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Autore: SimonQuestor    27/06/2010    1 recensioni
Introduzione rimossa poichè non valida.
Si prega di introdurne una che sia tale.
Ladynotorius assistente amministratrice.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Nimphadora Tonks, Ron Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le sue braccia toccavano la fresca pietra del davanzale della loro camera del dormitorio. Si era avvolto nella sua coperta rosso-oro, e stando attento a non svegliare Dean, che era quellocol sonno più leggero, respirava il più piano possibile. Gli occhiali erano storti sul suo viso, ma poco importava. Gli occhi verdi si perdevano nella luna, e la luna si perdeva nel cielo.
Il cuore era gonfio. Gonfio di terrore. Gonfio di emozioni. Gonfio di amore, avrebbe detto Silente.
La verità era che da quando aveva ascoltato la Profezia di Sibilla Cooman i suoi sonni non erano così tranquilli. L'idea di dover ammazzare o essere ammazzato, assassinare o perire, carnefice o vittima, non farebbe dormire nessuno. E il giovane Potter, anche senza voler fare la vittima, non era in fin dei conti che un normale sedicenne.
Sospirò piano, liberando una nuvoletta di condensa nell'aria. Forse avrebbe dovuto chiudere la finestra, faceva già freddo.
Morire o Uccidere.
Poi sentì qualcuno girarsi nel letto. Non ebbe bisogno di guardare. Era Ron. Vi sembrerà una stupidaggine e forse lo è ma...Quel suono di stoffa ebbe il potere di mettere in fuga la sua inquietudine.
C'era Ron. Ron non l'avrebbe mai lasciato da solo in balia degli eventi. E nemmeno Hermione. E nemmeno tanti altri.
Morire o Uccidere.
E che importanza aveva? Lui aveva i suoi amici dalla sua parte. Avrebbe avuto la forza al momento opportuno. Oppure...Oppure avrebbe significato che non poteva fare nient'altro per cambiare le cose. Ma l'ipotesi che Voldemort potesse alla fine avere la meglio era assolutamente impossibile. No, lui, Harry, con Silente e con tutto l'Ordine della Fenice avrebbe sconfitto Voldemort.
Morire o Uccidere.
O nessuna delle due.

"Ce la farò!"


Ma Ron non dormiva, come Harry credeva. No, continuava a rivoltarsi tra le lenzuola perchè non riusciva a dormire. Forse neanche voleva. Aveva solo una cosa in testa. Tutt'altri problemi affollavano la sua mente. In quella testa fulva splendeva come l'immagine della Divina sullo schermo del cinema, il viso di Hermione. Tutto di lei si stagliava nitido sull'orizzonte della sua mente. Il suo sorriso, le sue guancia, i suoi occhi, i suoi capelli, i suoi denti, le sue orecchie, il suo corpo, perchè negarlo. Morse il cuscino con più vigore. All'unisono il pugno si strinse. Affondo la testa tra le piume d'oca. Sapeva che Harry era ancora sveglio, e non voleva far rumore, per non attrarre la sua attenzione.
Dirglielo o non dirglielo?
No, non ci sarebbe mai riuscito. Lei sapeva, naturalmente. Lei era così arguta...Lei era una femmina. Certe cose lei le capiva subito. Ma proprio perchè lo sapeva aspettava che fosse lui a muovere il primo passo. La leonessa prima di cedere pretende che il Re della foresta si tolga la corona e le si inchini. E poi Hermione era così fiera...
Dirglielo o non dirglielo?
Lei avrebbe contraccambiato. Eppure lui non ce la faceva. Perchè? Perchè era così stupido?
Non era poi così sicuro che lei fosse innamorata di lui. Insomma! Viktor Krum, asso del Quidditch, ancora sbavava per lei! Perchè avrebbe dovuto scegliere lui, un mediocre Weasley, buono a nulla e dal futuro poco promettente?
Poi quello scemo di Harry inciampò mentre stava in equilibrio su un piede solo, andando leggermente ad urtare la finestra. Il rumore non svegliò nessuno, ma per una strana alchimia, infuse nel giovane rosso lo stesso impulso che aveva preso l'altro poco prima. E al morso si sostituì il sorriso.
Dirglielo o non dirglielo?
Harry l'avrebbe aiutato comunque.

