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Autore: HonoSamurai    25/06/2010    1 recensioni
Si ritrovò a fissare una ragazza che stava scendendo sul pontile in quel momento, la vide tra centinaia di persone con i suoi lunghi capelli rossi, la pelle chiara leggermente macchiata dalle lentiggini sugli zigomi e quegli occhi verde smeraldo. La vide e, quando i loro sguardi si incrociarono, si accorso di non potersi liberare da quegli occhi. La ragazza gli fece un sorriso distendendo le rosse labbra prima di alzare il cappuccio nero del suo mantello e superarlo senza dire una parola. Jones la sentì allontanarsi e sospirò. (AmericaXIrlanda)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Lo so…

So bene che questa è un coppia molto strana, ma durante i movimenti per l’indipendenza dell’Irlanda del Nord gli Stati Uniti parteggiarono, naturalmente non aiutando i terroristi, per quest’isola che si vedeva menomata di una parte in mano agli inglesi.

Sia l’Irlanda che gli Stati Uniti hanno subito la dominazione inglese, quindi li vedo come due paesi amici..almeno questa è una mia idea..

Irlanda, nome ed aspetto, è un personaggio inventato da me non avendolo ancora visto in Hetalia..

Ambientazione: periodo a cavallo tra le prime emigrazioni negli Stati Uniti degli Irlandesi, quando ancora non venivano discriminati e la famosa grandi immigrazioni con la conseguente storia dei Five Points…

Penso che Alfred non concordasse con lo sterminio degli irlandesi come quello degli africani o degli indiani e continuerò a credere che si dissociò da questa scelta del suo popolo.


Ad un passo da me


Hai mai amato tanto da

Fermare il tempo

io

Rinasco nei tuoi occhi

E sono pronta per

Amare il mondo che

Ti porta via da me

Perché mi hai reso donna


Una piccola galea solcava le acque dell’oceano per dirigersi verso il porto di New York, le grandi vele bianche gonfiate dal vento favorevole portarono in poche ore la nave nella sicura area portuale, sul pennone era issata una bandiera bianca.

Un equipaggio misto, privo di un comandate che aveva giurato fedeltà ad una nazione..

Una comandante libero.

Quando la nave fu ormeggiata al porto un gran numero di persone scese attraverso il ponticello che permetteva di non cadere in acqua.

Alfred era seduto lì al molo a guardare tutta quella gente arrivare nel suo paese in cerca di fortuna, come sempre si soffermò a guarda ogni singolo individuo immaginandosi i suoi sogni e le sue speranze.

Dentro di sé prego Dio per ognuna di quelle persone,

pregò perché facesse fortuna e trovasse ciò che più ardentemente desiderava.

Si ritrovò a fissare una ragazza che stava scendendo sul pontile in quel momento, la vide tra centinaia di persone con i suoi lunghi capelli rossi, la pelle chiara leggermente macchiata dalle lentiggini sugli zigomi e quegli occhi verde smeraldo.

La vide e, quando i loro sguardi si incrociarono, si accorso di non potersi liberare da quegli occhi.

La ragazza gli fece un sorriso distendendo le rosse labbra prima di alzare il cappuccio nero del suo mantello e superarlo senza dire una parola.

Jones la sentì allontanarsi e sospirò.

Andata…

Quella ragazza sembrava molto carina, era da tempo che il suo cuore non perdeva un battito alla vista di una donna..

Si ritrovò a fissare il mare calmo, pensando se mai avrebbe rivisto quella ragazza dai capelli rossi..

- Mi stavi fissando?-

America sussultò, cadde dal punto in cui era seduto e finì anche giù dal molo per lo spavento per aver udito una voce femminile improvvisamente, direttamente nel suo orecchio.

Una risata divertita, piacevole gli fece alzare il capo verso l’alto.

Si ritrovò ad incontrare nuovamente quegli occhi verde smeraldo, la ragazza poco prima vista era davanti a lui con le braccia sui fianchi, leggermente piegata in avanti per poterlo guardare negli occhi dato che era caduto.

Si, era una bella donna.

Ora che vedeva da vicino quel minuto corpo riusciva a capire che era perfetto: il seno era piccolo, ma perfetto per fisico dalle curve così dolci, la pelle era chiara e quelle lentiggini sugli zigomi davano alla ragazza un’aria sbarazzina.

Si, poteva dire che gli piaceva..

Sentiva il cuore battere veloce nel petto mentre la ragazza continuava a scrutarlo in attesa di una risposta:

- Lo sai che non bisogna fissare intensamente una ragazza? È maleducazione!-

Il biondo sorrise, non era abituato a flirtare con le femmine, quindi fu estremamente sincerò quando ribatte:

- Scusa, è che ti ho trovato molto bella e non sono riuscito a staccare lo sguardo da te!-

La ragazza arrossì in pochi istanti udendo le parole dell’americano, fu colpita dalla sua schiettezza..

