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Autore: Yumi_Slyfox483    26/06/2010    5 recensioni
Tom Kaulitz, il playboy dei Tokio Hotel che sogna solo avventure di una notte si troverà a dover affrontare una relazione stabile e duratura con una ragazza. Ce la farà a reggere il più a lungo possibile?
"Ok, Tom Kaulitz!!!" Bill si alzò dal divano e si mise di fronte a lui in tutta la sua altezza.
"Bill siediti.." esclamò il gemello ridendo.
"No, tu ora mi ascolti! Facciamo una scommessa! Scommetto tutto quello che vuoi che la prossima ragazza che ti porterai a letto, la suddetta Jennifer, non durerà neppure due giorni!"
Tom lo guardò negli occhi e si alzò dal divano mettendosi faccia a faccia con il suo gemello.
"Fai sul serio!" constatò guardandolo negli occhi "Ok, ci sto!" sentenziò infine [...]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Liebe Katrine xD'
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Capitolo 6

Il tuor promozionale per l'Asia era ormai alle porte quando in una calda giornata di giugno Tom Kaulitz aprì piano gli occhi.
Si trovava a casa di Andrea e teneva la ragazza stretta tra le braccia, mentre lei dormiva ancora poggiando il capo sul petto del ragazzo, come le piaceva sempre fare prima di addormentarsi.
Mancavano solo due giorni alla partenza e quello sarebbe stato l'ultimo che passava in quel letto assieme alla sua ragazza.
Non riusciva a credere di essere cambiato così tanto in un solo mese.
Durante quel periodo il "gioco" si era concluso e lui e Andrea avevano fatto sul serio, provando per la prima volta entrambi delle emozioni nuove, ma la situazione non era migliorata rispetto a quando i due ragazzi avevano finto.
Tom si era comportato come al solito, dedicando tempo sia alla sua ragazza che al suo gemello, ma ciò non era bastato.
Capitava che si svegliasse la mattina e non vedesse l'ora di partire per l'Asia per poter stare 24 ore su 24 insieme a Bill, ma poi vedeva il sorriso di Andrea e quella sensazione si mutava in tristezza.
Era dura lasciarla, ma era la cosa più giusta da fare. Aveva provato sulla sua pelle che la lontananza da Bill era insopportabile e neppure la compagnia di Andrea poteva placarla.
Era arrivato a un punto in cui doveva scegliere tra lei e Bill e la sua scelta era stata scontata.
Andrea aprì gli occhi, come svegliata da quell'onda di tristezza, e salutò il suo ragazzo con un bacio sul petto.
"Buongiorno!" esclamò Tom e lei alzò lo sguardo guardandolo negli occhi "Buongiorno a te.." rispose.
Tom sorrise e la baciò dolcemente.
"Hai dormito bene?" gli chiese Andrea dopo un po'.
"No, volevo osservarti per l'ultima volta.."
"E dai! Così mi fai piangere e io non voglio piangere! Tu non sei un romanticone, non ti si addice!" lei sorrise e Tom la imitò.
Era più difficile di quanto pensasse.
"Ci siamo divertiti!" continuò poi Andrea chinando il capo.
"Già!" rispose Tom.
"Abbiamo vissuto un'esperienza che ci ha cambiati e ora sappiamo entrambi che cosa vogliamo. Tu hai capito che devi fare con tuo fratello e io quello che voglio dalla mia vita. Come ti dicevo, ognuno ha raggiunto il proprio obbiettivo.."
Tom la guardò fisso negli occhi per qualche istante e poi sorrise. "Grazie, Andrea..."
"E di cosa?" sbottò la ragazza divertita.
"Lo hai detto tu, no? Alla fine di tutto vedrai che mi ringrazierai... quindi.. Grazie, Andrea.."
La ragazza chinò il capo e una candida lacrima sfuggì dal suo occhio rigando delicatamente il suo viso.
"Lo sapevo che mi avresti fatto piangere.."
Tom le asciugò la lacrima e Andrea si sdraiò di nuovo su di lui.
"Potrai finalmente stare con tuo fratello. Te lo meriti, come ti senti?" sbottò dopo un po' accarezzandogli delicatamente il petto nudo.
"Questa prospettiva mi solleva un po', però mi mancherai..." rispose Tom.
"Anche tu.."
I due rimasero in silenzio. Volevano godersi ogni singolo istante che gli restava da passare ancora una volta insieme.
"Come glielo dirai del nostro gioco?" domandò poi la ragazza incuriosita, mordendosi il labbro inferiore, come sempre faceva quando attendeva una risposta importante.
"Non so se glielo dirò. Alla fine siamo stati insieme comunque. Posso dirgli che mi sono stufato o che non funzionava."
"Ti consiglio di dirgli la verità. E' sempre la soluzione migliore."
"Ci penserò!" Tom rimase in silenzio pensieroso.
"A cosa pensi?" domandò poco dopo la ragazza vedendolo taciturno.
"Sai la cosa che più mi è mancata in questi mesi? Quando Bill, colto da un'ispirazione improvvisa, mi trascina nella sala insonorizzata e mi fa suonare pezzi inventati da lui e io arrangio degli accordi per soddisfare le sue melodie. Mi chiedo come abbia fatto in quei momenti da solo. Giuro che se tocca la mia chitarra lo uccido!" Tom sorrise fingendo rabbia, ma sotto sotto quasi desiderava che il fratello avesse preso di nascosto la sua chitarra. Avrebbe avuto un buon motivo per prenderlo in giro e vedere dopo tanto tempo il suo sorriso e non più le sue lacrime.
Andrea sorrise divertita. Tom parlava con emozione e con una punta di orgoglio nella voce.
"Ecco come vengono fuori le vostre canzoni!" sbottò la ragazza ridendo.
"Più o meno è così. Abbiamo un cantante lunatico!"
I due risero di gusto.
"Mi mancherà anche lui e Georg e Gustav, ma soprattutto Katrine.. Mi sono affezionata a lei.."
"Bè potrete sempre sentirvi. Le mancherai anche tu.."
"Dai..." esclamò poi la ragazza decisa a cambiare argomento "Raccontami ancora qualcosa di Bill.."
Tom rimase ancora per qualche ora assieme a lei. Gli raccontò degli episodi divertenti della sua infanzia e come si fossero avvicinati alla musica, incontrando Georg e Gustav.
Lei gli raccontò della sua vita, dei suoi studi e dei suoi sogni e infine di come si fosse trovata a lavorare in quel pub per delle strane circostanze e necessità di denaro per poter frequentare l'università.
Poi come se quelle ore fossero stati minuti, si ritrovarono davanti alla porta di casa.
"Bè allora. Ci vediamo in giro eh?" esclamò Tom salutandola sulla soglia di casa.
"Certo, quando tornerai. Divertiti in Asia e fate un buon lavoro!"
"Sicuro!" Tom sorrise, ma poi si rabbuiò. Aveva immaginato quel momento, ma ora che lo stava vivendo gli sembrò di non essere per nulla preparato.
"Salutami tutti!" concluse la ragazza.
"Contaci! Allora ciao amica!"
"Ciao, amico!"
Si guardarono negli occhi per qualche minuto, poi Andrea chiuse la porta e Tom si ritrovò in strada, tra il traffico e la confusione quotidiana.
E così un'altra ragazza era uscita dalla sua vita. Aveva lasciato l'unica ragazza che forse avesse mai veramente amato.
Ma lo aspettava una consolazione una volta tornato a casa.
Sorrise mentre imboccò il cammino verso casa sua.

