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Autore: StillAnotherBrokenDream    26/06/2010    3 recensioni
(spoiler 4° e 5° stagione). Lentamente, Castiel e Gabriel stanno rimettendo in ordine il quartier generale, ma Dio affida una particolare missione al nostro amato Cas, di cosa si tratta? Semplice, dare una piccola lezione a vecchie conoscenze...
Genere: Commedia, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Anna, Castiel, Gabriel
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione, Quinta stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'Castiel's soul'
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I

 

a/n: Capitolo strano ma che mi ha fatto ridere molto mentre lo scrivevo XD! Il tramite di Gabriel è una mia invenzione per cui il periodo storico citato è una mia supposizione di pura fantasia. Grazie a tutti quelli che leggono, ma soprattutto a Robigna88 per le recensioni lusinghiere che mi lascia sempre e per il costante sostegno <3 e ad Alexya379 per le stupende recensioni e per la bellissima notizia che mi ha dato poc'anzi :D!! E un grazie anche a DalamarF16 ^__^!


 

 

 

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Let's have fun, Jim!

 

 

 

 

“Ad essere sincero” riprese Peter dopo aver bevuto un sorso della sua birra “Gabriel è sempre stato buono con me. Ha sempre cercato di evitarmi dolore e sofferenza e se il mio corpo restava ferito in qualche modo, lo guariva in un lampo. E inoltre, sai… se l’è spassata alla grande in questi secoli! E non so come, ma riusciva a farmi partecipare alle sue gozzoviglie. Sì, Gabe mi vuole bene e quando stavamo morendo, mi ha chiesto scusa” concluse finendo la sua birra.

Jimmy lo fissò perplesso. “Scusa… in che senso gozzoviglie?” gli domandò.

Peter fece spallucce. “Beh le classiche cose: donne, cibo, alcool. Capisci, no? L’avrà fatto anche il tuo Castiel”

L’altro spalancò gli occhi. “Cosa? No! Io sono sposato e lui è… un angelo! Voglio dire… non può…”

“Cioè tu vuoi dirmi” lo interruppe Peter avvicinando la sedia a quella di Jimmy “che sono due anni che tu non stai con una donna, e che Cas ha avuto la possibilità di divertirsi, e non l’ha fatto?” e senza aspettare risposta, scoppiò a ridere, attirando lo sguardo di molti degli avventori del pub.

“Che c’è da ridere?” replicò accigliato “io amo e rispetto mia moglie, e Castiel è…”

“Un pirla” finì per lui Peter “un vero pirla. Oltretutto per quel che ne capisco io di uomini, sei pure un bel tipo, le donne ti adorerebbero. E il tuo angelo non ne ha approfittato! Pazzesco, angelo e tramite con lo stesso carattere…” commentò scuotendo il capo.

“Lo stesso si potrebbe dire di te e Gabriel” ribattè Jimmy polemico.

Peter annuì sorridendo. “Per mia fortuna, sì! Guarda amico… io non ero quasi mai cosciente, ma le volte in cui lui mi permetteva di riaffiorare, credimi, mi sono divertito da matti! Essere un tramite non è una passeggiata e non è neanche divertente, ma almeno Gabriel è buono con me e mi tratta bene. Cerca di non farsi pugnalare o sparare, ecco perché crea quelle copie. Anche se può guarire, non vuole farmi soffrire.”

Jimmy sospirò e ripensò alla sua vita con Castiel: lui non era stato così attento nei suoi riguardi, non si era preoccupato di non farsi sparare o pugnalare, e non aveva tentato nemmeno di evitarlo.

“Hai ragione” disse a Peter “Castiel è un pirla” e mandò giù quello che restava nella sua bottiglia.

“Sì, lo è se non ti ha fatto divertire un po’ in questi due anni, ma ora ci sono io! Su, andiamo” disse Peter alzandosi dalla sua sedia e invitando l’altro a fare altrettanto.”

“Per andare dove?”

“A donne”

“Cosa?” strillò Jimmy sconvolto “no!”

