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Autore: Karmensita    12/09/2005    6 recensioni
Commento di Erika: La storia di Bellatrix Lestrange: infanzia, adolescenza, maturità, rapporto con la famiglia, con l'amore e col male, di cui è volenteroso soggetto. L'impressione finale è che non venga fatto 'sentire' al lettore come Bellatrix sia arrivata ad abbracciare il male; questo nonostante le spiegazioni. In alcuni punti la narrazione scorre troppo veloce, quando si sentirebbe il bisogno di un ritmo più soppesato. Forse, a meno che non si abbiano idee più ricche, la prossima volta sarebbe meglio concentrarsi su un solo aspetto del protagonista, invece di cercare di riassumere e includere ogni evento della sua vita. In questo modo infatti può risultare ancora più difficile essere coerenti con quel che si dice. In conclusione non è una storia completamente malvagia e può avere una qualche attrattiva sui fan della protagonista.

Grazie, Erika ^___^!
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico, Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Princess of my childhood

 

Quando si hanno soli sette anni si è del tutto vulnerabili…

… ed è per questo che tutte le bambine che erano come lo ero io venivano protette dai propri genitori…

Mi ricordo che a quell’età non andavo ancora a scuola… ed ero stata educata come una principessa. Io guardavo le mie sorelle, che si preparavano per scendere giù in sala per cenare, come erano belle… si vestivano eleganti e crescevano sempre più in fretta. Loro scendevano giù e la mamma le guardava entusiasta. Ho sempre voluto essere come loro… a volte sgattaiolavo nelle loro camere per rubare le loro collane di perle. Le indossavo, mi posizionavo davanti allo specchio e mi ammiravo.

Non ero bella come loro. A sette anni mi ero ripromessa che un giorno sarei diventata più affascinante…

Nel frattempo crescevo sempre di più, e il comportamento dei miei genitori era sempre lo stesso. Freddo. A volte pensavo a come dovevano essersi comportati con le mie sorelle da piccole. Io però riuscivo a vedere attraverso i loro occhi un po’ di tristezza, ma non riuscivo a capire il perché. Poi un giorno d’estate vidi mia sorella Narcissa piangere nella sua stanza, nel giorno del suo sedicesimo compleanno. Io entrai cautamente e le chiesi perché piangesse, ma non mi rispose. Si limitò ad accarezzarmi i capelli corti e a guardarmi con un sorriso triste. Con le mie manine le asciugai gli occhi e l’abbracciai. Pensavo: come si poteva essere tristi il giorno del proprio compleanno? Me ne tornai nella mia cameretta, dopo aver rubato una pagina di diario di Narcissa. Poi, visto che ero stata educata a leggere, notai che quella non era una pagina di diario, ma una lettera. C’era scritto “Caro Jess…”. Capii che Jess era un ragazzo. Lessi che lei era perdutamente innamorata di lui, ma che il suo amore non gliel’ avrebbe mai rivelato, perché i nostri genitori non gliel’avrebbero mai permesso. Perché? Perché Jess era mezzosangue… Narcissa ed io siamo purosangue e dovevamo sposare la gente come noi. Avevo passato la maggior parte della mia infanzia, vedendo Narcissa, bella nei suoi abiti di lino e seta, elegante e magnifica, corteggiata da molti ragazzi, sorridente, anche timida certe volte. E ora finalmente avevo capito tutta l' ipocrisia che reggeva quel finto rapporto tra lei e i miei genitori, tra lei e i suoi ragazzi: alla base del suo carattere lei soffriva, stava male, perchè ogni giorno della sua vita l'aveva passato a fingere una falsa felicità, allo scopo di compiacere i genitori. Capii solo in quel momento, quanto potessero soffrire Narcissa e Andromeda, un’altra mia sorella. Nell’estate del mio terzo anno a Hogwarts si sposò mia sorella Narcissa. Aveva soli ventitré anni. Si sposava con un uomo molto ammirato, perché il suo cognome era Malfoy, Lucius Malfoy. Era alto, bello e maestoso, ma da quel che leggevo negli occhi di Narcissa non era l’uomo per lei. Si erano conosciuti ad Hogwarts, ed erano promessi sposi dalla nascita. Erano amici, ma non di più. A quella festa c’erano tutte le famiglie più importanti e i Black, cioè noi, eravamo i più eleganti. Ma Narcissa era bellissima, i suoi occhi azzurri spiccavano dietro il suo velo bianco con le rose. I suoi capelli avevano una decorazione molto simile ad un fiore, poi le ricadevano dietro a coda di cavallo, biondissimi e mossi. Il suo abito era di cotone bianco e stretto. Era formato di un corpetto bianco con decorazioni di rose, con nastrini di un verde chiaro per stringerlo. E la gonna era svasata e decorata allo stesso modo. L’unica cosa che stonava col suo abito era la sua falsa felicità che s’intravedeva con facilità. Ma dubito che i miei genitori se ne fossero accorti perché troppo presi a fare gli eleganti con i Malfoy. Fu così che Narcissa si sposò.

