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Autore: Black93    01/07/2010    1 recensioni
Questa è la mia prima fanfic. Spero vi piaccia!! Racconta l'infanzia di Onion Knight e la sua battaglia contro il Dio della Discordia. Ringrazio di cuore la mia amata sorellona Tokio perché mi aiuta a scrivere questa fanfic e anche mio padre e la sua morosa per avermi consigliato i vocaboli giusti!
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 1: Il Giovane Fittizio

Onion lasciò il posto camminando velocemente verso la taverna.

Voleva dimenticare tutte le vicende accadute, ma non ci riusciva. La sua testa era piena di pensieri. Forse stando con Margaret, sarebbe riuscito a distrarsi, a dimenticare tutto. Non vedeva l’ora.

Appena raggiunta la taverna, sentì risate fragorose e chiacchiere elevate provenire da dentro: erano i clienti. Egli fece un lungo respiro per calmarsi ed entrò spalancando i grossi battenti di legno grezzo.

Onion: buongiorno a tutti!

I clienti lo salutarono benevoli. Un signore con in mano un boccale di birra si fece scappare un singhiozzo per la sbronza, e Onion ricambiò il saluto scoppiando a ridere, contagiando anche il signore e gli altri clienti vicini. Quattro belle ragazze sedute ad un tavolo in fondo gli sorrisero agitando una mano, facendolo arrossire. Dai loro vestiti, Onion capì che avevano ottenuto classi diverse: la ragazza bionda era una Maga Nera, quella mora era una Maga Rossa, quella nera era una Ranger, mentre l’ultima, quella rossa era un Cavaliere.

Onion rimase stupefatto dalla classe della ragazza rossa, e quindi si avvicinò al loro tavolo per osservare meglio i vestiti delle quattro e parlare un po’.

Onion: scusate la mia domanda… siete nuove di qui? Non vi ho mai viste nel villaggio.

Rossa: siamo nomade.

Nera: ci spostiamo di villaggio in villaggio per aiutare la gente bisognosa.

Onion: wow, ma allora siete delle eroine!

Mora: non esattamente, però ci piace aiutare le persone.

Bionda: siamo anche esperte nel combattimento!

Rossa: non sopportiamo l’ingiustizia, per questo ci stiamo impegnando per dare un futuro al mondo. Sai, in questi ultimi tempi abbiamo saputo che l’Impero sta praticamente conquistando molte terre con la forza, perciò ci rechiamo nelle città cadute per diffondere un po’ di tranquillità.

Onion: ah, capisco. Mi piacete, potreste dirmi i vostri nomi?

Rossa: io mi chiamo Rossella, e sono la leader del gruppo.

Bionda: piacere, io sono Doria!

Mora: il mio nome è Moretta.

Nera: io sono l’ultima arrivata, mi chiamo Kurai. E tu come ti chiami, bel bambino?

Onion: oh, che indecenza! Molto lieto, io mi chiamo Onion.

Ragazze: piacere, Onion!

Rossella chiese a Onion il perché di quel linguaggio così garbato, e il bambino rispose che l’aveva imparato da solo. Poi disse anche che l’aveva imparato perché voleva diventare cavaliere. Voleva essere educato il più possibile con la gente.

Le ragazze si congratularono con lui e lo invitarono a sedere al loro tavolo. Onion accettò e chiacchierò con loro finché non arrivò la piccola Margaret. Onion vide che la bambina lo cercava, quindi la chiamò per nome e le indicò dov’era alzando la mano e agitandola. Come sempre ella gli corse incontro saltandogli in braccio e stringendosi al suo collo. Le 4 la riconobbero e la salutarono in tono gentile, facendola ricambiare con un sorriso timido. Margaret chiese se Onion voleva mangiare con lei, e lui accettò contento. Le ragazze stavano aspettando la loro porzione, quindi anche i due mangiarono lì con loro.

Dopo pranzo le ragazze vollero insegnare a Onion qualcosa sulle classi, e lui disse di sì senza esitare. Anche la piccola Margaret volle assistere alle lezioni. Onion chiese alle ragazze se poteva andare con loro, e le 4 annuirono. Dopo aver avvisato la mamma, Margaret poté partire con i compagni per il bosco.

Onion: io conosco un posto per fare pratica nel bosco. Si chiama Radura Rocciosa.

Margaret: la conosco anch’io! Si trova in fondo al bosco! È il posto dove io e la mamma andiamo a raccogliere erbe aromatiche. Lì è sicuro e non ci sono mostri.

Onion: fidatevi, è un ottimo posto per allenarsi.

Rossella: beh, vedo che abbiamo due guide affidabili. Possiamo partire, allora.

