Morto.
Ed è tutta colpa mia.
Probabilmente non avrai sentito alcun dolore, niente, ma già il pensiero di
lasciare tuo figlio in balia di se stesso era un macigno insostenibile per un
padre. Eppure... se tu fossi ancora vivo, mi diresti: "Su col morale, amico!" Ma
non c'è niente da stare su col morale, niente. Una calda lacrima mi bagna il
volto mentre mi fanno entrare nella cella per un crimine che non ho commesso.
Che toricamente non avrei commesso. In realtà, sono io che ho lasciato carta
bianca a Peter, tradendo te e tua moglie. In realtà, la colpa è mia. Mi ricordo
ancora di quel giorno in cui tu mi nominasti tuo Custode Segreto: ero felice,
perchè sapevo che potevo contare sulla tua amicizia salda ed indissolubile,
sulla tua generosità, perchè sei tu che hai protetto me, affidandomi la tua vita
e quella dei tuoi cari in un piatto d'argento. "Sta a te decidere che cosa fare
di noi, Sirius!" Mi avevi detto te, molto serio. Ed io cosa ho fatto? Ho rotto
in mille pezzi quel piatto d'argento, così resistente all'apparenza, ma in
realtà così fragile... con una furbata, che io credevo che fosse una furbata. In
realtà, era la scemenza più grossa che avevo mai commesso in tutta la mia vita.
E sento il cuore fermarsi di colpo, mentre chiudono a chiave quella cella,
quella dannatissima cella. Se non fosse per me... tu saresti ancora vivo.
Morto.
Senza dolore, solamente con il cuore pieno di coraggio e voglia di sacrificarsi
per gli altri. Perchè di persone come te l'umanità ne avrebbe bisogno a
centinaia, pronte a sacrificarsi per qualcosa a cui esse tengono più della loro
stessa vita... è così che ti ho sempre voluto: dolce, scherzoso, ma pronto a
fare qualunque cosa per un amico, un parente o qualunque altra persona al mondo.
L'ingenuità era la caratteristica che più apprezzavo del tuo carattere. Quando
Remus ci disse della sua malattia, Peter si andò a rifugiare detro la poltrona
con uno spicchio d'aglio in mano, io mi era arrabbiato da morire, mentre tu...
eri rimasto impassibile, come sempre, lo avevi abbracciato e gli avevi risposto:
"Non ti lascerò soffrire da solo, anzi, non ti lascerò soffrire proprio!" Sei
sempre stato un fratello per me, un amico per Remus ed un esempio per quel verme
di Peter, che non ha osato ucciderti infangando il suo nome più di quanto era
sporco in precedenza. E tutto per avere potere, quella briciola di potere che
lui, come molti altri sciocchi, bramava più di qualcos'altro. Tu avevi capito
che era molto ambizioso per essere un qualunque Tassorosso, e lo avevi messo
alla prova. Lui è così che ti ha risposto: uccidendoti, tradendo te e i tuoi
familiari. Macchiandosi di una colpa che non ha confine, nè è immaginabile.
Quello era segno di viltà, pura e semplice viltà, che a volte può nascere in
qualcosa di più grosso.
Morto.
Strano come va il mondo. Mi ricordo del giorno in cui affermasti: "Odio le
persone che strisciano attorno ad uomini più potenti di lui solo per brama o
potere. Detesto i tradimenti, specialmente quelli fatti fra amici. Invece,
vincono il mio rispetto le persone che non usano le gambe di altri per diventare
qualcuno, che amano guadagnarsi il potere sudando sette camicie, che non
tradirebbero mai i parenti o gli amici. Così sono io." Allora, io e Peter
ridemmo, mentre Remus intuì già da allora che quella tua frase era fondata, che
qualche spia c'era nel nostro giro di amicizie, che tu avevi il presentimento
che qualcuno di noi ti stesse tradendo. Ce lo disse, a me e a Codaliscia, e noi
lo prendemmo in giro. Ma tu ci fermasti, dicendosi che in fondo non aveva tutti
i torti, che anche Silente sospettava che fra di noi ci fosse una talpa. Anzi,
che si era offerto lui stesso di farvi da Custode Segreto. Ma tu rifiutasti,
dichiarando che quell'incarico sarebbe stato riservato solo a me, che nemmeno
per tutto l'oro del mondo io vi avrei traditi. Ed era vero anche quello. Solo
che io ho saputo difendervi, che alla fine il Male ha vinto sul Bene. Se tu
fossi qui, io ti avrei senz'altro dato dell'ingenuo, e tu mi avresti sorriso in
maniera arrogante, scompigliandoti i capelli.
Morto.
Mi ricordo quella volta, quando tu eri con Lily nella Sala Parto del San Mungo,
e poi uscisti, con in braccio un fagotto e con alcune lacrime che ti scendevano
nelle guance, lacrime di felicità, senz'altro. Senza dire una parola, mi porsi
il fagotto e mi dissi: "Maschio, Harry James Potter, bello, vero? Harry come mio
nonno, una buona persona, e James come me. Non è dolce?" In effetti, si vedeva
fin da neonato che quel bimbo era destinato a fare grandi cose. Non frignava
come tutti i bimbi del mondo, ma dormiva tranquillamente. E poi, crescendo,
notai sempre di più la differenza-uguaglianza fra voi due. Di aspetto era la tua
goccia: capelli neri ribelli, fisico magro e minuto, espressione beffarda
dipinta nel viso. Ma di carattere, tutta Lily. Mi balza alla mente un ricordo
molto speciale. Tu stavi spaventando un gatto sotto forma di Ramoso, e allora il
piccolo ti si è avvicinato e tu ha mollato due dolorosi schiaffoni sul muso,
come quelli che ricevevi ai tempi della scuola almeno due al giorno da Lily, e
ti aveva urlato, piangendo: "Mostro!" Il carattere era quell di tua moglie:
timido, intelligente, attento ai minimi particolari, contro le ingiustizie,
furbo e coraggioso. Inoltre, era anche astuto, un Serpeverde doc come Lily, per
dirla tutta. Tu commentansi con: "Un altra Serpe in casa, mai un grifone?" E ti
ricevetti due sonori schiaffoni da tua moglie e tuo figlio.
Ricordati che, ovunque sarò, in vita ed in morte, sarai sempre il mio migliore
amico.