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Autore: Beatrix_    24/06/2010    2 recensioni
Il piacere di grattare la patina argentea. Il lieve sussulto del cuore, all’apparire dei primi numeri. La leggera delusione, nel mettere insieme i risultati e accorgersi che il premio non c’è.
Genere: Generale, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io vendo scommesse sul futuro, qualcuna

vince molto, di tutte le altre invece non mi curo...

 

- Mi dia un gratta e vinci! – Un gratta e vinci, presto!

 

Il piacere di grattare la patina argentea. Il lieve sussulto del cuore, all’apparire dei primi numeri. La leggera delusione, nel mettere insieme i risultati e accorgersi che il premio non c’è. La tanto sospirata vincita non è lì.

La nuove speranza. È un attimo: una veloce sbirciata al portafogli, un fugace pensiero alla famiglia, allo stipendio che non è mai abbastanza, alla fame che, anche questo fine mese, i suoi figli patiranno.

Un attimo e il signor Rossi è di nuovo nella tabaccheria. In un’altra tabaccheria, per non dare troppo nell’occhio; per non attirare l’attenzione, per non farsi notare come “quello con la dipendenza per il gioco”. Il signor Rossi non ha alcuna dipendenza. Non è dipendenza la sua. Vuole soltanto scaricare la tensione. Vuole soltanto sognare, un poco.

I massacranti turni in fabbrica; i conti, che non tornano mai; una famiglia da portare avanti. Alcune volte il signor Rossi crede che sia troppo per lui. Crede che, insomma, se quel pezzetto di carta lo premiasse con la tanto sospirata vittoria...

Se vinco mi compro una casa in collina, una macchina buona e tre casse di rum. Se vinco da bere per tutti, Tequila bum bum!

Non sarebbe avaro lui! No, non lo sarebbe. Sarebbe generoso con amici e parenti. Vuole solo una vita più comoda, una casa fuori città; una vacanza ogni anno: non ha grandi pretese il signor Rossi.

La vita con lui è stata ingiusta. Anni e anni di fatica per ritrovarsi con niente. C’è crisi, dicono, la pagano tutti. Lui vorrebbe solo non dover preoccuparsi ogni giorno del futuro dei suoi figli. Se potranno studiare, se riusciranno ad avere una vita migliore della sua... no, il signor Rossi vorrebbe non dover avere di questi pensieri.

Il piacere di grattare la patina argentea. Il lieve sussulto del cuore, all’apparire dei primi numeri. La leggera delusione, nell’accorgersi che no, non è quello il biglietto vincente. Ma lui non dispera.

Li ha visti, in TV. Centinaia e centinaia di fortunati che ora sono in qualche parte del mondo a godersi una vita migliore. La fortuna ti bacia: bisogna solo aver fede e pazienza. Bisogna saper attendere e perseverare: prima o poi tutti saranno ricompensati.

Una volta ha vinto 20€. È stato molto, molto molto tempo fa. Era ancora un ragazzo e comprava quei biglietti così magici per scherzo. Quasi sfidando la Sorte, piuttosto che pregandola. Poi sono arrivati quei 20€. Il Signor Rossi ne è certo: sono stati quei 20€ a rovinarlo. A fargli credere che sì, per lui c’è speranza come per tutti. La fortuna gira e presto sarà il suo turno. E questa volta non saranno soltanto 20€.

Una veloce sbirciata al portafoglio; un fugace pensiero alla famiglia.

Il signor Rossi entra in una tabaccheria: - Mi dia un gratta e vinci! –

 

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Non so esattamente come sia nata questa cosa. Probabilmente ascoltando Daniele Silvestri e la sua geniale canzone Monetine!xD (di cui ho, tra l’altro, riportato un paio di passi: le prime righe in alto e la frase in corsivo al centro del testo). Ho sempre sognato di descrivere la psiche di queste persone ma credo di non esserci riuscita molto bene: sono stata un po' troppo semplicistica.

Ringrazio anticipatamente tutti coloro che leggeranno e se mi lasciate un commentino per farmi sapere cosa ne pensate (se vi è piaciuto, se vi ha fatto schifo e magari il perché...) ve ne sarò grata! :D

EDIT: La storia ha partecipato al contest "Drabble and flash collection" di  Deidaradanna93 classificandosi quinta. Riporto il giudizio e gli splendidi banner *_*

Correttezza grammaticale: 9.5/10
Stile: 4.5/5
Originalità: 11.5/15
Giudizio personale: 10/10
Tot.: 35.5/40

