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Autore: annina94    25/06/2010    1 recensioni
- Buongiorno signori Jonas. – disse Anna, non lasciando trapelare dal suo tono, il nervosismo che s’infrangeva contro le sue labbra, desideroso di uscire. - Buongiorno a te! Io mi chiamo Denise, piacere.- disse la donna porgendole la mano. Il suo tono era caldo ed esprimeva felicità. - Anna, il piacere è mio.- classiche formalità, noiose ma utili. Il suo dubbio si rimpossessò della sua mente, quando la signora pronunciò il suo nome. “ Se è lei la Denise che penso io, allora ci sarà da ridere. Vediamo come si chiama il padre, e il gioco è fatto.” Pensò Anna, che non osava pensare alle conseguenze di nove mesi passati al loro fianco. - Io sono Paul Kevin Sr., benvenuta- si presentò l’uomo, porgendo anch’egli la mano. “ Bingo”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 18

Ce l'ho fatta!!

Mi ero prefissata di aggiornare entro oggi e siccome alle due parto per l'Elba, dovevo finire assolutamente entro oggi.

Perché oggi?

Beh è l'anniversario della morte di Michael Jackson.

Lo so che probabilmente vi annoio, ma per me è molto importante ricordare questo giorno.

Ecco perché ho deciso di dedicare questo capitolo al Re.

Semplicemente grazie, grazie Michael. Per tutto.


Passiamo ai ringraziamenti di voi ragazze:

LadyBird27: “Aggiorna presto” ehm... sì, beh.. insomma.. Oh cara, ora vedrai cosa quella mente malefica di Anna ha in mente per Kevin... Muahahahah Grazie mille per il tuo sostegno!

jonas_princess: Visto? È il 25 e io ho aggiornato. Mi rifiuto di parlare oltre, perché ti ho già raccontato tutto, quindi leggi e commenta!

Maggie_Lullaby: eh, Nick a petto nudo mi sa che prima o poi lo descrivo, non ti preoccupare, ho deciso di farvi sbavacchiare un po'.. grazie mille cara!


Capitolo 18: Liberian Girl.


- Alex, maledizione, muoviti, che sennò arriviamo in ritardo! - sbraitò una frizzante Anna, mentre si sistemava le scarpe appoggiata ad un muro per evitare di cadere per terra.

- Non è mica colpa mia se queste dannatissime forcine non stanno su, cavolo! - le rispose a tono la mora dal bagno.

Se avesse avuto tempo Anna si sarebbe fermata e avrebbe alzato gli occhi al cielo, ma in quel momento il tempo era l'unica cosa che non avevano.

- E allora usa la lacca come se piovesse, perché se non te le metti tu quelle dannate forcine, giuro che, a costo di venire scalza perché anche io sono alle prese con questi stramaledettissimi cosi, – rantolò, mettendo una mano all'ultimo secondo sulla porta per fermare la caduta – te le pianto nel cranio. E non sarà piacevole. - aggiunse, saltellando su un piede solo.

- Ahhhhh!! -

L'urlo di Alex lo avevano sentito anche in Polonia.

- Che cosa diavolo c'è ancora?! - ruggì la bionda, raggiungendo l'amica in bagno, brandendo una mazza da baseball che aveva trovato in camera.

Vide Alex girarsi con due occhi quasi spiritati e credette di doverla portare da un esorcista.

- Nicholas e Joseph saranno qui fra dieci minuti. - sentenziò, lapidaria.

Anna assimilò la notizia e lentamente si voltò verso l'orologio che stava sul mobile.

- E allora cosa diavolo stiamo qua ferme a far niente! - urlò la cinerea, svegliandosi da quel momentaneo stato di trance.

Come se fossero state morse da un serpente, le due ragazze saltarono sull'attenti, triplicando la velocità dei movimenti.


- Alex, hai bisogno che ti trucchi? - chiese la bionda mentre si metteva gli orecchini, per risparmiare tempo.

La mora diede una fulminea occhiata all'orologio e poi rispose affermativamente, facendo segno ad Anna di seguirla in bagno.


In due minuti Alex era pronta.

Anna la guardò ridacchiando soddisfatta e passò alla propria immagine.


- Di' la verità – cominciò la mora, appoggiandosi con una spalla allo stipite della porta del bagno – per il compleanno di Kevin hai messo un vestito e quindi sei vestita straordinariamente elegante, solo per fare una specie di torto a Nicholas? - buttò lì con fare disinteressato, guardandosi le unghie.