Durante il cammino Margaret vide che Onion portava sulla spalla un tessuto bianco e rosso e chiese cos’era. Lui rispose che si trattava della divisa dei maghi bianchi regalatagli dalla sua maestra Siria. Margaret fece mente locale e si ricordò che Siria l’aveva guarita dalla febbre con la sua magia bianca. Si ricordava i suoi lunghi capelli neri e gli occhi penetranti castani. Ma soprattutto si ricordava della sua gentilezza e della forte personalità. Quando guardava le ferite, anche quelle più gravi e impressionanti, non si stupiva né impauriva. Rimaneva impassibile davanti a ogni tipo di ferita, conosceva il nome di tutte le malattie esistenti e le curava senza la minima difficoltà. L’unica malattia che per lei risultava inguaribile era quella che aveva strappato dalla vita la mamma di Onion. Si chiamava Abisso Maledetto. Quella malattia provocava una febbre altissima, con il cambiamento del colore della pelle, che si colorava di grigio, le vene diventavano  gonfie, e si moriva di dolori atroci in tutto il corpo. Siria l’aveva chiamata con questo nome perché si prendeva l’aspetto di non- morti.

Dopo circa mezz’ora di cammino, i 6 amici raggiunsero la Radura Rocciosa. Era una radura che si trovava oltre il bosco, ai piedi del Picco Antico. Era tutta circondata da grandi rocce grigie e millenarie, ed il luogo era molto spazioso. Insomma, un luogo perfetto per allenarsi.

Margaret si sedette su una piccola roccia all’inizio della radura. Era impaziente di vedere il suo amico Onion all’opera. Le 4 ragazze si piazzarono al centro del posto e Onion si sedette a gambe incrociate davanti a loro. Doveva essere attento e imparare il più possibile.

Rossella: bene, direi che possiamo cominciare. Innanzitutto, ti spiego cosa sono le classi. La classe è un costume speciale che ti permette di acquisire certi tipi di abilità legati ad essa.

Onion: cosa?! Tutto qui?

Rossella: oh, adesso viene la dimostrazione pratica. Alzati, per favore, e guarda attentamente quello che indossi.

Onion si guardò i vestiti, ma non capì cosa voleva intendere il cavaliere.

Onion: beh? Cos’ho che non va?

Rossella: niente che non vada bene. Sono i tuoi vestiti normali, quelli che indossi?

Onion: esatto. Perché questa domanda?

Rossella: vedo che possiedi una daga. Sai usare le magie?

Onion: sì, del fuoco e dell’acqua.

Rossella: sai combattere corpo a corpo?

Onion: certamente, anche se non sono molto esperto…

Rossella: bene. Hai capito quello a cui ti voglio far arrivare, adesso?

Onion: ehm… mi stai facendo capire che so usare un po’ di tutto in battaglia?

Rossella: bravo, ragazzo. Ti sembrerà strano, ma tu possiedi già una classe di cui però non sei ancora a conoscenza.

Onion: ho già una classe e nessuno me l’ha detto? E cosa c’entrano i miei vestiti?

Rossella: ora ti spiego. Dalle mie domande tu hai capito che hai molte abilità a disposizione già al punto di partenza, e i tuoi vestiti sono normali. Questo significa che tu possiedi la classe del Tuttofare. Di solito è la classe per chi combatte alle prime armi. Si può usare una discreta varietà di armi e magie di basso livello, ma non si può diventare maestri in nessun tipo di quelle abilità. Invece per diventare esperti in una specifica classe bisogna imparare solo quel tipo di abilità. Prendiamo ad esempio il Mago Bianco. Prova a trasformarti in Mago Bianco.

Onion: è la mia prima volta che acquisisco la classe completa del Mago Bianco. Farò del mio meglio!

Rossella: per richiamare una classe, bisogna fare un gesto e pronunciare il nome della classe che si vuole usare. Del tipo: Guerriero!

Rossella allargò le braccia e, dopo aver pronunciato il nome della classe, la sua armatura da cavaliere si tramutò in una giubba rossa con i soli spallacci corazzati. La testa era priva di elmo.

Rossella: è facile e divertente. Prova anche tu!

Onion si alzò in piedi, si fece coraggio, chiuse gli occhi, alzò il braccio destro in avanti aprendo la mano e urlò: “Mago Bianco!”. Sentì uno strano formicolio in tutto il corpo, percepì un bagliore bianco estendersi da capo a piedi, e, quando aprì gli occhi, il suo completo verde era scomparso. Ora indossava una tunica bianca e rossa lunga fino alle caviglie e fermata in vita da una grande cintura bianca, degli stivaletti marroni, le maniche erano lunghe e larghe ed il cappuccio bianco a punte rosse era adagiato sulla schiena. Era sorpreso del cambiamento radicale ed incredulo. Per essere sicuro che non fosse un sogno si strappò un capello biondo e gemette. Era tutto vero! Era riuscito a cambiare classe solo con un gesto!

