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Autore: Red Death    29/06/2010    3 recensioni
Non ricordo se ci sia mai stata una battaglia in cui i genin combattono insieme ai jonin nel manga, però l'idea c'era xD Il sole brilla e noi siamo soli seduti sul ramo dell'albero ad osservare il tramonto. La notte sta per arrivare, ci restano solo pochi attimi. E io non voglio perdermene neanche uno.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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No. Non poteva essere finita così. Semplicemente non poteva.
Non poteva.
No.
NO!
Kakashi era arrivato con il coprifronte ancora mezzo spostato e riuscivo ad intravedere lo sharingan nel suo occhio. Mi aveva parlato chinando la testa ed era uscita una lacrima dai suoi occhi.
Cazzo.
Se lui era morto così, che fine potevano aver fatto Shikamaru, Naruto, Ino e tutti gli altri?
Io amavo quel ragazzo nonostante tutto. Non mi importava niente di essere più debole di lui, non mi importava di nulla. Io lo volevo solo tra le mie braccia, come quella volta, nella foresta…

«Sai, non avevo mai pensato che fosse così. Pensavo che fosse tutta colpa vostra, tua e della tua stupida famiglia. Non potevo immaginare… spero che mi perdonerai.»
Annuisco, sorridente. «Ma certo che ti perdono. Il punto è che dovevamo tenere nascosta la verità per il tuo bene. Hai ragione, è stata solo colpa nostra.»
Il sole brilla e noi siamo soli seduti sul ramo dell'albero ad osservare il tramonto. La notte sta per arrivare, ci restano solo pochi attimi. E io non voglio perdermene neanche uno.
Inizia a tirare un vento gelido che mi fa rabbrividire. «Su, vieni qua, piccola imbranata.» mi dice, e nella sua voce, per la prima volta, sento una risata. Scivolo più vicino a lui sull'albero e mi rannicchio contro il suo petto. È così caldo e accogliente, è tutto quello che voglio. Il sole da l'ultimo bagliore, lasciandoci in silenzio in un buio rosato. «Lo vedi, quello?» comincia, indicando con il dito un punto all'orizzonte, «Quello è il raggio verde, si dice che solo i bambini o i puri d'animo possano vederlo. È strano che io ci riesca…» sospira, e di nuovo quella strana tristezza entra nella sua voce.
Non voglio vederlo triste, io voglio vederlo sorridente per sempre, io voglio solo la sua felicità. E non so perché mi sento così stupida quando mi avvicino al suo viso d'angelo e le mie labbra cercano le sue, o perché mi trovo così a disagio quando vedo che ricambia il mio bacio.
E non so perché mi sento così felice quando vedo, con la coda dell'occhio, il nostro riflesso nello stagno.


Io lo amavo.
Tutto quello che volevo erano i suoi occhi.
Ma ora so che non li aprirà più, e sento come se nel mio cuore si fosse aperta una voragine troppo grossa perché possa essere colmata.
Kakashi mi guarda, cerca di sorridermi, ma non ci riesce. «Vuoi vederlo ancora?»
Dove ho trovato la forza per annuire?
La stanza è vuota, c'è solo una barella di giunco intrecciato in mezzo, coperta da un velo grigio sporco di sangue. IL suo sangue.
«Non è un bello spettacolo. Non devi sentirti in obbligo. Fallo solo se ti senti sicura.»
È come quel giorno sull'albero. Non sono sicura, non sono sicura di niente. Ma ho bisogno di vedere il suo viso per l'ultima volta.
Tiro su il velo. Mordendomi il labbro, guardo.
Quel suo viso perfetto è esattamente come lo aspettavo: la pelle pallida è macchiata di sangue, ha gli occhi abbassati e i capelli, lisci come al solito, incrostati di fango e sangue. Perché?
Perché il mondo ci sta facendo questo?
Perché il mondo mi sta facendo questo?
Prendo una mano fra le mie, la porto vicino al cuore. È freddo.
Sull'albero era così caldo. Io rivoglio quel calore. Io lo rivoglio indietro. Lui era mio, solo mio.
Inizio a piangere come una bambina. Devo essere forte, mi dico. Ma non ci riesco. Non posso essere forte.
Kakashi mi abbraccia. Non voglio essere consolata.
«Quando è…» "ti prego, non dire quella parola, ti supplico" «…morto mi ha chiesto di darti questo. Eravamo insieme.»
Con quella parola mi fa cadere il peso della verità sulle spalle. È davvero morto.
È scomparso per sempre e non tornerà più da me.
Quasi non vedo il coprifronte che mi passa il jonin tanto i miei occhi sono annebbiati dalle lacrime. Strappo il mio e lo metto sulla fronte del cadavere.
Mi accascio a terra mentre lo lego sotto i capelli. Sono neri, come i suoi.
Mi mancherà per sempre.
E la tristezza vince quando leggo, dietro la targhetta del coprifronte, "Hinata e Neji. Per sempre insieme" incisa nel ferro.
Per me non ha più senso vivere.
  
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