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Autore: The Amandas    30/06/2010    2 recensioni
Questa fanfiction ci è venuta in mente pensando al caro vecchio zio Voldy. Abbiamo provato ad immaginare che infanzia doveva aver avuto o cosa potesse essere successo durante i suoi anni ad Hogwarts da farlo diventare il Mago Oscuro più temuto di tutti i tempi.
Genere: Azione, Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 1:

Ready, Set ... Go!

1 settembre 1937

Stazione di King Cross

Sono Riddle, Tom Riddle e mi rifiuto di iniziare a scrivere di me con un patetico “caro diario” da quattro soldi. Ero già restio a mettermi a scrivere di quello che mi succede, all’orfanotrofio dove vivevo io solo le ragazzine più ingenue usavano raccontare la loro noiosa vita su un quadernetto rosa stinto, riempiendolo di pensieri sciocchi, melensi e sdolcinati.

Io ho deciso di scrivere perché la mia vita ha preso una piega tale da non poter essere più considerata noiosa, soprattutto dal momento che ho fatto una scoperta colossale.
Sono un mago.
E non di quelli che tirano fuori i conigli dai cilindri, ma un mago vero: con scope, bacchetta, pozioni e incantesimi. Fino a qualche mese fa io non ci credevo, come voi del resto. Incantesimi, bacchette … roba da fiabe, pensavo io. Fiabe che Clarisse, una bambina dell’orfanotrofio disgustosamente dolce e speranzosa, doveva riassumermi per forza.

Come l’ho saputo?
Qualche mese fa un uomo di circa sessant’anni, un vecchio ad essere precisi, mi venne a trovare all’orfanotrofio.
All’inizio io pensavo che fosse uno di quegli psicologi che Madame Cole a volte mandava a visitarmi. Credeva che avessi qualcosa di strano. Non aveva tutti i torti. Io avevo qualcosa, ma non di strano. Io ero e sono tutt’ora … speciale. O almeno queste sono le parole del vecchio. Mi ha invitato a frequentare una scuola per quelli come me.

Io accettato, avevate dubbi, forse?

Ho un talento … questo lo so. E voglio sfruttarlo al massimo. Voglio diventare il migliore, superare tutto e tutti, distanziarmi da quella massa che in fondo non mi ha mai voluto.

Sì, sono un reietto.
Non so molto della mia famiglia. Madame Cole mi ha detto che mia madre visse a lungo abbastanza da affidarmi all’orfanotrofio e di darmi il nome: Tom Orvoloson Riddle. Cha lo crediate o no, a me piace il mio secondo nome.

È il primo che mi da fastidio.

Tom … che nome banale. Ci sono tanti Tom all’orfanotrofio. Ce n’era uno persino tra i bambini che portai alla Grotta, anni fa. Mi viene da sogghignare al ricordo di quell’esperienza. Mi piaceva quel luogo.
Non so, c’era un certo non so che là che mi incantava. Era come se fosse il posto per me. Ci tornerò, infatti. Un giorno. Non so come né per quale motivo … ma sarò di nuovo là.

- Ciao, anche tu per Hogwarts? -

Mi giro velocemente verso la voce che mi ha chiamato. Mi trovo davanti ad un bambino alto per la sua età, pelle e ossa ma abbastanza abbronzato, e non credo che sia facile ottenere quel colorito, dato che a Londra raramente il sole si fa vedere.
I capelli sono castano, dorati mentre gli occhi sono di una grandezza inquietante e di un macabro nocciola. Mi sembra simpatico, forse per quell’aria un po’ trascurata che di certo ho io. Mi riscuoto, che sto facendo? Meglio rispondergli ma non mostrarsi troppo aperti. La mia breve vita mi ha insegnato che ogni essere umano è capace di sorriderti oggi e pugnalarti domani. Meglio evitare ogni legame.

Dopotutto, sono solo distrazioni per la scalata verso il potere. - Sì, vado ad Hogwarts anche io. - Rispondo secco.
Il ragazzino allarga il sorriso, non badando al mio sguardo gelido. Sembra molto aperto con la gente. Infatti continua la conversazione, chiedendomi il nome.
- Mi chiamo Tom Riddle, tu? -

- Io sono Neil Dolohov … -

Neil viene interrotto dal rumore di un treno che entra nella stazione. Deve essere l’Espresso di Hogwarts. Io e lui ci incamminiamo verso il treno rosso scarlatto, trascinandoci dietro i nostri bauli.
Non che il mio sia così pesante … i miei averi sono drasticamente ridotti. La maggior parte dello spazio del baule è occupato dal materiale scolastico e da alcuni vestiti.
Sento in lontananza le madri salutare i loro pargoli con lacrime, mormorii concitati, raccomandazioni. Serro gli occhi mentre cerco di salire i gradini trascinandomi dietro il baule. So che si dovrebbe lasciare da qualche parte, ma non ho nessuno che mi dica dove. Non mi interessa. Tutto pur di raggiungere questa terra promessa che mi darà il sapere e le armi per costruire il mio futuro.

E Tom Riddle non ne avrà uno noioso, da assistente sociale, come aveva immaginato finchè un vecchio non ha varcato la sua soglia. No, Tom Riddle mira alla grandezza, al potere e mentre l’Espresso parte e si allontana veloce dalla stazione di Londra egli si promette che nessuno riuscirà a mettersi in mezzo in questo suo sogno.

“Pronti … partenza … via.”


ANGOLO AUTRICI:
Salve, siamo Mandy R. ed Amy C., felici di avervi potuti intrattenere con nostra Fanfiction ... speriamo che vi sia piaciuta.
Allora: adesso penserete come è venuta l'idea ... magari bevendo un Campari e mangiando caviale.
No.
Ci stavamo ingozzando di Fonzies (fanculo alla dieta, questa è SALUTE) e di acqua tonica quando Amy ha detto a Mandy: "Che ne dici di una Fanfiction su Tom Riddle?" Come risposta affermativa Mandy ha sputato l'acqua tonica urlando che era un'idea geniale.

Un bacio a chi è passato di qua e a chi passerà. Se vi piace la storia ... meglio per voi *ghigno malefico*.
  
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