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Autore: elsie    25/06/2010    2 recensioni
"In ognuno di noi c'è un eroe e un assassino, essere l'una o l'altra cosa dipende da quale carta giocherà il destino." Delilah ha scelto di correre un rischio altissimo pur di proteggere la persona che l'ha abbandonata da bambina. Ora si trova ad essere una pedina in un gioco pericolosissimo, ma avrà anche la possibilità di tentare di salvare ciò che altri prima di lei hanno distrutto...
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton, Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Cap. 1 - Take me home, country roads

Disclaimer: Tutti i personaggi, a parte quelli originali, appartengono a JK Rowling.


Anche se sono una fan sfegatata da anni e anni, questa è la mia prima incursione nel mondo di Harry Potter e sono un po' nervosa. Inoltre, ho letto tutti i libri della saga in inglese e alcuni dei nomi potrebbero sembrarvi un po' strani. Se lo trovate troppo complicato, fatemelo sapere e cercherò di fare qualcosa al riguardo.

La citazione che appare nell'introduzione e all'inizio del testo appartiene ad un autore di cui disgraziatamente non ricordo il nome. Se qualcuno la riconoscesse mi farebbe un enorme favore.


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Cap. 1 - Take me home, country roads


"In ognuno di noi c'è un eroe e un assassino, essere l'una o l'altra cosa dipende da quale carta giocherà il destino."


Charlie Weasley si dedicava al suo lavoro con tutta la dedizione e l’entusiasmo di un uomo innamorato.

La sua famiglia e i suoi amici, seppure molto orgogliosi di lui, faticavano a capire la ragione che l’aveva portato ad abbandonare la prospettiva di una di una fulgida carriera nel Quidditch per dedicarsi anima e corpo allo studio e alla cura di creature gigantesche, selvagge e terribilmente pericolose, nonché, almeno secondo il resto del mondo tranne Charlie Weasley, francamente orripilanti.

Ma a Charlie Weasley non importava di quello che pensava il resto del mondo dei draghi. Lui li amava e non avrebbe mai perso l’occasione di passare ogni minuto del suo tempo con loro.

Ma non oggi.

Oggi Charlie sedeva al tavolo di legno nella piccola cucina della sua casa in Romania. Teneva gli occhi fissi sulla copia del Corriere del Mago davanti a lui e, di tanto in tanto, prendeva distrattamente un sorso dalla tazza di tè bollente che stringeva tra le mani.

Oggi Charlie aspettava visite.

Ci fu un leggero bussare alla porta, e d’istinto Charlie guardò il caminetto spento davanti a lui. Non vide nulla, e per una frazione di secondo si guardò attorno confuso. Poi un leggero sorriso gli attraversò il viso.

“E’ aperto, Delilah.”

La porta si aprì e una ragazza alta, pallida e dai capelli neri varcò la soglia. Portava una sacca da viaggio buttata su una spalla e teneva un giornale arrotolato nell’altra mano.

Charlie si alzò e la guardò con le mani in tasca e un vago sorriso sulle labbra.

“Non si usa più il camino, adesso?” la rimproverò.

Delilah sorrise di rimando. “Volevo stupirti.” Posò la sacca a terra. “Tu piuttosto, non ti sembra da incoscienti lasciare la porta di casa aperta in un posto del genere?”

Charlie scoppiò a ridere. “Ti conosco fin troppo bene, Delilah.”

 La ragazza fece un’espressione di disappunto e Charlie rise con più gusto.

“Sta zitto, Weasley.” gli ringhiò Delilah. “E accendi quel dannato camino, si gela qui dentro.”

La legna nel caminetto si incendiò con un movimento svelto della bacchetta di Charlie. I due si guardarono negli occhi.

“Hai un’aria terribile.” disse Delilah.

Charlie fece spallucce. “Nemmeno tu sei esattamente uno splendore.”

Delilah gli sferrò un pugno sull’avambraccio. “Ti rivedo per la prima volta in cinque anni e dopo due minuti ho già voglia di prenderti a calci.”

Charlie rise. “Delilah, è da quando avevamo quattordici anni che lo ripeti.”

Delilah lo abbracciò. “E’ bello rivederti, Charlie.” sussurrò.

Lui le restituì la stretta. “Anche per me, dolcezza.”

Rimasero abbracciati per qualche istante ancora. Charlie si tirò indietro e guardò Delilah.

“Vuoi mangiare qualcosa?” le offrì.

Lei scosse la testa. “Non ho fame, grazie.”

“Tazza di tè?”

“Andata.”

Charlie si diresse verso la piccola cucina e pronunciò un incantesimo. Delilah si sedette al tavolo ed esaminò il Corriere del Mago con aria preoccupata.

Due tazze di tè volteggiarono nell’aria verso il tavolo, e una si posò di fronte a Delilah. Charlie si avvicinò, afferrò la sua a mezz’aria e si sedette. Delilah indicò il giornale.

