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Autore: shining leviathan    28/06/2010    8 recensioni
Zack e Aeris sono felicemente sposati. Ma il loro matrimonio, per un motivo o per l'altro, non funziona come dovrebbe.
Tifa è frustrata dalla freddezza di Cloud, spesso assente e rigido, incapace di donarle l'amore che la ragazza vorrebbe.
Cloud dal canto suo non sa scegliere, condizionato da una misteriosa ragazza che fa di tutto per rovinare la relazione tra i due.
Questo porterà Zack e Tifa ad avvicinarsi pericolosamente l'uno all'altro, un gioco di resistenza che entrambi sanno di non poter vincere. Sarà vero amore o una trama del destino?
Tra colpi di scena, e ritorni inaspettati i protagonisti di questa storia metteranno in discussione se stessi e i loro sentimenti, scoprendo che niente è come sembra, che nessun segreto è destinato a durare.
(Zack x Tifa)(Aeris x Tseng)(Cloud x Sorpresa)
Genere: Erotico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aeris Gainsborough, Cloud Strife, Tifa Lockheart, Tseng, Zack Fair
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non sarò mai più la stessa
Se ci incontreremo di nuovo
Non te ne andrai
Se ci incontreremo di nuovo
Questa caduta libera, mi ha coinvolto
Baciami tutta la notte, non lasciarmi andare
Non sarò mai più la stessa
Se ci incontreremo di nuovo,
Se ci incontreremo di nuovo

 

If we ever meet again

 

 

 

 

 

 

“ Sono felice che tu sia qui, Tseng, davvero”

L’uomo sorrise, seguendo i sottili fili di vapore che si levavano dalla tazza di te di fronte a lui.

Il bar era piccolo e poco affollato, avvolto nella stessa abbacinante luce bianca. L’ambiente era lindo e pulito, le luminarie al neon si riflettevano sul pavimento lucido in piccoli sprazzi lucenti.

Aeris strizzò per un attimo gli occhi.

Forse era per tutto questo che si sentiva a disagio.

Non tanto per gli avventori seduti agli altri tavoli quanto per la sensazione che la stanza  sembrasse sul punto di richiudersi su se stessa e inghiottirla.

Deglutì.

Che stupidaggine …

“ Lo sono anch’io” ammise placidamente Tseng, prendendo il bordo della tazza col pollice e il medio per non scottarsi “ Mi spiace solo vederci in queste circostanze. Sta meglio?”

Aeris alzò per la prima volta gli occhi e inclinò leggermente la testa.

“ Uh?”

“ Zack, Aeris. Sta meglio?”

L’Antica arrossì, annuendo vigorosamente sotto lo sguardo divertito del Turk.

Ma perché si sentiva così maledettamente a disagio?

Eppure lo conosceva da quando era una bambina.

“ Sì, sta meglio” disse, visto che lui la esortava a parlare con un cenno del mento “ Sta meglio”

Mi sento deficiente …

Sospirò, osando lanciare solo sporadiche occhiate alla persona di fronte a lei, per deviarle immediatamente verso il suo bicchiere d’orzata.

Studiò le gocce fredde scendere lungo il vetro, notando con una certa goffagine che Tseng non si faceva problemi a fissarla; bevendo sorsi di te ad un intervallo di dieci secondi circa l’uno dall’altro.

Un brivido si propagò dalla nuca fino all’incavo del ginocchio, e minuscole goccioline di sudore si formarono sulla schiena, appiccicandosi al vestito violetto che indossava quella sera. A forza di torcersi le dita si era fatta anche male.

Non le era mai successo, ed ebbe un po’ di timore.

Tseng gli sembrava così distante dall’uomo che era due anni prima.

Stettero in silenzio fino a quando non arrivò un cameriere a domandare se desideravano altro. Tseng rifiutò gentilmente e questo tornò al bancone.

“ Sei silenziosa” notò finalmente il Turk “ C’è qualcosa che ti turba?”

Aeris scosse la testa, non sapendo in che modo dare voce ai suoi timori senza apparire ridicola.

L’alone bagnato intorno al suo bicchiere sembrava interessarle più del viso dell’uomo.

“ Non è nulla, davvero. Sono felice di rivederti”

“ Ma?”