Mia sorella Andromeda era bellissima anche lei, aveva capelli corti castani e occhi di un azzurro più scuro di quello di Narcissa, ma dal punto di vista caratteriale era molto più indipendente di lei. Infatti non seguiva le usanze dei Black, era scappata con un ragazzo all’ età di diciassette anni. Lui era un mezzosangue che lei amava tanto e si chiamava Ted Tonks. Io mi vergognavo di dirlo, ma ero orgogliosa di lei. Ero sempre andata d’accordo con lei perché avevamo lo stesso spirito libero ed indipendente. Solo che lei non si ribellava apertamente a nostro padre, agiva di nascosto. Ma se l’è cavata. Si è sposata con Tonks e hanno avuto una figlia: Ninfadora. L’avevamo saputo attraverso una lettera, che mio padre bruciò nel camino. Ormai Andromeda non era più sua figlia. Ma almeno ha vissuto la sua vita con l’ uomo che ha sempre amato. Io intanto ero ancora giovane, avevo sedici anni ed ero un vero maschiaccio, nonostante fossi consapevole della mia bellezza, ma pur sempre con le mie maniere da principessa. Avevo un fisico longilineo e i capelli neri, gli occhi di un verde quasi castano molto belli. Molti ragazzi erano attratti da me, ma a me non interessava l’amore. Fu a quell’età che i miei genitori mi diedero del filo da torcere.

 

Bellatrix, figlia mia… ora hai sedici anni, e sai che è il momento di vedere in faccia la realtà...

 

Quando mio padre mi parlò ero assolutamente inconsapevole di ciò che mi avrebbe detto.

 

Noi siamo una famiglia rispettabile, e il nostro nome è stato sempre portato avanti con fierezza dai tempi dei nostri avi. Lo sai bene, questo, vero?

 

Sì… lo sapevo fin troppo bene a quanto ci tenessi a portare avanti il nostro onore, papà…

 

Sì, Bella… ora devi interessarti anche ad altre cose, sei grande ormai.

 

Credevo che volesse farmi soffrire come ha fatto con Narcissa…

 

Ma padre, io non sono pronta per sposarmi!

 

No, Bella, no. Sei troppo giovane, ma credimi, arriverà il momento opportuno. Ora devi solo istruirti sui nostri ideali… sai, gli ideali di noi purosangue.

 

Ah, sì… mi ripetevo. Quella riunione…

 

Io dovrei partecipare a quella riunione tanto discussa, padre? Non potrei aspettare…

 

No.

 

Una risposta secca, brusca e fredda mi interruppe.

 

Lo sai bene che tua sorella Narcissa si è sposata ed è moglie di un uomo che fa parte di coloro che riceveranno nuove reclute alla Cerimonia d’Ingresso dei nuovi Mangiamorte. Perché Lucius Malfoy lo è già. Fa parte di una schiera a nostro favore che ti permetterà di avere un futuro migliore, se ne farai parte.

 

No, quell’uomo, Lucius Malfoy, che rendeva triste la vita di mia sorella non mi avrebbe mai accompagnata a quella Cerimonia. Avevo troppa paura di lui, non mi fidavo perché non lo conoscevo bene.

 

Come sai, tua sorella Andromeda non fa parte più di questa famiglia, ma non sa che sbaglio ha fatto e non ha potuto avere l’onore di fare parte del servizio all’Oscuro Signore…

 

Chi era questo Oscuro Signore? Io non avevo mai sentito qualcuno che si chiamasse così…

 

… quindi tu servirai il Signore Oscuro come non ha potuto fare lei, sciocca ragazzina.