Intanto Rossella lo guardò ridendo contagiando le compagne, mentre Margaret gli si avvicinò contenta e gli fece i complimenti per il vestito. Onion arrossì e si grattò la testa per non mostrare il suo imbarazzo.

Margaret: sai, sei mistico con quel vestito!

Onion: g-grazie! Eheh…

Margaret: però non ti si addice proprio. Ti vedrei di più da Guerriero.

Onion: tu dici? Io penso che anche la magia non sia male.

Margaret: io ritorno alla mia postazione, sir Onion Knight!

Onion: Onion Knight? E cosa sarebbe?

Margaret: il tuo nome quando diventerai cavaliere. Significa Cavalier Cipolla… oops, scusami! Volevo dire Cavalier Onion!

Onion: Cavalier Cipolla… mmh, suona bene!

Margaret: veramente?

Onion: lo trovo fantastico come appellativo! Sì, mi piace! Lo terrò presente quando diventerò cavaliere.

Margaret: grazie! Allora quando diventerai cavaliere e vorrai darti un appellativo, ti ricorderai di me?

Onion: certo che mi ricorderò di te, principessa.

Margaret era contentissima di quello che Onion aveva appena detto. Egli le sorrise, poi la prese in braccio e la baciò sulla fronte. Contenta del gesto, Margaret lo abbracciò forte e si fece mettere a terra per tornare a sedersi sulla roccia.

Rossella si ricompose dalla risata e continuò la spiegazione. Sguainò la sua spada e la lanciò al ragazzino che la prese al volo, ma non riuscì a maneggiarla, perché era troppo pesante per lui.

Onion: accipicchia… ma quanto pesa?! Come fai a tenere in mano una cosa del genere?!

Rossella: oh, ti sbagli di grosso, Onion. Non sei tu che non riesci a maneggiarla, ma è la tua classe.

Onion: la mia classe?

Rossella: esattamente. Ora ti faccio una domanda: quali armi possono usare i Maghi Bianchi?

Onion: dai miei studi, so che possono usare soltanto le aste. Quindi… faccio fatica a maneggiare la spada perché la mia classe non può usare le spade. Giusto?

Rossella: impari in fretta. Se tu provi ad usare un’arma che non c’entra con la tua classe, questa risulterà pesante e non potrai usarla in battaglia. Ora passami la mia spada, ti faccio vedere quanto il guerriero sia abile nel suo uso.

Con tutta la fatica del mondo, ma con un impegno da invidiare, Onion alzò la spada con due mani e, miracolosamente, riuscì a tenerla davanti al suo viso. Rossella si stupì. Che lei sapeva, nessun Mago Bianco era mai riuscito a tenere alta una semplice spada.

Rossella: è impossibile… i Maghi Bianchi non possono maneggiare spade. Ma tu… come fai?

Onion: non… non lo so… non chiedermelo. Ne so quanto te.

Rossella: Onion, avvicinati a me. Devo farti una cosa. Non preoccuparti, è indolore.

Onion non sapeva se fidarsi o no. Però sapeva che Rossella non gli avrebbe fatto del male, quindi si mise cauto davanti a lei. La ragazza gli ordinò di tornare Tuttofare e di togliersi la maglietta, ma Onion non voleva farlo. Non l’aveva mai fatto davanti ad una ragazza, per di più in presenza di Margaret. Era imbarazzatissimo, ma Rossella gli disse che era strettamente necessario.

Margaret: cosa gli volete fare?

Onion: non preoccuparti, è una piccola prova.

Rossella: come ha detto il tuo amico, è una semplice prova. Puoi fidarti.

Margaret: allora mi fido!

 Le 3 compagne si avvicinarono mettendosi intorno a Onion e lui si tolse la maglietta pensando perché doveva farlo, ma se voleva scoprire i suoi poteri, ne era costretto. In quel momento era curioso di sapere che tipo di prova gli aspettava.

Doria: ehi-ehi, niente male per essere un bambino!

Onion diventò rosso come un pomodoro, Moretta fulminò la bionda con lo sguardo zittendola, Kurai non spiccicò parola e si girò dall’altra parte, e infine Rossella tirò un sospiro di disapprovazione.

Doria: ma io volevo solo esprimere il mio parere…

Kurai: nessuno te l’ha chiesto.

Moretta: vedi di trattenerti di più!

Doria si intristì e abbassò la testa.

Rossella: allora, Doria… devi imparare che certe frasi si dicono in momenti opportuni. Facendo questo, hai messo a disagio il nostro allievo.

Doria: io non volevo… mi dispiace tanto…

Onion: oh, non devi scusarti… quello che hai detto è un complimento. Quando vuoi fare un complimento, non vergognarti.

Doria: dici davvero? Oh, grazie tante!!!

Dalla contentezza, Doria abbracciò Onion, ma accortasi del gesto e dell’imbarazzo dell’amico, arrossì e si staccò immediatamente. Le amiche chiusero gli occhi e pensarono: “non imparerà mai”.

