Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Walnut    25/06/2010    5 recensioni
Quando si è disperati bisogna sempre fare i conti con se stessi, anche se poi questi conti saranno dolorosi.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Black, Regulus Black, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Disclaimer: I personaggi, come avrete già capito, non sono - sfortunatamente - miei, ma della zia J.K.Rowling.


Voltati e fuggi


Sentivo le palpebre pesanti, stanche, che quasi si chiudevano. Dondolavo impercettibilmente avanti e indietro, cercando di resistere, ma era quasi impossibile. Strizzai gli occhi affinchè restassero aperti, ma questo mi provocò ancora più stanchezza, giacchè vidi fantasmi di sogni e ricordi affacciarsi nella mia mente. Ero confuso, distratto, assonnato ancor più.
Non capivo cosa mi stava succedendo. Tutto era così veloce da sfuggir alla mia vista. Le parole si mischiavano l'una sull'altra, si accavallavano in una corsa senza destinazione.
Mia madre Walburga rideva sguaiatamente insieme ai suoi amici, mio padre sorseggiava il vino assieme a Malfoy Senior, mio fratello mangiava composto e io ero lì.
La stanchezza mi frustò ancora una volta e ancora una volta oscillai pericolosamente verso la tavola. Nessuno si accorgeva di me, nessuno si accorse di quello che mi stava succedendo. Avrei tanto voluto che qualcuno l'avesse fatto.
Mi dissi che se avessi chiuso gli occhi per un istante non sarebbe successo nulla, così lo feci. Ma feci male.
La testa mi girò e i miei sensi crollarono. Aprii gli occhi perchè volevo restare sveglio. C'erano delle persone, degli ospiti, mia madre, mio padre... ma alla fine non me ne importava niente. Non volevo chiudere gli occhi perchè non sapevo cosa sarebbe accaduto dopo.
"Non abituartici troppo. E' pericoloso." disse mio fratello girandosi verso di me all'improvviso.
Ma purtroppo non riuscii a resistere. Vidi tutto sfuocato e gli occhi mi bruciarono per l'ultima volta.

"Sirius non dare fastidio a tuo fratello Regulus!"
Mi svegliai, improvvisamente. Non ero più a tavola. Mi sembrava di aver dormito per giorni, ma ero ancora stanco, distrutto.
Ancora le mie palpebre imploravano pietà. Supplicavano di chiudersi e dormire. Ma dormire per cosa, poi?
Mi girai lentamente, confuso e disorientato, verso mio fratello.
C'era una torta davanti a lui. Otto piccole candeline brillavano spuntando da un manto bianco che riconobbi come panna. Non ricordavo la mia presenza lì, non capivo cosa ci facevo. Mi guardai attorno e vidi solo gente sconosciuta. Qualcuno mi diede una pacca sulla schiena.
"Dai Sirius, canta per tuo fratello."
"Non posso, sono stanco."
Era vero. Morivo dal sonno, se quello era sonno. Forse non lo era, forse era qualcosa di psicologico, forse la mia testa che stava delirando. C'era qualcosa di oscuro e di sbagliato in tutto quello, ma non riuscivo a capire cosa. Ero già stato lì, ma quando? Guardai me stesso.
Intrappolato in un corpo da bambino, io, Sirius Black, vidi il mio riflesso in una brocca d'argento davanti a me. Il riflesso distorto di me stesso a nove anni appariva ai miei occhi come un incubo.
Non capivo. Ero confuso.
Mi rigirai verso mio fratello, sapendo che dovevo andare via. Ero stanco. Volevo riposarmi.
"VOGLIO DORMIRE! SONO STANCO! STANCO!"
"Non qui. Non in quest'era. Non è questo il tuo posto. Stai sbagliando, Black."
I suoi occhi neri, vuoti, lucidi mi tortureranno per sempre. Non capirò mai perchè gli urlai in quel modo, nè perchè lui si girò verso di me in quella maniera lenta e misurata. Quasi uscii fuori di testa.
Iniziai a spintonare le persone per farmi largo e scappare via. Ma scappare per dove, poi?
Mentre scappavo chiusi gli occhi. Sentii il mio corpo rilassarsi e cadere a terra, stanco. La voce di mia madre mi chiamò.
"SIRIUS! SIRIUS!"

