD
Enjoy!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tomorrow There'll Be Sunshine And All This Darkness Past'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

È appena tornato a casa dalla consueta ora di jogging quotidiano e si sta togliendo le scarpe all’ingresso, quando il telefono di casa comincia a suonare. Senza preoccuparsi di affrettarsi per andare a rispondere lascia che finisca la decina di squilli e parta la segreteria telefonica, con la sua voce bella pimpante. D’altronde, sono poche le persone che abbiano quel numero e soprattutto a quest’ora del giorno l’unica per cui partirebbe con una scarpa sola al piede travolgendo ogni mobile e ostacolo frapposto tra lui e l’apparecchio di sicuro sta dormendo da qualche parte. Senza contare che non sarebbe nella sua indole chiamare in un orario normale come le 12 del mattino. Tutte le altre... be’, possono benissimo aspettare i suoi comodi. In particolare una. Che, per inciso, è la stessa che sta parlando adesso. La sua ragazza. O presunta tale. Sta ancora cercando di capirlo. E lui di solito non è il tipo che si diverte a giocare con le persone, ma questa situazione che s’è venuta a creare... No, è completamente incasinata, e non ha né la forza né la voglia necessarie in questo periodo per districarne il bandolo. Sienna gli chiede se ha voglia di uscire a mangiare qualcosa insieme e dopo andare a fare shopping. Guarda l’orologio: vale a dire tra un’ora, dati gli orari assolutamente precisi e NON modificabili per nessuna ragione al mondo di lei. Ci pensa un attimo su e decide di accontentarla, tanto non ha niente da fare. Ultimamente non ha MAI niente da fare. Ultimamente sta solo aspettando che passi il tempo. Che passi l’estate. Che arrivi l’autunno. Ogni giorno mentre fa colazione il suo sguardo immancabilmente cade sul calendario appeso in cucina accanto alla porta d’ingresso. Ha preso la brutta abitudine di mettere accanto ad ogni numero un segno di spunta a fine giornata, così da sapere sempre per quanto tempo deve ancora resistere. Perché è questo che sta facendo. Resistere. Ed è dannatamente difficile. Questo sarà il periodo più lungo da far passare. Lo sa e ne è spaventato. Sono passati appena un mese ed una manciata di giorni, a fronte di più di quattro complessivi, e già pensa che non ce la può fare. L’altra volta, dopo Gennaio, era stato tutto più semplice. Aveva avuto il teatro a distrarlo. E poi la promozione di Repo Men, che non era granché ma sempre meglio di niente. E poi era giunta quella chiamata, e nemmeno gli sembrava che fossero passati due mesi e mezzo dall’ultima volta. Ma stavolta è diverso. Stavolta non ha niente a tenere la sua mente occupata. A tenere il suo cuore occupato. Stavolta pensa di capire come ci si senta. Come ci si senta a desiderare così tanto la compagnia di una persona da pensare che senza di lei la tua vita abbia un senso solo molto parziale. Come ci si senta quando quel che ti manca non è tanto il tempo trascorso insieme, ma le piccole cose quotidiane. La sua voce, il suo odore,  la sua mano nella tua. Aprire gli occhi nel cuore della notte e guardare il suo petto alzarsi ed abbassarsi ritmicamente. Scivolargli vicino e sentire il suo corpo istintivamente cercare il tuo, trovarlo ed abbracciarlo nel giro di qualche istante. Già, stavolta sa come ci si sente.