Anna non smise di fare quello che stava facendo, continuando come se quello che Alex aveva appena detto non la riguardasse minimamente.

- Mmm per quello che avevo in mente per Nicholas dovevo per forza essere vestita a quella maniera, quindi non vedo come il fatto che io indossi uno scomodissimo vestito per il compleanno di Kevin possa in qualche modo essere interpretato come un piccolo torto nei confronti del III° Jonas. - asserì tranquilla.

Alex sospettava che sotto sotto Nicholas avesse un posto speciale nella vita della diciassettenne, ma non era ancora riuscita ad averne la conferma: Anna era impenetrabile per certe cose.

Quindi decise di abbandonare il discorso.

Saggia decisione” commentò la cinerea mentalmente, accennando un sorriso, guardando di sottecchi l'amica dallo specchio.


Il campanello suonò in perfetto orario e le due amiche si avvicinarono alla porta, aprendola e trovandosi davanti i due Jonas di mezzo.


(http://www.mtv.com/content/ontv/vma/2008/photo/flipbooks/08-red-carpet/jonas-brothers-16000731_wire.jpg ignorate Kevin, lui viene dopo..)


La reazione dei due ragazzi fu.. beh, rimasero di sasso, nel vero senso della parola.

Alex sfoggiava un vestito lungo fino a metà coscia, azzurro, che avvolgeva perfettamente il suo fisico asciutto, le scarpe erano assai azzardate, ma ai suoi piedi sembravano perfette (due trampoli argentati). Per finire un bracciale intonato e una collana dai tratti sfuggenti. E le forcine.


(http://www.polyvore.com/alex/set?id=19016519)


Ma quello che colpì maggiormente i due fratelli era Anna.

Non tanto perché il vestito fosse relativamente carino, quanto per il fatto che fosse un vestito.

Rosso chiaro, senza spalline e lungo poco sopra le ginocchia. Che le scarpe non fossero da ginnastica o infradito fu il secondo colpo allo stomaco. Avevano addirittura un po' di tacco.


(http://www.polyvore.com/anna/set?id=19018368)


In pratica sia Nick che Joe rimasero imbroccolati a fissare le due ragazze davanti a loro per qualche minuto.

- Se non ci levate gli occhi di dosso, vi prometto che torno su e mi metto un paio di jeans e una maglietta e vengo così. - la voce acida della loro coinquilina li risvegliò come una secchiata di acqua gelida.

Era troppo bello per essere vero. Ma dopotutto non si può pretendere qualsiasi cosa dalla vita, no? È già tanto che indossi un vestito, ovviamente il caratteraccio lo doveva mantenere. Eh vabbeh” pensò Joe, alzando le spalle e sorridendo rassegnato.

La reazione di Nicholas alle acide parole di Anna fu abbastanza diversa: era decisamente esaltato.

La vedeva più bella di quanto già non la considerasse e non si preoccupò delle farfalle che ormai erano amiche del suo stomaco.

Però gli venne in mente un particolare: ormai era risaputo che Anna non si vestiva elegante perché reputava vestiti, gonne e compagnia bella inutili e scomodi, e, benché non ne avesse mai capito il motivo – e qui gli venne in mente un episodio accaduto due settimane prima – rispettava la sua idea.

Anna e i tre fratelli erano andati a fare un giro per uno dei più grandi centri commerciali di L.A.

Inizialmente la ragazza era scettica, perché dove c'erano i Jonas c'erano anche paparazzi e quindi guai e stress.

Che seccatura” aveva pensato la ragazza, socchiudendo le palpebre dietro gli occhiali da vista.

Ma naturalmente le cose non potevano andare diversamente, era pur sempre in compagnia dei Jonas Brothers.

Dopo una lunghissima discussione – alla quale aveva preso parte anche Annalisa – avevano deciso di rilasciare in un'intervista ufficiale tutte le informazioni che la diciassettenne era disposta a condivider con il resto del mondo.

Quindi ora tutte le fan dei JB sapevano che a casa Jonas girava una ragazza poco più grande di Nicholas, che diceva di non essere interessata minimamente a nessuno dei tre coinquilini.

Inutile dire che ogni santa volta che uscivano in città per qualunque cosa, Anna era la vittima di occhiatacce piene di odio, invidia e gelosia da parte delle fan.