“ Ma… mi pare tutto così irreale. Sì, insomma, ti ho visto moribondo e ora sei qui, vivo e vegeto, ma ancora non riesco a capacitarmi! Tu sei tu.. però mi sembri un altro, non fraintendermi non penso che tu.. oh uff!! Che casino!” si portò i pugni alle tempie, scuotendo velocemente il capo.

“ Ecco, ora penserai che sia una sciocca. Non riesco nemmeno a esprimermi decentemente e …”

“ Aeris”

L’Antica si chetò di colpo.

“ Non sei veramente cambiata in due anni. Parli a vanvera adesso come allora” avvicinò la tazza alle labbra, nascondendo il piccolo sorriso di scherno che gli era affiorato spontaneo “ Ormai mi sono rassegnato al fatto che non maturerai mai abbastanza”

“ Ehi!” sbottò la fioraia, risentita  dall’osservazione poco delicata. Il Turk fece spallucce, sorseggiando con calma il suo te.

La ragazza incrociò le braccia al petto, corrugando le sopracciglia in un atteggiamento minaccioso.

“ Mi stai offendendo”

“ Ma davvero?”

Aeris tirò fuori la lingua, facendo alzare al cielo gli occhi dell’uomo.

“ Quando fai così non posso che ribadire le mie opinioni. Sei infantile.”

“ E tu cafone”

Si fissarono per un lungo momento, seri. Una giovane donna si sporse dalla sedia per vedere meglio l’inizio di un furioso litigio. Ma avvenne tutto il contrario.

Una risata, che partì da Aeris come sommesse fusa fino a raggiungere un livello di decibel elevato, costrinse i due a coprirsi la bocca con le mani, piegandosi in avanti per salvaguardare le loro milze.

Tseng smise per primo, godendosi le risa piene e sfacciate di Aeris. Sentire la sua voce dopo tanto tempo fu come versare dell’acqua sul fuoco, un sollievo immenso che credeva di non poter più provare.

Dopo qualche minuto, la ragazza si calmò. Asciugandosi le lacrime che rotolavano sulle sue guancie rosate.

“ Non fare più quella faccia, per favore!” esclamò sul punto di rimettersi a ridere “ Sono quasi morta dalle risate!”

“ Non l’ho fatta per ucciderti” rispose “ Non ora che possiamo di nuovo stare insieme”

Aeris smise immediatamente di sghignazzare, colpita dall’affermazione un tantino ambigua del Turk.

“ Che intendi per “stare insieme”?” indagò sospettosa.

Tseng imprecò talmente a bassa voce che nemmeno lui sentì la velata bestemmia a Ifrit.

“ Niente che ti debba turbare” rispose scegliendo con cura le parole “ Ora che ci siamo ritrovati pensavo..”

“ Pesavi male, Tseng” lo interruppe Aeris, piccata “ Non sono una sempliciotta. Credi forse che solo perché non lavori più per la vecchia corporazione mi fidi così ciecamente da abbassare tutte le difese? Non dimentico le cose buone che hai fatto per me e gli altri, ma non dimentico nemmeno quelle malvagie. Sono abbastanza informata da sapere che Rufus sta cercando di ricostruire le Shinra”

“ Ricostruire è una parola grossa. Il presidente cerca di rimediare agli errori del passato, niente di più”

“ Sarà. Ma non mi fido. Ti ha incaricato di sorvegliarmi?”

“ No”

Aeris distese i muscoli della schiena, un poco rinfrancata da quella risposta. Forse non voleva stare insieme a lei come Turk, come nel passato. Forse potevano scrivere un nuovo capitolo in cui entrambi sarebbero stati sullo stesso piano, come amici.

Si fidava di lui. Non di ciò che rappresentava. Ma forse l’uomo non l’aveva capito.

“ Sei venuto qui di tua spontanea volontà?” domandò con leggera apprensione e Tseng annuì senza esitazioni.

L’ombra di un sorriso si disegnò sulle labbra di Aeris.

“ Davvero? Non stai mentendo?”

“ No”

I cubetti di ghiaccio, nell’orzata intatta di Aeris, avevano ormai annacquato la bibita.

Fuori dal bar dell’ospedale passò una donna con una bambina in braccio, e l’Antica si fermò ad osservarle attentamente. La bimba rideva allegra quando la mano della madre andava ad afferrarle il naso come a volerlo rubare, e la donna le faceva eco.