Sale al piano di sopra, in bagno, e apre l’acqua nella doccia; va in camera da letto, si spoglia in fretta, raccoglie i vestiti da terra e li butta nel cesto delle robe sporche che il giorno dopo la sua donna delle pulizie provvederà a mettere in lavatrice e stirare. Entra nella doccia e fa prima un quarto d’ora di sauna, pensa che forse tutto quel vapore riuscirà ad intontirlo abbastanza da non lasciare che il suo cervello torni a riflettere sul solito argomento, almeno non per il momento. Non si illude che l’effetto possa essere duraturo, sa che non potrebbe mai esserlo. Si concentra per tenere la mente sgombra, comincia a canticchiare una canzone. Troppo tardi si accorge di quale sia. Questo è il guaio ad innamorarti di qualcuno che sa cantare. E suonare il piano. È grandioso quando si sta insieme, ti commuove, ti fa capire quanto conti per lui. Ma quando è lontano, diventa quasi una maledizione, qualcosa dalla quale sfuggire, tenersi alla larga, evitare. Perché fa male, fa terribilmente male. È insopportabile quanto dolore ti possa provocare una canzone. Nient’altro che parole in musica in fondo. Ma diavolo se non son peggio di ferite non cauterizzate che ti si riaprono. Respira a fondo, scuote la testa per togliersi quella melodia e quei ricordi dalla mente e decide di passare direttamente alla doccia, magari un getto potente dritto in faccia avrà una sortita migliore. Questa volta funziona. In qualche modo riesce a liberarsi di tutti i pensieri che come anguille gli si muovono da un emisfero del cervello all’altro. L’acqua fresca gli scorre sul corpo magro e asciutto ed è un po’ come se lo purificasse. Rimane per più di dieci minuti fermo immobile in quella posizione, dopodiché esce dalla doccia e si avvolge l’asciugamano intorno alla vita. Ritorna nella sua camera e si distende sul letto, allungando una mano alla ricerca del cordless sul comodino. Rimane un attimo incerto sul primo tasto da pigiare, vorrebbe premere lo zero, sta per farlo ma poi lascia andare la testa sullo schienale e chiude gli occhi. Non può. A maggior ragione a quest’ora. Le cose sono già complicate di per loro senza che ci si metta anche lui ad incasinarle ulteriormente. E poi gli ha detto di non chiamare, se ce la fa, o almeno non più dello stretto necessario, perché altrimenti diventa ancora più difficile dopo andare avanti. Sa che ha ragione, lo sa perfettamente. E però... Però la tentazione è forte, troppo disperatamente forte tanto più passa il tempo. Ha resistito quasi quaranta giorni, un premio non se lo merita? Quasi riesce a sentire la sua voce rispondergli: “Come on, old boy, stay hard a little more, would you?”. Riapre gli occhi e spinge il quattro. La sua ragazza o pseudo tale gli risponde già al secondo squillo.

- Hi, baby, I guess you’ve found my message!

Scuote la testa. Perché rimarcare l’ovvio?

- Yeah. I just had a shower, I went out for jogging, you know.

- I figured. So, you like my idea?

- Of course, I’ll be there as soon as I get dressed and ready.

- Baby, are you okay?

Se è evidente a lei, allora è evidente al mondo intero.

- Yes, sure. Why did you ask?

- Don’t know, you seem a little… undertone. Or sad.

- Oh. – riesce solo a dire in un primo momento, poi riprende – No, I’m fine, I’m just a little… tired, yes. I’ll see you in fifteen minutes, bye!