"Ce la farò"


C'era un'altra persona che nello stesso dormitorio, anche se dalla parte femminile, non riusciva a dormire. Ed era proprio quella che volteggiava nelle fantasie del rampollo Weasley.
Hermione sedeva sul letto, schiena contro la parete di legno del baldacchino, il cuscino stretto al petto, i capelli ondulati e selvaggi si acquattavano su di esso, le gambe nascoste dalle coperte. Un pensiero la inquietava. Aveva visto in sogno Harry, in una notte buia. Harry che partiva senza dire niente a nessuno, per non coinvolgerli nei suoi pericoli, nei suoi travagli. E se l'avesse fatto davvero?
Se proprio nel momento di maggior bisogno il Bambino Che E' Sopravvissuto avesse optato per la scelta più nobile e più stupida?
Non l'avrebbe mai tollerato.
Affetto o Orgoglio?
Ma cosa l'avrebbe fatta star più male? Il non poterlo aiutare o il sentirsi inutile e dover assistere impotente al corso degli eventi? Lo faceva per Harry o per se stessa? Era questo ciò che pi la turbava. Perchè non sapeva darsi una risposta. E quella sua incertezza...
Affetto o Orgoglio?
...Voleva forse dire che era un'egoista? Che al centro di tutto c'era sempre e solo lei? Che in tutti quegli anni non aveva imparato a voler davvero bene agli amici?
O si stava facendo soltanto troppi problemi per nulla? No... Affetto o Orgoglio?
E poi una palla di pelo con le zampe, fulva come i capelli del suo sciagurato compagno, soffio verso di lei. Non s'era accorta che fosse arrivato, ma era certa che Grattastinchi fosse venuto perchè si era accorto che non dormiva. Le strofino contro il petto la testa soffice, facendola sorridere.
Le tornarono in mente, come nel più banale dei film, in una serie di flashback, le scene del primo incontro, sull'Hogwarts Express, con Harry e Ron, le avventure per la Pietra Filosofale...La preparazione della Pozione Polisucco...
No, non lo faceva per Orgoglio. Voleva aiutare Harry con tutta sè stessa. E ce l'avrebbe fatta.
Affetto o Orgoglio?
Amicizia.

"Ce la farò!"