Quel ragazzo gli stava simpatico!

- Io sono Alfred Jones, e tu?-

La rossa sorrise dolcemente, conosceva quel nome..

Arthur l’aveva nominato molte volte nei suoi discorsi..

America aveva preso a calci Inghilterra sbattendolo fuori dai suoi territori, solo per questo guadagnò diversi punti in simpatia verso la ragazza ancora prima che lo conoscesse.

Alfred porse la mano:

- E tu? Come ti chiami?-

La donna gli strinse la mano con forza:

- Evelyn, Evelyn McGragor…ma molti mi chiamano Irlanda!-



C’è una vita intera in un momento,

per cercarti ho attraversato il mondo

e poi,

tu hai trovato me.


Erano passati tre mesi da quando lei ed America si erano conosciuti al porto di New York, non avendo una casa né un posto dove stare Alfred aveva portato la ragazza a casa sua…

Una piccola villa a poca distanza dal porto e, soprattutto, dalla Statura della Libertà.

Inizialmente sarebbe dovuta stare qualche giorno, il tempo necessario a trovarsi un lavoro ed un’abitazione, ma dopo tante preghiere l’americano era riuscito a convincerla a restare.

Come tutti i giorni da tre mesi, alle ore cinque si trovarono nell’ampia piana al confine nord della città, Evelyn indossava un corto abito verde con le maniche corte, i capelli erano legati in una lunga treccia, teneva tra le mani una palla ovale fatta di cuoio e sorrideva facendola roteare divertita:

- Sei pronto Alfred?-

Gridò al ragazzo che si trovava a più di trenta metri di distanza, il giovane annuì e la donna lanciò.

La palla costruì una parabola nel cielo dirigendosi nell’area delimitata da due pali paralleli fra di loro e distanziati di tre metri.

Il biondo saltò mancando di poco la palla che cadde a poca distanza dai pali, non riusciva mai a battere l’Irlanda!

In quel gioco era praticamente imbattibile!

Prese la palla e, stringendola urlò:

- Sei pronta? Ora tocca a me!-

Esclamò iniziando a correre tenendo a se l’ovale con un braccio, sfrecciò davanti alla ragazza dirigendosi verso la porta che si trovava al lato opposto del campo, ma non fece che poche falcate dato che la rossa lo placcò alle gambe atterrandolo nell’erba:

- Preso!-

Evelyn afferrò per il polsi l’americano bloccandolo sotto di sé, era a cavalcioni su di lui.

I loro visi a pochi centimetri.

Entrambi sorridevano felici,quando i loro sguardi si scontrarono si ritrovarono ad avvicinarsi sempre di più.

Alfred poteva sentire il fiato della ragazza sulle sue labbra.

Profumava di menta.

Poi accadde, in un solo istante, senza dare a nessuno dei due il tempo di pensarci.

Le loro labbra si unirono in un casto bacio.

L’americano sobbalzò sorpreso da quel gesto avventato, ma non si staccò.

Le mani dell’irlandese si erano spostate sulle sue spalle in modo tale da avvolgerlo con le braccia, il biondo alzò una mano accarezzando una guancia della ragazza, mentre ad occhi chiuse per meglio concentrarsi tentava di approfondire quel contatto leccando le labbra vellutate dell’amica.

Il bacio non fu lungo, duro soltanto pochi attimi.

Ma quando si staccarono ad entrambi parve che fosse passata un’eternità e che, chi ora stavano guardando negli occhi, era una persona completamente diversa.


Come un angelo guerriero

Tu sai illuminare il sole nel mio cielo

C’è pace dentro di me

E tutto ha un senso


La ragazza correva veloce, Alfred la stava trascinando con sé verso il porto spintonando le numerose persone che correvano verso il centro.

Molte cose erano cambiate dai primi anni in cui c’erano state le prime emigrazioni, ora la città era avvelenata da un morbo che pareva incurabile.

Persone che si fregiavano del titolo di “nativi” uccidevano senza pietà tutti coloro che, giunti nel paese, non si sottomettevano al loro volere.

Alfred sapeva che Irlanda doveva fuggire se non voleva finire uccisa..

Corse più velocemente che poteva fino alla nave che aveva comprato insieme all’equipaggio che la governava per poter far ritornare a casa la rossa.

La amava, questo lo sapeva bene, ma proprio per questo doveva allontanarla da sé..

Il suo popolo non capiva..

Il suo capo non capiva..

Nessuno capiva!