Ho amato davvero tanto questa storia.
Il ruolo quasi ironico con cui l'hai raccontata, la buona resa realistica, l'ottima analisi psicologica del personaggio.
Andiamo per punti. La grammatica è perfetta, ti ho tolto quel mezzo punto per un banalissimo errore di battitura [“La nuove (nuova) speranza”].
Lo stile è fluido e sostenuto, pulito e mai disordinato. Non me la sono però sentita di darti punteggio pieno per qualche minimo vacillamento, e per la sua semplicità, comunque il tuo modo di narrare rimane ottimo. Solo un piccolo appunto, sarebbe meglio scrivere 20€ come 20 euro, o ancor meglio venti euro, in parole; spero che non fosse una tua scelta voluta.
Passando oltre, l'originalità è più che buona. Soprattutto mi è piaciuto quel riassunto disastrato di vita, la descrizione del gioco perverso in cui è incappato il protagonista, che il lettore con occhio critico ed esterno addita come ingenuo, ma si sente nel profondo capace essere afflitto dalla stessa debolezza. Non ti ho dato di più nell'originalità perché, nonostante tutto, il quadro che fai della vita del malcapitato protagonista è classico, e anche il tema della dipendenza dal gioco è abbastanza trattato.
Comunque sia, mi ha colpito molto la straordinaria precisione e l'ottimo realismo con i quali hai descritto il funesto fenomeno che avviene nella psiche del personaggio. La speranza, la persistente fiducia di vincere, e il meccanismo crudele che gli impedisce di smettere, sono descritti egregiamente, in modo da rendere molto bene la disgrazia (chiamiamola pure così) in cui è precipitato il fantomatico signor Rossi.
La tua scelta di riprendere alcune frasi (l'iniziale e la finale, per fare un esempio) e alcune procedure è davvero azzeccata; indica in modo piuttosto efficace il tunnel in cui si è trovato il protagonista, e dal quale difficilmente riuscirà ad uscire.
E' davvero una bella storia, fa riflettere in modo implicito e velato, ma la tesi che sostieni viene colta chiaramente dietro le righe, soprattutto quando fai uso di certe espressioni che hanno quel pizzico di ironia amara.
Hai descritto in modo "leggero" la catastrofica discesa del personaggio, che termina inevitabilmente in disgrazia; tuttavia il lettore non se ne rende del tutto conto e continua a leggere, incuriosito; un po' come il nostro soggetto non si rende conto della rovina in cui sta precipitando, e continua a prestare fede nello spauracchio della dea bendata, scivolando fin troppo facilmente verso il fondo.
 
il giudizio e rec 
Ho amato davvero tanto questa storia. Il ruolo quasi ironico con cui l'hai raccontata, la buona resa realistica, l'ottima analisi psicologica del personaggio. Andiamo per punti. La grammatica è perfetta, ti ho tolto quel mezzo punto per un banalissimo errore di battitura [“La nuove (nuova) speranza”]. Lo stile è fluido e sostenuto, pulito e mai disordinato. Non me la sono però sentita di darti punteggio pieno per qualche minimo vacillamento, e per la sua semplicità, comunque il tuo modo di narrare rimane ottimo. Solo un piccolo appunto, sarebbe meglio scrivere 20€ come 20 euro, o ancor meglio venti euro, in parole; spero che non fosse una tua scelta voluta. Passando oltre, l'originalità è più che buona. Soprattutto mi è piaciuto quel riassunto disastrato di vita, la descrizione del gioco perverso in cui è incappato il protagonista, che il lettore con occhio critico ed esterno addita come ingenuo, ma si sente nel profondo capace essere afflitto dalla stessa debolezza. Non ti ho dato di più nell'originalità perché, nonostante tutto, il quadro che fai della vita del malcapitato protagonista è classico, e anche il tema della dipendenza dal gioco è abbastanza trattato. Comunque sia, mi ha colpito molto la straordinaria precisione e l'ottimo realismo con i quali hai descritto il funesto fenomeno che avviene nella psiche del personaggio. La speranza, la persistente fiducia di vincere, e il meccanismo crudele che gli impedisce di smettere, sono descritti egregiamente, in modo da rendere molto bene la disgrazia (chiamiamola pure così) in cui è precipitato il fantomatico signor Rossi. La tua scelta di riprendere alcune frasi (l'iniziale e la finale, per fare un esempio) e alcune procedure è davvero azzeccata; indica in modo piuttosto efficace il tunnel in cui si è trovato il protagonista, e dal quale difficilmente riuscirà ad uscire. E' davvero una bella storia, fa riflettere in modo implicito e velato, ma la tesi che sostieni viene colta chiaramente dietro le righe, soprattutto quando fai uso di certe espressioni che hanno quel pizzico di ironia amara. Hai descritto in modo "leggero" la catastrofica discesa del personaggio, che termina inevitabilmente in disgrazia; tuttavia il lettore non se ne rende del tutto conto e continua a leggere, incuriosito; un po' come il nostro soggetto non si rende conto della rovina in cui sta precipitando, e continua a prestare fede nello spauracchio della dea bendata, scivolando fin troppo facilmente verso il fondo.  

        
  
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