Princess
of my childhood
Quando si hanno soli sette anni si è del
tutto vulnerabili…
… ed è per questo che tutte le bambine che erano come lo
ero io venivano protette dai propri genitori…
Mi ricordo che a quell’età non andavo ancora a scuola… ed
ero stata educata come una principessa. Io guardavo le mie sorelle, che si
preparavano per scendere giù in sala per cenare, come erano belle… si vestivano
eleganti e crescevano sempre più in fretta. Loro scendevano giù e la mamma le
guardava entusiasta. Ho sempre voluto essere come loro… a volte sgattaiolavo
nelle loro camere per rubare le loro collane di perle. Le indossavo, mi
posizionavo davanti allo specchio e mi ammiravo.
Non ero bella come loro. A sette anni mi ero ripromessa
che un giorno sarei diventata più affascinante…
Nel frattempo crescevo sempre di più, e il comportamento dei miei
genitori era sempre lo stesso. Freddo. A volte pensavo a come dovevano essersi
comportati con le mie sorelle da piccole. Io però riuscivo a vedere attraverso
i loro occhi un po’ di tristezza, ma non riuscivo a capire il perché. Poi un
giorno d’estate vidi mia sorella Narcissa piangere nella sua stanza, nel giorno
del suo sedicesimo compleanno. Io entrai cautamente e le chiesi perché
piangesse, ma non mi rispose. Si limitò ad accarezzarmi i capelli corti e a
guardarmi con un sorriso triste. Con le mie manine le asciugai gli occhi e
l’abbracciai. Pensavo: come si poteva essere tristi il giorno del proprio
compleanno? Me ne tornai nella mia cameretta, dopo aver rubato una pagina di
diario di Narcissa. Poi, visto che ero stata educata a leggere, notai che
quella non era una pagina di diario, ma una lettera. C’era scritto “Caro Jess…”. Capii che Jess era un
ragazzo. Lessi che lei era perdutamente innamorata di lui, ma che il suo amore
non gliel’ avrebbe mai rivelato, perché i nostri genitori non gliel’avrebbero
mai permesso. Perché? Perché Jess era mezzosangue… Narcissa ed io siamo
purosangue e dovevamo sposare la gente come noi. Avevo passato la maggior parte
della mia infanzia, vedendo Narcissa, bella nei suoi abiti di lino e seta,
elegante e magnifica, corteggiata da molti ragazzi, sorridente, anche timida
certe volte. E ora finalmente avevo capito tutta l' ipocrisia che reggeva quel
finto rapporto tra lei e i miei genitori, tra lei e i suoi ragazzi: alla base
del suo carattere lei soffriva, stava male, perchè ogni giorno della sua vita
l'aveva passato a fingere una falsa felicità, allo scopo di compiacere i
genitori. Capii solo in quel momento, quanto potessero soffrire Narcissa e Andromeda,
un’altra mia sorella. Nell’estate del mio terzo anno a Hogwarts si sposò mia
sorella Narcissa. Aveva soli ventitré anni. Si sposava con un uomo molto
ammirato, perché il suo cognome era Malfoy, Lucius Malfoy. Era alto, bello e
maestoso, ma da quel che leggevo negli occhi di Narcissa non era l’uomo per
lei. Si erano conosciuti ad Hogwarts, ed erano promessi sposi dalla nascita.
Erano amici, ma non di più. A quella festa c’erano tutte le famiglie più
importanti e i Black, cioè noi, eravamo i più eleganti. Ma Narcissa era
bellissima, i suoi occhi azzurri spiccavano dietro il suo velo bianco con le
rose. I suoi capelli avevano una decorazione molto simile ad un fiore, poi le
ricadevano dietro a coda di cavallo, biondissimi e mossi. Il suo abito era di
cotone bianco e stretto. Era formato di un corpetto bianco con decorazioni di
rose, con nastrini di un verde chiaro per stringerlo. E la gonna era svasata e
decorata allo stesso modo. L’unica cosa che stonava col suo abito era la sua
falsa felicità che s’intravedeva con facilità. Ma dubito che i miei genitori se
ne fossero accorti perché troppo presi a fare gli eleganti con i Malfoy. Fu
così che Narcissa si sposò.