Improvvisamente il suo popolo sembrava chiuso verso chiunque fosse diverso, la portò sulla nave lasciandogli solo in quel momento la mano.


Hai mai amato tanto da

Fermare il tempo io

Rinasco nei tuoi occhi

E sono pronta

Per amare il mondo che

Ti porta via da me

Perché mi hai reso donna.


Evelyn lo abbracciò, lo strinse a sé con forza mentre alcune lacrime solcavano le verdi iridi:

- Non voglio andarmene, Alfred, questa è la mia casa ormai..-

America sospirò ricambiando l’abbraccio con la medesima forza:

- Lo so, ma devi andare comunque, non voglio che muori, sei troppo importante per me..-

Evelyn sorrise, un sorriso triste.

Era diventata donna con Alfred.

Era stato lui il primo a baciarla.

Il primo ad amarla per ciò che era.

Il primo a..

Dovevano sposarsi, entrambi lo desideravano!

Eppure i loro capi non volevano, o meglio, il capo di America non voleva.

Era tutto così crudele, perché Dio permetteva che accadesse?

- Alfred, verrai a trovarmi, vero?-

L’irlandese strinse la mano alla camicia bianca che quel giorno Alfred indossava, lo fissò dritto nelle iridi azzurre in attesa di una risposta, il biondo annuì:

- Quando tutto questo sarà finito, verrò da te…te lo prometto!-

La rossa sorrise, si tolse dal collo una catenina d’oro con appesa al collo una croce, la mise al collo dell’americano sorridendo dolcemente:

- Così ti ricorderai di me, ti proteggerà..-

Le iridi azzurre di Alfred stavano iniziando a diventare lucide, con voce leggermente tremante disse:

- Stupida, tu sei nel mio cuore non potrò mai dimenticarmi di te!-

Evelyn gli accarezzò una guancia:

- Grazie, Alfred..-

L’americano gli prese la mano tra le sue e né baciò il dorso:

- Evelyn..-

Sussurrò con ancora le labbra posate sulla pelle, Irlanda posò le mani sulle sue guance e, facendolo alzare, lo baciò dolcemente assaporando, forse per l’ultima volta, le labbra di Alfred che, stringendola nuovamente a sé, rispose al bacio con passione intrufolando la lingua nella bocca della ragazza per iniziare una lotta con la sua lingua, quando si staccarono fu l’americano a parlare per primo:

- Ti amo, Evelyn -

La rossa rise felice:

- Anch’io ti amo Alfred, peccato che ci siamo fatti coraggio solo ora..-

- Già..-

Alfred abbassò la testa, poi come si fosse ricordato improvvisamente di qualcosa frugò nelle tasche dei pantaloni prendendo un orologio da taschino argentato.

Lo porse alla donna:

- Per te, volevo dartelo il giorno dopo che…che abbiamo fatto l’amore, ma non ho trovato il momento..-

Evelyn prese l’orologio, lo aprì trovando sul lato sinistro una foto di loro due..

La foto che avevano fatto davanti alla casa quando era passato il fotografo del presidente per palare con Alfred.

Il biondo rubò un ultimo bacio all’amata, poi corse giù dalla nave lasciando che i marinai facessero il loro lavoro.

Evelyn ed Alfred continuarono a guardarsi per tutto il tempo senza mai staccare lo sguardo,

non avevano bisogno di parole.

La nave si allontanò, il vento per fortuna era a loro favore..

America iniziò a camminare verso gli uomini del presidente che avevano lo attendevano alla fine del morto, sentiva che la rivolta si era fatta più forte…

Quella città gli appariva improvvisamente cupa e buia senza la sua Evelyn:

- AMERICA!-

Si girò, Irlanda aveva gridato il suo nome dal ponte della nave..ormai era a più di trenta metri di distanza, l’irlandese alzò la palla ovale con una mano e, dopo aver fatto due passi per prendere la rincorsa, gliela lanciò.

Alfred fissò la palla scagliata verso il cielo eseguire una parabola, cercò di prevedere il punto preciso in cui sarebbe caduta.

Corse.

La palla stava per cadere a terra!

Con una scivolata riuscì a stringerla al petto prima che cadesse, si voltò alzandola in alto per mostrarla all’irlandese ormai troppo lotta perché riuscisse ad udirla, ma dentro di sé sapeva che Evelyn aveva visto tutto e stava sorridendo.

Si sarebbero rivisti, ne era certo, intanto si sarebbe allenato con quella palla ed il giorno in cui si sarebbero visti.

L’avrebbe finalmente sconfitta!


Vai, non ho più paura

Se chiudo gli occhi

Tu sei qui,

ad un passo da me



   
 
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