Mi sento da schifo. Sento l'odio di mamma che trapassa i muri e mi si attacca addosso come fanno le piume sullo sciroppo d'acero.
Sento di odiare quel suo stare zitta e odiare in silenzio, e recriminarmi scorrettezze mentre lei sguazza nel vittimismo e si giustifica dicendo di averne bisogno.
Vorrei che il suo viso fosse illuminato da un sorriso permanente. Non solo sta male lei, ma io sono sua figlia, insomma, questo significa che sono collegata a doppio, triplo, millesimo filo con lei.
E questo mi rende anche una persona depressa. Depressa lei, depressa io, anche se ci ho provato mille volte a farla sentire meglio, e non ci riesco mai per più di venti minuti.
Questo mi fa sentire stanca.
Non so, mi sembra di essermi automatizzata, di voler scappare lontano, ed è vero. Ma che posso fare? Il campo delle mie possibilità da minorenne è limitato e, ancora una volta, lei rende tutto difficile. Sì, difficile è la parola giusta per la mia vita.