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Autore: _thunderstorm_    01/07/2010    6 recensioni
Le comincia veramente a non piacere il bianco: così insignificante, non esprime nulla, è mancanza di colore o, comunque, di qualcosa.
Mancanza di qualcosa?
[quarta classificata al contest sulla pazzia indetto da Atever]
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mh... Posso dire di non essere soddisfatta di me stessa? Di solito partecipo ai contest dando il meglio di me, ma, beh, qui ho fatto un'eccezione, ho inviato consapevole che ciò che avevo scritto era una cosa senza pretese. Comunque, è una cosetta carina. Penso. Grazie alla giudicia, che ha stilato un giudizio molto gentile (vedi sotto). ** E complimenti alle altre partecipanti! =)
Con questo, auguro buona lettura.


Nome Autore: CoryCory
Titolo della Storia: I cry when angels deserve to die
Personaggi/Coppie: Sakura, Naruto
Avvertimenti: What if?, One-shot
Rating: Giallo
Genere: triste, drammatico, introspettivo
Introduzione:
Le comincia veramente a non piacere il bianco: così insignificante, non esprime nulla, è mancanza di colore o, comunque, di qualcosa.
Mancanza di qualcosa?
Note dell'Autore:
Questa ff è proprio una cosetta. Devo dire, però, che comincio ad affezionarmici. ^^ Leggermente nonsense per dare voce ai pensieri malati della protagonista, è alquanto strana. A inizio e fine storia do spazio a voci esterne, non coinvolte nella vicenda, ma a conoscenza di questa. Semplici chiacchiere annoiate, fredde e insensibili, per dare maggior risalto invece alle emozioni che stanno dietro ai fatti (spero si capisca tutto quello che volevo esprimere! ç.ç)
Ah, solitamente, evito espedienti come il barrato, che di fatto nella lingua italiana non esistono, ma questa volta ho deciso di utilizzarli, giustificati dal leggero nonsense. ^^
Ah, i pezzi in rosso sono estratti dalla canzone “Chop Suey!”, dei SOAD. **
Che dire? Buona lettura… E incrociamo le dita! =)



Chop Suey!
I cry when angels deserve to die


“Ma hai sentito?”
“Cosa?”
“È stato ucciso. Il Traditore è stato ucciso!”


Wake up! (Wake up!)
Grab a brush and put on a little make-up,
Hide the scars to fade away the shake-up,
Why'd you leave the keys upon the table?
Here you go create another fable!


“Sakura Haruno,  sei sveglia?”
Oh, la solita voce da dietro la porta.
Certo che è sveglia: non riesce a dormire a quell’ora del giorno come vorrebbero loro, ormai dovrebbero saperlo. Quelle donne vestite di bianco – l’ha dedotto dalle loro stupide domande - non sono molto intelligenti: parlano lentamente, non utilizzano mai vocaboli difficili, quelli che rientrano nella ristretta cerchia da loro conosciuta si possono sintetizzare in quattro semplici frasi, sempre le stesse, del tipo “Come va, Sakura Haruno?”, “È l’ora della medicina, Sakura.”, “Adesso dormi e sta’ tranquilla. Va tutto bene.”
Tutto bene?
Si alza dal letto bianco, si guarda attorno, speranzosa che qualcosa sia cambiato: le pareti – bianche - sono sempre le solite, quattro muri entro i quali da un po’ lei è stata messa a vivere.
Le comincia veramente a non piacere il bianco: così insignificante, non esprime nulla, è mancanza di colore o, comunque, di qualcosa.
Mancanza di qualcosa?
Sussulta, annaspando. Non le piace quella sensazione che le pesa in petto, non la vuole.
“Sakura, va tutto bene?”
No.
Ah sì, si era dimenticata della donna vestita di bianco dietro la porta.
Respira.
“Sì, va tutto bene.”
“Preparati, hai una visita.”
La ragazza sorride, speranzosa, gli occhi verdi si illuminano, donando calore all’intero viso, che, di fatto, ultimamente, appare smunto e pallido.
Questa volta è sua madre. O suo padre, non saprebbe. Comunque, sono venuti a prenderla, di questo è sicura. La porteranno via da lì, lei non dovrà più avere a che fare con quel bianco, mancanza di colore o, comunque, di qualcosa.
Mancanza di qualcosa?