Bill entrò nella sala insonorizzata al primo piano. Era uno di quei momenti in cui veniva colto da un'ispirazione repentina e si diresse immediatamente verso il suo posto afferrando il microfono.
Quel posto sembrava estremamente vuoto in quel momento senza il suo gemello, ma avrebbe comunque messo giù le sue idee e poi ne avrebbe parlato a Tom.
Cominciò a cantare, ma mancava qualcosa. Odiava cantare a cappella e mancava proprio la melodia della chitarra che lo accompagnasse.
Avrebbe potuto chiamare Georg, ma decise di non disturbarlo. In quell'ultimo mese era stato davvero insopportabile con i suoi amici per colmare la mancanza di Tom, e disturbarlo ora sarebbe stato un gesto davvero egoista.
Si guardò intorno e il suo sguardo si posò sulle chitarre appoggiate al muro, accanto al posto di Tom.
Si alzò e ne afferrò una acustica sedendosi al posto di Tom e posizionandosi per suonare.
"Tu non sai suonare!" si disse tra sé e sé e poi cominciò a posare le dita sulle corde, godendo del meraviglioso suono che esse provocavano vibrando, anche senza bisogno di note o accordi.
"Wow!" esclamò. Cercò di ricordarsi quei pochi accordi che Tom gli aveva insegnato ma le sue unghie troppo lunghe gli impedirono qualsiasi movimento.
Rinunciò e fermò le corde con le dita, annullando il suono melodioso.
"Aspetterò qui Tom!" esclamò deciso, prese carta e penna e cominciò a buttar giù qualche frase per non farsi trovare impreparato al ritorno del suo gemello.