“Come no? Dai su Jim, non fare il puritano. Quei due potrebbero tornare da un momento all’altro e addio divertimento autonomo. Tanto Gabriel prima o poi porterà Castiel a donne, e lo farà col tuo corpo. Tanto vale divertirti un po’ per conto tuo, no?”

Jimmy Novak non credeva alle proprie orecchie, lui che doveva fare? Tradire Amelia con qualche donnaccia? Quell’uomo era matto come un cavallo!

“No senti, ti ringrazio Peter, è davvero gentile da parte tua ma non sono interessato” declinò pacato.

L’uomo di fronte a lui lo guardò attentamente. “Sei gay?” gli chiese serio.

“Tuo nonno” rispose Jimmy risentito.

Peter rise. “E allora muovi quel sedere e vieni con me. Ormai tu da tua moglie non ci puoi tornare più, e scusa se te lo dico, ma secondo me lei si è trovata un altro, giustamente. Ci troviamo una bella ragazza, facciamo quattro chiacchiere e poi… concludiamo in bellezza. Forza, cammina” e lo prese per un braccio costringendolo ad alzarsi.

“Ma io sono stato solo con… mia moglie. Sono vent’anni che sto con lei… non so nemmeno come interagire con un’altra donna” confessò imbarazzato il povero Jimmy.

“Non ti preoccupare” lo rassicurò l’altro “sarà lei ad interagire con te.”

Il tramite di Gabriel pagò le quattro birre che avevano bevuto – Gabriel aveva sempre dei soldi in tasca, perché li creava lui stesso – ed uscirono.

“Peter… stiamo andando in una casa d’appuntamenti, vero?” domandò Jimmy leggermente preoccupato.

Il suo collega sorrise malizioso e gli lanciò un’occhiata. “No, ricevono senza appuntamento. È un bordello in piena regola!” annunciò allegramente.

“Oh santo Dio” esclamò Jimmy “io in un bordello? Dove sono arrivato! Io non ci sono mai stato in un bordello!”

“E’ ora di cominciare, fratello. Vedrai, dopo mi ringrazierai. Se la memoria non m’inganna, da queste parti c’è un localino che fa proprio al caso nostro...” disse Peter annuendo meditabondo mentre si stavano incamminando per chissà dove.

Jimmy lo guardò. “Gabriel ti ha fatto fare un giro turistico per i bordelli d’America, scommetto.”

“Veramente preferisce quelli d’Europa” precisò serio “ e no, questo lo conosco da me. Te l’ho detto che non è la prima volta che Gabriel mi molla per qualche ragione e io me la spasso un po’ per conto mio, no?”

“Ma tu hai mai avuto una moglie?”

“Sì certo, ma nel tredicesimo secolo*! Mi cacciò di casa perché ero un puttaniere” spiegò Peter come se fosse la cosa più naturale del mondo.

“Ah” commentò perplesso l’altro “e Gabriel allora sapeva di questa tua passione per le prostitute?”

Peter si fermò e si girò a guardarlo, uno strano luccichio gli lampeggiò negli occhi. “Dove credi che mi abbia trovato, la prima volta che mi ha contattato? Ero in un postribolo a Edimburgo, stavo… armeggiando con questa bella ragazza bionda quando sento qualcuno che mi chiama. Mi guardo intorno e non vedo nessuno, allora penso che fosse il vino a farmi sentire le voci! Riprendo il discorso con la pupa e sento chiaramente qualcuno nella mia testa che mi dice ehi dico a te lazzarone! Smettila di palpeggiare quella piccola baldracca e stammi a sentire! Allora io salto in piedi e…”

Peter continuava a parlare e Jimmy lo ascoltava a bocca aperta, non riusciva a crederci, non poteva essere vero tutto quello che il suo nuovo pseudo-amico gli stava raccontando.

“Ehi Jim, tutto okay?” gli chiese preoccupato, vedendolo un po’ pallido.

“Ma… non ti chiese prove di fede o cose del genere?” domandò a sua volta lui.

Peter scosse il capo. “Non mi pare, no. Mi disse solo… anzi no, mi chiese se mi sarebbe piaciuto vivere per sempre e spassarmela. Io che potevo dire? Ovviamente sì!” concluse con enfasi e una punta d’orgoglio.