Se Draco Malfoy non piangeva era solo perchè doveva sforzarsi di credere che andava tutto bene. I capelli biondi non erano più tanto lucenti e pettinati. Le guancia erano scavate, così come gli occhi. Il viso annerito e stanco. L'espressione per nulla beffarda. Gli abiti sgualciti. Sembrava dimostrare parecchi più anni di quanti ne avesse. Continuava a stare fermo davanti a quel maledetto Armadio Svanitore. Che era al tempo stesso la sua Condanna o la sua Salvezza. A quel mobile era appesa la sua vita. Se l'avesse messo a posto avrebbe avuto salva la vita. In caso contrario chissà come il Signore Oscuro l'avrebbe ucciso.
Premio o Condanna?
Aveva solo sedici anni, in fondo, e per le mancanze di suo padre era stato condannato a quella sorte. Suo padre! Non era certo colpa sua! Maledetto Potter e la sua fortuna sfacciata! Aspettava con ansia il momento della vendetta. Della vera vendetta. Si morse le labbra già livide. Potter. Era lui la causa di tutto ciò. L'avrebbe pagata, a tempo debito.
Premio o Condanna?
E Piton! Piton che insisteva. Piton che continua a rompere le scatole con quella storia della promessa che aveva fatto a sua madre. Come se lui potesse aiutarlo! Come se lui, Draco, non sapesse che il Professore non voleva altro che aiutarlo per poi arraffarsi il merito e ingraziarsi più di ogni altro l'Oscuro Signore. Non voleva si impicciasse. E invece quello continuava a farlo. Pessimo. E non l'aiutava per niente. Aveva il suo piano e non l'avrebbe certo svelato a lui.
Premio o Condanna?
Il suo piano...Che a quanto pare faceva acqua da tutte le parti. Non era capace di sistemare quel maledetto arnese. Sinister non era servito a nulla. Aveva persino pensato di usare l'incantesimo Geminio, per duplicare la copia funzionante. Ma sarebbe stato inutile. Non si possono duplicare manufatti di magia oscura come quello.
Non riusciva a metterlo a posto, in alcun modo. E se continuava così sarebbe fallito tutto miseramente e lui sarebbe stato spacciato. Non rimaneva così tanto tempo.
Premio o Condanna?
Successe all'improvviso. Riaprendo le porte...Il piccolo ragno che aveva messo dentro poco prima era di nuovo lì. Si mosse per qualche istante e poi morì.
Ma non era morto subito...
Ci stava riuscendo! Non riuscì a trattenere un grido trionfante, e fu una fortuna che non potè guardarsi allo specchio. Violenta gioia ferina si dipinse sul suo volto trasandato.
Premio o Condanna?
Il Signore Oscuro l'avrebbe ricompensao e perdonato suo padre. Ne era certo.

"Ce la farò!"


Fissava il proprio piatto senza alcuna voglia, guardandolo come se fosse la scena di un film piuttosto triste. Le arrivavano alle orecchie le parole di Molly ma non le ascoltava. Per fortuna stava parlando col marito, per cui poteva non interessarsi minimamente e chiudersi in sè stessa.
Stava male. Quei capelli grigio topo, quel taglio così anonimo, gli zigomi quasi flosci, gli occhi stanchi, addirittura qualche ruga sulla fronte, il viso corrucciato, gli abiti trasandati...Non era da Tonks. Non dalla Ninfadora Tonks che tutti conoscevano.
Ma era più forte di lei. Non riusciva a riprendersi. Prima la morte di Sirius per mano di quella megera...E poi Remus. Remus che si ostinava. Remus che la reputava una bambina. Remus che non poteva. Remus che era un Mannaro. Remus che non poteva assicurarle un futuro sereno. Remus che non voleva farla soffrire. Remus che si infuriava perchè non capiva.
Remus, Remus, Remus...
Eppure lei insisteva. Eccome.
Tenacia o Rinuncia?
Ma non sapeva se faceva bene o peggiorava le cose. Tant'è vero che negli ultimi tempi s'era chiusa sempre più nel silenzio...Forse avrebbe dovuto lasciar perdere. A che serviva? Non faceva che soffrire.
Tenacia o Rinuncia?
Forse avrebbe dovuto semplicemente smettere di pensarci. Volgere la propria attenzione altrove. Concentrarsi sul lavoro e sull'Ordine e stop. Sapeva già che non avrebbe mai trovato un altro uomo. Ma se non poteva avere lui non le interessava nessun altro.
E poi...E poi sentì una mano sulla spalla. Grassoccia. Calda. Callosa. La mano di Molly. Un sorriso stanco ma raggiante della Mamma dell'Ordine, bastò a spazzare via le nubi che le ottenebravano la mente ed il cuore. Forse sarebbe durato poco, ma erano certo gloriosi istanti. Abbandonò, senza pensarci, il viso contro il suo petto.
Tenacia o Rinuncia?
Remus non poteva opporsi. Avrebbe dovuto capitolare. L'amava e questo importava. Il futuro non era un argomento valido. Siamo tutti sotto il cielo.
Tenacia o Rinuncia?
Remus.

"Ce la farò!"
  
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