E ancora GINXHIJIKATA,scusate se è molto simile all’altra ma quando le ho scritte ero profondamente tormentata da questa coppia O_O ...c'è da esser seri? Da ridere? Oppure è meglio eccitarsi? A voi...
CHERRIES
Gin camminava con lo sguardo perso nell’ignoto: la schiena dritta, la mano sinistra nascosta nella manica del kimono e quella destra dietro il collo, coperta in parte dalla sua chioma argentata.
Rispetto.
Quando camminava per le strade di Edo, ispirava rispetto. Il portamento
orgoglioso ma al tempo stesso svogliato, lo sguardo fisso, la spada di
legno
così infantile e terribile, il passo lento e
attento…era un demone. Un demone
bianco.
Troppo sangue aveva visto nella sua vita per amare la violenza, troppo
piacere
in corpo nello sfoderare la spada per poter smettere di combattere.
Amarezza e
Vittoria, Potenza e Nullità, Demone e Uomo, Samurai fino
alla fine: Gintoki
dell’agenzia tuttofare.
Hijikata correva: la sigaretta nella labbra schiuse, la cenere che si
perdeva
dietro le sue spalle, la spada mortale nella cintura.
Bello.
Il viso sottile, gli occhi profondi, iracondi e cangianti, le mani
femminili e
forti, i capelli neri e perfetti che nella fretta ondeggiano
nell’aria,
scoprendo quel collo virile e sudato.
Il passo, seppur veloce, silenzioso ed elegante, il corpo meraviglioso
ma
tormentato, l’anima ferita e sola: Hijikata, vicecomandante
della shinsengumi.
“Ehi, tu!Ehi!Dico a te”
“mh?”
Gin guardava quell’uomo con occhi disinteressati e si
grattava la testa con
aria assente.
“Non fare il finto tonto, razza di fanatico dei
dolci…Dimmi dove si nasconde
Katsura, so che sai dove si trova. Oggi quelli del gruppo Joi hanno
fatto un
bel casino e qualcuno dei nostri informatori dice di aver visto quel
terrorista
con un samurai dalla permanente naturale”
“ehi, guarda che gli uomini con la permamente naturale sono
delle belle persone”
“NON E’ QUESTO IL PUNTO”
“ehi, non so dove si trovi Zura…per caso hai visto
Shimpaci e Kagura?E’ da
questa mattina che non li vedo…eh, li hai visti?”
“PERQUISIZIONE”
“eh?”
Hijikata aprì violentemente la porta dello Yorozuya e si
accese una nuova sigaretta.
“fumare fa male”
“non ascolto le prediche di uno con la glicemia alle
stelle”
“uomo maionese, ti spacco la faccia. Non insultare i
dolci!Non insultare i
dolci!”
“uomo maionese?e quando mai ho insultato i dolci? piuttosto
tu, non insultare
la maionese!La maionese è il succo della vita!”
“la maionese farà sprofondare tutti nel
baratro!Sono i dolci che salveranno il
mondo!”
“La distruzione degli amanto salverà il
mondo”
“KATSURAAAA”
Hijikata sfoderò la spada, la sigaretta ancora in bocca, i
capelli leggermente
spettinati: si lanciò sull’uomo.
All’improvviso tutto divenne confuso.
Era steso su un futon, la testa gli girava.
“Zura non si fa fregare così facilmente”
Per Hijikata non fu difficile capire cosa era successo: un altro
trucchetto di
quel Katsura. Ma ora la cosa che lo turbava di più era il
viso e lo sguardo di
quell’uomo che lo osservava, seduto al suo fianco, due occhi
caldi e
passionali.
“questa è tua”
Gli porse una sigaretta ormai consumata.
“si consumano, proprio come gli esseri umani… ma
non per questo devono essere
gettate via”
Lui non la prese, imprigionato com’era nel suo sguardo. Gin
si sporse e gliela
mise tra le labbra.
Dannatamente vicini.
Le labbra di Hijikata si schiusero ancora di più, la
sigaretta cadde.
Senza una parola Gintoki afferrò il volto
dell’uomo e gli sfiorò le labbra.
Socchiusero gli occhi.
Hijikata inarcò di poco la schiena, mentre la mano virile
del Demone gli
correva sotto la maglietta.
Le labbra ora si gustavano a vicenda, le mani di Gin esploravano il
corpo dell’altro
uomo, che ansimava di piacere al tocco delle sue mani e alla percezione
del suo
respiro.
Le mani, la bocca e le lingue impazzite, le gambe che si incrociavano,
i
muscoli che si contraevano, i capelli che sfioravano i loro
corpi…l’apice della
passione.