Ever imagine heart open and free.
< Non
toccherò mai più dell'alcol, lo giuro >
biascico con ancora gli
occhi chiusi e comincio a muovermi nel letto nella speranza di
potermi riaddormentare di nuovo, ma ormai è tutto inutile.
Il sonno
mi ha abbandonata, lasciando spazio all'atroce mal di testa post
sbornia.
Come un
automa indosso una felpa e scendo le scale fino ad arrivare in sala,
dove trovo Irene che dorme e russa beata per terra, sui materassini
che Jared ed io usiamo per fare yoga, stretta a Mr. Pookie, il primo
pupazzo a forma di topo che una fan aveva lanciato sul palco al
nostro primo concerto. E siccome era il nostro primo regalo sia Irene
che io lo volevamo. Io perché la ragazza lo aveva lanciato
vicino ai
miei piedi, lei perché è la leader dei Scarlett
Roses. Così ce lo
siamo giocati con il nobile gioco sasso, carta, forbici e ha vinto il
possesso del pupazzo.
Accanto a
lei ci sono un paio di bottiglie di vodka e succo ormai vuote e vari
vestiti sparsi per terra.
Mi guardo
attorno e comincio a fare lo slalom tra i indumenti e non appena
arrivo vicino a lei comincio a darle una serie di calcetti sul
braccio.
< Oh, ti
svegli? >
< Cosa
diavolo vuoi? > risponde stringendosi sempre di più a
Mr. Pookie.
< Perché
hai fatto un casino così? >
< Boh,
chi se lo ricorda > ribatte mentre cerca di coprirsi con la
coperta di lana.
< Vuoi
un caffè? > domando saltellando di qua e di
là per raggiungere
la cucina.
< Sì e
anche un'aspirina! > esclama.
Continuo a
saltellare e quando passo davanti alla porta del bagno sento
dell'acqua scorrere.
< Ma chi
c'è in bagno? >
<
Shannon > risponde Irene e quando la guardo con la coda
dell'occhio, la vedo sistemare un po' per terra. Ora capisco
perché
c'era così tanto casino per terra. Le fantomatiche Adidas di
Shannon
erano addirittura finite in cucina, con le sue bacchette accanto.
Le raccolgo
e le agito in aria per far sì che le notasse.
< Oh,
ecco dove sono finite le bacchette! > esclama ridendo <
sai,
ieri sera Shannon le ha tirate fuori e… >
< Alt! >
esclamo interrompendola < non voglio sapere dei vostri giochetti
erotici > aggiungo e Irene continua a guardarmi ridendo <
a
proposito, si è saputo più niente della
bicicletta? >
< No >
sento come grugnito di risposta dietro di me < è la
terza
bicicletta che mi fregano, ormai non ne posso più. Ma la
gente non
ha niente da fare se non fregarmi la bicicletta? >
< Hai
mai provato a cercarla su e-bay? > domando a bruciapelo,
guadagnandomi così un'occhiataccia da parte di Shannon e una
sonora
risata da parte della sua dolce metà.
< Per
caso sapete se mio fratello viene? >
< Spero
di sì e spero che mi porti le ciambelle, visto che viene qui
e
mangia tutto ciò che è commestibile >
<
Insomma, non è mica colpa mia se compri cose buone! >
esclama
l'altro fratello Leto sulla porta della cucina.
< Come
sei entrato qui dentro? > chiede Irene.
< Ho
preso la chiave da sotto lo zerbino >
< E
aspettare come i comuni mortali che qualcuno ti aprisse, no? >
<
Qualcuno avrebbe potuto riconoscermi e importunarmi >
Guardo
Irene e Shannon e scoppiamo tutti a ridere.
< Certo,
sicuramente ti avrebbe dato fastidio essere fermato >
<
Infatti > asserisce mentre si sedeva sulla sedia accanto a
Shannon
< uhm, vedo che questa notte ci siamo divertiti, eh? >.
Ride e
indica Irene. < Ecco perché questa mattina non ti ho
trovato
nella tua stanza. Giulia, potevi venire da me, così avresti
lasciato
i due piccioncini in santa pace >
Porgo a
Irene il caffè e le magiche aspirine e scoppio a ridere.