Usciti dalla macchina, stavano andando a fare l'ennesima seduta di shopping per la ragazza, dato che si stancava in fretta di gironzolare a vuoto.

Dopo un'ora e mezza, quando Anna aveva già esaurito parte del suo repertorio di battute acide e commenti sarcastici – sempre con meno cattiveria da quando chiacchierava con Nicholas – e stava cercando di insegnare a Joe qualche parola di italiano.

- Sco..apu – balbettò il ventenne concentratissimo su quello che voleva dire.

- Beh quattro lettere su sei anche se in ordine sparso non è male.. - rispose lei, trattenendo una risata.

- Però si dice “scarpe” s-c-a-r-p-e. - sillabò, per far sì che capisse la pronuncia.

Dopo svariati tentativi, finalmente Anna si ritenne soddisfatta dei risultati ottenuti da Joe e gli concesse un sorriso.

- Sai, ho notato che da quando hai parlato con Nick, sorridi più spesso! - le fece notare il mezzano, sorridendo a sua volta.

- Che cosa vuoi insinuare con questo? - estinse il suo entusiasmo, girando appena la testa di lato e guardandolo preoccupata.

Joe aveva immaginato che le sue parole avrebbero potuto essere fraintese, quindi si affrettò a spiegare.

- Niente, dico solo che da quando ti sei aperta – e credo che tu abbia scelto Nick perché è un tuo coetaneo – ti senti più libera. - continuò, scrollando le spalle.

Anna lo guardò fisso negli occhi e poi addolcì lo sguardo.

- sì, me ne sono accorta anch'io. -


Stavano passando per Rodeo Drive, quando l'attenzione della ragazza fu catturato da una vetrina di un negozio Cavalli.

La cosa che fece rizzare le antenne ai tre fratelli fu il fatto che esposti in bella mostra c'erano solo vestiti lunghi, corti ma tutti eleganti.

Conoscendo la naturale avversione della ragazza verso tutto ciò che recava l'etichetta “costoso” e “elegante” - che per estensione significava scomodo – si guardarono straniti.

Senza dire una parola le si avvicinarono e contemplarono la bellezza di quegli abiti.

- Perché non te ne prendi uno? Secondo me staresti bene con uno di questi! - le domandò il maggiore dopo qualche minuto di silenzio.

Anna non rispose subito.

- Perché io generalmente non sto bene con i vestiti. E se non mi vedo io bella, non mi sento a mio agio e quindi rischio di essere nervosa tutto il tempo che ce l'ho addosso. - rispose, voltandosi a metà della frase verso Kevin.

- E chi te lo dice che con tutti i vestiti devi stare male per forza? Io credo che quando troverai quello che ti piace ti starà bene. - s'intromise Joe, dando man forte al fratello.

Nick preferì rimanere in silenzio, in quanto non sapeva esattamente cosa la sua bocca avrebbe detto.

Anna spostò lo sguardo da Kevin a Joe e poi parlò

- Non ho il fisico per portare i vestiti. Non sono alta né ho delle gambe lunghe e affusolate e la mia figura non è slanciata. - ammise, con una punta appena percettibile amarezza.

- Pff, capirai, c'è un mucchio di gente che va in giro con vestiti che starebbero bene solo a certi modelli dal fisico perfetto, e tante volte neanche a loro. Di che ti preoccupi? - intervenne Nick, che fino a quel momento era stato zitto.

- Di quello che io stessa penso di me. - conclusa, avviandosi verso la macchina con gli occhi bassi.


- Beh, se posso permettermi un commento, direi che state benissimo. - mormorò Joe, riprendendosi dallo shock.

- E io concordo in pieno. - aggiunse Nick, appoggiandosi allo stipite della porta.

- Ok, quando avete finito di fare commenti possiamo andare. - li riprese Alex, spegnendo la luce e aspettando che tutti furono usciti di casa per poi chiudere la porta.

- Oh, comunque grazie dei complimenti. - risposero in coro le due amiche, sorpassando i ragazzi e avvicinandosi alla macchina.


La festa procedeva bene, Kevin si stava divertendo e anche tutti gli altri invitati.

Arrivò poi il momento dei regali, che su insistenza della diciassettenne prendeva luogo all'inizio dei festeggiamenti.

- Non so se voglio sapere perché – fu l'ironico commento di Kevin, che non sapeva cosa aspettarsi da quella ragazza.