Dopo che tutti si furono ricomposti, poterono cominciare con la prova. Le 4 ragazze circondarono Onion, e per prima cosa lo fecero rilassare con qualche massaggio alla schiena e alle spalle. Dopo di ché Rossella gli ordinò di contare fino a 10 e di respirare profondamente. Doveva dire la verità, il ragazzino non si era mai sentito così meglio in vita sua. Si sentiva la mente libera, priva di qualsiasi sentimento ed emozione. Chiuse gli occhi, e percepì tre mani delicate sulle spalle e sulla schiena. Non sapeva come spiegarlo, ma si sentiva completamente nudo di fronte alle maestre che aveva appena conosciuto. In quel momento non poteva negare nulla alle ragazze, per loro era un libro aperto. Sentiva che stavano frugando nella sua mente, stavano scoprendo il suo passato, le sue debolezze, tutti i sentimenti di odio e rabbia che da tempo immemorabile covava. Eppure… eppure non riusciva a opporsi. Si sentiva impotente, e questo gli attanagliava le viscere. Tutto quello che stava succedendo lo stava facendo arrabbiare, ma perché? Certo, il suo passato era roba da niente. Quanti bambini come lui erano rimasti orfani! Ma sapere che c’era qualcuno che conosceva da qualche ora, che gli estorceva informazioni su di sé in quel modo, proprio non gli andava. Ma la rabbia che avvertiva dentro di sé non era sua. Si conosceva fin troppo bene. Lui sapeva di non essere arrabbiato in quell’istante. Ma c’era qualcosa in quell’esperimento che faceva muovere le sue emozioni più forti. Ora, oltre alla rabbia, cominciava a sentire l’odio. Il suo odio, che però non si sentiva di provare veramente. Poi si aggiunse la perfidia, la smania di far del male. In quello stato di incoscienza voleva spaccare tutto, non gli importava di nessuno. Non gli importava di chi fosse. Non gli importava della povera gente del villaggio, né di Dan, né delle ragazze, non gli importava nemmeno di Margaret. Nemmeno di lei, che gli era stato vicino in tutti questi anni, forse l’unica persona che riusciva a comprenderlo pienamente. No. In quel mondo incosciente, fatto solo di rabbia e di odio, non c’era posto per nessuno. Lui ne era il padrone, e ne sarebbe sempre stato. Lui, in quel mondo incosciente, fatto solo di pezzenti e deboli, ci avrebbe fatto quello che voleva. Sapeva perfettamente che quell’esperimento lo stava facendo andare fuori di testa, che gli stava facendo pensare quello che in realtà non pensava, ma gli piaceva. Chissà come si sarebbero comportate tutte le persone che conosceva se lui avesse tirato fuori il vero sé stesso… sarebbero scappate o si sarebbero fatte ammazzare pur di farlo ragionare?

Cercò di opporsi, ma non ce la faceva. Una forza misteriosa e immensamente grande si stava impossessando di lui. Strinse i pugni fino a imbiancare le nocche, serrò ancora di più gli occhi e strinse i denti, ma non riusciva a strappare da sé la grande forza.

Kurai: Rossella, si sta innervosendo.

Rosella: è normale, è l’effetto della prova.

Doria: no, no! Non riusciamo più a controllarlo!

Moretta: Kurai e Doria hanno ragione! I sentimenti che prova in questo momento non sono suoi!

Rossella: allora, è possibile che il suo inconscio si sia risvegliato. Allontanatevi, per favore!

Le tre ubbidirono a lasciarono posto all’amica, che senza esitazione alzò la mano destra e l’appoggiò sul petto di Onion. Sentì intorno a lei e il ragazzino una strana aura maligna. Margaret cominciò a diventare inquieta, e Doria le corse vicino per rassicurarla, ma la bimba non riusciva a tranquillizzarsi.

Onion si sentiva strano. Sentiva che non era più lui, che la sua parte forte e celata dal passato si impossessava velocemente del suo corpo. Intanto egli veniva trascinato lontano da tutto e da tutti, in un luogo distante dove c’era solo lui, e dove regnava la pace. Il contatto con la sua incoscienza lo faceva star male: si sentì sudare, i muscoli si tesero, le vene dei polsi si gonfiarono; il cuore gli martellava violentemente in petto e cominciò a gemere di dolore. Urlò di essere allontanato da questa sofferenza. Rossella non ce la faceva più a trattenerlo, e quella forza cominciò a risucchiarle lentamente le energie. Margaret scoppiò a piangere e affondò la testa nel petto di Kurai, che si era appena avvicinata, preoccupata per la sua compagna e il piccolo allievo. Dietro il corpo del ragazzino era apparsa una sagoma cristallizzata verde smeraldo. Rossella se ne accorse e la osservò attentamente: quella sagoma era identica a Onion, ma essa aveva uno sguardo maligno e sorrideva mentre guardava tranquilla la sofferenza del piccolo cavaliere.