I pochi capelli che aveva in testa la facevano somigliare ad un germoglio spelacchiato, e Aeris intuì che quella madre stava molto male. Nonostante tutto aveva ancora voglia di stare con la figlioletta a giocare, dimenticando per un attimo la malattia che la corrompeva come una verdura marcia.

Le tremò un po’ il labbro.

“ Aeris” la voce di Tseng la fece sussultare.

Si voltò.

“ C-come?”

“ Stai.. piangendo?”

Aeris portò la mano al viso, asciugandosi sorpresa la guancia. Tseng tirò fuori dalla tasca un fazzoletto, ma lei non lo guardò, persa in riflessioni rese più amare da quella passeggera vista.

Si alzò di scatto, poggiando i palmi sul tavolo.

“ Vieni con me”

Tseng sollevò un sopracciglio, confuso, ma poi si levò ed estrasse delle banconote dal portafoglio.

“ Aspetta! Non..”

“ Invece sì” rispose lasciandole sul centrino di stoffa “ Per una volta offro io”

La giovane sorrise e le afferrò una mano, conducendolo verso gli ascensori dalle porte di metallo.

 

 

 

Le porte metalliche si aprirono, e Tseng si lasciò condurre docilmente dalla ragazza.

Doveva ammettere che un po’ era incuriosito del suo comportamento. A che pro portarlo nel reparto di un ospedale? Voleva forse curiosare?

Trattandosi di Aeris non si stupì, ma non credeva che fosse morbosa al punto di frugare nella miriade di corridoi bianche e asettici.

Un enorme tabellone blu appeso a degli anelli di ferro sul soffitto attirò la sua attenzione.

“ Reparto Maternità?” pensò socchiudendo gli occhi “ Perché mi ha portato qui?”

Il disegnino stilizzato di una donna con in braccio un neonato lo fece rinsavire.

Arrivarono davanti ad una stanza rettangolare, protetta da un ampio vetro trasparente. Altre persone si accalcavano lì davanti, sollevandosi in punta di piedi o poggiando le mani sulle spalle del vicino per darsi un appoggio nella loro vedetta. I gridolini e le esclamazioni felici riempivano il reparto con una gioia che gli altri non avrebbero mai sentito.

Aeris si fermò, dondolando su un piede e poi l’altro nella speranza di vedere qualcosa. Evitò di cadere per un soffio, perché Tseng la sorresse per le braccia, poi tornò alla carica. Trovato un buco in cui infilarsi sparì dalla vista del Turk in un intrico di corpi ondeggianti.

Tseng aguzzò la vista, allungando il collo nella speranza di scorgere una traccia marrone nella calca, ma data l’inutilità si immerse anche lui in quel caos. Chiese permesso un paio di volte, trovando difficoltà a respirare quando due robusti omaccioni per poco non lo schiacciarono come tenaglie di ferro. Scivolò con grazie fino al vetro, sbuffando per quell’impresa quasi mortale.

Spintonarsi per vedere due neonati rugosi gli pareva proprio un’esagerazione, ma il viso intenerito di Aeris gli fece perfino dimenticare che una signora gli aveva schiacciato il piede coi suoi tacchetti a spillo.

L’antica teneva le mani premute sul vetro, facendo scorrere lo sguardo fra le culle occupate dai piccini, squadrando con evidente letizia i loro braccini paffuti e le gambette tornite e scalcianti, coperte da nient’altro che un pannolino di stoffa.

Tseng osservò il tutto, affiancandosi alla compagna, non riuscendo a trovare quel briciolo di esaltazione che animava invece il resto della gente. Gli sembravano tutti uguali, maschi e femmine, ed erano persino un po’ brutti con le loro faccette da vermiciattoli.

“ Sono così carini” sospirò la ragazza e Tseng non rispose. Carini non erano, meglio essere sinceri e discreti e stare zitti. Magari uno di loro era il figlio del armadio umano dietro di lui.

“ Quello però non riesco a vederlo” e indicò con disappunto una culla girata verso un’infermiera che disponeva i biberon vuoti su un carrellino. Aeris picchiettò un pugno contro il verto.

Il viso coperto da una mascherina si girò verso di lei. Aeris  indicò la culla.

Infermiera indicò Aeris a sua volta, che annuì con un sorriso. Tseng scosse la testa sconsolato.