Chiude la comunicazione mentre lei sta ancora parlando, ma è più che sicuro che non l’abbia notato, o al massimo avrà pensato che sia caduta la linea. Lascia il telefono di fianco sul letto e se ne rimane qualche minuto a fissare il vuoto davanti a sé. Gli torna di nuovo in mente quella canzone. Gli torna di nuovo in mente quella frase, soprattutto. “So, if you're mad get mad, don't hold it all inside, come on and talk to me now… And hey, what you got to hide? I get angry too, I'm a lot like you.” È proprio quello che vorrebbe fare. Comporre il suo numero, anche solo per sentire la sua voce dire: “Yes?”. Fissa ancora una volta il telefono, poi si gira su un fianco e apre il secondo cassetto del comodino, tirandone fuori una scatola lunga e abbastanza stretta, completamente anonima dall’esterno. Toglie il di sopra e ne tira fuori il contenuto. Gliel’ha regalata l’ultima volta che si son visti. Gliel’ha lasciata sul suo cuscino insieme ad un biglietto mentre lui dormiva ignaro di tutto. Non ha visto la sua faccia stupita quando s’è svegliato e non ha trovato nessuno accanto a sé. Non l’ha visto piangere quando ha scartato il regalo. O mentre leggeva quel caspita di biglietto. Se l’è svignata come un ladro invece. E anche se sul momento tutto ciò che aveva fatto era stato continuare a piangere come un bambino, ora pensa di arrivare a capire il motivo per cui l’ha fatto. Ha risparmiato ad entrambi occhi vuoti e parole retoriche. Lacrime e promesse da marinaio. Per nascondere l’amara verità. Andando via di nascosto ha impedito l’affermarsi della realtà, in un certo senso. Da quel giorno ogni volta che va a letto da solo prende la scatola, ne esce il regalo e la rimette a posto sul comodino, spegne la luce, si infila sotto le coperte e si addormenta tenendo l’action figure di Tony Stark stretta a sé. Quando capita, quelle rare volte, che la sua pseudo ragazza dorma insieme a lui, deve imporsi con ogni briciolo di forza che ha in sé di non tirarla fuori ugualmente. Forse non sarà la persona più intelligente del pianeta, ma quel pupazzo di plastica è così dannatamente fedele all’originale da esserne una copia perfetta in scala 1 a 5. Tanto che, se fino ad ora ha resistito all’impulso di parlargli, non è poi così sicuro di riuscirci ancora a lungo. Probabilmente sta diventando pazzo. Come Orlando. Almeno ha un precedente letterario.

Rimane per qualche minuto a guardare negli occhi l’oggetto inanimato, a passargli l’indice sui capelli, a ripercorrerne i tratti, poi sospira e lo rimette a posto, riponendo la scatola al sicuro nel cassetto. Se qualcun altro la vedesse si sentirebbe come se l’avessero messo a nudo, privandolo di un qualcosa che di diritto apparteneva a lui e a lui soltanto. Si alza dal letto, si veste velocemente, scende al piano di sotto, prende le chiavi della macchina ed esce, senza starci a pensare su altro tempo. Almeno stare con lei gli impedirà di pensare.

 

- Sienna, baby? Are you ready? – chiama appena entrato in casa.

- Honey? I’m right here, in my room...

Ha una stanza tutta per sé dove ci tiene ogni genere di cianfrusaglia, quadri, libri, dischi e via dicendo; di solito ci tiene a rimarcare che quello spazio è suo, ma questa volta addirittura lo invita ad entrare. La trova seduta al pc, sta guardando delle foto su internet; le poggia una mano sulla spalla e le dà un bacio sulla testa, lei si gira verso di lui e gli poggia le labbra sul viso.

- So, shall we go?

- Yes, I was just watching these pics from a premiere they had yesterday in L.A.

- Huh? Of what film?

- It’s named Splice… A sci-fi one, if I don’t get wrong. There was your friend in the attendance as well, you know… I’ve seen several pics of him too.

D’improvviso la conversazione è diventata interessante.

- Friend? Which one?

- Oh, don’t be silly, you know which friend. The one you’re always talking about. Robert.

- Was he there?

Gli risponde stizzita.

- Ju! Have you listened to a single word of what I’ve been telling you?

- Sorry, I was over thinking… Was Robert there?

Alza gli occhi al cielo.

- Yes, Ju. Do you want to see the pics of him?

- Of c… Err, okay, let’s see them.

Torna qualche pagina indietro, apre la prima foto e comincia a scorrerle.

- Here we are... I’ll tell you, I don’t really know what to think about him... I mean, he’s so nice and all, when we were in L.A. he was so kind with both of us, and he and Susan go along so well, and…

- What’s the point, Sienna?

- Well, the point is… What do you know about his sexual orientation?

La domanda non è che lo spiazza, di più. Lo lascia completamente senza parole e incapace di capire cosa ci sia dietro. Glielo si deve leggere chiaramente in faccia, perché la sua pseudo ragazza lo fissa perplessa.

- Ju?

- What are you talking about, for goddsake?

- I don’t want to mean anything, okay? But let’s face it, every now and then he seems like… I don’t know, like if he’s homosexual or… or something like that.

- Come again?

- Oh, come on now, Jude. Even with you he was acting like that, during those interviews for Sherlock Holmes, you could have not noticed!