- Beata ignoranza. - gli rispose lei.


- Bene Kevin, visto che i nostri regali li hai già scartati, credo che sia il momento che le nostre due pulzelle di presentino il loro. Sia chiaro che né io né qualcun altro degli invitati sa cosa sia. Quindi su esplicita richiesta di Anna, le lascio il microfono. - presentò Joe, scendendo dal palco che, come per il compleanno di Nick era stato allestito.

Con un cenno del capo, Anna prese il microfono che il mezzano le porgeva e si piazzò al centro del palco, lanciò uno sguardo d'intesa ad Alex, che con un unico gesto fece partire la band che suonava dal vivo.

- Questa è la canzone che mi ha ispirato.. - disse con tono misterioso, sorridendo complice.

Subito le note orientaleggianti, calde e passionali di una canzone più che nota in casa Jonas si fecero spazio tra il silenzio venutosi subito a creare tra la folla.


Liberian girl...
You came and you changed my world
A love so brand new
Liberian girl...
You came and you changed my world
A feeling so true


A quelle parole Kevin rimase un po' perplesso. Cosa significava che “Liberian Girl” l'aveva ispirata?


(Se volete sentire la canzone http://www.youtube.com/watch?v=7sF7HLqS7SY)


Da quando aveva cantato, il sedici settembre, Anna si era data da fare per imparare a modulare la voce e ora riusciva a renderla più profonda, dolce o melodiosa a seconda della canzone che doveva cantare.

Kevin notò come effettivamente fosse migliorata e si godette la canzone senza riflettere troppo.

Finito il brano le andò incontro per congratularsi, ma si distrasse un attimo e non la vide più.

Ma dove si è andata a cacciare?” si chiese, guardandosi intorno per scovarla.

Nulla, pareva essersi volatilizzata.

E Alex con lei.

Non ottenendo risultati si avvicinò a Nick, che a quanto pareva le aveva perse di vista anche lui.

- Sono scomparse. - mormorò il minore, alzando le mani.

- Già, ma perché? - domandò.

- Non cercate di capire la mente delle donne, tutti quelli che ci hanno provato sono finiti negli ospedali psichiatrici. - spuntò Joe, raggiungendo i due fratelli – E comunque, credo che siano andate a prendere il regalo. - aggiunse.

Kevin si girò per andare a cercarle, ma si bloccò a 45 gradi di rotazione.

Fu la classica scena da film: le luci si offuscarono, la musica si affievolì; perfino le due figure di Alex e Anna, che sorridevano soddisfatte alla vista dell'espressione di Kevin, stavano lentamente scomparendo, per lasciare a colori solo due occhi azzurri come il cielo e dei capelli corvini.

Keira.

Il neo-ventiduenne si ritrovò a boccheggiare.

Si era completamente dimenticato di lei e ora che se ne ricordava, si sentiva sia terribilmente in imbarazzo sia in colpa per non essere più andato a trovarla.

Ma questi pensieri vennero completamente annullati quando realizzò come la ragazza fosse vestita, truccata e pettinata.

L'abito era blu scuro senza particolari ricami, con le spalline sottili e lungo fino alle ginocchia.

Ai piedi aveva delle semplici ballerine nere, che si intonavano perfettamente con i suoi capelli, accuratamente tagliati e ordinatamente tenuti fermi da un fermaglio argentato e brillante. Del medesimo colore erano anche i guanti, eleganti e lunghi quasi fino al gomito. Benché li indossasse, aveva sul dito medio sinistro un anello di oro bianco con incastonata una bellissima pietra blu. Simili erano la collana e gli orecchini.


(http://www.polyvore.com/keira/set?id=19016248)


Se Kevin non fosse entrato in trance, avrebbe notato il colorito troppo rosato che le gote della ragazza avevano assunto.

Erano tutti e due imbarazzatissimi.

- Io vi lascerei anche da soli, ma ho come la sensazione che se lo facessi rimarreste a fissarvi, arrossendo come due che si sono presi un'insolazione e soprattutto senza spiaccicare una parola. Quindi ora vi date la manina e vi salutate, ok? - sbucò Alex, facendo le veci di Anna, che sorrideva.

- Ehh...aa..mmm... - mugugnò Kevin, infossando lo sterno nelle spalle.

Keira emise dei versi molto simili a quelli del ragazzo.