Tom aprì la porta di casa che erano le 3.00 del pomeriggio. Durante il tragitto di casa aveva pensato molto su cosa dire a Bill e agli altri, ma ora che era tornato aveva completamente dimenticato tutto.
Aveva avuto un lampo di lucidità nel momento in cui aveva lasciato Andrea. Il triste evento non era stato del tutto negativo e aveva portato nell'animo di Tom un po' di speranza per il futuro e perché no, anche un po'di sicurezza.
Varcò la soglia e si tolse le scarpe, entrando in cucina.
"Ehi, ciao Tom!" esclamò Katrine seduta al tavolo.
"Ciao bella!" il chitarrista si avvicinò alla ragazza e le posò un bacio sulla guancia.
"E Andrea?" esclamò la ragazza aspettandola dietro di lui "Dov'è?"
"Mi dispiace, Katrine... Io e Andrea ci siamo lasciati!"
"Cosa? Ma come? Era così simpatica!" la ragazza sembrava più disperata di Tom "e inoltre.. mi sei sembrato davvero preso.. cosa è successo?"
Tom la guardò sorridendo "Perché sei qui da sola?"
"Tom per favore rispondi prima alla mia domanda!"
Il ragazzo tacque e Katrine sbuffò "Georg è in bagno!"
"Che famiglia di cessoidi!"
Katrine lo guardò storto e Tom si ricompose "Lo so era pessima. E' solo che è appena successo, dammi il tempo di reagire..."
Katrine gli posò una mano sulla spalla premurosa "Perché avete rotto? Ne vuoi parlare?" la ragazza sembrava preoccupata e in effetti un po' lo era.
"Ok te lo dico..." Tom valutò l'idea di rivelargli tutto. Infondo era la sua migliore amica e sapeva che avrebbe potuto confidarsi senza che lei rivelasse nulla a suo fratello o al suo ragazzo, ma decise di nascondere la parte di verità che riguardava il piano ideato da Andrea.
"Non sono pronto!" bisbigliò, come per paura che qualcuno potesse sentirlo oltre a lei.
"Pronto? E' troppo pesante per te?" bastava una sola parola e Katrine avrebbe capito alla perfezione a ciò a cui si stava riferendo, ma Tom sembrava proprio non riuscire a pronunciarla. Eppure la ripeteva così spesso.
"Bill..." disse chinando il capo.
Katrine smise di chiedere e intrecciò le dita di fronte a sé.
"Capisco..." disse infine "Glielo dirai?" domandò dopo un po'.
"No, penso che anche lui provi la stessa cosa. Dice di volere il vero amore, ma se lo troverà riuscirà a gestirlo? Vorrà passare più tempo con me che con lei..."
"Vero!" confermò la ragazza sorridendo. "Cosa farai?"
"Aspetterò. Quando sarò pronto a lasciarlo andare lo farò. Ma ora proprio non me la sento. Ha bisogno di me... e io di lui."
"Capisco..." Katrine gli circondò le spalle con le sue braccia e posò la testa sulla spalla di Tom.
Tom sorrise un po' imbarazzato. Immaginò la reazione di Georg nella testa e sperò che il bassista non li vedesse.
"Grazie.." esclamò baciandole i capelli.
"Vai da lui ora.." rispose Katrine.
Il chitarrista non se lo fece ripetere due volte e si alzò baciando piano una mano della ragazza, come segno della sua gratitudine. "Sai dov'è?" chiese infine.
"No. Sarà in camera sua. E' da un po' di tempo che non lo sento.."
"Ok grazie.."
Tom uscì dalla cucina e incrociò Georg mentre usciva dal bagno.
"Ehi.." esclamò il bassista "e la tua ragazza?"
"Non c'è più una ragazza, Georg.."
Il bassista gli fece un sorriso in segno di aver compreso il motivo di quella improvvisa rottura e gli mise una mano sulla spalla. A differenza di Katrine conosceva il chitarrista da molto più tempo e sapeva individuare subito i comportamenti di Tom quando si trattava di suo fratello.
"Va da lui!"
Tom annuì e si diresse in camera del gemello. Bussò, ma dall'interno non arrivò nessuna risposta.
"Bill? Sono io! Devo parlarti!"
Ancora nulla. Aprì la porta, ma constatò che la stanza era vuota. Lo cercò in giro per casa senza risultati, persino in bagno, anche se era improbabile, poi d'improvviso si ricordò di quello che aveva raccontato ad Andrea quella mattina. Mancava solo una stanza in cui non aveva ancora controllato.
Salì le scale e aprì la porta della stanza insonorizzata. Stava ancora pensando a cosa dirgli quando la scena davanti a lui gli fece completamente perdere il filo dei suoi pensieri e per poco non si commosse. Si avvicinò e chiuse la porta alle sue spalle.
Bill, appollaiato sulla poltrona preferita di Gustav, dormiva con le gambe rannicchiate verso il petto abbracciando la chitarra del gemello e poggiando la testa sul manico. Dei fogli scritti erano poggiati sulle sue ginocchia.
Chi sa da quanto tempo che lo stava aspettando.
Il moro raccolse i fogli mentre una piccola lacrima si fece largo sulle gote del chitarrista.
Ecco qual'era il suo problema. Non era colpa di Bill e nemmeno sua quello che era successo con Andrea.
Era pienamente cosciente che un giorno anche lontano avrebbe avuto un'altra famiglia all'infuori di Bill e non avrebbe più potuto condividere tutto con il suo gemello, come avevano fatto sin dalla tenera età, ma non era pronto e non poteva credere che quel futuro si sarebbe avverato.
Solo in quei mesi, in cui aveva tentato di avere un rapporto con Andrea, anche se all'inizio era stato finzione, aveva talmente sentito la mancanza di Bill che spesso aveva sentito il bisogno di tornare a casa solo per sentire la sua voce e vederlo dormire. Stava testando la resistenza di Bill, ma allo stesso tempo aveva testato la sua... senza un buon risultato dalla sua parte.
Non avrebbe mai immaginato di sentire così tanto la mancanza del gemello. Ovviamente Andrea non ci aveva dato peso, ma se fosse stata la sua vera ragazza come avrebbe reagito?
Voleva veramente un rapporto vero in futuro, come quello tra Georg e Katrine, ma la differenza con l'amico era che lui non aveva un gemello.
Era deciso sull'avverarsi di quel futuro, ma ci voleva ancora tempo. Così Tom, in quel momento, davanti alla figura del gemello che dormiva stringendo al petto la sua chitarra, prese la decisione più razionale della sua vita.
Da quel momento in poi avrebbe goduto di ogni momento vissuto con il suo gemello in quella casa, di ogni gesto, di ogni parola, di ogni discussione, di ogni intervista, ma soprattutto di ogni performance sul palco.
Perché suonare la chitarra era il suo lavoro, il suo hobby e la sua passione, ma accompagnare la voce del gemello era la sua vita e il suo sogno.
Non a caso aveva creato una band con lui.
Voleva accompagnare Bill nel tortuoso cammino della sua vita, sostenendolo nei momenti difficili fino a quando ognuno non avrebbe intrapreso la propria strada, continuando a vivere distintamente la propria esistenza.
Perché loro erano due personalità distinte, ma nello stesso tempo erano una cosa sola indispensabili l'uno per l'altro.
Il futuro poteva cambiare le cose, ma non avrebbe mai cambiato il legame che li teneva uniti e sempre insieme.
Accettare quella situazione era difficile, ma col tempo ci sarebbe riuscito e sarebbe stato pronto.
Si rigirò i fogli in mano e ne lesse il contenuto sedendosi sul pavimento.
Le frasi erano scarabocchiate e solo tre si erano salvate dalle linee del gemello cancellate.
I can't think about a life without you, 'cause without you I can't exist.
You're the only thing that makes me believe how much my life would be sad without someone special like you.
When you're not with me I feel like something is missing in me...