Pur di vedere un bambino si fingeva una parente, per cosa? Tanto sarà stato brutto come gli altri.

La culla venne girata e Aeris saltellò allegra, sgranando gli occhi verde smeraldo.

“ Oh, Tseng!” esclamò felice “ Guardala! È davvero bellissima!”

Tseng gettò uno sguardo, e in parte dovette concordare con Aeris.

Rispetto agli altri era molto più bella. La pelle chiara del volto non aveva piaghe, e l’espressione assorta del sonno non possedeva quell’agonia che vedeva sui lineamenti degli altri.

“ Warda” si ritrovò a sussurrare leggendo il braccialetto al polso della piccola, ed Aeris si sporse verso di lui.

“ Uh?”

“ Warda. Significa “rosa””

“ Che bel nome!” sorrise in direzione della neonata, immaginando che anche sua figlia si sarebbe chiamata Warda. A Zack sarebbe piaciuto, ne era sicura.

“ Sai, Tseng” disse all’improvviso “ Io non desidero altro che questo. Una vita normale. Per questo prima me la sono un po’ presa con te. Non voglio averti come nemico, ma non voglio nemmeno che tu mi consideri come un oggetto”

“ Non l’ho mai fatto”

“ Lo so. Ma il tuo lavoro lo richiedeva”

Tseng tacque, non potendo difendersi da questa verità.

“ Io un giorno vorrò avere una famiglia” continuò imperterrita, con gli occhi puntati su Warda “ Dei figli. Non voglio che vivano braccati come è successo con me”

“ Non succederà mai più, Aeris” Tseng fissò il suo riflesso e quello dell’Antica sul vetro. Erano così vicini ma al tempo stesso così lontani, e quella lontananza era stata creata principalmente da lui, da ciò che era stato. Non voleva ricadere nello stesso errore.

Per quanto l’amasse in un silenzio lacerante non poteva rischiare di perderla un’altra volta. Con lei si sentiva libero dalle catene che l’avevano costretto sin dalla nascita, una sensazione quanto più vicino a una famiglia di quanto no lo fosse stata la Shinra e i suoi sottoposti.

Guardando la piccola Warda desiderò per un attimo folle di esserne il padre, marito della donna che ora gli stava accanto con uno splendido sorriso.

Impossibile. Ma esitavano altri sbocchi per guadagnarsi il suo affetto.

“ Non succederà più” ripetè fissandola intensamente nel riflesso dei suoi occhi.

Aeris non rispose, ma abbassò lo sguardo e gli strinse la mano, come una muta accettazione della sua promessa.

Tseng pensò che da qual momento in poi nessuna folla urlante o mostri dallo spazio li avrebbero divisi.

Ora che si erano incontrati, niente avrebbe impedito loro di trovarsi di nuovo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Tifa sospirò, e mise il telefono sul comodino.

Cloud non rispondeva, ed era preoccupata. Forse aveva incontrato qualche mostro particolarmente forte sulla strada, forse era caduto dalla moto.

Scosse la testa, non doveva pensarci.

 Si stese, buttandosi il lenzuolo fino alla gola. Sospirò, guardando il soffitto costituito da tubi arrugginiti, e ipotizzò per quale motivo Cloud la evitava come la peste.

Il fatto che avrebbe preferito saltare addosso ad un lupo mannaro, piuttosto che stare una notte insieme a lei, nella morale contorta di Tifa poteva essere un chiaro segno di rifiuto. O di timidezza?

Allungò una mano per spegnere l’abat-jour, ma si bloccò dando un’occhiata al dorso della copertina del libro. Fece una smorfia e ritrasse il braccio.

Perché diavolo l’aveva comprato? Lei non era tipa da queste cose.

Si grattò la nuca, sconcertata al ricordo di se stessa che porgeva il libro ad una cassiera decisamente ammiccante.

“ Problemi col ragazzo,tesoro?”

Che razza di figura. Non le aveva neppure risposto.

Sfiorò la copertina con un dito, facendo scorrere gli occhi sulle lettere argentate.

Respirò bruscamente e si mise a sedere, strattonando le lenzuola con forza.

Prese il libro e se lo poggiò sulle ginocchia.

La visione di Zack e Aeris che si baciavano così dolcemente tornò con una staffilata di gelosia. Lei non aveva mai assaporato niente di tutto questo con Cloud, e dovette ammettere che un po’ invidiava la fioraia per quella fortuna.

