Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Segui la storia  |       
Autore: Halina    01/07/2010    4 recensioni
"Alzo gli occhi alle finestre di quella casa che era il rifugio a cui tornare dopo lunghe giornate di lavoro, quella casa che oggi è la mia prigione."
Riza si sente in trappola e Roy si autoinvita a cena.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang | Coppie: Roy/Riza
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 3: Liberazione
 
Sono io a staccarmi, rapidamente gli volto le spalle, cuore e cervello che non mi rispondono più.

“Mangiamo?” chiedo, cercando di sembrare normale.

“Certo, porto in tavola subito, siediti pure.” mi risponde pacato.

Mi siedo e mi verso un bicchiere di vino, ne ho bisogno, non so cosa mi è preso: una gran confusione probabilmente. Era così vicino… quanto saranno state lontane le nostre labbra? 10 centimetri?

Forse meno.

Volevo sentire il sapore di quelle labbra con tanta intensità quanta paura. Sono scappata. Da cosa? Da un sogno, forse. Gli sono accanto da troppi anni, è inutile che mi prenda in giro da sola, so di amarlo, lo so da lungo tempo.

Illudermi che lui possa provare qualcosa per me fa male, fa male quando camminiamo soli per i corridoi del Quartier Generale e fa ancora più male quando mi serve la cena e si siede con me nel salotto di casa mia.

Ci tiene a me, quello lo vedo, lo sento. Credo mi voglia bene e forse infondo nutra anche un qualche istinto protettivo nei miei confronti, ma amore? Stima, fiducia, affetto, amicizia. L’amore è ben diverso.

La cena vola, letteralmente. Ricordiamo i vecchi tempi, da come ci siamo conosciuti e quanto litigavamo da bambini; l’accademia militare; quando abbiamo iniziato a lavorare insieme a Central e poi a East… poi siamo tornati a Central… e tutto è precipitato.

A questo punto cade il silenzio.

“Come stai?” chiede poi lui “Seriamente: come sta andando?”

Ti terrò d’occhio dall’ombra…

“Benissimo! Non hai idea di quanto sia rilassante non doversi sempre preoccupare che il superiore finisca in tempo di compilare la modulistica!” scherzo.

Lui mi tira il pezzetto di pane con cui sta giocando e mette il broncio.

“A parte gli scherzi, non mi lamento. Infondo, guardare le spalle al Comandante Supremo è un incarico di grande responsabilità.”

L’espressione nei suoi occhi cambia alle mie parole, vi ritrovo il familiare scintillio. Questo è l’unico modo che ho di fargli capire che la mia promessa non è venuta meno…

D'ora in poi starai dietro di me, a guardarmi le spalle… e da lì, potrai decidere di eliminarmi se non mi ritenessi più degno della tua fiducia.

Sono altre le spalle che guardo mentre percorro i corridoio del Quartiere Generale ora, non più eleganti e ritte per l’orgoglio ma più larghe e più ampie, muscolose e marziali: sono spalle che mi tolgono la visuale e assorbono la luce, ma il mio compito non è cambiato.

Per un attimo mi prende il terrore che il mio pensiero possa essere stato capito, nuovamente le ombre sembrano stringermisi addosso e un brivido mi corre lungo la spina dorsale. Mi passo una mano sulla schiena e mi muovo a disagio contro lo schienale.

Lo sguardo di Roy, improvvisamente, si fa triste: “Ti fa ancora male?”

Non capisco a cosa si riferisca, alla promessa che gli ho fatto? Non ha mai fatto male!

Deve intuire la mia confusione perché aggiunge: “Intendo dire la tua schiena…”

“Oh, no!” scuoto la testa “E’ solo un po’ ipersensibile… soprattutto al contatto con il caldo e il freddo, ma non mi ha mai dato problemi, non ti preoccupare per quello.”

Non mi pento affatto di ciò che è successo alla mia schiena, né di ciò che vi ha fatto mio padre né di quello che ha fatto Roy.

Mi guarda incerto, si passa una mano sul viso e si schiarisce la voce: “Potrei… potrei darci un’occhiata? Se non ti è di disturbo, ovviamente, se non ti va io non…”

Lo interrompo con un cenno della mano e annuisco, mio padre ha immolato la mia schiena a Roy, lui può farne ciò che vuole… come sempre.

Si avvicina e mi fa alzare, prendendomi per i polsi, mi fa voltare delicatamente e afferra il bordo del mio pigiama. Lo sento prendere un respiro profondo e tirare, piano, un centimetro dopo l’altro libera frammenti della mia pelle tatuata e sfregiata.

Non indosso il reggiseno, avevo tutta l’intenzione di mangiare qualcosina e andarmene a letto… e di certo non aspettavo visite… Mi stringo la maglia addosso sul davanti mentre lui la solleva fino alle spalle.

Per un attimo tutto rimane immobile e silenzioso, poi Roy sospira: “Mi chiedo come io possa averti fatto qualcosa del genere.”

Sto per rispondergli quando uno spasmo alla schiena mi paralizza: qualcosa di freddo ha appena toccato la mia ustione.

“Ipersensibile per davvero…” sussurra la sua voce divertita.

Quel contatto di nuovo, ora che me lo aspetto la contrazione è minore… sono le sue labbra, le sue labbra dischiuse che mi sfiorano la pelle sfregiata, sfregiata dalle sue fiamme, sfregiata dalle sue mani.

Una lacrima scorre solitaria su una guancia.

Se ne accorge lui quasi insieme a me, le sue mani fredde mi prendono i fianchi nudi, la maglia ricade sulle sue dita e sulla mia schiena.

“Perdonami, Riza” mi sussurra in un orecchio “per quello che ti ho fatto allora e per ciò che sto facendo adesso, non avrei dovuto… non sono altro che un egoista che non sa trattenersi…”

Si sta staccando da me, arretra… non voglio perdere questo contatto! Mi volto e mi butto addosso a lui. Mi aggrappo forte alla sua vita e seppellisco il viso nella sua camicia, lui sospira e le sue braccia mi circondano le spalle. Con gesti regolari e tranquilli mi accaezza la schiena e i capelli.

Pian piano inizio a tranquillizzarmi, a percepire il suo corpo forte contro il mio, il suo calore e il suo profumo, e voglio restare così per sempre.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Halina