Tom le rilesse e in neanche un minuto aveva già trovato un ritmo calzante.
Si alzò e posò i fogli a terra. Si avvicinò al gemello e gli sfilò delicatamente la chitarra dalle braccia.
"Tomi..." pronunciò Bill aprendo lentamente gli occhi e trovando quelli di Tom perfettamente identici ai suoi che lo guardavano colmi d'amore.
"Oh scusa! Mi sono addormentato! Lo so che non vuoi che io prenda le tue chitarre senza permesso. E' solo che.."
"Bill!" Tom lo interruppe ridendo "Da quanto aspetti qui?"
Tom si sedette allo sgabello accanto controllando se la chitarra scelta da Bill fosse accordata.
Lo era.
"Non lo so.." rispose il gemello gesticolando e raccogliendo i fogli da terra.
"Mi sono addormentato e... ma mi stai ascoltando?"
Tom alzò il capo e cominciò a suonare. La melodia era lenta e dolce e Bill rimase quasi incantato.
"Bella..." pronunciò alla fine battendo le mani.
"E' la tua musica!" continuò Tom.
Bill lo guardò spostando il capo di lato "Che intendi dire?"
"Per la canzone che hai scritto lì!"
Il moro guardò i fogli e arrossì "M-Ma.. erano solo.. scarabocchi.. non.."
"Bill, cantala!" Tom sorrise e risistemò le dita per risuonare la melodia di poco prima.
"Ma non so neppure intonarla.."
"Segui me!"
Bill si avvicinò al gemello e prese fiato. Il fratello cominciò a suonare e Bill cantò quelle tre frasi con naturalezza e sentimento.
Come al solito lui ci metteva passione, mentre Tom ciondolava la testa a ritmo di musica.
La ripresero per tre volte, ripetendo la stessa melodia e le stesse frasi, senza fermarsi neppure per mettersi d'accordo sul tempo o il suono.
Era perfetta così come era uscita la prima volta.
Bill sorrise e Tom lo imitò poggiando la chitarra al suo posto e dirigendosi verso il gemello. Ebbe quasi paura che gli saltasse addosso.
"Mi aspetto che completi questa canzone al più presto."
"Ja certo!" rispose Bill sorridendo.
I due rimasero in silenzio. Bill aveva notato che qualcosa non andava dal tono disinvolto di Tom.
"Cosa c'è?" chiese dopo un po'.
Tom rialzò il capo "Ho lasciato Andrea.." rispose senza troppi giri di parole.
"Perché? Sembrava funzionare..."
"Era finzione, Bill. Volevo dimostrarti che ero in grado di avere un rapporto duraturo."
"Cosa?" il gemello sbiancò e Tom dovette farlo sedere sullo sgabello evitando appena in tempo che questo cadesse bruscamente a terra.
"Ehi?" esclamò preoccupato.
"Hai finto per tutto questo tempo? Mi hai preso in giro? Perché, Tom? Io ho sofferto molto!"
"Anche io!" ribatté il gemello guardandolo negli occhi. Bill rimase a fissarlo in silenzio.
"All'inizio volevo provarti che ne ero in grado. Ma da un mese a questa parte, bè... mi sono innamorato davvero!" riprese Tom timidamente.
Bill sorrise e gli accarezzò una guancia. Era da molto tempo che Tom non sentiva più quel contatto.
"E perché l'hai lasciata?" domandò afflitto.
Tom alzò il capo e si inginocchiò davanti a lui poggiandogli le mani sulle ginocchia.
"Avevi ragione.. Non ne sono in grado."
"Tomi.."
"Fammi finire per favore. Non è colpa tua né di Andrea. Semplicemente non ne sono capace. E non ne sento il bisogno!"
Bill chinò il capo chiedendosi se il gemello stesse dicendo quelle cose per non farlo sentire in colpa. Sapeva il motivo per cui Tom l'aveva lasciata, nonostante ne fosse davvero innamorato.
"Non fare quella faccia, ok? Tu non centri nulla!" sbottò il fratello.
Bill non sembrò convinto.
"Ok cercherò di spiegartelo meglio. Ricordi cosa mi chiedesti quella volta?"
Il moro rialzò lo sguardo e corrugò la fronte per ricordare.
Tom sorrise.
"Certo! Ti ho chiesto se non sentissi il bisogno di una persona speciale al tuo fianco. Mi hai risposto di no."
Tom rise "Però mi hai interrotto dopo. Io stavo per dirti un'altra cosa."
"Che cosa?" Bill sembrava fremere.
Tom gli prese il foglio tra le mani e gli indicò la seconda frase che Bill aveva scritto.
You're the only thing that makes me believe how much my life would be sad without someone special like you.
"Ecco la mia risposta!" commentò Tom "Ora voglio solo vivere così con te. Senza storie d'amore, ma solo avventure. Andrea mi ha fatto capire che quando sarà il momento sentirò il bisogno di cambiare. Ma ora no. Tu sei la persona speciale con cui voglio passare la mia vita per ora e nessun altro." Tom terminò facendo spallucce "Quindi promettimi di non lasciarmi mai!"
Bill non sapeva cosa dire. Lo fissava con gli occhi lucidi e uno strano sorriso sul volto.
"Non dici niente, stupido?" scherzò il gemello ridendo.
"Ti voglio bene!" esclamò il moro d'improvviso abbracciandolo e iniziando a piangere.
Tom sorrise e ricambiò l'abbraccio stringendolo forte, come per paura di perderlo e pregò che quel momento non finisse mai.
"Te lo prometto solo a una condizione." commentò Bill e Tom sorrise.
"Quale?"
"Che tu non mi farai mai più una cosa del genere.."
Tom tornò serio e lo strinse più forte "Certo, te lo prometto, Bill!"
"Grazie." continuò Bill "Grazie di esistere, Tomi. Grazie per non avermi lasciato solo." esclamò il moro stringendosi di più nell'abbraccio fraterno.
Tom capì che non avrebbe mollato la presa tanto facilmente e ne fu davvero felice.
"Anche io ti voglio bene, stupido!"