Jimmy, depresso, sospirò. “A me chiese di infilare una mano in una pentola d’acqua bollente, e la cosa peggiore è che l’ho fatto davanti a mia moglie, facendole prendere un colpo” raccontò guardando per terra.

L’altro si morse la lingua per non ridere, anche se era davvero difficile resistere. “Ehm… beh ognuno ha il suo carattere… il tuo Castiel è un tipo strano, credo…” si limitò a dire riprendendo a camminare, imitato dall’altro.

“Strano?” ripeté Jimmy con voce stridula “stai scherzando! Più ci penso e più mi convinco della sua pazzia! E anche il tuo non è messo meglio, comunque!”

“Sì sì, lo so!” confermò Peter “ma a me sta benissimo così, anzi ne sono felice! E credimi amico mio, i nostri angioletti si somigliano più di quanto immagini, solo che uno sa divertirsi e l’altro deve ancora imparare a farlo! Ma fidati, Gabriel riuscirà a farlo diventare come lui. L’ha promesso a sé stesso e oltretutto vuole in qualche modo ringraziare suo fratello. Oh oh, eccoci arrivati” annunciò davanti l’ingresso di un locale inequivocabilmente a luci rosse.

Exotic Night” lesse Jimmy sulla grossa insegna al neon che lampeggiava ammiccante.

“Sissignore, molto esotica…” ripeté Peter con uno sguardo sognante. Era stato lì circa dieci anni prima e si era quasi innamorato di una ragazza asiatica, si faceva chiamare Darling ed era splendida. Per non parlare della sua arte…

“Peter.. non me la sento.. sul serio… mi vergogno” tentò di ribellarsi Jimmy, iniziando a sudare freddo.

“Quanto la fai lunga, ragazzo mio! Entriamo forza, ci aspettano nuove amicizie!” e trascinò letteralmente Jimmy all’interno del locale.

 

 

()()()()()

 

Due ore dopo…

 

 

“Oh no dolcezza… per questa volta offre la casa” gli disse restituendogli i soldi che aveva appena posato sul comodino.

Jimmy guardò la giovane donna perplesso. “Non capisco… non ti chiederanno dove sono i soldi?”

Lei, sui venticinque anni e mora, fisico da pin up e sorriso ammaliante, si alzò dal letto seminuda e gli si avvicinò.

“Abbiamo più libertà di… espressione di quanto tu immagini, tesoro” gli spiegò sistemandogli la cravatta “e ogni tanto, se ci divertiamo per davvero, lasciamo perdere la nostra parcella…”

Lui annuì un po’ in imbarazzo, anche se era stupido esserlo visto quello che avevano fatto negli ultimi novanta minuti. E non si era trattato di una partita di calcio.

“O… okay, ti ringrazio, sei molto gentile…”

La donna sorrise e gli diede un bacio sulle labbra, sorprendendolo. Non era pratico ma sapeva che quelle… signorine non lo facevano mai.

“Non c’è di che Jimmy, è stato un vero piacere. E non preoccuparti per il bacio… erano anni che non baciavo nessuno, non ti ho trasmesso nulla.”

“Perché lo hai fatto?” le chiese.

“Diciamo che si è trattato di un…piccolo incentivo a tornare da me. Mi raccomando, non dimenticarti il mio nome. Se torni, chiedi di Glee” si raccomandò ammiccando.

Jimmy annuì e indossò l’impermeabile, mentre Glee prendeva qualcosa dal cassetto del comodino, poi si girò nuovamente verso di lui.

“Questo è il mio numero personale” bisbigliò al suo orecchio “non lo faccio mai, con nessuno. Chiamami quando vuoi, magari possiamo… divertirci un po’ per conto nostro, a casa mia…” e gli baciò il collo con un certo trasporto.

Il povero Jimmy era senza parole, però accettò volentieri bacio e biglietto e dopo averla salutata dicendole che l’avrebbe chiamata senz’altro, uscì da quella stanza.

Trovò Peter ad aspettarlo al bar, e non appena questi lo vide arrivare, aprì le braccia e sorrise. “Ehi Jimmy! Altri dieci minuti e venivo a controllare se eri vivo!”