Sagoma: forza, Onion. Vieni da me. Lasciati trasportare dalla rabbia e dammi il tuo corpo.

Rossella: chi sei tu?

Sagoma: la manifestazione del rancore di Onion. Io sono Crystal Onion. Ragazzina, non metterti in mezzo, potresti pentirtene.

Rossella: quindi sei una forza oscura. Non dovevo fargli fare la prova spirituale.

Crystal Onion: devi sapere che questo ragazzino ha avuto un passato difficile. In tutti questi anni non ha fatto altro che immagazzinare astio verso tutti, e così sono nato io. Grazie alla tua prova, ora lui è in balia dell’oscurità, e io posso prendere il sopravvento sul suo corpo e impossessarmi di esso. Non soffrirà più, e io regnerò incontrastato su questo mondo di stolti! Vedrai che divertimento!

Crystal Onion cacciò fuori una risata malvagia. Rossella si spaventò: non aveva mai visto la parte oscura del suo allievo. Era evidente che la cosa che muoveva egli era l’ira.

Pur essendo la voce di Onion, aveva una tonalità diversa: era aggressiva, impetuosa e gutturale. La voce del vero Onion era moderata ed eterea, sebbene decisa. Ma quella della parte malvagia non aveva nulla di umano.

L’aura oscura si dilatò a dismisura formando un piccolo turbine, scaraventando violentemente Rossella a terra.

Crystal Onion: sei mio, Onion, MIO!

Onion: lasciami, ti prego! Io non ti voglio! Vai via da me!

Crystal Onion: perché ti opponi alla mia grande forza? Se rimarrai così, resterai solo uno stupido e inutile ragazzino!

La parte oscura abbracciò con forza Onion, che non riusciva a liberarsi dalla morsa letale. Lentamente egli cominciò a perdere conoscenza, mentre il ragazzo cristallizzato gli risucchiava le forze senza esitazione.

Crystal Onion: bravo, ragazzo. Lasciati andare, tra poco il tuo corpo sarà mio. Non preoccuparti dei tuoi amici, ci penserò io a loro. Non sentiranno nulla.

Onion svenne, e il ragazzo di cristallo stava per impadronirsi di lui, quando una freccia gli sfiorò la guancia destra: Kurai era intervenuta scoccando in tempo la freccia con un’impeccabile mira. Così facendo, diede l’opportunità alle due maghe di preparare l’attacco e distrarre la copia.

Crystal Onion: maledetta!

Doria: vediamo se ti piace il fuoco! Preferisci allo spiedo o alla brace?

Crystal Onion: mi dispiace, ma sono un po’ duro da digerire!

La maga nera corse verso la copia e si ricoprì di fuoco. Volò a mezz’aria e tirò fuori la sua asta di fuoco, costringendo il ragazzo a indietreggiare e prendere la spada caduta dalle mani di Onion.

Crystal Onion: i maghi non sono abili negli scontri ravvicinati!

Doria: oh, il mio era solo un diversivo. E comunque ho imparato a combattere come sanno fare i veri guerrieri!

L’asta di Doria urtò la spada di Rossella provocando scintille gialle. Ma il ragazzo non si accorse del trucco: Doria aveva passato le sue fiamme a lui per indebolirlo, mentre dietro di lei spuntò Moretta, che con un salto si precipitò con la sua spada sulla copia, ma qualcosa andò storto. La copia aveva innalzato una barriera di cristallo verde per proteggersi dal colpo della maga rossa e raffreddare il suo corpo bollente per la fiammata.

Crystal Onion: mi avete sottovalutato, ragazzine!

Il ragazzo creò il medesimo vortice oscuro e spazzò via le tre, ma grazie al loro sacrificio, il corpo di Onion era salvo. Crystal Onion si era allontanato, e Rossella si rialzò per prelevare Onion e impedire alla copia di prenderne possesso, ma fu appunto preceduta dal nemico: la copia oscura lanciò dei cristalli verdi che trafissero la guerriera alla spalla sinistra e alle gambe. Lei urlò di dolore e si accasciò al suolo, sanguinando abbondantemente. Gemette e pianse dal male. Il ragazzo cristallizzato si avvicinò a Rossella, la oltraggiò dicendo che era una buona a nulla e le pestò la schiena e la spalla destra. Lei urlò ancora di più, le girò la testa e la presero dei conati, ma non vomitò.

Crystal Onion: che ne dici se ti spacco pure la spalla destra? Mi dispiace, ma non potrai più fare il cavaliere! La donna eroica travestita da cavaliere cadrà in rovina per mano mia! Oh, quanto mi dispiace! Mi fai pena, sai? Ma la mia compassione è troppo poca per lasciarti integra. Soffrirai, più di quanto non abbia sofferto prima d’ora!

