Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Piccola Ketty    24/06/2010    3 recensioni
Per una mia cara amica, che sta attraversando il periodo della maturità, e con questa tutti gli annessi problemi. Ti sono vicina, Panda in via d'estinzione. Ti voglio bene.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Per te, carissima e adoratissima Mel.
Puoi contare su di me, sempre.
Ti voglio bene.





È un periodo difficile, lo so, ed io le sono accanto come sempre, da quando la conosco.

Se non fosse stato per la passione che ci accomuna, non sarei mai riuscita a scoprire che bella persona avevo accanto, perché, nonostante sia sempre stata la mia vicina di casa, non ci siamo mai rivolte la parola se non per un misero “ciao”.
Io troppo timida per dirle che mi avrebbe fatto piacere conoscerla meglio, lei forse più di me.
Da quando ho iniziato a scrivere, ho sempre pensato che fosse soltanto un modo per poter sfogare tutto lo stress accumulato, e per poter buttare giù, le idee che altrimenti nella mia testa, creerebbero soltanto confusione.
Come mi sbagliavo.
Grazie al sito nel quale pubblico le mie storie, ho fatto la conoscenza di un sacco di persone che adesso sono diventate davvero importanti.
“Kate, ti muovi?”, evito di rispondere a mio fratello, per non sentire le lamentele di mia madre.
Dobbiamo uscire, ma io sono affacciata alla finestra della mia camera, per poterla vedere.
Sarà già uscita. Guardo l’orologio, ed in effetti, è tardi per lei.
Ricordo ancora quando, qualche mese fa, capimmo di abitare nella stessa città, e addirittura nella stessa via.
 
“Sai, mi piacerebbe davvero poterti abbracciare”, lo scrissi in preda ad una crisi di pianto.
Stavo male, e lei sembrava l’unica in grado di calmarmi.
“Beh, se tu fossi qui vicino, non ci sarebbero problemi. Mollerei tutto, prenderei la mia sciarpa rossa e volerei da te con il mio deltaplano”.
Oh, lei e il tacchino.
Erano un toccasana per me, e per il mio umore. Lei lo sapeva, e capiva quando ero tanto disperata da averne bisogno.
“Sarebbe davvero bellissimo”.
 
Non so come mai, a nessuna delle due è mai venuto in mente di domandare all’altra, dove abitasse.
Si, ok, dire che si abita al sud, non è come specificare la città, o addirittura il paese, però potevamo arrivarci molto prima.
 
Iniziò a spiegarmi come era fatta la sua casa, dicendomi dei mille sacrifici che i suoi avevano fatto, per poterla tirare su da soli.
Lei, e i suoi fratelli.
Una lucina si accese nella mia testa, in quell’esatto momento.
Quando poi iniziai a dirle il paese dove abitavo, per lei fu davvero come cadere dalle nuvole.
“No, ti prego, esci di casa..”, mi disse presa dall’emozione.
“Ma figurati. Non mi dirai che..”, non volevo ammetterlo nemmeno io.
Non feci nemmeno in tempo ad uscire dalla porta principale, che la vidi, bellissima e con il viso più dolce che io avessi mai visto, in piedi davanti al mio cancello, con il telefono al petto.
Portai il mio all’orecchio, guardandola negli occhi.
“Ciao”, dissi alla cornetta.
Lei mi sorrise, correndomi incontro.
Fu il giorno più bello della mia vita.
 
Sospiro, cercando di non pensare che in questo momento, lei è tra i banchi di scuola, intenta a svolgere la seconda prova per la maturità.
Io l’ho già data l’anno scorso, quindi so benissimo come si può sentire, e so anche che io, non posso fare molto per lei, se non ascoltare ogni suo discorso con assoluto silenzio.
Ci somigliamo molto, e certamente, se provassi a contraddirla, come faceva mio fratello con me l’anno scorso, mi mangerebbe viva.
“Perché ridi?”, mi domandò mia madre osservandomi.
“Niente, pensavo che è buffo. A volte le persone che ami di più, sono a pochi metri da te, eppure tu non te ne accorgi”.
“Parli di Melanie?”, la conosce bene anche lei, anzi, lei prima di me.
I nostri genitori sono amici di vecchia data. E la cosa è ancora più buffa.
“Si, esatto”. Sorrido involontariamente, ormai quando parlo di lei succede sempre.
“Sono davvero contenta che tu abbia trovato un’amica così Kate”, sento le lacrime pungermi gli occhi, e devo concentrarmi per non farle scendere.
“Si, anche io”, mi volto verso di lei, sorridendole.
“Ora vai, che se no tuo fratello non ti aspetta più”.
La saluto con un bacio sulla guancia, raggiungendo quel nanerottolo all’ingresso.
“Andiamo?”, mi domanda con la racchetta in mano.
“Certo”, andiamo a giocare a tennis qui vicino, da soli.
Voglio passare del tempo con lui, ora che ha finito la scuola.
Nonostante siamo sempre a punzecchiarci, sappiamo che possiamo contare l’uno sull’altra.
“Dai allora, che se no facciamo notte”.
Gli do una spinta leggera, per farlo smettere di parlare, ma serve solo a caricarlo maggiormente.
Fuori, dopo aver dato un’occhiata alla casa di Mel, prendo un grosso respiro, prima di dedicarmi totalmente a mio fratello.
 