Mia sorella Andromeda era bellissima anche lei, aveva capelli
corti castani e occhi di un azzurro più scuro di quello di Narcissa, ma dal
punto di vista caratteriale era molto più indipendente di lei. Infatti non
seguiva le usanze dei Black, era scappata con un ragazzo all’ età di
diciassette anni. Lui era un mezzosangue che lei amava tanto e si chiamava Ted
Tonks. Io mi vergognavo di dirlo, ma ero orgogliosa di lei. Ero sempre andata
d’accordo con lei perché avevamo lo stesso spirito libero ed indipendente. Solo
che lei non si ribellava apertamente a nostro padre, agiva di nascosto. Ma se
l’è cavata. Si è sposata con Tonks e hanno avuto una figlia: Ninfadora.
L’avevamo saputo attraverso una lettera, che mio padre bruciò nel camino. Ormai
Andromeda non era più sua figlia. Ma almeno ha vissuto la sua vita con l’ uomo
che ha sempre amato. Io intanto ero ancora giovane, avevo sedici anni ed ero un
vero maschiaccio, nonostante fossi consapevole della mia bellezza, ma pur
sempre con le mie maniere da principessa. Avevo un fisico longilineo e i
capelli neri, gli occhi di un verde quasi castano molto belli. Molti ragazzi
erano attratti da me, ma a me non interessava l’amore. Fu a quell’età che i
miei genitori mi diedero del filo da torcere.
Bellatrix,
figlia mia… ora hai sedici anni, e sai che è il momento di vedere in faccia la
realtà...
Quando mio padre mi parlò ero assolutamente inconsapevole di ciò
che mi avrebbe detto.
Noi siamo una famiglia
rispettabile, e il nostro nome è stato sempre portato avanti con fierezza dai
tempi dei nostri avi. Lo sai bene, questo, vero?
Sì…
lo sapevo fin troppo bene a quanto ci tenessi a portare avanti il nostro onore,
papà…
Sì, Bella… ora devi
interessarti anche ad altre cose, sei grande ormai.
Credevo
che volesse farmi soffrire come ha fatto con Narcissa…
Ma padre, io non sono pronta
per sposarmi!
No, Bella, no. Sei troppo
giovane, ma credimi, arriverà il momento opportuno. Ora devi solo istruirti sui
nostri ideali… sai, gli ideali di noi purosangue.
Ah,
sì… mi ripetevo. Quella riunione…
Io dovrei partecipare a
quella riunione tanto discussa, padre? Non potrei aspettare…
No.
Una
risposta secca, brusca e fredda mi interruppe.
Lo sai bene che tua sorella
Narcissa si è sposata ed è moglie di un uomo che fa parte di coloro che
riceveranno nuove reclute alla Cerimonia d’Ingresso dei nuovi Mangiamorte.
Perché Lucius Malfoy lo è già. Fa parte di una schiera a nostro favore che ti
permetterà di avere un futuro migliore, se ne farai parte.
No,
quell’uomo, Lucius Malfoy, che rendeva triste la vita di mia sorella non mi
avrebbe mai accompagnata a quella Cerimonia. Avevo troppa paura di lui, non mi
fidavo perché non lo conoscevo bene.
Come sai, tua sorella
Andromeda non fa parte più di questa famiglia, ma non sa che sbaglio ha fatto e
non ha potuto avere l’onore di fare parte del servizio all’Oscuro Signore…
Chi
era questo Oscuro Signore? Io non avevo mai sentito qualcuno che si chiamasse
così…
… quindi tu servirai il
Signore Oscuro come non ha potuto fare lei, sciocca ragazzina.
Disse
questo con disgusto, seduto sulla poltrona davanti al camino, bevendo del vino
rosso. Si asciugò la bocca con una mano e mi disse…
Preparati per bene. Indossa
l’abito che ti ho comprato per l’occasione, quello corto e nero di seta. Poi
indossa il mantello nero col cappuccio nel tuo armadio… sai, i due indumenti
sono appartenuti a tua zia, mia sorella… ma è morta in servizio all’Oscuro
Signore, però credimi, ne è valsa la pena. Lei è morta in guerra e noi siamo
onorati di averla avuta come parente…
Quella
frase mi fece sgranare gli occhi… allora c’era la probabilità che io morissi…
tentai di reagire come ha fatto Andromeda, scappando via, ma non ce l’ ho fatta
per il poco coraggio…
Quella
notte stessa Lucius Malfoy mi venne a prendere anch’egli con il mantello col
cappuccio, mi prese per mano e mi portò via in un bosco dove si trovava un serpente
lavorato in argento. Noi due toccammo la Passaporta e ci trovammo subito in un
castello… molto strano per essere un castello. Era sullo stile gotico. Di un
colore grigio che faceva pensare all’umidità. Entrammo dentro e mi accorsi
infatti che faceva molto umido dentro, ma l’atmosfera era calda perché c’erano
un sacco di ragazzi della mia età scortati da altri Mangiamorte. Tutti
bisbigliavano eccitati. All’improvviso uscì un Mangiamorte da una porta alta,
che avvertì agli altri Mangiamorte di entrare nella camera lasciata. Mi sentii
spaesata. Non conoscevo nessuno e non sapevo se quello fosse il luogo adatto ad
una Cerimonia di festa…
Poi
un ragazzo della mia età, molto bello, si avvicinò a me e mi chiese il mio
nome. Io glielo dissi e gli chiesi il suo. Si abbassò il cappuccio e mostrò i
suoi stupendi occhi color nocciola.