"Bill, muoviti!" Tom gridava in giro per casa mentre caricava in auto i bagagli che sarebbero serviti per il tour promozionale in Asia. Era la prima volta che approdavano in quel continente e l'idea di suonare di fronte a Fan diverse dal solito lo eccitava.
"Sto arrivando un momento!" rispose il cantante. Tom sbuffò quando constatò che la voce proveniva dal bagno.
"Andiamo, puoi truccarti anche in aereo!" sbottò innervosito.
"Ma, Tomi!" ribatté il gemello, ma non ebbe neppure il tempo di continuare la frase che si sentì trascinare per le braccia senza cautela.
"Ahia, GEORG!" gridò il cantante recuperando i trucchi e portandoseli dietro mentre il bassista lo trascinava ancora per le braccia.
"Mi fai male! Mollami, so camminare anche da solo!" sbottò Bill seccato. Aveva un occhio mezzo truccato e l'altro completamente pulito. Ora avrebbe dovuto ricominciare tutto da capo.
"Devo sfogarmi in qualche modo!" sbottò Georg impaziente "Starò lontano da Katrine per due mesi e dopo che il tuo adorato gemellino ci ha presi per il culo con la storia di Andrea devo sfogare un po' di rabbia repressa."
Bill scoppiò a ridere mentre il bassista diventava rosso dalla rabbia. Come c'era da aspettarselo non aveva preso bene la notizia del falso fidanzamento di Tom e Andrea, e come al solito, aveva pensato che fosse uno scherzo del chitarrista per prendere per il culo i suoi amici e divertirsi alle sue spalle. Riteneva la storia di Bill una scusa. E questo, ovviamente, era l'unico a pensarlo.
"Oh andiamo!" esclamò Tom nel salotto, liberando il gemello dalla presa ferrea dell'amico e catapultandolo per terra. "Ti ho già chiesto scusa, Georg!"
"Bill, per favore, non parlo più con il tuo gemello. Potresti dirgli che le sue scuse non mi servono a nulla e di non rivolgermi la parola finché non avrò passato sopra all'argomento? Grazie!" così dicendo il bassista prese le sue ultime cose e uscì di casa salendo in macchina.
Bill sorrise mentre Tom sbuffava esasperato.
"Ma perché si è arrabbiato?" esclamò alzando le mani in aria come a non poterne più.
"Forse perché hai preso in giro Katrine." rispose Bill alzandosi da terra, dove era finito dopo che Tom lo aveva liberato.
"Sì, ma non l'ho fatto apposta. L'obbiettivo eri tu, non lei!"
"Non me lo ricordare!" sbuffò Bill "Puoi aspettare ancora un momento?"
"Ma cosa devi fare ancora? La macchina sta aspettando solo te!" Tom prese gli ultimi bagagli del gemello mentre quest'ultimo si dirigeva in camera sua.
"Bill, muoviti! O faremo tardi di nuovo e chi lo sente poi a David!"
"Jaaa!" gridò Bill dalla camera, tornando dopo pochi minuti con un foglio di carta in mano e altri trucchi che aveva dimenticato in bagno.
"Andiamo?" esclamò Tom.
"Ja!" il gemello uscì dalla porta e Tom chiuse l'appartamento a chiave, consapevole che per altri due mesi non avrebbe più rivisto casa sua. Ma lo consolò il fatto che avrebbe recuperato tutto il tempo che non aveva passato con Bill.
Sorrise a quel pensiero e si voltò a guardare il gemello sorridente che saltellava in macchina gridando felice. Pensò ad Andrea e una profonda tristezza si impadronì del suo corpo. Avevano parlato molto a riguardo e alla fine avevano deciso di non sentirsi neppure per telefono. Era meglio per tutti e due. Si chiese se l'avrebbe rivista un giorno e magari l'avrebbe ritrovata proprio nel momento in cui si sarebbe sentito più pronto per iniziare un vero rapporto.
"Dai, Tomi! Poi parli di me!" urlò Bill quasi arrabbiato, ma il suo tono di voce, troppo candido e acuto, impediva di far trapelare il vero tono nella sua voce.
Tom sorrise nuovamente e salì in macchina spingendo il gemello lontano da lui e schiacciandolo letteralmente accanto a Gustav che si lamentò scoppiando a ridere.
"E spostati!" pronunciò Tom ridendo "Sei grasso!"
Bill gonfiò le guancie e prese a menarlo mentre Tom lo teneva fermo per i polsi ridendo del suo buffo atteggiamento.
Finalmente tutto era tornato alla normalità.