La copia cercò di dare il colpo di grazia al cavaliere, ma venne sbattuta a terra da un calcio in faccia: la piccola Margaret era intervenuta per salvare Rossella, e con un calcio acrobatico aveva atterrato il ragazzo. Ella atterrò di grazia con una capriola volante e strinse i pugni indignata. Si avvicinò a Crystal Onion e i suoi occhi azzurri incrociarono seri quelli gialli e lucidi della creatura, che era stesa per terra incredula dell’accaduto e fissava con stupore la bambina. Anche Rossella riuscì a stupirsi, alzando un piccolo gemito per cercare di mettere a fuoco e osservare la situazione.

Margaret: non… non permetterti più di fare del male alla mia amica! Ritorna nel corpo di Onion!

La piccola diventò rossa in viso e cominciarono a scenderle lacrime copiose lungo le guance. La copia di cristallo si rialzò tranquilla, guardando Margaret negli occhi e assumendo un’espressione accorata. Quando la copia si avvicinò alla bambina, ella cominciò a tremare di paura e cercò di trattenere le lacrime, ma il suo sguardo si intristì.

Crystal Onion: Margaret, piccola mia… che c’è, hai paura di me? Hai paura del tuo amico Onion?

Margaret: tu… tu non sei Onion! E poi non ho paura di te! Io… io sono forte, e ti schiaccerò!

Crystal Onion: e allora perché stai tremando? Perché versi lacrime?

Margaret: io… non lo so…

Crystal Onion: forza, dimmi la verità: sei spaventata. Ma non preoccuparti. Finirà presto, sai? Devo soltanto spaventare le persone con il corpo del tuo amichetto, così si accorgeranno di quanto lui possa essere spietato. Allora, mi aiuterai?

Margaret: no! Non ti aiuterò! Tu sei cattivo, e a me i cattivi non piacciono!

Crystal Onion: come sei ostinata, mocciosa…

Crystal Onion alzò la mano sinistra, e Margaret chiuse gli occhi aspettandosi un duro colpo che l’avrebbe lacerata come era successo con Rossella, ma non accadde niente. Anzi, Crystal Onion si limitò semplicemente a prenderle la testa in corrispondenza della nuca e appoggiarla al suo petto. Sorpresa del gesto, Margaret alzò la testa e vide che il ragazzo le sorrideva: non si trattava del suo consueto sorriso maligno, ma era un sorriso addolorato e sincero, cosa che non era da lui. Egli la guardò, e i suoi occhi diventarono tristi e più lucidi che mai.

Crystal Onion: sai, Margaret… volevo dirti che sei davvero una brava bambina. Sei così coraggiosa da impedirmi persino di far del male alla mia gente…

Margaret: la tua gente? Ma tu non sei Onion.

Crystal Onion: in realtà sono sempre Onion, ma con la rabbia che ho accumulato per tutto questo tempo, sono sprofondato nell’oblio, negando persino la mia stessa natura. Però io sono la parte oscura del vero Onion, quella che si manifesta quando è arrabbiato, in pericolo… oppure quella che esce quando vuole proteggere le persone che ama… hai ragione, sono cattivo. Come ho potuto provocare dolore a tutta questa gente? Sono profondamente dispiaciuto. Credimi, sto dicendo la verità.

Margaret lo strinse forte e pianse, bagnando di lacrime il petto della copia oscura. Lui si chinò e la baciò sulla fronte, come quell’attimo prima. Nonostante le sue labbra fossero fredde, la bambina percepì un sentimento sconosciuto provenire da Crystal Onion che la scaldò e la rassicurò. In quel momento ella seppe con certezza che poteva, anzi, che doveva credere in lui, perché in fondo era e sarebbe sempre stato l’inconfondibile Onion.

Crystal Onion: per dimostrarti che ho ancora un briciolo dei sentimenti di Onion, curerò il corpo della tua amica.

Margaret: io lo so… posso fidarmi. Sì, ti credo. Ti prego, cura Rossella!

La copia si chinò per osservare con attenzione il corpo di Rossella sanguinante. Anche se i cristalli l’avevano trafitta e aveva ricevuto dure botte, era ancora possibile farla tornare come era prima.

Rossella guardò accorata quello che poco prima l’aveva torturata a morte e che per lei poteva essere un nemico come tanti. Conosceva Onion da poche ore, ma nel suo profondo sentiva che non era un bambino cattivo. Aveva solo bisogno di una persona con cui sfogarsi, a cui raccontare i propri problemi. Lui non era solo, anche il nemico più grande avrebbe implorato pietà, perché dentro lui era nato cavaliere. Persino il nemico più forte e più spietato si sarebbe piegato al suo volere, perché il suo animo era nobile e forte, perché, sebbene sembrasse piccolo e indifeso, con il suo sguardo risoluto e la sua forza interiore avrebbe schiacciato qualsiasi creatura meschina.