 

Disse questo con disgusto, seduto sulla poltrona davanti al camino, bevendo del vino rosso. Si asciugò la bocca con una mano e mi disse…

 

Preparati per bene. Indossa l’abito che ti ho comprato per l’occasione, quello corto e nero di seta. Poi indossa il mantello nero col cappuccio nel tuo armadio… sai, i due indumenti sono appartenuti a tua zia, mia sorella… ma è morta in servizio all’Oscuro Signore, però credimi, ne è valsa la pena. Lei è morta in guerra e noi siamo onorati di averla avuta come parente…

 

Quella frase mi fece sgranare gli occhi… allora c’era la probabilità che io morissi… tentai di reagire come ha fatto Andromeda, scappando via, ma non ce l’ ho fatta per il poco coraggio…

Quella notte stessa Lucius Malfoy mi venne a prendere anch’egli con il mantello col cappuccio, mi prese per mano e mi portò via in un bosco dove si trovava un serpente lavorato in argento. Noi due toccammo la Passaporta e ci trovammo subito in un castello… molto strano per essere un castello. Era sullo stile gotico. Di un colore grigio che faceva pensare all’umidità. Entrammo dentro e mi accorsi infatti che faceva molto umido dentro, ma l’atmosfera era calda perché c’erano un sacco di ragazzi della mia età scortati da altri Mangiamorte. Tutti bisbigliavano eccitati. All’improvviso uscì un Mangiamorte da una porta alta, che avvertì agli altri Mangiamorte di entrare nella camera lasciata. Mi sentii spaesata. Non conoscevo nessuno e non sapevo se quello fosse il luogo adatto ad una Cerimonia di festa…

Poi un ragazzo della mia età, molto bello, si avvicinò a me e mi chiese il mio nome. Io glielo dissi e gli chiesi il suo. Si abbassò il cappuccio e mostrò i suoi stupendi occhi color nocciola.

 

Mi chiamo Rodolphus Lestrange, piacere.

 

Rimasi incantata da quegli occhi e quei capelli così perennemente in disordine…

 

I-io sono Bellatrix… Bellatrix Black…

 

Ma me l’ hai già detto!

 

Oh… scusa!

 

Non mi ero mai comportata così in modo strano con nessuna persona… non mi era mai capitato di provare sensazioni così forti con qualcuno…

 

Comunque, tu sei Black… ma sei promessa sposa?

 

I-io? No… cioè sì, no, non lo so… i miei non me l’ hanno mai detto…

 

Ah, capisco, quindi non sei di nessuno…

 

No, io non sono molto favorevole all’amore…

 

Capisco…

 

Ero talmente emozionata che quando un Mangiamorte ci chiamò nella sala, ringraziai il cielo che quella sensazione svanisse…

Quella Cerimonia non fu affatto un banchetto… era tipo un esame… e il suo esaminatore era ovviamente l’Oscuro Signore…

Noi nuovi non riuscivamo a vederlo perché era seduto su di un alto trono, ed era incappucciato anch’egli. Possedeva una bacchetta. Ebbi paura.

Ci fecero inchinare davanti a lui, con mia grande disapprovazione. Poi ci misero in fila da una parte. Il primo che fu mandato davanti al suo trono fu mio cugino Regulus. Era sempre stato un gran fifone. Gli diedero la sua bacchetta, e poi sentii rumore… urla… ma non osavo vedere.

Poi dopo di lui c’era uno di nome Bartemius Crouch Junior. Il suo cognome è sempre stato molto importante e ben visto da tutti. E’ sempre stato un grande fedele nei propri ideali, e molto coraggioso. Questa volta sentii poco rumore, e poi fu il mio turno. Se Regulus aveva passato, l’avrei fatto anch’io senz’altro, pensavo mostrandomi in tutto il mio solito orgoglio.

Feci posto con disinvoltura davanti all’alto trono e poi lo vidi… il Signore Oscuro era orribile… ma io non osavo levare i miei occhi da lui, per non far pensare che fossi una codarda e che avessi paura. Ma ero sconvolta…

Lui scese di lì e prese la sua bacchetta.

 

Bellatrix Black… l’ultima sorella Black… mi hanno detto che sei una ragazzina coraggiosa e disinvolta… voglio verificare… Ma per farlo dovrai cercare di respingere due maledizioni senza perdono…

 

Se quella era una Cerimonia, io allora ero Salazar Serpeverde.

Ma senza mostrare il mio grande timore lasciai che lui mi prendesse la bacchetta.

Mi torturò. Cominciò subito con una maledizione Cruciatus, io caddi a terra. Capii che era molto potente, perché mi ferì un braccio. Poi cercò di controllarmi con l’Imperius. Mentre ero sotto incantesimo cercavo di mantenere il mio controllo, e ciò avvenne con successo. Questo lo stupì. Perciò allungò il suo esame con altri Cruciatus, e mentre una volta caddi a terra notai il volto di Lestrange che mi osservava come se volesse aiutarmi. Per non mostrarmi abbattuta feci un sorriso spavaldo all’Oscuro Signore e lui mi rispose con un sorriso anch’egli. Mi prese per il braccio e mi disse…

 

Sei molto potente, Black… ho deciso… sei ufficialmente una Mangiamorte.