Oh I don't think you trust

In my self-righteous suicide,
I cry when angels deserve to die


Capelli biondi, occhi azzurri e sguardo tristetristetristetristetriste…
No.
Qualcosa non va, non le piace. No, no, no, perché quel sorriso troppo tirato, quell’incedere sconfitto, quel pugno stretto abbassato lungo il fianco, come per attenuare la minaccia che il gesto comunque chiaramente suggerisce?
Vuole che se ne vada.
Vattene, Naruto.
“Ciao, Sakura.”

“Ciao, Sakura.”
Naruto sente la voce uscirgli gracchiante dalle labbra secche, in una tonalità troppo forzata.
Alza lentamente lo sguardo, temendo la fitta di dolore che la vista di lei sicuramente gli procurerà, ma anelando ancora di incontrare quegli occhi verdi, belli, bellissimi.
Sakura veste un camice bianco, troppo largo per quel suo corpo snello e longilineo. Sembra dimagrita, sembra più piccola dentro quel brutto sacco di tela, scalza. Il viso è pallido, lo sguardo malato.
Alla vista, il cuore fa male, trafitto da una scheggia avvelenata, incastrata lì a far marcire il muscolo.
Rabbia.
Le unghie si conficcano nella carne, lacerandola: se continua così, diventerà pazzo. Pazzo.
Come si può amare una persona e contemporaneamente odiarla per ciò che ha fatto?
Come si può piangere una persona già morta, non più esistente, e contemporaneamente, nel fondo del cuore – avvelenato – gioire per ciò che le è capitato, che si merita?
Lei lo guarda apatica e chissà ormai cosa pensa, chissà cosa pensa.
Naruto soffoca in quella stanza, tutto quel bianco è opprimente. Si dirige verso la porta-finestra della terrazza, la apre con la chiave apposita, respira.
Sorridi.
Ecco, quella è la parte più difficile: voltarsi, apparire felice.
Il corpo ruota su se stesso, rigido.
Sorridi.
“Come stai, Sakura-chan?”

“Come stai, Sakura-chan?”
Vuole ingannarla, lei lo sa. Naruto sorride, è apparentemente gentile, ma lei sa che è arrabbiato.
Vuole farle del male.
Improvvisamente, una nota stonata rintrona chiara nella sua testa, lasciandola stordita, boccheggiante, soffocando la voce della ragione.
Il panico le afferra le viscere, stritolandole nella sua presa ferrea, mozzando il respiro.
Teme la domanda che si accinge a porgere al biondo, ma deve sapere.
“Dov’è Sasuke?”

“Dov’è Sasuke?”
Il cuore sembra lacerarsi definitivamente.
Quel tono dubbioso, accusatore, quella domanda assurda, quel Sasuke.
Naruto non si è mai arreso di fronte a nulla, non ha mai pensato di lasciar perdere, ma ora il cuore è straziato, insanabile.
Sorridi.
È sempre più difficile.
“Sasuke non c’è.”
Che razza di frase, non significa nulla.
Sasuke non c’è, Sasuke è morto, Sasuke non tornerà per colpa tua, Sasuke ti ha ridotto così.
Il sorriso si affloscia, gli occhi si spengono. Non riesce a mentirle, ma nemmeno a riferirle quella realtà che l’ha già distrutta una volta.
“Sasuke non c’è. È morto.”

 
(You wanted to)
Grab a brush and put on a little make-up,
(You wanted to)
Hide the scars to fade away the shake-up,
(You wanted to)
Why'd you leave the keys upon the table?
(You wanted to)


“Sasuke non c’è. È morto.”
Vuoto. Bianco.
Le parole rimbombano in testa. La spaccheranno.
Sasuke. Morto. Sasuke morto.
Vuoto. Bianco.
Vattene, Naruto.
Sakura alza lo sguardo, acceso di una strana scintilla, malato. Il gracile corpo è scosso da brividi, squassato da una verità inaccettabile.
Impossibile.
“Sei stato tu. Sei stato tu, sei stato tu!”
Urla, cercando di superare il suono fastidioso di quella nota stonata che le rintrona in testa.
Corre contro di lui, incespicando nella troppo lunga veste biancabiancabianca.
Vuoto. Bianco.
Naruto le blocca il braccio alzato, bruscamente, la guarda con occhi da cane bastonato, ferito, ma pieno di rabbia repressa.
“Smettila Sakura, ritorna in te. – abbassa lo sguardo, non riuscendo ancora a mentirle, ma nemmeno a riferirle quella realtà che l’ha già distrutta - Sasuke doveva morire.”
Sasuke doveva morire, ma io non volevo, non volevo, non volevo.
Sakura sente il suo respiro affannato sul suo viso, il braccio dolere nella stretta del ragazzo.
“Sei stato tu. Vattene, Naruto.”