"SIRIUS! ALZATI DA TERRA!"
La sensazione questa volta fu diversa. Fu come se prendessi una boccata d'aria dopo essere stato tanto tempo sott'acqua, come se fossi rimasto fino al limite massimo. Ispirai profondamente. Il mio cuore batteva forte.
"SEI SEMPRE IL SOLITO! UN BLACK NON SI COMPORTA COSI'!"
Ero per terra, con un braccio appoggiato al pavimento e la schiena piegata in una posizione scomoda. Non capivo perchè mia madre urlasse tanto; ero ancora confuso e stanco. Mi passai una mano in faccia come per togliermi quell'immensa stanchezza che si era impossessata del mio corpo.
Non riuscivo a capire perchè ogni volta che mi risvegliavo c'era qualcosa di diverso, ma non mi dava fastidio. L'unica cosa che mi irritava era quella sensazione di spossatezza che mi invadeva.
Guardai mia madre da terra, e il mondo, le immagini, cominciarono a rallentare, rallentare e rallentare sempre più. Sentii la voce di mia madre deformarsi insieme al resto di quello che mi circondava. Vidi la sua bocca compiere movimenti strani mentre ancora mi urlava per qualcosa che non riuscivo a capire.
Volevo che tutto questo si fermasse, ma non sapevo come fare. Mi guardai attorno disperato, avevo paura che quello che vedevo mi avrebbe risucchiato. Provavo una sensazione dentro che non riuscivo a catalogare. Mi sembrava frustrazione, rabbia. Sì, rabbia. Una piccola parte di me era irritato da tutto ciò... ma perchè? Mi chiesi.
Vidi Regulus che scuoteva la testa. Mi guardava come si guarda un povero che chiede la carità in strada. Con compassione.
Effettivamente mi sentivo come un barbone. Era come se quello che stavo vivendo non mi appartenesse.
"Vai, scappa. Qui sta per implodere tutto. Non è questo quello che ti aspetta." disse ancora.
Non capii a cosa si riferisse, ma sentii che il mio corpo aveva bisogno di riporsarsi ancora e ancora. Mi fidavo, non so perchè, di quello che mi diceva mio fratello. Sentivo che ero in debito con lui. Non solo per questo, ma per qualcosa di più profondo e oscuro che la mia mente non ricordava.
Annuii lievemente col capo.
Mi alzai a fatica, sempre più stanco e dolorante. Una forza ignota, sconosciuta, che non controllavo, mi trascinava pian piano verso la porta. Percorsi il corridoio all'indietro, girandomi per vedere quello che succedeva. Era come se qualcuno stesse mandando indietro la scena.
Mia madre si affacciò dalla porta e riuscì quasi a capire quello che mi diceva.
"SEI IL DISONORE DI QUESTA FAMIGLIA, SIRIUS!"
Perchè mia madre mi urlava così? Provai dispiacere per lei e per quello che le stavo facendo, anche se dentro di me sapevo che era giusto, sapevo che io lo volevo.
La forza mi tirò ancora indietro e questa volta fui costretto a girarmi verso la porta. Percorsi gli ultimi passi e aprii la porta nera che mi separava dal mondo e che mi avrebbe allontanato dalla mia famiglia.
Le imamagini iniziarono a bruciare e a distorcersi.
"Non c'è più tempo." disse mio fratello.
"NON SEI UN VERO BLACK TU!" urlò ancora mia madre.
Era come se fossi in un quadro che aveva iniziato a prendere fuoco. Le immagini vennero divorate e io iniziai a sentire caldo, e la stanchezza mi supplicò di andarmene. Le palpebre quasi mi si chiusero, ma sapevo che prima di ricadere nel sonno dovevo uscire da lì.
"Vai." mi disse Regulus.
"Non sono io che decido del mio destino." dissi a mia madre. "Ho sonno, sono stanco. Lasciami andare."
Feci un cenno a mio fratello, senza sapere perchè.
Chiusi la porta e mi appoggiai al marciapiede. Mi distesi su di esso e il sonno mi prese ancora una volta.
Dormire non era mai stato bello quanto oggi.