< Certo,
così dal mio letto mi sarei infilata nel tuo >
< E cosa
c'è di così terribile? >
< Io non
faccio sesso con una prima donna > rispondo di getto e Irene
butta
il caffè sul tavolo, mentre Shannon sputa il biscotto che
aveva
trovato nel porta biscotti.
Alzo la
testa e guardo la mia amica con due occhi sgranati. Irene, Shannon ed
io lo chiamavamo sempre prima donna tra di noi per prenderlo in giro,
ma nessuno aveva mai avuto il coraggio di dirglielo in faccia.
< Prego?
> domanda guardandomi furioso.
<
Avanti, era solo una battuta. Sono sicuro che Giulia non lo pensava
veramente >. Shannon era intervenuto in mia difesa. Che caro
ragazzo.
<
Qualcuno vuole un biscotto? > propone Irene per spezzare la
tensione, ma Jared la ignora e torna a guardarmi minacciosamente,
finché all'improvviso mi guarda con il suo solito sorriso da
strafottente.
< Beh,
mi fa sorridere detto da un maschiaccio >
Lo guardo
con gli occhi e la bocca spalancati, scandalizzata. Come mi aveva
chiamata?
< Io non
sono un maschiaccio! > esclamo.
< È
ormai un anno che ti conosco e non ti ho mai vista portare una gonna
>
< È che
sto comoda ad indossare i jeans >
< Quindi
la mia teoria è confermata >
Metto da
lavare il mio bicchiere con dentro il latte e gli lancio uno sguardo
di sfida.
< Va
bene, ti dimostrerò che non sono un maschiaccio. Stasera al
concerto
indosserò un vestito >
Continuo a
guardarlo e gli porgo la mano, che stringe prontamente.
< Andata
> risponde sogghignando < ora me ne vado. Shan, non fare
troppo
tardi. Le ragazze si devono fare belle >
Jared
scoppia a ridere e fino a che non si allontana dalla cucina mi guarda
strafottente. Dio, non ho mai desiderato dare un pugno in faccia a
qualcuno come in questo momento.
< Lo sai
che siamo all'Ice Palace, vero? > domanda Shannon.
< Lo so
> ribatto frettolosamente < ma voglio fargli capire che
si
sbaglia. Ancora non ho capito come diavolo gli sia venuta l'idea di
fare un concerto in un palazzo per il pattinaggio sul ghiaccio >
< Ah,
vallo a capire mio fratello! > esclama Shannon mentre si alza
dalla sedia < vado anche io. Immagino che dobbiate andare da
Phil
e Jason a provare. Ci vediamo più tardi >. Si
avvicina a Irene e
la bacia.
< Oh,
che carini che siete! > esclamo con la voce di un'ottava oltre
il
limite consentito dalla legge umana e quando Shannon ci lascia sole,
Irene prende Mr Pookie e me lo lancia.
<
Piantala di fare l'imbecille! >
< Ma sei
scema? > esclamò mentre prendo Mr Pookie da terra
< Mr Pookie
è un simbolo, non puoi lanciarlo per terra come se niente
fosse! >
< Mi
perdonerà prima o poi >
< Io non
lo farei se fossi in lui >
<
Giulia, è un pupazzo >
< Non è
un semplice pupazzo, è il nostro primo regalo! Dovrebbe
essere
trattato come una divinità, non come pupazzo
>
< Okay,
qualunque cosa tu abbia fumato, non fumarla più >
< Colpa
di Jared > mugugno imbronciata.
< Ma è
sempre colpa sua? Non è che sotto sotto ti piace? >
domanda
ridacchiando.
E ora sono
io a lanciarle Mr Pookie in faccia. Ma era per una buona causa, Mr
Pookie mi avrebbe perdonata.
< Non
dirlo nemmeno per scherzo >
< Uhm,
siamo suscettibili, eh? Okay, va bene, la smetto! A proposito, cosa
ti metterai questa sera? >
< Non ne
ho la minima idea. Dobbiamo andare a comprarci qualcosa >
< Eh no,
signorina! Sei tu ad aver fatto questo patto con
Jared, non
io. E poi non posso mettermi una gonna, devo muovermi sul palco >
< Ti
odio >
< E
allora vattene dalla band. Troverò un'altra chitarrista
>
<
Nessun'altra ragazza sarà brava come me > ribatto
facendole la
linguaccia.