 

Poi Lucius Malfoy disse…

 

Ma, Signore, ha solo sedici anni, e poi non può compiere già missioni, è troppo pericoloso!

 

Oh, fidati, Malfoy. Sarà una delle migliori se approfondirà i suoi studi nelle Arti Oscure… Eccellente, Black. Avery! Porta questa bella ragazzina… al tatuaggio.

 

Quando disse la parola “tatuaggio” volevo scoppiare a ridere, ma non osai farlo per timore. Scoprii più tardi che tatuaggio significava dolore, soffrire, uccidere, frustrazione per tutta la vita. Sul mio braccio splendeva vivido un teschio, con una bocca da cui spuntava un serpente.

Tornai a casa e mio padre fu fiero di me. Decise di organizzare una festa in mio onore il giorno dopo, invitando a pranzo Narcissa e suo marito. Si mostrarono tutti molto fieri di me, ma Narcissa nascondeva come sempre la sua tristezza per me… e per se stessa. Perché non voleva che io soffrissi come lei ha dovuto fare.

Due mesi dopo anche Bartemius Crouch Junior e Rodolphus furono arruolati, e con mia grande sorpresa anche Regulus.

Io ero sempre più amica di Rodolphus e Barty, erano diventati i miei migliori amici, ma sentivo che per il primo provavo qualcosa di più. Ricordo che una sera, ad una riunione mi diede la mano e lasciò una lettera.

 

Leggila a casa…

 

Mi disse, mentre i Mangiamorte più esperti ci davano istruzioni.

C’era scritto che mi amava…

Quella notizia fu subito musica per le mie orecchie, e il giorno dopo ebbi il mio primo bacio con lui. Ci mettemmo insieme, dunque.

Poi arrivò il mio settimo ed ultimo anno ad Hogwarts. Prima di quell’estate conoscevo solo di vista Rodolphus e Barty, ma non avevo mai parlato con loro. Quell’anno fu forse il migliore di tutti, perché con loro due mi divertivo un sacco. Ed ero sempre più innamorata di Rodolphus… e lui mi dimostrava che era lo stesso per lui.

Ora mi sentivo veramente felice.

Forse anche perché mi sentivo fortunata ad essermi fatta amica due purosangue rispettati, e quindi i miei genitori non avrebbero potuto che approvare i miei comportamenti.

Alla fine della scuola, fummo subito chiamati alle nuove riunioni dei Mangiamorte, dove il Signore Oscuro aveva preparato una festa in onore mio, di Rodolphus, Barty e Regulus. Dando inizio alle nostre vere missioni.

Quelle missioni erano terribili…

Bisognava uccidere gente…

Io non volevo.

Volevo solo sposare Rodolphus… un po’ esagerata quest’idea a diciotto anni, ma a me non fregava. Lo volevo. Avrei dato qualunque cosa pur di sposarlo.

Eppure fu proprio lui a chiedermelo a diciannove anni, quando avevamo ucciso già parecchie vite. Io accettai e ne parlammo con i miei genitori. Loro furono fieri di me… per la primissima volta.

Dopo sei mesi organizzarono con i Lestrange questo matrimonio.

Avrei voluto invitare anche Andromeda, ma i miei non me l’avrebbero permesso. Le scrissi però una lettera, e le dissi che nonostante la mia giovane età ero felice di avere l’uomo che amavo al mio fianco.

Al giorno delle nozze ricordo che ero nella mia camera, e Narcissa mi aggiustava il velo. Avevo un abito di seta bianco, formato da un corpetto, stretto da nastrini rosa pesca, con decorazioni di gigli, e di una gonna lunga, ma non larghissima con le stesse decorazioni. Quando scesi in giardino tutti mi fissarono con gli occhi sgranati.

Avevo quasi venti anni, ed ero bellissima.

Ormai ero diventata ufficialmente Bellatrix Lestrange.

Avevamo una casa molto bella, di due piani e molto larga, dataci come dono da mio padre e dal signor Lestrange.

Dopo alcuni anni, il Signore Oscuro era sempre più assetato di potere… ma c’era qualcosa che lo tormentava…

Mormorava sempre qualcosa riguardo ad una profezia… due bambini…

Paciock e Potter…

Diceva che gli avrebbero sbarrato la strada.

