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Autore: Isyde    24/06/2010    1 recensioni
"Eva avanzò verso l'altare..."- Storia su Eva e Dean, contenuta nella raccolta "lontani da ogni ricordo". Shot dedicata a Pikky91.
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Lontani da ogni ricordo.'
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Dedicato a Pikky91, grazie per le recensioni e il continuo sostegno.

Un "In bocca al Lupo" non te lo toglie nessuno, maturanda.

Un bacione,

Iside-F.

Lontani da ogni ricordo.

Altare.

 

 

 

Si sedette sull'alto letto che per ben cinque mesi, l'aveva ospitata. Era convinta che avrebbe messo via le sue cose in dieci minuti, invece ci impiegò qualche ora. Libri, riviste, cd, vestiti e un altro centinaio di cose erano sparse per quella stanzetta dalle pareti color pesca. Si rialzò decisa e senza stampelle camminò per qualche metro, raggiungendo a fatica il mobiletto dove vi erano due foto.

Una ritraeva la sua famiglia, poco prima che sua madre partisse per l'Angola. Notò come entrambe avessero lo stesso colore degli occhi: un intenso marrone.

La stessa forma della bocca, piccola e carnosa, lo stesso longilineo corpo, tipico di chi aveva sangue africano nelle vene.

L'altra foto, invece, aveva come protagonisti un ragazzo dalla folta capigliatura nera, abbracciato a una ragazza dai lunghi capelli castani. Si toccò i capelli scuri e sorrise. Lasciò che più di una lacrima sporcasse il vetro della cornice, poi, ad un tratto smise e riprese le sue attività.

Da lì a poche ore, l'attendevano un altare e una cerimonia.

____

-Sei bellissima.- gli sussurrò.

Eva si voltò. Suo padre era radioso nel suo completo scuro che esaltavano la sua altezza e la sua postura.

-Anche tu non scherzi, papà.- rispose lei. Alex toccò la guancia della figlia.

-Ti voglio bene.- disse l'uomo. -Mi dispiace che...tua madre non abbia mantenuto questa promessa. Sai com'è fatta, è come il vento. Non riuscirai mai a stringerlo in un mano, sfuggirà sempre.- disse sommessamente l'uomo.

Non ebbero più tempo, nè voglia di aggiungere altro. Eva, sistemò il fiore arancione che le era stato messo sullo chignon e sistemò le pieghe del vestito. Prese il suo piccolo bouquet ed immerse il naso nei fiori. Quasi rise, sembrava tutto perfetto. Abbracciata a suo padre, con lentezza ma precisione, arrivò fino all'altare e rimase un secondo a fissare lo sposo.

Leo la fissava serio in volto.

Bastò un cenno e i due cominciarono a sorridere.

Eva si mise di fianco a lui. Le loro spalle che si toccavano, i loro sorrisi sul volto, l'agitazione nelle mani.

-Grazie.- le disse Leo, mentre vedeva Michelle avanzare verso di loro, con un bellissimo abito bianco.

-No, grazie a te.- rispose Eva. I suoi occhi cercarono qualcuno fra la piccola folla.

Ma ritrasse lo sguardo e s'impose di fissare la sua amica sposarsi con il suo amico. Ad ogni parola del sacerdote, Eva, poteva sentire il suo cuore stringersi sempre di più, in una morsa di dolore, gioia per loro ed amarezza.

Consegnò le fedi e si sentì soddisfatta. Anche se non poteva provvedere alla sua felicità, era contenta di aver fatto parte del coronamento di un sogno di qualcun'altro.

-Ed ora vi dichiaro, marito e moglie.- Michelle si avvicinò velocemente a Leo, che l'accolse in un passionale bacio, Eva applaudì, ignorando quelle lacrime salate.

___

Richiamò l'attenzione battendò più volte un cucchiaio contro un bicchiere.

-Scusatevi se vi disturbo, ma è ora dei discorsi.- annunciò Eva, riempì il suo calice di vino e si voltò verso i due sposi.

-L'amore molto spesso è nascosto in strani luoghi. C'è chi lo trova nel soggiorno di casa, chi durante una festa, chi in un commissariato e chi s'incontra in un piccolo ospedale. Michelle, sei stata la mia migliore amica durante gli anni di scuola, abbiamo condiviso delusioni e dolori, so chi sei e sono fiera di chi sei diventata. Leo, rimarrai il mio compagno di avventura assurde. Passeranno anni prima che ritorni in quei luoghi in cui abbiamo lavorato, ma senza di te non sarei qui, viva e nemmeno avrei avuto l'appoggio di un vero amico.- sorrise ai due ragazzi. -Avete avuto la fortuna di incontrare l'amore e di accoglierlo completamente, prendendovi il rischio di una grossa botta. Eppure, eccoci qui a piangere come fontane, al vostro matrimonio. Vi auguro ogni bene del mondo, ogni felicità possibile e per carità Michelle, basta con questi regali! L'abbiamo capito che il tema sono i fiori d'arancio!- disse mostrando due piccoli fiorellini che decoravano la bottiglia di champagne. -Alla vostra felicità, al vostro amore e al vostro futuro!-

___

-Mi concedi questo ballo?- domandò una voce che ben conosceva.

-Perchè sei qui?-

-Perchè non posso allontanarmi da te. Te l'avevo promesso, non ti lascerò mai più.-

-E' facile dirlo.-

Si fissarono in volto, entrambi seri, entrambi consapevoli che in quel momento si stavano giocando tutto.

-Ti prego, ricominciamo insieme?Solo io e tu. Lontano da qui. Lontano da ogni stupido ricordo del passato. Anche solo due giorni, fuori città. Ho bisogno di dimostrarti che sono cambiato. Che ho smesso di essere il Dean che viveva alla giornata. Ora voglio essere il Dean di Eva.-

si avvicinò a lei, stampandole un bacio sulla fronte. Trasportato da una dolce melodia che aveva coinvolto tutti i ballerini in un lento, cominciò ad ondeggiare, stringendola a sè.

-Io non sono più quella vecchia Eva.- disse lei, abbracciandolo e tenendo la fronte premuta sulla sua.

-Allora, impariamo a conoscerci di nuovo.-

Lei attese qualche secondo e poi si sporse, baciandolo sulle labbra.

-Buongiorno, sono Eva Cannier.-

-Buongiorno, io mi chiamo Dean Branson.-

   
 
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