Tom Kaulitz si svegliò dal suo sonno leggero. Era stato destato da un peso che gli era caduto sulla spalla e non appena aveva riaperto gli occhi si era trovato di fronte il meraviglioso paesaggio che si poteva ammirare dall'aereo in volo.
Constatò che stavano volando sa quasi un'ora e probabilmente si sera addormentato mentre Bill aveva preso a parlare senza fermarsi, come sempre faceva quando facevano lunghi viaggi in aereo.
Gli era mancato addormentarsi coccolato dalla candida voce del gemello.
Sorrise pensando alla reazione che Bill aveva avuto quando lo aveva scoperto che dormiva, e voltò il capo notando che il peso che lo aveva svegliato, altro non era che la testa di suo fratello che si era abbandonata sulla sua spalla.
Dormiva mormorando frasi sconnesse, stringendo tra le mani un foglio ripiegato in quattro parti. Tom, curioso, glielo prese dalle mani con cautela, per non svegliarlo, e lo aprì leggendone il contenuto.
Per tutto il tempo che aveva letto il testo si era quasi commosso e ringraziò che il gemello non fosse sveglio per vedere i suoi occhi lucidi.
Era il testo della canzone che Bill aveva scritto qualche giorno prima nella stanza insonorizzata e che aveva completato. E constatò che descriveva esattamente il loro rapporto.
Tom si ritrovò a pensare che il suo gemello lo conosceva più di chiunque altro.
Richiuse il foglio e lo tenne stretto tra le mani come una reliquia e poggiò la testa su quella del gemello.
Capì per la prima volta e con una certa sensazione di felicità, che non sarebbe mai stato abbastanza pronto a lasciarlo andare.
Mai