L’altro arrossì violentemente e mormorò qualcosa che Peter interpretò come un non urlare e andiamo via.

Uscirono e Peter non riuscì più a trattenersi. “Allora, com’è andata? Fatto nuove amicizie?”

“Sì”

“Sì?” ripeté “tutto qui quello che hai da dire?”

Jimmy lo guardò. “Vuoi dettagli?”

“No no, che orrore! Voglio dire… ti sei divertito?”

“Anche se sarebbero fatti miei” iniziò un po’ stizzito “sì Peter, mi sono decisamente divertito. La ragazza mi ha anche dato il suo numero cellulare.”

Peter sgranò gli occhi. “Cosa? Wow fratello, quando si dice la fortuna dei principianti! Io…”

Ma non riuscì a dire nient’altro, perché senti un richiamo nella sua testa.

Peeeter… indovina chi sono?

Anche Jimmy si sentì chiamare.

Mi dispiace Jimmy, ma dovrei tornare…

I due tramiti si guardarono e sospirarono: il divertimento era finito, si tornava al lavoro.

“Abbiamo capito…” mormorò Peter infastidito. Voleva almeno parlare con un po’ di donne con Jimmy, prima di tornare a fare da trolley all’Arcangelo.

Si nascosero dietro il palazzo e lasciarono che i due esseri soprannaturali riprendessero possesso dei loro tramiti.

Dopo alcune ore liberi da quella prigione di ossa e carne, i due fratelli ebbero qualche istante di difficoltà nel ritrovarvisi di nuovo intrappolati.

“Porca vacca” esclamò Gabriel aprendo e chiudendo le mani “mi sento tutto intorpidito…”

“Anche io.. ma almeno siamo fuori dall’inferno” rispose Castiel.

“Sì hai ragione, tutto fuorché stare laggiù.”

Uscirono dall’ombra e si ritrovarono di fronte il locale di dubbia moralità dal quale erano usciti poco prima i loro tramiti.

Gabriel guardò in alto e vedendo l’insegna, capì subito.

“Ah però… Peter ha portato il tuo Jimmy a far baldoria! Che adorabile ragazzo!”

Castiel non capì. “Baldoria? Che vuol dire, nel tuo linguaggio?” domandò aggrottando la fronte.

Gabriel sbuffò indicando l’insegna. “Dicesi, elegantemente, locale a luci rosse. Volgarmente, bordello!”

L’angelo in impermeabile spalancò gli occhi e il suo pensiero corse subito a quella volta in cui Dean portò lui in un bordello. Che figura da idiota che aveva fatto…

“Vuoi dire che i nostri tramiti…”

“… si sono dati alla pazza gioia!” concluse per lui Gabriel.

“Santo Dio…” mormorò costernato Castiel “Peter è identico a te…”

“Non l’ha mica minacciato con la pistola!”

“Va bene lasciamo stare” tagliò corto Cas “non mi va di parlare di… queste cose”

Gabriel ghignò. “Che dici, andiamo farci un giro?” disse indicando il locale.

“No!” strillo Castiel “ora abbiamo altro da fare! C’è Raphael da liberare…”

“Che noioso che sei fratello, dovresti scioglierti un po’ di più. Scommetto che soffri di cervicale!”

Castiel schioccò la lingua sul palato. “Sei incorreggibile Gabe, pensi sempre a donne…”

“Tu non ci pensi mai? Davvero mai mai? Non ci credo” obiettò l’altro.

Il buon Castiel non rispose, anzi arrossì e iniziò a camminare lungo il marciapiede, seguito da Gabriel che rideva e gli diceva di come aveva colpito nel segno.

Tornarono al loro quartier generale per un controllo, avevano lasciato Michael nella sua prigione, anche poi prigione non era per niente, e voleva sincerarsi che non iniziasse ad urlare costringendo i poveri angeli a liberarlo, per paura di ritorsioni future.

Ma era tutto calmo al piani alti, Michael era sempre un soldato e non si lasciava andare a scene isteriche.