Mi chiamo Rodolphus
Lestrange, piacere.
Rimasi
incantata da quegli occhi e quei capelli così perennemente in disordine…
I-io sono Bellatrix…
Bellatrix Black…
Ma me l’ hai già detto!
Oh… scusa!
Non
mi ero mai comportata così in modo strano con nessuna persona… non mi era mai
capitato di provare sensazioni così forti con qualcuno…
Comunque, tu sei Black… ma
sei promessa sposa?
I-io? No… cioè sì, no, non
lo so… i miei non me l’ hanno mai detto…
Ah, capisco, quindi non sei
di nessuno…
No, io non sono molto
favorevole all’amore…
Capisco…
Ero
talmente emozionata che quando un Mangiamorte ci chiamò nella sala, ringraziai
il cielo che quella sensazione svanisse…
Quella
Cerimonia non fu affatto un banchetto… era tipo un esame… e il suo esaminatore
era ovviamente l’Oscuro Signore…
Noi
nuovi non riuscivamo a vederlo perché era seduto su di un alto trono, ed era
incappucciato anch’egli. Possedeva una bacchetta. Ebbi paura.
Ci
fecero inchinare davanti a lui, con mia grande disapprovazione. Poi ci misero
in fila da una parte. Il primo che fu mandato davanti al suo trono fu mio
cugino Regulus. Era sempre stato un gran fifone. Gli diedero la sua bacchetta,
e poi sentii rumore… urla… ma non osavo vedere.
Poi
dopo di lui c’era uno di nome Bartemius Crouch Junior. Il suo cognome è sempre
stato molto importante e ben visto da tutti. E’ sempre stato un grande fedele
nei propri ideali, e molto coraggioso. Questa volta sentii poco rumore, e poi fu
il mio turno. Se Regulus aveva passato, l’avrei fatto anch’io senz’altro,
pensavo mostrandomi in tutto il mio solito orgoglio.
Feci
posto con disinvoltura davanti all’alto trono e poi lo vidi… il Signore Oscuro
era orribile… ma io non osavo levare i miei occhi da lui, per non far pensare
che fossi una codarda e che avessi paura. Ma ero sconvolta…
Lui
scese di lì e prese la sua bacchetta.
Bellatrix Black… l’ultima
sorella Black… mi hanno detto che sei una ragazzina coraggiosa e disinvolta…
voglio verificare… Ma per farlo dovrai cercare di respingere due maledizioni
senza perdono…
Se
quella era una Cerimonia, io allora ero Salazar Serpeverde.
Ma
senza mostrare il mio grande timore lasciai che lui mi prendesse la bacchetta.
Mi
torturò. Cominciò subito con una maledizione Cruciatus, io caddi a terra. Capii
che era molto potente, perché mi ferì un braccio. Poi cercò di controllarmi con
l’Imperius. Mentre ero sotto incantesimo cercavo di mantenere il mio controllo,
e ciò avvenne con successo. Questo lo stupì. Perciò allungò il suo esame con
altri Cruciatus, e mentre una volta caddi a terra notai il volto di Lestrange
che mi osservava come se volesse aiutarmi. Per non mostrarmi abbattuta feci un
sorriso spavaldo all’Oscuro Signore e lui mi rispose con un sorriso anch’egli.
Mi prese per il braccio e mi disse…
Sei molto potente, Black… ho
deciso… sei ufficialmente una Mangiamorte.
Poi
Lucius Malfoy disse…
Ma, Signore, ha solo sedici
anni, e poi non può compiere già missioni, è troppo pericoloso!