TWINS

When I was born you were with me and since that moment you’ve been always by my side.
When I was happy, when I was sad.
When everything was ok and when everything was wrong.
I can’t think about a life without you ‘cause without you I can’t exist.

[Rit.] You’re like me and I’m like you.
We are two people with the same soul.
I always feel what you feel.
I can’t live without you.
You’re mine and I’m yours.
I love you my twin...

When you’re not with me I feel that something is missing in me...
You always know what to do to makes me feel well.
I can’t explain with words what you are for me...
You’re my little angel that saves me from hell.
You’re my little devil that makes me crazy.

[Rit.]

You’re the only thing that I need
You’re the only thing that makes me dream
You’re the only thing that let me live
You’re the only thing that makes me believe how much my life would be sad without someone special like you

Without you I’d die
Without you I’m nothing
You are my heart, you are my soul, you are what I always want
Thanks to exist...
I love you my sweet twin...

***

Ecco a voi l'ultimo capitolo della mia storia. La canzone finale è stata scritta dal mio Gemy Shari92 su EFP che ringrazio molto, perché descrive esattamente il rapporto che hanno due gemelli.
Spero che sia piaciuta la storia e la canzone e spero di leggere tanti commenti, soprattutto da due persone in particolare e credo che loro lo sappiano ^^
Un bacio, alla prossima <3
   
 
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