Crystal Onion: mi dispiace, Rossella… adesso ti rimetto a posto. Farà male, ma abbi un attimo di pazienza.

La copia fece girare Rossella a pancia in su, così da poterle togliere i cristalli e curarle le profonde ferite, poi si inginocchiò e si mise a carponi sovrastando Rossella.

Crystal Onion: ce la fai a resistere?

La guerriera alzò una mano e accarezzò delicatamente la fredda e dura guancia del ragazzo di cristallo.

Rossella: ne ho passate di peggio… posso resistere a qualunque cosa, altrimenti pensi che sia diventata cavaliere a fare? Farmi pestare è la mia specialità!

Lei si fece scappare un risolino che contagiò la copia, Margaret e anche le altre tre ragazze che si erano appena avvicinate per vedere cosa stava succedendo. Doria, alla vista del sangue, fu sul punto di svenire, ma venne sostenuta da Moretta e rassicurata da Kurai.

Moretta: forza Doria, ne abbiamo viste tante…

Kurai: non è la prima volta che vedi del sangue…

Doria: sì, ma… ma questo… questo è davvero tanto… scusa Onion, soffro di emofobia.

Crystal Onion: no, non preoccuparti. Accidenti a voi, sapete che soffre di emofobia e la lasciate qui a vedere tutto questo sangue?!

Moretta: hai ragione, ci allontaniamo subito…

All’improvviso Doria si rizzò in piedi e spinse via con delicatezza la mano di Moretta che le cingeva una spalla. Disse che in quel momento voleva essere coraggiosa e che la sua amica ferita aveva bisogno di sostegno, poi chiuse gli occhi e scosse la testa cacciando via il pensiero del sangue. Il suo volto mutò in un’espressione decisa.

Doria: sono pronta.

Crystal Onion: e tu Margaret, dovresti allontanarti, sei troppo piccola per vedere questo genere di cose.

La bambina ridusse la bocca a una piccola fessura e il suo sguardo divenne offeso, poi incrociò le braccia e voltò la testa di lato e in su.

Margaret: se è per questo anche tu sei troppo piccolo per vedere questo genere di cose.

Crystal Onion: la verità è che vuoi fare la coraggiosa.

Margaret guardò il ragazzo con un’espressione stupita e le parole le morirono in gola. Come faceva a saperlo? Che fosse in grado di leggerle nel pensiero?

Margaret: non è vero!!

Crystal Onion: non raccontare bugie, Margaret. Ti conosco fin troppo bene per capire che hai schifo del sangue.

La bambina volle mettere alla prova la copia facendogli una domanda personale.

Margaret: e… come lo sai?

Crystal Onion: dimostrato quella volta che sei finita in ospedale e io ti ho seguito a ruota perché ero preoccupato per te. Quando hai visto il sangue che era contenuto nella siringa della flebo, hai urlato come una gallina.

Margaret aprì la bocca incredula. Quindi anche se Crystal Onion era la copia oscura del vero Onion, condividevano comunque gli stessi eventi e gli stessi sentimenti. L’unica pecca del finto Onion era che… come dire… era molto meno gentile e molto più impulsivo di quello vero. Non se lo aspettava proprio! Quel rimprovero l’aveva completamente spiazzata.

Crystal Onion: che c’è, il gatto ti ha mangiato la lingua?

Margaret tornò al presente ma rimase comunque esterrefatta, nonostante non volesse darlo a vedere.

Margaret: no! E comunque resto qui perché Rossella ha bisogno di conforto!

Crystal Onion: fa come vuoi, ma dopo non urlare e non dirmi che non te l’avevo detto.

Dopo essersi ricomposto dalle occhiatacce di Margaret, il ragazzo di cristallo fu pronto per estrarre i cristalli a Rossella. Per iniziare, li arroventò con la magia Fuoco per ammorbidirli, così da poterli estrarre con facilità, poi usò la magia Bufera per addormentare il braccio e le gambe di Rossella senza che provasse molto dolore.

Crystal Onion: sei pronta?

Rossella: sì… vai.

La copia prese per primo il cristallo nella spalla, e cominciò a tirare. La guerriera sentì un bruciore immenso percorrerle il braccio, come se glielo squarciassero. Crystal Onion tirò con più delicatezza e per distrarre Rossella cominciò a parlare del più e del meno, quando si accorse della grossa cicatrice che percorreva il viso di Rossella partendo dal sopracciglio sinistro, che era diviso a metà, finendo appena sotto l’occhio destro. La cicatrice era obliqua, un profondo taglio largo e rosso. Poi la sua guancia destra ne ospitava un’altra, ma molto più piccola e piena di punti.

Crystal Onion: come ti sei procurata queste cicatrici?

Rossella: quella piccola con un coltello da cucina, mentre ero con la mamma, ma ero piccola, avevo 7 anni. E questa grossa…

Il ragazzo vedeva che Rossella era titubante, quindi non volle continuare il discorso.