- Mi sa che quella di Kevin era una domanda; più precisamente: Come avete fatto a farla venire qui? - il ventiduenne diede segno di sì. - Bene, - annunciò la cinerea, sfregandosi le mani – Sarà il caso che ve lo raccontiamo da capo, eh Alex? -

- Concordo perfettamente. - rispose quella.


E così le ragazze raccontarono della loro avventura.

A partire dall'ispirazione di “Liberian Girl”, al coinvolgimento di Alex, alla sorpresa della ventenne per essersi trovata quella ragazza italiana con cui si era scontrata quasi un mese prima sulla soglia di casa, al suo invito e tutto l'imbarazzo che esso aveva portato, alle due giornate di shopping intensivo, durante i quali non solo Keira aveva fatto spese, ma anche le due diciassettenni erano state “costrette” da Denise a comprare qualcosa.

In quei due giorni avevano imparato a conoscersi ed erano diventate molto amiche.

E poi avevano scoperto di avere una passione in comune..

..un certo ballerino, nonché cantante e un mucchio di altre cose.. pare fosse il migliore nel suo campo, chiamato anche Re.. non c'è bisogno che specifichi di chi sto parlando, vero?



- Cosa?! No, spero di aver capito male. - sbraitò Anna, saltando giù dal suo letto e avvicinandosi pericolosamente alla faccia di Nicholas.

- No, hai capito benissimo, solo che ti scoccia doverti mettere un altro vestito, diverso da quello del compleanno di Kev. - rispose lui dissimulando il nervosismo.

- Appunto! Ma ti pare che debba tornare in giro per negozi per l'ennesima festa? - rincarò lei, sbarrando gli occhi e gesticolando istericamente.

- Eddai, che ti costa?! - cercò di convincerla il diciassettenne allungando la mano verso il suo braccio.

- Ma guarda te 'sti Americani.. devono fare un ballo della scuola per qualunque cosa! Ok che è quello di Natale, ma io cosa ci vado a fare? - biascicò in italiano, misurando la stanza a grandi passi.

- Cos'è, mi hai insultato? - chiese il moro, incrociando le braccia al petto.

- No, ma tanto non ci vengo. -

- Daaaai -

- Ho detto di no! -

- Per favoreee -

- Cosa della parola NO non ti è chiaro? -

- Perchéééé? -

- Perché io sono italiana e da noi queste cose non si fanno. -

- Ma qui siamo in America, non in Italia. Daiiiii -

- Ma che ci vengo a fare? -

- Ti divertirai, vedrai. -

- Oh, certo. Con Natasha che ti ronza intorno facendo la gatta morta. Sicuro, sarà bellissimo. -

- La terrò lontana.. un momento, sei gelosa, per caso? -

- Io? Gelosa? Guarda che queste due parole non sono fatte per stare vicine nella stessa frase. E poi chi mi garantisce che venga Alex? -

- E se ti invitassi io al ballo? -

Con quella frase, Nicholas aveva fatto tacere la ragazza, che si era girata a guardarlo come se avesse appena bestemmiato.

Durante il loro “botta e risposta” Nick non aveva fatto altro che cercare di creare la situazione adatta per chiederle di andare al ballo con lui.

Immaginava che se avesse tentennato anche solo un secondo l'atmosfera si sarebbe spezzata e Anna lo avrebbe cacciato a calci nel posteriore.

Una proposta amichevole era da escludere in quanto quella ragazza era imprevedibile e poi sapeva che si sarebbe imbarazzato da morire.

Infatti per lui era difficile mantenere quell'atteggiamento spiritoso, ma per Anna questo ed altro.

- Non voglio addentrarmi troppo nei meandri della tua mente per capire quale strano pensiero ti abbia indotto a dire una tale assurdità, ma il fatto che tu ci abbia provato ti fa onore. - disse con il classico tono pacato – Direi che potrei quasi accettare, - e qui Nick sospirò sollevato – ma bada che ci vengo anche perché Natasha si è permessa di di insultare Michael. Non credere che io ti voglia sfruttare, potrebbe anche farmi piacere la tua compagnia, ma avere un coinquilino famoso serve anche a questo, no? - concluse, prima di sfoggiare un sorrisino malefico e uscire dalla camera.

Mi chiedo in che cosa sia andato ad imbarcarmi” pensò Nick, sorridendo, andando in camera sua, chiudendosi la porta alle spalle.

  
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