Mandò direttamente me a distruggere l’intera famiglia dei Paciock.

Ma non ci riuscii del tutto.

Entrai in quella casa, con la bacchetta avanzavo per le stanze…

Una donna giocava con il proprio figlio, allegra.

Avrei preferito andarmene.

Quella immagine mi aveva fatto pensare al desiderio di avere un figlio mio e di Rodolphus, e poi non avrei mai voluto rovinare quell’atmosfera…

Ma il Signore Oscuro esigeva.

Sfoderai la bacchetta, chiusi gli occhi e con la Maledizione Cruciatus distrussi la madre del piccolo. Non morì, ma rimase invalida.

Poco dopo scese anche il padre e lo condussi allo stesso destino della moglie.

Me ne scappai di lì in lacrime. Tornai a casa con Rodolphus che mi aspettava davanti la porta. Corsi fra le sue braccia a piangere. Tornammo dentro.

Poi… la notte del 31 Ottobre 1981 cambiò tutto nel mondo dei maghi…

… quel bambino, Potter… distrusse il Signore Oscuro.

Al pensiero ci si poteva mettere a ridere, ma era così. Io non credevo alle mie orecchie, io ero sempre stata fedele al mio signore e ora lui non c’era più…

Ma io ero convinta che non fosse morto… doveva essere da qualche parte, la sua anima c’era sempre, lo sapevo.

Gli Auror d’Inghilterra trovarono molti Mangiamorte. Tra cui io,  Rodolphus e Barty. Quasi tutti inventarono delle storie per farsi scagionare…

Malfoy… lo odiavo… ho provato odio puro per coloro che avevano tradito il signore. Dicevano che erano tutti sotto la Maledizione Imperius… per non finire ad Azkaban.

Noi tre confessammo che eravamo sempre stati da parte del signore e ci promettemmo che quando sarebbe ritornato avremmo avuto una ricompensa per la nostra fedeltà… Ci facemmo buttare ad Azkaban, quindi…

Durante tutto il tempo dell’assenza del Signore Oscuro, nelle celle e con i Dissennatori in giro sembrava che stessi per impazzire… ma nonostante questo il pensiero della nostra ricompensa ci allietava il cuore… e poi io e Rodolphus non perdemmo mai l’amore che avemmo per tutti quegli anni.

E ora che il Signore Oscuro è tornato io e Rodolphus siamo liberi.

Il signore è rinato, ed abbiamo avuto la nostra ricompensa.

Con questa storia ho voluto dire che devo ammettere che nonostante tutto il male che abbia provocato, tutte le famiglie distrutte…

… io non mi sento più in colpa.

Tutto l’odio provato per i miei genitori, per quella donna che abbracciava il figlio come non ho mai fatto io, era sparito, come neve sciolta sotto i raggi del sole.

Riuscivo a uccidere ogni persona che l' Oscuro Signore mi destinava, e non provavo più vergogna, non sentivo più l' impulso di scappare, di piangere... godevo delle sofferenze dei miei nemici. Godevo quando torturavo un membro dell' Ordine della Fenice. Godevo quando bisognava immolare all' Oscuro Signore una famiglia di babbani, finirla lentamente, spezzando ogni membro dolorosamente... uno alla volta...

Ero diventata l' esatto opposto di Andromeda, la sorella che per tutta la sua vita, anche da mangiamorte, nonostante i peccati commessi, avevo preso come modello da seguire.
Però preferivo che fosse così. Avevo patito anni e anni di torture mentali. Ogni notte, non riuscivo a dormire, perchè le urla delle mie vittime mi tormentavano, assillanti, ognuna più raccapricciante delle altre. Avevo passato anni di silenziosa sofferenza, in cui avevo ucciso, mentre avrei voluto solo amare una persona, in cui avevo torturato, mentre avrei solo voluto essere una persona diversa, una persona qualsiasi.

Ora però non soffrivo più. L' amore che provavo per il marito, prima serviva a rincuorarmi e diminuiva il dolore, ora mi rinvigorisce donandomi la forza necessaria per uccidere, e uccidere ancora. Finalmente non soffrivo più per le azioni commesse... finalmente potevo svolgere ogni missione che mi veniva assegnata, divertendomi.

Finalmente avevo una vita armoniosa, scombussolata, certo, violenta e oscura, ma riuscivo ad amare, ed ero felice.

Felice di poter finalmente respirare.

Felice di poter servire l' Oscuro Signore.

 

  
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