Maverik stava tornando a casa.Era stata una giornata come tante altre,a scuola.Fuori era

freddo,quindi stava correndo per arrivare al più presto a casa.Sperava che sua madre avesse già

preparato il pranzo,visto che era piuttosto affamato.Arrivo davanti al portone della grande casa.La

sua era una famiglia,i suoi genitori erano ricercatori famosi in tutto il mondo.Qualcosa non

andava,però.All'interno,le luci erano spente.Suonò al citofono,ma nessuno rispose.Scavalcò l'alto

muretto che introduceva al giardino della casa,e si avviò verso la porta,che era aperta.Magari sua

madre e suo padre erano andati nella guardiola,dove si trovava il generatore elettrico.C'era forse

stato un black-out.Decise di aspettarli all'interno,ed entrò.Strofinò le scarpe contro il tappeto,e

si avviò nella cucina.Rimase senza parole nel vedere due cadaveri nella cucina.Tanto più perchè

erano quelli dei genitori.Quello del padre era riverso sul tavolo,e una grossa chiazza di sangue si

trovava sulla tovaglia.La madre era a terra,immersa in una pozza di sangue.Entrambi avevano vari

tagli lungo il corpo.Si avvicinò tremando al corpo della madre,credendo,e sperando,che fosse solo un

sogno.Non lo era.Quelli erano ferite fatte non da un'arma.Ma da un vampiro.Ma che diavolo ci faceva

un vampiro in città?!?I vampiri erano stati cacciati dalle città tempo addietro...un nuovo terrore

lo invase.Quei vampiri non si trovavano lì per caso.Volevano i suoi genitori.E se volevano

loro,probabilmente...non finì di formulare il pensiero.Si sentì tranciare la schiena da un lungo

artiglio.Prima di svenire,fece in tempo a girarsi per vedere che dietro di lui si trovavano due

vampiri.Vide anche come non erano vampiri bramosi di sangue,non erano bestie,erano lucidi,e sapevano

ciò che stavano facendo.Perse i sensi,sapendo che almeno sarebbe morto dormendo.

Maverik si svegliò.Spense la sveglia,si preparò,e si avviò verso la scuola.Mentre

camminava,ripensava al sogno.Ormai erano passati due anni dalla morte dei genitori,ma lui ogni notte

sognava quei momenti.Si toccò la schiena,perfettamente ricucita grazie alle tecnologie degli stessi

genitori."Sono sopravvissuto" pensò "ma il prezzo è alto...preferirei la morte a questa mia

condizione...ma non posso,devo vendicare i miei genitori,devo sterminare quello scherzo della natura

che sono i vampiri".Per due anni,era stato protetto da degli scienziati conoscenti dei

genitori.Erano stati loro,a salvarlo.Lo avevano trovato nella sua casa in condizioni tragiche.Ma ora

era qui.Camminò più velocemente verso la scuola,per cancellare i pensieri che lo tormentavano.Quando

arrivò all'edificio,la campanella era già suonata.Era in ritardo,ma poco gli importava.
Avendo 18 anni,frequentava la 5a superiore.La sezione assegnatagli era la E,quindi chiese

informazioni in segreteria per sapere dove fosse la classe.Seppe che si trovava al secondo

piano.Salì le due rampe di scale,e trovò la classe sulla destra.Bussò,ed entro.
"Sei in ritardo,Maverik" esordì il professore,dopo averlo scrutato per qualche momento "Bene,questo

è il nuovo studente a cui vi avevo accennato.Si chiama Maverik Stevenson,e da oggi sarà vostro

compagno.Vuoi presentarti,Maverik?" "No,va bene così".Si avviò verso l'unico posto libero,in una

fila da tre,accanto ad una ragazza.Seppe durante la mattinata che la ragazza si chiamava Lytiria,e

che il tizio accanto a lei si chiamava Warren. Durante la mattinata conobbe questi suoi due

compagni,ma non si presentò comunque agli altri.Anzi,durante l'intervallo rimase seduto a leggere un

libro.Leggere era la sua passione fin da piccolo.Vedendolo solo, Lytiria decise di fargli

compagnia,parlando del libro che stava leggendo.Anche lei era appassionata di libri,quindi parlarono

un pò della loro passione.Si unì alla conversazione anche Warren, tenendo lontano da sè un mucchio

di ragazze.Come lui stesso gli disse, Warren era molto popolare a scuola.Alla fine delle lezioni,

Warren e Lytiria invitarono Maverik a studiare la lezione con loro. Maverik pensò che non ci sarebbe

stato nulla di male nel farsi due amici,quindi accettò il loro invito.