Sventolò la mano per scacciare pensieri funesti.

“ Vediamo… capitolo 1:…”

Più in basso di così.

 

 

 

 

 

 

 

“ Ehi,Rude! Arriva il capo, e sembra di buon umore. Presto nascondi il rum!” aggiunse vedendo che la bottiglia capeggiava ancora sul tavolo e il socio fu lesto a farla sparire fra le sue ginocchia.

“ Ben fatto” borbottò Reno ironico “ Non alzarti e forse non si accorgerà di niente… Tseng carissimo! Allora, passato una bella serata?”

Tseng si richiuse la porta alle spalle, fissando Reno con sufficienza “ Hai di nuovo alzato il gomito, Reno?”

“ Ma nooo” rispose l’altro con la voce troppo squillante per provare il contrario “ Cosa te lo fa pensare?”

“ Il fatto che puzzi di rum. Abbastanza scadente fra l’altro”

“ Così mi offendi…”

Superò il rosso.

“ Per domani vi voglio reattivi. Dobbiamo affrontare un sopraluogo a Corel”

“ Prima che me ne dimentichi!” esclamò Reno precipitandosi verso Tseng “È arrivato un tizio che chiedeva di te. Ha detto di essere un giudice legale, ma non ha aggiunto altro. Voleva parlare solo con te”

“ Cosa voleva?”

“ Bho! Ha detto che era per un affidamento, o qualcosa del genere” e mise in mano a Tseng una busta stropicciata tirata fuori dalla tasca.

Il Turk strappò la carta e lesse attentamente le righe in belle calligrafia.

Corrugò le sopracciglia.

“ Ci deve essere un errore” e sotto  lo sguardo sconcertato di Reno e Rude la fece a pezzi, facendoli cadere in coriandoli per terra.

“ Vado a dormire” proclamò scuro e, senza una parola si accinse a ritirarsi nelle sue stanze.

 

 

 

 

 

 

 

“ Chinta?”

“ Entra, Cloud”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo del tè (ovvero l’angolo in cui l’autrice si ingrazia i lettori con le sue scemenze per non essere linciata)

 

Eccomi! So che qualcuno mi ammazzerà. Volevate tutti sapere chi era Chinta e invece lo svelerò nel prossimo capitolo (scappa via)

Bene, Tseng ha un piccolo problemino. Perché ha stracciato la lettera?

Ma io invece di rispondere continuo a fare domande -_- ma ce l’avevo in mente da un pezzo questa parte. E per la Zack x Tifa ribadisco che ci vuole ancora un po’, sorry…

The one winged angel

 

Tseng sarà molto importante di qui in poi, ma deduco che tu lo guardi con sospetto vicino ad Aeris. In effetti staranno molto insieme, come Zack starà molto insieme a Tifa quando inizierà la relazione.

Eh sì, si sfalderanno un po’ di coppie.

Chinta sorella di Cloud? Avete optato in molti per questa soluzione. E io dico: chissà!

Grazie della recensione, come tutte le altre, apprezzo davvero molto il parere della mia affezionata lettrice!

 

Shadow madness

 

Grazie della recensione! Allora: Chinta e Cloud verranno alla luce solo nel prossimo capitolo, qui ho voluto soffermarmi un po’ su Aeris e Tseng e il problema che il Turk si farà recapitare molto presto.

Sono felice di averti convertito, ripeto, anche se questo verrà un po’ più avanti spero che la storia non cada nel banale, o annoi. Anche se mi sa che Chinta la odierete in molti.

Sono felice anche che ti piaccia il mio stile, anche se delle volte non soddisfa appieno me.

Ripeto. Grazie,grazie,grazie.

 

Fflover89

 

Hai detto bene, da qui cambierà tutto XD  Aeris con Tseng la vedremo spesso, quindi sarai accontentato. Per Chinta… vedrai…

Grazie mille della recensione!!!

 

 

 

Lady_loire

 

 

Non era brutto? Meno male (era corto,idiota di un’autrice) e Chinta XD si vedrà nel prossimo capitolo. Sono felice che ti piaccia questa storia XD

 

 

Grazie a Kuromi e a neff di aver messo la fic fra i preferiti!!

 

 

Ciaooo, e grazie!!!

 

 

 

 

  
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