“Okay, mi sembra tutto a posto” disse Castiel tirando un sospiro di sollievo “direi che è ora di andare da Raphael. È ancora nel cerchio, e…” si fermò quando, infilando una mano nella tasca dell’impermeabile, trovò un bigliettino.

Lo guardò perplesso, lui quello non ce l’aveva messo lì. Lesse un nome, tale Isabelle, e un numero di cellulare.

“Ma che….?” mormorò, poi comprese e alzò gli occhi al cielo. “Non ci credo.”

Gabriel gli strappò di mano il bigliettino. “Cos’è? Jimmy ti ha lasciato un vaffa per iscritto?” disse sarcastico, ma quando lo lesse, capì anche lui.

“Ehi, ma allora è vero che gli impiegati repressi sono degli stalloni” commentò ridendo “queste tipe non lasciano il loro numero ai clienti, a meno che non si divertano sul serio! Cas, questa pollastrella è tua! Che ragazzo fortunato che sei!” e gli diede una pacca sulla spalla.

“Finiscila per favore! E non parlare così forte, ti sei dimenticato di dove siamo? E poi io non ho proprio nessuno, e non mi interessa quello che ha fatto Jimmy in mia assenza. È adulto e può agire come meglio crede.”

L’altro fece spallucce e ripiegò il biglietto infilandolo di nuovo nella tasca dell’impermeabile di Castiel.

“Sì sì, come vuoi” gli disse “Tu intanto conservarti questo. Non si sa mai” finì con un sorriso sornione.

Poi guardò con più attenzione il suo fratellino e.. notò qualcosa di insolito.

“Che c’è?” chiese Castiel vedendolo così concentrato.

Gabriel scosse il capo. “No niente… scusa gira un attimo la testa di lato” e accompagnò la richiesta con un gesto della mano.

“Perché? Che c’è che non va?” chiese ancora l’altro.

Invece di ripetere il concetto, Gabriel gli fece girare il viso dall’altra parte prendendolo per il mento, e quando vide che effettivamente aveva visto giusto, scoppiò in una risata così violenta da costringerlo a piegarsi in due.

“Ma che cavolo ti prende?”

L’altro Arcangelo lo indicava ma non parlava, era troppo divertente quello che aveva appena visto e le risate troppo violente per permettergli di articolare parola.

“Gabriel, tu mi preoccupi” disse Castiel in tono serio, non capendo cosa diavolo gli fosse preso.

“Oddio… quello… è… un succhiotto!” disse finalmente indicando il collo di Castiel.

Cas si toccò il punto indicato dal fratello e sentì un leggero dolore. “E che cosa sarebbe?”

Gabriel si raddrizzò e si schiarì la voce. “ Sarebbe che una pupa ti ha marchiato come un cavallo!” e riprese a ridere.

Castiel era scandalizzato, letteralmente. “Basta per favore, ora andiamo, abbiamo da fare”

L’Arcangelo di fronte a lui annuì e lo seguì, pensando che nonostante tutti i secoli passati a spassarsela, non aveva mai riso tanto.

Il contrasto tra il nero delle grandi ali di Castiel, che lui a differenza degli umani vedeva sempre, e il rossore del succhiotto che quella ragazza aveva fatto al suo tramite, era davvero incredibile. Ed era divertente, tanto divertente.

“Cas, quando vedo Raphael c’è il rischio che io lo uccida” gli disse, stranamente serio.

“Perché?”

“Perché ti ha ucciso. Come si fa ad uccidere un fratellino come te? Ancora non ci credo che l’abbia fatto sul serio…”

Castiel non rispose, ma sorrise.

Anche lui aveva giurato vendetta contro Lucifero per la morte di Gabriel, ma alla fine era stato ucciso un’altra volta.

Però adesso loro erano vivi e vegeti e Lucifero di nuovo chiuso in gabbia, e questo era l’importante.

“Non possiamo ucciderlo Gabe, lo sai. Ma grazie del pensiero, fratello.”

“Non c’è di che Cas” rispose l’altro “ma posso almeno sfotterlo?”

Castiel annuì accennando un sorriso. “E’ tutto tuo.”

E partirono alla volta della prigione di Raphael.

 

 

 

 

 


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