- Well, as for that, it was all planned, I can assure you. It was just because the two characters, nothing… more. But what is this story about, now?

- Judge from yourself. Look at these pictures, here. It doesn’t seem to me like the most usual thing in the world to do on a red carpet, you know.

Le foto che gli appaiono sotto gli occhi hanno un doppio effetto: gli tolgono quel poco di fiato che ancora ha nei polmoni e gli fanno accelerare il battito cardiaco di almeno cinque volte, cosicché ora ha l’affanno e non riesce a formulare un pensiero completo che sia uno. Stringe con entrambe le mani lo schienale della sedia su cui è seduta Sienna fino a farsi diventare le nocche bianche, e si avvicina ancora di più allo schermo del pc. Magari è solo un’allucinazione della sua stupida testa. Ma il risultato non cambia. C’è Robert che prima scherza con Adrien Brody, poi ci parla, poi lo tocca, poi gli mette una mano sulla spalla, poi lo abbraccia, e infine... gli sussurra qualcosa all’orecchio. Per qualche momento rimane a fissarle, incapace del minimo movimento o reazione; poi pian piano sente qualcosa agitarglisi nello stomaco, e da lì risalirgli fino alla bocca, come se da un momento all’altro dovesse vomitare. Borbotta qualcosa sul dover andare un attimo in bagno, esce dalla stanza il più in fretta possibile ma invece di dirigersi verso la toilette rifà la strada fino alla porta d’ingresso, la apre ed esce, infilandosi subito dopo in macchina, parcheggiata dall’altra parte del marciapiede. Non sta neanche pensando a quel che sta facendo, lo fa e basta, senza esserne davvero cosciente, in un certo senso. Prende il cellulare dalla tasca e compone il suo numero così veloce che il primo tentativo di chiamata si risolve con un segnale di occupato. Lo ripete cercando di calmare le sue dita, e questa volta la linea è libera, ma dopo qualche attimo parte la voce robotica dell’operatore che lo informa che “il  numero della persona chiamata potrebbe essere spento o non raggiungibile”. Figurarsi. Senza neanche fermarsi a riflettere sul da farsi digita frenetico le cifre del suo numero di casa sulla tastiera. Uno squillo. Due squilli. Cinque squilli. Una voce femminile e assonnata risponde al settimo.

- Hello?

No, non pensa neanche stavolta. Gli è proprio impossibile. E i risultati si vedono.

- Hi, Susan, Jude’s here. Is Robert there? I’d like to talk to him.

- Oh, hi… What’s the matter?

- I want to talk to him, if he’s there.

Non proprio il modo opportuno di rivolgersi ad una donna, per di più se l’hai svegliata alle 4 e mezza del mattino.

- Well, then... okay, hold on, I’ll wake him up.

- Yes please – aggiunge anche, non contento, e rimane ad ascoltare mentre lei lo sveglia.

- Robert? Robert, honey, wake up, there’s someone who wants to talk to you... Robert?

- Mmh, who is this one calling at this time? – lo sente mugugnare, e il sangue prende a ribollirgli dentro. Non sa chi potrebbe essere. Ovvio. Lui è sempre quello cortese ed educato, che si preoccupa di chiamarlo in orari decenti.

- It’s... Jude.

- Jude? – pronuncia il suo nome come se non collegasse. Forse sta fingendo. O forse sta ancora dormendo. Probabile, conoscendolo. Si starà rigirando nel letto.

- Yes, Jude. Your Watson. I think it’s important, he seems quite in a hurry or something. Come on, Robert, wake up, there must be a valid reason if he’s calling in the dead of the night.

Ecco, questo è uno dei motivi per cui, nonostante tutto, non solo non riesce a voler male a questa donna, ma anzi, quasi la invidia. Perché è sempre pronta a capire le ragioni di chi le sta parlando.

- Wait, it’s Jude... Jude? – avverte il suo tono mutato ora. Preoccupato. Impaurito. Allarmato. Ovviamente non per lui o per il motivo per il quale sta chiamando, ma per il fatto che lo ha chiamato.

- Yes, honey, it’s what I’ve been trying to tell you in the last five minutes. Here, take the cordless.