“Sei stato tu. Vattene, Naruto.”
Naruto se ne va, ferito, ma percependo una parte di cuore – avvelenato – gioire per come si è ridotta colei che ama, colei che l’ha distrutto. E si odia, si odia, si odia.
Come si può amare una persona e contemporaneamente odiarla per ciò che ha fatto?
È stato Sasuke a ridurre Sakura così, lui, solo lui, solo colpa sua. Amico che non si è dimostrato tale, la morte è ciò che si è meritato.
Come si può piangere una persona già morta, non più esistente, e contemporaneamente, nel fondo del cuore – avvelenato – gioire per ciò che le è capitato, che si merita?
Naruto se ne va, ferito, distrutto. E si odia, si odia, si odia.


Father, into your hands
I commend my spirit,
Father into your hands…
Why have you forsaken me?


Sakura guarda la porta, ora chiusa. È rimasta sola, di nuovo sola, prigioniera di quelle quattro mura bianche.
Piange, ha molti motivi per cui versare lacrime.
Nessuno la verrà a prendere, è abbandonata a se stessa.
La nota stonata è stridula, acuta, le spacca la testa: lei si tappa le orecchie, non la vuole sentire, non la vuole sentire, eppure è così forte, così acuta, così dolorosa.
Insopportabile.
E Sasuke non c’è, non c’è, non c’è, nonselomeritavacosìsbagliatocosìsbagliatocosìsbagliato.
Ma, oh, una chiave sul tavolo.
Sakura si asciuga le lacrime, osserva l’affarino metallico, lasciato lì da Naruto.
Chissà se volontariamente o per dimenticanza. Chissà.
La chiave lasciata da Naruto le suggerisce in modo tutto suo come conquistare la libertà, come uscire da quella prigione di dolore. È una maniera particolare veramente, gliela suggerisce con voce molto simile a quella gioiosa del biondo: ispira sicurezza e fiducia.
Buttati dal terrazzo.
Chissà se quella nota stonata così cesserebbe. Chissà.
Buttati dal terrazzo.
Si avvicina alla porta-finestra, la oltrepassa.
Buttati dal terrazzo.
La nota stonata le spacca la testa, dolorosa, insopportabile. Si affaccia fuori, sporgendosi esageratamente dal parapetto. Non sono stata io.
Buttati dal terrazzo.

… Chissà …


Trust in my self-righteous suicide,
I cry when angels deserve to die,
In my self-righteous suicide,
Why cry when angels deserve to die?



“Ma chi l’ha ucciso?”
“Sakura Haruno, sua ex compagna di squadra.”
“È rimasta ferita?”
“Oh, no. È impazzita dal dolore. Si è suicidata gettandosi da un terrazzo.”



**************

4° Classificata: CoryCory
Titolo della Storia: Chop Suey! I cry when angels deserve to die
Attinenza al Tema: 8
Originalità: 7
Correttezza: 8
Totale: 23/30
Commento: Anche questa una storia da toni amari, che non fa davvero presagire un lieto fine.
I motivi per i quali Sakura può essere impazzita possono essere infiniti, ma in fondo il lettore SA che il motivo può essere davvero uno solo.
Le descrizioni del bianco che circonda Sakura mi sono piaciute, davvero ti fanno capire come si senta la protagonista all’interno di quelle quattro mura.
Anche Naruto mi è piaciuto molto: quel suo conflitto interiore, odio e amore, tristezza e felicità, descritto bene, senza appesantire una situazione già molto pensate.
E poi, il finale ti spiazza completamente.
Certo, te lo potresti aspettare in fondo, ma fino la fine speri che accada qualcosa di diverso, che Naruto e Sakura ricomincino a volersi bene.

   
 
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