Il pomeriggio passa veloce, così come tutto il resto della giornata.
Ho ricevuto qualche messaggio di Melanie, che mi diceva che andava tutto bene, e che sarebbe tornata in serata, dopo una visita dalla nonna.
Sinceramente, non vedo l’ora di vederla.
Ormai è diventato un rito, il nostro, quello di metterci nel suo, o nel mio letto, con una coppa di gelato e due cucchiaini, a chiacchierare del più e del meno.
È una cosa che, ormai fa parte di me, di noi.
Sbuffo, girando svogliatamente i canali della televisione.
Non c’è niente che mi attiri, non più della voglia che ho di correre a casa sua.
Mi volto spesso verso la porta di casa, per sentire la sua voce, per capire se è tornata.
Sento il telefono squillare, e mi precipito sul tavolino.
 
Panda:
Sono tornata ora, sono morta.
 
Sorrido davanti allo schermo del telefono, riponendolo nella tasca dei jeans e dirigendomi in cucina.
“Vai da Melanie?”, mi domanda mia madre, osservandomi mentre apro il surgelatore.
“Si”, poso il gelato sul tavolo, cercando i cucchiaini.
“Secondo me, preferirebbe cioccolato”, la guardo, ponderando la decisione di darle retta, e sorridendole, cambio gusto.
“Grazie mamma”, le do un bacio veloce, prima di uscire dalla cucina con il cuore che batte velocemente.
Scendo le scale esterne velocemente, trovandomi per la strada.
La luce della sua camera è accesa, segno che si sta mettendo comoda.
Non so se si immagina il mio arrivo, ma sono giorni che non facciamo più un ritrovo sul suo letto, e sono sicura che a sua madre manca il fatto di non lavare più le lenzuola sporche di gelato.
Scoppio a ridere, mentre con il cuore che batte ancora più forte, salgo le scale di casa sua.
Suono il campanello, e sua madre viene ad aprirmi.
“Buona sera”, la saluto con un sorriso enorme, ritrovando lo stesso nel suo viso.
“Ciao Kate, che piacere. Vieni pure, Mel è su agitata e stanca”, mi dice facendomi l’occhiolino.
Alzo in aria il gelato, tenendo i cucchiaini con una mano.
“Per questo sono venuta”, mi sorride, indicandomi le scale.
Quando arrivo davanti alla porta della sua camera, ci metto qualche secondo per riprendere il controllo della situazione, e per evitare di farmi vedere più agitata di lei.
Busso, aspettando una sua risposta.
“Si? Mamma, ti ho detto di non preoccuparti, che va tutto bene”, trattenermi dal ridere, è davvero difficile.
“Si può?”, le domando, infilando la testa dentro la stanza.
La guardo.
Mi guarda.
Si alza di scatto dal letto, correndomi incontro.
Lascio che spalanchi la porta, facendomi entrare.
“Aspetta”, le dico, indicando il gelato.
I suoi occhi si illuminano, ed io sono felice. Felice dentro.
Appoggio il gelato sulla sua scrivania, lasciando che il calore della nostra amicizia ci avvolga.
“Mi sei mancata”, sussurra stringendomi.
“Oh anche tu, piccolo aviatore”, le bacio la fronte, sorridendole.
Quando ci troviamo sul letto, a parlare degli ultimi pettegolezzi del paese, sento che ormai, non posso più fare a meno di questa ragazza. Ormai mi è entrata dentro, e non so se avrei mai la forza di farla uscire dalla mia vita.
Ti voglio bene Mel, e voglio che tu lo sappia.
In ogni modo possibile.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Piccola Ketty