Oh, fidati, Malfoy. Sarà una
delle migliori se approfondirà i suoi studi nelle Arti Oscure… Eccellente,
Black. Avery! Porta questa bella ragazzina… al tatuaggio.
Quando
disse la parola “tatuaggio” volevo scoppiare a ridere, ma non osai farlo per
timore. Scoprii più tardi che tatuaggio significava dolore, soffrire, uccidere,
frustrazione per tutta la vita. Sul mio braccio splendeva vivido un teschio,
con una bocca da cui spuntava un serpente.
Tornai
a casa e mio padre fu fiero di me. Decise di organizzare una festa in mio onore
il giorno dopo, invitando a pranzo Narcissa e suo marito. Si mostrarono tutti
molto fieri di me, ma Narcissa nascondeva come sempre la sua tristezza per me…
e per se stessa. Perché non voleva che io soffrissi come lei ha dovuto fare.
Due
mesi dopo anche Bartemius Crouch Junior e Rodolphus furono arruolati, e con mia
grande sorpresa anche Regulus.
Io
ero sempre più amica di Rodolphus e Barty, erano diventati i miei migliori
amici, ma sentivo che per il primo provavo qualcosa di più. Ricordo che una
sera, ad una riunione mi diede la mano e lasciò una lettera.
Leggila a casa…
Mi
disse, mentre i Mangiamorte più esperti ci davano istruzioni.
C’era
scritto che mi amava…
Quella
notizia fu subito musica per le mie orecchie, e il giorno dopo ebbi il mio primo
bacio con lui. Ci mettemmo insieme, dunque.
Poi
arrivò il mio settimo ed ultimo anno ad Hogwarts. Prima di quell’estate
conoscevo solo di vista Rodolphus e Barty, ma non avevo mai parlato con loro.
Quell’anno fu forse il migliore di tutti, perché con loro due mi divertivo un
sacco. Ed ero sempre più innamorata di Rodolphus… e lui mi dimostrava che era
lo stesso per lui.
Ora
mi sentivo veramente felice.
Forse
anche perché mi sentivo fortunata ad essermi fatta amica due purosangue
rispettati, e quindi i miei genitori non avrebbero potuto che approvare i miei
comportamenti.
Alla
fine della scuola, fummo subito chiamati alle nuove riunioni dei Mangiamorte,
dove il Signore Oscuro aveva preparato una festa in onore mio, di Rodolphus,
Barty e Regulus. Dando inizio alle nostre vere
missioni.
Quelle
missioni erano terribili…
Bisognava
uccidere gente…
Io
non volevo.
Volevo
solo sposare Rodolphus… un po’ esagerata quest’idea a diciotto anni, ma a me
non fregava. Lo volevo. Avrei dato qualunque cosa pur di sposarlo.
Eppure
fu proprio lui a chiedermelo a diciannove anni, quando avevamo ucciso già
parecchie vite. Io accettai e ne parlammo con i miei genitori. Loro furono
fieri di me… per la primissima volta.
Dopo
sei mesi organizzarono con i Lestrange questo matrimonio.
Avrei
voluto invitare anche Andromeda, ma i miei non me l’avrebbero permesso. Le
scrissi però una lettera, e le dissi che nonostante la mia giovane età ero
felice di avere l’uomo che amavo al mio fianco.
Al
giorno delle nozze ricordo che ero nella mia camera, e Narcissa mi aggiustava
il velo. Avevo un abito di seta bianco, formato da un corpetto, stretto da
nastrini rosa pesca, con decorazioni di gigli, e di una gonna lunga, ma non
larghissima con le stesse decorazioni. Quando scesi in giardino tutti mi
fissarono con gli occhi sgranati.
Avevo
quasi venti anni, ed ero bellissima.
Ormai
ero diventata ufficialmente Bellatrix Lestrange.
Avevamo
una casa molto bella, di due piani e molto larga, dataci come dono da mio padre
e dal signor Lestrange.
Dopo
alcuni anni, il Signore Oscuro era sempre più assetato di potere… ma c’era
qualcosa che lo tormentava…
Mormorava sempre qualcosa riguardo ad una profezia… due bambini…
Paciock e Potter…
Diceva
che gli avrebbero sbarrato la strada.
Mandò
direttamente me a distruggere l’intera famiglia dei Paciock.
Ma
non ci riuscii del tutto.