< Mi
cerco un chitarrista maschio >
< Non
puoi cacciarmi, altrimenti io ti caccio di casa >
< Nessun
problema, vado a stare da Shannon > ribatte sorniona.
< E io…
>. Chiusi la bocca, senza sapere cosa rispondere. Ma non volevo
dargliela vinta. < Dirò
a Shannon di non ospitarti. Per quanto quel ragazzo ti ami,
sarà
molto contento di farti imbestialire un po' >
< Tanto
non lo farà mai >
< Sì,
invece. Mi adora > rispondo sorridendole divertita e finalmente
ottengo la vittoria.
< Okay,
hai vinto >. Si passa una mano tra i capelli e poi a guarda per
terra. < Ti do una mano a pulire e poi andiamo a provare >
Le sorrido
come ringraziamento e pian piano cominciamo a pulire casa da cima a
fondo. Per me pulire è peggio di una qualsiasi tortura
cinese,
mentre a Irene piace. Pulire per lei è rilassante. Mi
piacerebbe
avere almeno un decimo della sua voglia, ma devo ammettere che il
tempo trascorre più velocemente quando ci mettiamo a pulire
mentre
ascoltiamo a tutto volume i Paramore, i Flyleaf e ovviamente i 30
Seconds To Mars.
Prendo le
coperte e scendo in lavanderia per metterle da lavare, quando
all'improvviso la sento urlare dal piano di sopra.
Lascio
cadere le coperte e mi precipito verso Irene.
< Che è
successo? >
< Hai
visto quel ragno? > domanda urlando mentre mi indica un ragno
accanto alla porta.
< Tu mi
hai fatto venire un infarto solo per questo? >
Mi guarda e
sgrana gli occhi, indignata.
< Ma hai
visto quanto è grande? Ti prego, schiaccialo >
Rido e dopo
aver preso un foglio di carta faccio in modo che il ragno vi si posi
sopra e lo metto fuori dalla finestra.
< Non
mangi gli animali e pretendi di farne morire uno? >
< Non è
colpa mia se ho paura dei ragni > borbotta Irene mentre se ne va
in bagno.
< Ma è
un esserino innocuo! >
< Beh,
non era tanto innocuo quello che ha morso Peter Parker >
< Hai
ragione, ma c'è da dire che con quel morso Peter Parker
è diventato
Spiderman >
< Va
bene! > esclama prima di mettere la testa fuori dalla porta del
bagno < la prossima volta ti porto una biscia d'acqua nel letto.
Tanto anche quella è innocua. Poi vediamo se non urli
>
La guardo
con due occhi sgranati. Oddio, no, non può farlo.
< Okay,
hai ragione. Chiedo ufficialmente perdono > sussurro sconfitta e
Irene infila di nuovo la testa in bagno.
Apro la
porta per uscire a prendere la posta, ma prima di mettere il naso
fuori casa guardo bene per terra che non ci siano serpenti o
quant'altro. Ricordo ancora quando Kevin, il moccioso di dieci anni
che abita nella casa accanto, mi ha fatto trovare sullo zerbino un
serpente morto, sapendo benissimo della mia folle paura.
Ho urlato
talmente tanto da farmi sentire persino in Alaska.
E non so
nemmeno come, ma Jared è magicamente venuto a saperlo e da
quel
momento non fa altro che prendermi in giro.
< Hey,
vai a fare la spesa per caso? > domanda Irene non appena mi vede
tornare.
<
Perché, siamo senza roba da mangiare? >
< No, ma
Shannon ha appena chiamato e ha chiesto se possono auto-invitarsi a
pranzo >
Shannon
avrà chiamato, ma sicuramente la mente diabolica ad aver
progettato
tutto era quella di Jared.
< Okay,
vado io. Prendo qualcosa di particolare? >
<
Insalata > risponde facendo le spallucce.
Effettivamente
la mia era una domanda stupida. Con due vegani e due vegetariane di
certo non potevo fermarmi a prendere una bistecca.