“E’ quello di oggi?” chiese.

Charlie prese un sorso di tè. “Sì.”

“E che dice?”

“Nulla di più di quello che ha detto ieri.”

Ci fu un attimo di silenzio, poi Delilah posò sul tavolo il giornale che ancora teneva in mano e lo allargò lentamente.

Al centro della prima pagina campeggiava la fotografia di una donna pallida ed emaciata, i cui lunghi capelli neri le scendevano sulle spalle in disordine. I suoi occhi scuri, appesantiti dalle palpebre spesse, si guardavano attorno febbrilmente.

Evasione di massa dei Mangiamorte da Azkaban! strillava il titolo del giornale.

Per qualche istante nessuno parlò. Poi Charlie staccò lo sguardo dalla fotografia della donna e fissò Delilah.

“Ti ho mandato quel giornale perché so quanto questo sia importante per te.”disse piano. “E perché, se non l’avessi fatto, mi avresti ucciso.” Fece una pausa. “Ma sono convinto che sia un terribile errore, Delilah. Un terribile, terribile, terribile errore.”

Delilah si appoggiò lentamente allo schienale della sedia, ma non staccò gli occhi dalla fotografia di Bellatrix Lestrange.

“E’ un’adulta, Delilah.” continuò Charlie. “Ha fatto la sua scelta. Lascia che...”

“Non sa badare a se stessa, Charlie.” lo interruppe Delilah. “Non è in grado di proteggersi. Se è vero quello che mi hai detto, se lui è tornato...”

“E’ tornato.”

“Allora devo andare, Charlie. Devo. Lui la distruggerà.”

“Lei distruggerà te.” disse piano Charlie. Delilah non rispose.

Per qualche minuto ci fu un completo silenzio, poi Charlie appoggiò i gomiti sul tavolo, inspirò profondamente e si sporse leggermente verso Delilah.

“Tuo padre...”

Delilah schizzò in piedi e gli voltò le spalle, camminando a grandi passi verso la finestra.

Charlie la ignorò. “... è nell’Ordine.” continuò. “Lui...”

“Lui l’ammazzerebbe con le sue mani, se la cosa potesse fargli comodo.” lo interruppe Delilah voltandosi verso di lui. Charlie tacque.

“E’ mia madre, Charlie.” sussurrò Delilah. Alzò le spalle e un sorriso triste le illuminò il volto. “E’ come una bambina che corre dietro ad una lucciola. Lui la userà, le succhierà il sangue e tutta la linfa vitale che possiede, e poi la getterà via. Devo occuparmi io di lei.”

Charlie si limitò a fissarla senza rispondere.

“Qual è il tuo piano?” le chiese infine.

Delilah scosse la testa. “Non lo so. Devo trovarla, immagino.”

“Quando pensi di partire?”

“Subito.”

“Puoi farlo domani.” disse Charlie. “In fondo un giorno in più non fa differenza. Puoi passare la notte qui, e partire domani mattina.”

Delilah scoppiò a ridere. “Se non sapessi che da quando ci siamo lasciati esci solo con muscolosi e tatuati addestratori di draghi, penserei che tu stia cercando di portarmi a letto.”

Charlie sorrise. “La colpa è tua. Una relazione con te è bastata a farmi rinunciare alle donne per sempre.”

Ridendo, Delilah raccolse la sua sacca e se la buttò su una spalla. “Grazie per tutto l’aiuto, Charlie, sul serio.”

Lui sospirò. “Credimi, vorrei non averlo fatto.” Si alzò e si infilò le mani in tasca. “Hai intenzione di usare la Polvere Floo questa volta, o intendi affidarti ancora ad una delle tue stramberie?”

Delilah rise di nuovo. “Pensavo di materializzarmi. Non ho esattamente un camino che mi aspetta.”

Charlie la guardò dubbioso. “Materializzarti fino in Inghilterra? Ma sei impazzita? E’ un viaggio massacrante. Perché non usi il cammino della casa dei miei genitori, invece? Sul serio Delilah, so che i miei fratelli scherzano sempre sul fatto che dopo una relazione con te mi sono dichiarato gay, ma tutta la mia famiglia ti vuole bene.”

Delilah sorrise. “Non credo sia una buona idea.” Abbracciò Charlie e lui la strinse di rimando. “Me la caverò.”

“Ci conto.” rispose lui. “Avviserò l’Ordine del tuo arrivo.”

Delilah si staccò dal suo abbraccio e lo guardò con disapprovazione, ma non disse nulla.

“E manda un gufo a tuo padre.” continuò ignorando lo sguardo furente di Delilah. “Sul serio Delilah, da quanto tempo è che non vi parlate? Sei anni? Sette? Da quando hai lasciato Hogwarts? Per Merlino e tutta la Congrega, Delilah, mandagli un gufo.”

“Avrei davvero dovuto prenderti a calci.” sibilò lei, e si smaterializzò.

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Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto. Recensioni, nessuno?

  
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