Entrai
in quella casa, con la bacchetta avanzavo per le stanze…
Una
donna giocava con il proprio figlio, allegra.
Avrei
preferito andarmene.
Quella
immagine mi aveva fatto pensare al desiderio di avere un figlio mio e di
Rodolphus, e poi non avrei mai voluto rovinare quell’atmosfera…
Ma
il Signore Oscuro esigeva.
Sfoderai
la bacchetta, chiusi gli occhi e con la Maledizione Cruciatus distrussi la
madre del piccolo. Non morì, ma rimase invalida.
Poco
dopo scese anche il padre e lo condussi allo stesso destino della moglie.
Me
ne scappai di lì in lacrime. Tornai a casa con Rodolphus che mi aspettava
davanti la porta. Corsi fra le sue braccia a piangere. Tornammo dentro.
Poi…
la notte del 31 Ottobre 1981 cambiò tutto nel mondo dei maghi…
…
quel bambino, Potter… distrusse il Signore Oscuro.
Al
pensiero ci si poteva mettere a ridere, ma era così. Io non credevo alle mie
orecchie, io ero sempre stata fedele al mio signore e ora lui non c’era più…
Ma
io ero convinta che non fosse morto… doveva essere da qualche parte, la sua
anima c’era sempre, lo sapevo.
Gli
Auror d’Inghilterra trovarono molti Mangiamorte. Tra cui io, Rodolphus e Barty. Quasi tutti inventarono
delle storie per farsi scagionare…
Malfoy…
lo odiavo… ho provato odio puro per coloro che avevano tradito il signore.
Dicevano che erano tutti sotto la Maledizione Imperius… per non finire ad
Azkaban.
Noi
tre confessammo che eravamo sempre stati da parte del signore e ci promettemmo
che quando sarebbe ritornato avremmo avuto una ricompensa per la nostra
fedeltà… Ci facemmo buttare ad Azkaban, quindi…
Durante
tutto il tempo dell’assenza del Signore Oscuro, nelle celle e con i
Dissennatori in giro sembrava che stessi per impazzire… ma nonostante questo il
pensiero della nostra ricompensa ci allietava il cuore… e poi io e Rodolphus
non perdemmo mai l’amore che avemmo per tutti quegli anni.
E
ora che il Signore Oscuro è tornato io e Rodolphus siamo liberi.
Il
signore è rinato, ed abbiamo avuto la nostra ricompensa.
Con
questa storia ho voluto dire che devo ammettere che nonostante tutto il male
che abbia provocato, tutte le famiglie distrutte…
…
io non mi sento più in colpa.
Tutto
l’odio provato per i miei genitori, per quella donna che abbracciava il figlio
come non ho mai fatto io, era sparito, come neve
sciolta sotto i raggi del sole.
Riuscivo a uccidere ogni persona che l' Oscuro Signore mi
destinava, e non provavo più vergogna, non sentivo più l' impulso di scappare,
di piangere... godevo delle sofferenze dei miei nemici. Godevo quando torturavo
un membro dell' Ordine della Fenice. Godevo quando bisognava immolare all'
Oscuro Signore una famiglia di babbani, finirla lentamente, spezzando ogni
membro dolorosamente... uno alla volta...
Ero diventata l' esatto opposto
di Andromeda, la sorella che per tutta la sua vita, anche da mangiamorte,
nonostante i peccati commessi, avevo preso come modello da seguire.
Però preferivo che fosse così. Avevo patito anni e anni di torture mentali.
Ogni notte, non riuscivo a dormire, perchè le urla delle mie vittime mi
tormentavano, assillanti, ognuna più raccapricciante delle altre. Avevo passato
anni di silenziosa sofferenza, in cui avevo ucciso, mentre avrei voluto solo
amare una persona, in cui avevo torturato, mentre avrei solo voluto essere una
persona diversa, una persona qualsiasi.
Ora però non soffrivo più. L' amore che provavo per il marito,
prima serviva a rincuorarmi e diminuiva il dolore, ora mi rinvigorisce
donandomi la forza necessaria per uccidere, e uccidere ancora. Finalmente non
soffrivo più per le azioni commesse... finalmente potevo svolgere ogni missione
che mi veniva assegnata, divertendomi.
Finalmente avevo una vita armoniosa, scombussolata, certo,
violenta e oscura, ma riuscivo ad amare, ed ero felice.
Felice di poter finalmente respirare.
Felice di poter servire l' Oscuro Signore.