Prendo la
mia bicicletta dal garage e comincio a pedalare fino al discount
vicino a casa, dove prendo dei canestri di insalata, un po' di
verdura fresca e poi torno indietro, grondante di sudore
perché
andare in giro per Los Angeles a mezzogiorno con 35 gradi di certo
non torni a casa fresca come una rosa.
< Hey,
sono a casa! > esclamo mentre apro la porta e sento Irene,
Shannon
e Jared ridere in cucina < che succede di così
divertente? >
chiedo curiosa mentre appoggio le borse della spesa.
<
Shannon si diverte a fare l'idiota > proferisce Irene ridendo e
la
faccia sorpresa di Shannon fa ridere anche me.
< Io
apparecchio, tu, Ire, lavi le verdure e fai l'insalata? >
< Certo!
> risponde prima di mettersi all'opera < a proposito, ha
chiamato Jason e ci ha detto di andare a fare le prove alle cinque
>
< Okay.
Dove ci troviamo? >
< Nel
magazzino abbandonato dietro a casa sua >
< Oh,
bene. Voi andate direttamente all'Ice Palace a provare? >
domando
mentre porto la tovaglia e i piatti sulla tavola. Jared annuisce e mi
guarda sogghignando. < Perché mi guardi con quella
faccia da
ebete? > chiedo tentando di provocarlo.
< No,
niente. Stavo pensando ad una barzelletta >
< Fai
ridere anche me > continuo.
< No,
lascia stare > ribatte e si siede sopra il bancone, accanto ai
fornelli.
Sistemo la
tovaglia con una mano e tengo i piatti con l'altra, ma non appena
sposto la sedia sulla quale generalmente mi siedo per mangiare, mollo
i piatti per terra e comincio ad urlare terrorizzata: al centro del
cuscinetto bianco c'è un serpente attorcigliato, enorme e di
colore
beige, con qualche chiazza marrone scuro, che mi guarda con la sua
lingua biforcuta fuori. E mi ci vogliono venti secondi per realizzare
che in realtà è un'immagine tagliata talmente
bene e messa in
rilievo da del polistirolo da risultare vera.
Alzo lo
sguardo e vedo Irene e Shannon sconvolti, mentre l'unica testa di
cazzo che ride è quel coglione di Jared.
< Sei
uno stronzo! > urlo arrabbiata mentre cerco di avvicinarmi a lui
per picchiarlo a sangue, mentre Shannon e Irene si mettono in mezzo
per evitare il peggio. Sono una ragazza gracilina, ma quando picchio
lo faccio con una gran forza.
<
Avanti, stavo solo scherzando > si giustifica con la sua solita
aria da strafottente.
< Non me
ne frega niente! > ribatto nervosa e sento le lacrime pungermi
gli
occhi.
< Questa
volta hai esagerato > interviene Irene in mia difesa e mi
abbraccia, mentre guardo con la coda dell'occhio Shannon che mima a
Jared con le labbra la parola coglione.
< Che
palle, qui nessuno è un grado di scherzare. Mi dispiace,
okay? >
<
Fottiti. Non me ne faccio niente delle tue scuse non sentite >
Esco dalla
cucina e prendo la scopa e la paletta, poi torno dagli altri e
pulisco, senza guardare nessuno in faccia. Una volta pulito torno ad
apparecchiare la tavola e mi ci vogliono cinque minuti buoni per
farmi passare il broncio e tornare a scherzare con gli altri.
Ovviamente non con Jared, il mio intento era quello di non
rivolgergli la parola fino alla fine dei miei giorni. O fino a che
non si fosse scusato come si deve; il che equivale alla fine dei miei
giorni.
< Grazie
per il pranzo, ragazze, ci vediamo più tardi. Buone prove
> ci
dice Shannon mentre si alza da tavola e si avvicina ad Irene per
baciarla. Li guardo intenerita e sorrido, sono davvero una gran bella
coppia.
Shannon
arriva anche da me e lo abbraccio, mentre a Jared faccio un cenno con
la testa, freddo. Peggio del ghiaccio nei freezer, peggio del
ghiaccio in tutto il Polo Nord e Polo Sud. Non gliela avrei fatta
passare liscia, doveva pagare per la paura che mi aveva fatto
prendere.
Irene ed io
comunque li accompagniamo alla porta e quando lei va ad accompagnare
Shannon alla macchina, Jared mi blocca per un polso e mi guarda.