Il telefono viene passato di mano, poi finalmente sente la sua voce.

- Jude? What’s going on?

Non un “ciao”, non un “come stai?”, non un “tutto bene?”. Dritto al punto.

- I’d li...

- What you’re saying? Wait, wait, wait, calm down, let me... No, wait, take it easy, take it easy… Let me go downstairs, would you?

In realtà lui non gli ha detto niente, non ancora almeno, perché non gliene ha dato il tempo. Sta parlando per conto suo.

- Suzie, I don’t know what’s the matter with him, I’d better go out on the porch, so you can return to sleep, okay? Sleep well…

Lo sente baciarla, e poi scivolare via, chiudersi la porta alle spalle, scendere le scale ed uscire in veranda. Il tempo di sedersi sul dondolo che parla. Sul serio ora.

- Jude? Would you please let me know what the hell is going on?

- You know what? YOU should tell me.

- Me?! Let me put this straight. You have just called me in the dead of the night…

- As you always do.

- … at my home number…

- Because you keep your goddamn cell always shut up!

- … telling my wife who you really are!

- I’m sorry, I’m not as good as you finding stupid nicknames.

- … So, are you out of your fucking mind or what?

- You tell me.

- Stop playing, Jude! What is this about? Your “maybe” girlfriend?

- Let her alone, she has nothing to do with this!

- So what is it?

- Can’t you even imagine what it can be?

- For goddsake, how could I? I’m thousands of miles away from you!

- That’s the fucking point, Robert!

- So… You’re calling me because you’re missing me? Oh, Judesie, I miss you t…

- You clearly don’t!

- What? Judesie, what a…

- Cut this off, you know what I’m talking about!

- No I don’t!

- Oh, come on, I’ve seen the pictures on the web!

- Pictures? What pictures?

- The ones from the premiere of that film… Slice, Spice…

- It’s called Splice…

- IT DOESN’T MATTER! Do you understand where I’m going with this?

- Not a clue. Really.

- Well then, is there anything you’d like to tell me? Now?

- Jude, really, I have no idea what you’re talking about. Just tell me and let’s move on, would you? It’s pretty late in this part of the world, you know, and I’m always so tired late…

- I DON’T GIVE A FUCKING DAMN! We’re gonna stay here as long as you don’t tell me the fucking truth!

- But the truth about what, for goddsake?

- THE TRUTH ABOUT US!

Ecco, l’ha detto. E adesso ha paura della risposta. Per un po’ non si sente niente dall’altro capo della comunicazione, poi Robert parla. La sua voce è bassissima. E troppo calma.

- Come on, Jude, what do you mean with that?

- You know what I mean. I’ve been patient, I’ve always done what you’ve told me to do… because I trusted you. And if you told me anything was gonna be alright, I’d believe you. But now…

- What’s happened now? You still don’t tell me.

- Those pictures…

- What’s wrong with ‘em?

- There’s you talking to that Brody, and joking with him, and hugging him, and whispering to him… I can’t stand all of this. I… I can’t.

- Here we come again… You’re jealous, that’s all. I thought we were o…

- I’m not jealous! I mean, of course I am, but that’s not the point!

- Which is it, then?

- It’s that… you are there, and I’m here, and there are an ocean and a whole continent between us, for chrissake! I don’t know what to think, I don’t know what I should feel about this… And I can’t even talk to you, because… because you decided it was better not to! It’s not that easy, not for me! And when I saw those pictures, I’ve been feeling like if I was used… All this time, all just a way to make your life funnier or what else…

- You know that’s not true.

- Do I know? I’m not really sure, not now at least! I’m not your fucking toy, Robert, you have to stop playing like that with… well, with the others!

- He’s my friend, Jude. I can’t stop going to the parties because you’re jealous!

- I’m not saying that, all I want is… You can’t act that way, it’s something that hurts me… deep inside.

- But that’s my way of being, I can’t help at all. I can’t stop being what I am just ‘cause you’re not comfortable with that… It’s not fair, you know…

- NOT FAIR? I’ll tell you what’s unfair. It’s unfair I have to watch you squeezing other guys when I can’t even talk TO you! Isn’t that funny? I should be the one who’s allowed to do it with you! Instead I can’t! This is what is fucking unfair, not the shit you’re talking about!