"Sirius! Sirius! Sveglia! E' arrivata la lettera da Hogwarts!" disse una voce.
Non svegliatemi pensai. Ora che sono in pace, ora che sto così bene...
"SIRIUS!"
Regulus mi chiamò eccitato urlandomi all'orecchio. Mi svegliai di soprassalto.
Io ero già stato ad Hogwarts e sapevo che ero destinato a Grifondoro, allora perchè era arrivata una nuova lettera? Guadai me stesso e vidi che avevo undici anni.
Scesi dal letto e rischiai di cadere a terra. Ero sempre e ancora stanco. La testa mi girò.
Le scale mi sembrarono pericolose da scendere. Avevo paura di cascare dalla stanchezza.
Arrivai in cucina e vidi mia madre e mio padre che mi guardavano con una strana luce negli occhi. Sorrisi, perchè qualcosa in me mi disse di farlo. Sapevo che quello era un momento indimenticabile per me. Unico.
Mi passarono la lettera e la strinsi fra le mie mani. Sorrisi ancora.
Non ricordavo, adesso, cosa sarebbe successo negli anni a Hogwarts, ma sapevo che ci sarebbero stati grandi cambiamenti al mio arrivo lì.
L'aprii, la lettera, e guardai il contenuto. C'erano scritte un sacco di cose che ricordavo. Sapevo quelle cose a memoria, come se avessi avuto tempo per impararle.
"Vedrai, finirai nella miglior casata di sempre. Serpeverde." disse mio padre. Mia madre annuii.
Io li guardai stralunato, possibile che loro non sapessero? Io ero convinto di quello che sapevo. Possibile che loro non ricordassero?
Annuii e come sempre, mi girai verso Regulus.
"Ora vai e scappa. Questo non è vero. Questo è falso. Fuggi finchè sei in tempo. Non farti prendere."
C'era qualcosa questa volta che mi terrorizzò, mi spaventò come non mai.
Fuggii in camera.
Appena entrai e vidi il letto sorrisi. Ora potevo tornare a letto.
Lanciai la lettera in un angolo e mi sedetti sul letto, poi mi sdraiai. Il calore delle coperte mi investii e la stanchezza ebbe la meglio su di me.
Vidi che pian piano tutto si oscurava e qualcosa nelle immagini cambiò. Improvvisamente vidi me stesso sul letto, immobile e sorridente.
L'immagine si allontanò pian piano, come se io stessi vedendo quella scena dall'alto. Ma io stavo vedendo quella scena dall'alto.
Le immagini si allontanarono ancora e io cercai di allungare la mano verso me stesso ma mi riscoprì senza arti, senza corpo. Ero come uno spirito. Ero uno spirito. Forse di me era rimasta solo l'anima. Ma perchè?
Poi vidi me stesso alzarsi. Carico, sorridente e riposato. Perchè lui lo era e io no? Io, che stavo morendo dal sonno e che non avevo neanche un corpo, percepivo qualcosa che il Sirius davanti a me non percepiva.
Vidi che si girò verso di me e mi fisso dritto negli occhi. Sapeva dov'ero.
"Non addormentarti, non ne uscirai vivo."
Mi mancò il fiato e urlai.

Il buio della cella mi accecò. Tutto era al suo posto. Respiravo affannosamente. Tremavo ed ero terrorizzato.
Vidi i Dissennatori allontanarsi dalla mia fredda e umida cella e dirigersi verso quella del mio vicino.

 

N/A
Questa, ritengo, sia la cosa migliore che abbia mai scritto. Scrivere su Sirius in questa maniera è stato... bellissimo. In quello che faccio mi piace far trovare i protagonisti a riflettere con la loro mente, con la loro pazzia. In quasi tutte le mie storie è presente il rapporto dei personaggi con se stessi.
Ho preso i momenti più importanti, più o meno, della vita di Sirius e li ho messi insieme. Glielo fatti rivivere attraverso un incubo che i Dissennatori gli hanno provocato con il bacio. Il fatto che Regulus lo aiuti è dovuto al rapporto che aveva con lui. Sirius, malgrado tutto, era molto legato al fratello. Il fatto che lui non ricordi la maggior parte degli episodi è perchè i Dissennatori glielo fanno rivivere diversamente, con la stanchezza. La stanchezza, molto presente nella storia, è dovuta sempre ai Dissennatori e al loro bacio. Come si sa, Sirius riesce a sopravvivere ad Askaban con la consapevolezza di essere innocente, quindi la rappresentazione della sua innocenza l'ho descritta con le frasi che gli diceva sua fratello, e poi lui stesso.
Questi sono i piaceri della scrittura! :D
Spero che vi sia paiciuta. E vi rinnovo l'inivito a far crescere i punti per il concorso delle recensioni recensendo, magari, anche la mia! :D
Saluti, Vì.


P.S: Ringrazio chi ha recensito la mia scorsa flashfic, cioè AliH, MaBra, Valaus, _Mary, TINAX86 e babyme, Giornali accartocciati sotto il divano.

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Walnut