< Mi
dispiace davvero, okay? È solo che mi diverto a prenderti in
giro e
certe volte non mi so proprio contenere. Mi perdoni? Avanti, non
sopporto che tu mi tenga il broncio, anche perché sei
l'unica a cui
mi piaccia tormentare la vita >
< Avete
finito di amoreggiare voi due? > domanda Shannon urlando e
subito
volto lo sguardo verso di lui, sgranando gli occhi.
< Ma
anche no! > esclamo ridendo.
<
Allora? Dai, mi perdoni? > continua lamentoso.
< Sì,
ma smettila di comportarti da prima donna. Ti supplico >
< Sì! >
esclama contento e mi stampa un bacio sulla guancia.
<
Quindi? > domanda Irene sogghignando.
< Quindi
ci siamo riappacificati e basta >
< Hey,
tranquilla, io non sto insinuando niente >
<
Bugiarda > replico facendole la linguaccia.
<
Andiamo a provare? Così poi possiamo andare all'Ice
Palace… >
<
Sveltina prima del concerto? >
< No,
semplicemente voglio sentirli suonare. Siamo la loro band di
supporto, ma sono comunque la mia band preferita, quindi voglio
sentirli provare >
< Agli
ordini, capo > ribatto sorridendole.
Entro in
casa, prendo la mia chitarra e poi usciamo, raggiungendo Jason e Phil
al vecchio magazzino abbandonato.
< Vi va
se suoniamo una cover questa sera? > propongo dopo aver finito
di
bere la mia terza bottiglietta d'acqua.
<
Attenta te a bere > mi rimprovera Jason < non vorremmo
che tu
poi ogni cinque minuti rompa per andare in bagno al concerto. Giusto,
ragazzi? >
< Sì! >
esclamano in coro.
<
Spiritosi! > ribatto facendo loro la linguaccia < allora?
>
< Ci sto
> asserisce Irene sorridendomi.
< Per me
anche. Che canzone suoniamo? >
<
Ignorance > rispondiamo Irene ed io senza esitazione. Era la
nostra canzone del giorno. Ogni mattina sceglievamo una canzone, la
prima che partiva dallo stereo e quel giorno era capitata quella.
Oltretutto era una delle cover che ci veniva meglio.
< Okay,
cominciamo! > esclama Phil per incitarci e parto con la prima
nota
della chitarra.
Dopo averla
suonata decidiamo le altre canzoni da cantare e poi andiamo tutti
all'Ice Palace, anche se io mi fermo prima a casa per prendere il
vestito da indossare per il concerto. Mi seccava andare a fare
shopping e in fondo all'armadio avevo trovato un vestito che mi ero
comprata a Londra due estati fa.
Arrivo a
destinazione quando tutti gli altri sono già arrivati e
appena entro
dentro sento Jared che canta Closer to the edge.
Cerco Irene
con lo sguardo e la vedo seduta sul palco che muove la testa da una
parte e dall'altra e canta. Di Jason e Phil nessuna traccia, invece.
Prendo
posto accanto a lei e saluto i due fratelli Leto, Tomo e il mitico
Tim con un sorriso e un cenno di capo. Questa canzone è
sacra ed io
non volevo di certo rovinarla parlandoci sopra.
< È da
molto che siete qui? > chiedo a canzone finita.
< No,
saranno dieci minuti > risponde Irene.
L'ultima
canzone che suonano è A modern myth, poi
Shannon lascia la
batteria si siede accanto ad Irene.
< Quando
ufficializzerete la vostra relazione? > domando curiosa.
< Una
volta finito il tour > risponde Shannon e Irene lo guarda con
uno
sguardo perso.
< Beh,
vedete di ufficializzarlo prima del mio matrimonio > interviene
Tomo sedendosi accanto a me.
< Sì,
capo > ribatte Irene ridendo.
Nel
frattempo anche Jason, Phil e Jared si sono seduti accanto a noi.
Lancio un ennesimo sguardo a Shannon e Irene, o come mi piace
chiamarli, Sharene. Ma ogni tanto li chiamo anche Irennon, dipende da
come sono ispirata. E i nomi sono piaciuti talmente tanto che subito
i ragazzi hanno cominciato a chiamarli così. Li guardo e
sorrido.