Cade un’altra volta il silenzio. Ora si sente come svuotato dentro, non avverte niente, solo disagio. D’un tratto vorrebbe semplicemente riagganciare, come fosse qualcuno che ha sbagliato numero. Poi una melodia giunge al suo orecchio.

- Well now you say I've found another man who does things to me that you can't, and that no matter what I do it's all over now between me and you, boy… But I can't believe what you say, no I can't believe what you say, ‘ca…

- Robert, stop this, it’s not gonna work. Not this way, not this time.

- I just wanna prove to you that you’re wrong. I really care about you, Jude… It’s true, I’m impulsive and it may seem like I don’t give a damn about people, but trust me when I say I’d die to keep the ones I love unharmed. And I know that people who gets deeply involved with me end up hating me and walking away from me, I know it and I’m ready to pay my price, but please, please don’t do it just because of those pictures, it’d be… a mistake.

- You know what? Being with you it’s dysfunctional, if I can put our relationship in this way. It really is. I can’t go on pretending I’m okay, because I’m clearly not. For chrissake, I go to bed every fucking night thinking about you and I eventually fall asleep hugging that goddamn action figure you gave me back in April! Like… like a child! And all I ever want is to find a way to stay with you! But I can’t do it, because… oh, because you’re married, and we always are on the front pages of all those shit mags, and we keep this thing on like it’s something dangerous, like it’s something… illegal! And I can even be okay with that, but I can’t be okay with you acting like you’re allowed to do anything you want to, because you are you, and you live in fucking Hollywood, and everybody knows how you are, and they don’t care about it because you’re the “come-back kid”! I can’t stand this, I’m sorry. You can call me whatever you want, but it won’t change this thing.

- So, coming to facts, you don’t trust me anymore.

- It’s not this, it’s…

- Goddamn, Jude, talk to me! You’re driving me crazy! What should I do?

- I don’t know, I don’t know what I want you to do! I don’t know what I want myself to do!

- Jude…

- Can you come here, Rob? Just for one day…

- You know that I can’t…

- Bring Susan with you!

- She’s not the problem, it’s that… I can’t.

- May I come over there, then?

- Jude…

- Why not?

- Don’t you get it? It’ll be even harder let me go!

- I don’t want to let you go!

- But that’s what is gonna happen! We can’t move in together or whatever you have stuck in your mind! I’m sorry, but that’s the way things are. And you can’t do anything to change them, no matters how hard you can try, ‘cause… Oh, come on, don’t start crying now…

Si interrompe e rimane ad ascoltare il suo pianto, sommesso e soffocato, che lui non riesce ad arginare. E cos’altro dovrebbe fare? Ha esaurito le già poche idee che aveva.

- Jude? Jude, come on... That was nothing you didn’t already know yourself… If we want this thing to work, we have to stick together, even if everything’s against us… That’s what love is all about, isn’t it?

- I guess…

- Listen, here’s what we’re gonna do. I’ll stop being so cu…

- Bitchy…

- … Alright, so bitchy to people I hang around with if they’re not you, but you have to promise me you’re gonna start thinking we can actually work together, no matter what can happen or who can pop up on our way. Okay? Can you do this for me?

- I can try, yes.

- Good. You okay now?

- I still don’t know, but I guess I have to. Come back to sleep, don’t worry about me.

- I’d worry about you either way, ‘cause I care. If you don’t tell me you’re okay, I’m not gonna hang up.

- Go ahead, hang up, I just… need some time to think about it, that’s all. I’m gonna be okay then.

- You sure?

- I guess.

- I’m gonna give you a call tomorrow morning.

- Okay.

- Jude, I love you.

- Fine.

- I really do.

- Okay.

- … G’night.

- Bye.

- … Bye.

Riattacca, lascia andare la testa contro lo schienale e chiude gli occhi. No, tutto non sarebbe andato per il meglio. Non stavolta.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Coppia Downey.Jr/Law / Vai alla pagina dell'autore: Shadowolf