Sono davvero belli insieme e mi piace un sacco guardarli. Sono
teneri, sono una di quelle coppie che non ti stancheresti mai di
guardare, specialmente perché non si isolano quando sono con
gli
altri, a differenza di molte coppiette.
E poi mi
piaceva vedere l'atmosfera di amicizia che si era creata tra tutti
noi.
< Okay,
qui bisogna festeggiare! > esclama Tim mentre trascina un mini
frigo con dentro della birra.
< No, io
passo > dico immediatamente.
< Una
birra puoi anche berla. E poi scusa, tutte le volte ti ubriachi e
tutte le mattine dopo giuri di non toccare più alcol
> interviene
Phil.
< Esatto
> ribatte Irene mentre mi passa una birra < dai, Tim ha
ragione, dobbiamo festeggiare prima di cominciare a suonare >
< Ma
festeggiamo anche dopo >
< E
questo è una sorta di rito scaramantico. Avanti, bevi e fai
poco la
bambina > dice Jared mentre comincia a bere. Ma lui deve fare il
figo, il diverso. No, lui non beve la birra come noi, beve la sua
adorata diet coke.
E
ovviamente mi lascio convincere e bevo. Anche perché avevo
sete e
avevo finito tutte le mie bottiglie d'acqua. Chiunque mi conosce ha
ragione a dire che sono peggio di un cammello.
Restiamo a
chiacchierare sul palco fino alle cinque, poi ci spostiamo nello
spogliatoio che i proprietari dell'Ice Palace ci avevano dato da
usare come camerino perché alle sei avrebbero aperto le
porte.
Restiamo a chiacchierare per un altro paio d'ore, fino a che alle
sette Irene ed io non decidiamo che forse era meglio prepararsi per
andare a suonare.
<
Buonasera, L.A.! > esclama Irene non appena saliamo sul palco
<
are you ready to make a fucking noise? > domanda e rido: anche
gli
Scarlett Roses erano stati contagiati con il fucking.
Cominciamo
a suonare la prima canzone, The Hole, e subito il
pubblico
comincia a saltare, pogare e cantare. È fantastico vederli
così
partecipi, è una cosa che ti rende davvero felice, che
è come se ti
facesse toccare il cielo con un dito. E mi stavo divertendo talmente
tanto che non mi sono nemmeno resa conto che avevamo praticamente
suonato tutte le canzoni della nostra scaletta. Ne mancava una, la
cover. Ignorance. La mitica Ignorance
dei mitici
Paramore. E non appena comincio a suonare, partono urla entusiaste.
< Grazie
mille, Los Angeles, siete fantastici! > esclama Irene prima che
scendessimo dal palco.
<
Grandissimi! > esclamo una volta dietro le quinte mentre
abbraccio
la mia amica e anche Jason e Phil si uniscono al nostro abbraccio.
<
Augurateci buona fortuna > ci dice Jared.
< Buona
fortuna > ribatto sorridendo.
< Buona
fortuna, ma tanto andrete sicuramente alla grande > aggiunge
Irene
prima di avvicinarsi a Shannon e baciarlo.
I 30
Seconds To Mars salgono sul palco e noi due ragazze ci mettiamo
dietro le quinte a goderci il concerto. Certo, magari non vedevamo
perfettamente come se fossero stati davanti a noi, ma comunque
riuscivamo a vederli bene.
<
Spettacolare… > sussurra Irene.
< Cosa?
> chiedo curiosa.
< Gli
Echelon. E sentirsi parte di questa grande famiglia >
< L'hai
detto > sussurro sorridendo.
Guardiamo
tutto il concerto in piedi, poi torniamo nei camerini per farci una
doccia e per attendere il ritorno dei fratelli Leto, di Tomo e anche
di Tim.
< Siete
stati straordinari! > esclamo quando li vedo tornare nello
spogliatoio.
< Vero!
> esclama Irene prima di saltare in braccio a Shannon e di
baciarlo con tutta la passione possibile < Caspita, sembri un
animale quando suoni, non hai idea di quanto questo sia eccitante
>
< Mi
state violentando le orecchie voi due! > esclamo ridendo.
< Se
anche tu al momento avessi una vita sessuale attiva non ci romperesti
le palle > ribatte Irene facendomi la linguaccia.
< Nah,
secondo me continuerebbe a farlo > risponde Jared mentre si
apriva
una lattina di coca cola.
<
Grazie, ma le tue perle di saggezza non sono richieste al momento.
Anzi, a pensarci bene non sono mai richieste >
< Questo
è quello che credi tu, baby > ribatte Jared facendomi
l'occhiolino.
La cosa
migliore sarebbe ignorarlo, lo so benissimo, anche perché
adora
tormentarmi, ma ogni tanto vorrei davvero prendergli la faccia e
sbattergliela addosso all'angolo del muro. O magari su qualcos'altro
di appuntito. Non importa cosa, mi basta che sia appuntita. Questo
sarebbe sufficiente. E anche divertente.
< Bene,
noi vi salutiamo > interviene Shannon mentre si infila le
bacchette dentro la tasca posteriore dei jeans e Irene gli è
accanto
che lo guarda con uno sguardo complice, ovviamente.
Poco dopo
anche Tomo ci lascia soli con la scusa che doveva andare da Vichi.
Mi
incammino verso le docce, da dove prendo le ultime cose che avevo
lasciato e torno ad indossare i jeans. I miei inseparabili shorts.
Infilo
tutto dentro la mia tracolla e prendo la custodia della mia chitarra
con la mano dall'altra parte, per bilanciare il peso.
<
Lascia, faccio io >
Jared mi
prende la custodia della chitarra senza nemmeno darmi il tempo di
ribattere e ci avviamo verso l'uscita.
< Ma non
avete fate autografi questa sera? >
< Li
abbiamo fatti mentre tu e Irene stavate facendo la doccia, subito
dopo il concerto >
< Oh,
okay >
< Certo
che mio fratello e la tua amica sono assatanati ogni volta dopo un
concerto > dice dopo qualche attimo di silenzio.
<
Secondo me fa a loro da afrodisiaco > ipotizzo ridendo e mentre
sto per uscire dall'Ice Palace, Jared mi indica una strada
secondaria.
< Hai
fame? >
<
Parecchia > ammetto non appena sento il mio stomaco brontolare.
Ed
ha brontolato talmente forte che pure Jared l'ha sentito. E infatti
scoppia a ridere.
< Forza,
muoviti, ti porto a mangiare un boccone da qualche parte >
< Che
cos'è, un appuntamento? > lo provoco ridendo.
< Ti
farebbe così schifo la cosa? > domanda guardandomi
negli occhi.
< No,
non direi > replico accennando un sorriso e non lo guardo
più
direttamente in faccia fino a che non arriviamo alla macchina. Ho
contemplato le mie All-Star per altri cinque minuti buoni. Ma ogni
tanto mi capitava di buttare un occhio verso di lui e
sistematicamente ogni volta lo vedevo sogghignare. Possibile che
fosse da prendere a cazzotti anche quando mi invita fuori a cena?
Raggiungiamo
la sua macchina, che apre con il telecomando da lontano per
atteggiarsi da figo, e poi entriamo.
< Jared?
>
< Uhm? >
< È
mezzanotte passata. Dove lo troviamo un ristorante che ci faccia da
mangiare? >
<
Secondo te quanto ci vuole per preparare due piatti di insalata? E
poi ti ricordo che sei con me. Fidati, ci darebbero
da
mangiare anche alle tre del mattino >
Faccio un
respiro profondo e alzo gli occhi al cielo.
<
Sbruffone > dico piano ma allo stesso tempo faccio in modo che
mi
senta.
E infatti
si mette a ridere e parte con una sgommata.
Olè, ce
l'ho fatta.
Ebbene sì,
postare la storia poche ore prima della mia partenza per Londra e
scoprire che non era stata postata non ha prezzo.
Questa
è la prima Shot che posto sui 30 Seconds To Mars. E' un po'
una stronzata, ma spero tanto che vi sia piaciuta.
Ringrazio quindi chiunque la leggerà, chi la
commenterà e chi farà altro con queste nuove
450mila opzioni.
Beh, questo
è tutto.
Provehito
in altum,
Giulls.