Crystal Onion: non dirmelo se non vuoi. È un brutto ricordo?

Rossella: posso dirtelo, lo sanno anche le mie compagne. Questa cicatrice è recente, me la sono procurata nel mio esordio di Cavaliere. Due anni fa avevo appena cominciato il mio addestramento per diventare Cavaliere, e lo finii in due mesi. Ero molto brava, imparavo subito le nozioni e avevo il dono innato di maneggiare una spada senza il minimo sforzo. Beh, quando fui promossa Cavaliere volli tornare subito a casa per dare la notizia ai miei genitori, ma quando arrivai, il villaggio era distrutto. Le guardie imperiali avevano arrestato i miei e gli avevano lanciato contro un Behemoth… quel mostro li uccise sul posto, davanti ai miei occhi… in quel momento l’ira mi assalì, e mi gettai a capofitto sul gigante, ma non feci in tempo a schivare l’artigliata. Quel mostro mi squarciò la fronte col suo grosso artiglio.

Moretta: aveva la faccia piena del sangue schizzato via dal taglio. Per fortuna che io e Doria eravamo nei paraggi, altrimenti non sarebbe sopravvissuta senza il nostro aiuto.

Doria: il mostro stava per finirla con Singhiozzo, ma io lo fermai con una magia temporale e gli lanciai Vampalia.

Rossella: però non mi preoccupai nemmeno del dolore, ero talmente fuori di me che approfittai dell’incantesimo di Doria per colpire definitivamente il Behemoth.

Moretta: io le curai la ferita, ma ci volle un po’ di tempo prima che si fosse rimarginata del tutto. Infatti le è restata la cicatrice.

Crystal Onion: mi dispiace per i tuoi genitori, Rossella. Dovevano essere state brave persone.

Rossella gli rispose di non dispiacersi, e gli confermò la bontà dei suoi genitori. Però il lato positivo era che aveva conosciuto per la prima volta Doria e Moretta. L’avevano subito capita, e non l’avevano lasciata sola un attimo, aiutandola a superare quel momento tanto doloroso. Erano due amiche molto speciali per lei, che le avevano insegnato molto. Doria era allegra ed estroversa, forse fin troppo. Invece Moretta era quel tipo di ragazza-peperino; era impulsiva, si arrabbiava subito e per niente, poi la sua particolarità era che riusciva a zittire Doria quando faceva battute poco opportune. Moretta e Doria erano inseparabili, abitavano nello stesso villaggio prima di partire per il viaggio, ed erano amiche d’infanzia. Anche se Doria era la più piccola del gruppo, non le mancava mai niente ed era sempre considerata come una coetanea dalle tre compagne. Lei viveva con la mamma, poiché il padre gestiva un’accademia delle Classi, ma ogni tanto lo andava a trovare e si divertiva in mezzo ai professori e agli alunni. Conosceva tutti, era difficile che si scordasse di una persona dell’accademia.

Crystal Onion: e dimmi, come hai fatto a diventare una Maga Nera?

Doria: oh, è molto semplice: mi ha allenato mio padre! Essendo il direttore dell’accademia, conosceva tutte le Classi e così il giorno del mio quinto compleanno mi chiese che regalo volevo. Ero sempre stata affascinata dalla magia nera, e quindi scelsi la classe del Mago Nero. Il mio addestramento iniziò una settimana dopo, ero talmente emozionata che faticavo a star ferma ad ascoltare le noiosissime nozioni di teoria. Mio padre dovette insegnarmi subito la pratica, ero davvero odiosa il primo giorno! Poi imparai a calmarmi, a riflettere sulla magia in sé. Una forza gentile ma  potente al tempo stesso… imparai subito, ero davvero portata per quell’abilità. Possiamo dire che con qualche anno di addestramento, venni promossa Maga Nera all’età di 9 anni. Mio padre è un buon maestro!^^

Crystal Onion: vuoi raccontarmi qualcosa di te, Moretta?

Moretta: finalmente! Vedi, io mi iscrissi all’accademia quando Doria aveva cominciato il suo addestramento. Ero seguita personalmente dal padre di Doria, e mi ci volle un po’ per farmi entrare in testa la magia rossa. In poco tempo avevo imparato a maneggiare le armi della mia Classe e la magia bianca, ma la pecca era la magia nera. Al posto di una fiamma mi usciva una barriera, o un tuono… per me era molto difficile, ma Golden mi seguiva con pazienza e mi insegnava passo per passo. Se volevo imparare la magia nera, dovevo prima imparare a pensarla e a comprenderla. Dopo anni di studi e pratica, diventai Maga Rossa all’età di 12 anni. Ero più in ritardo degli altri, ma comunque capace. Ora so usare praticamente tutte le abilità che la mia classe mi fornisce.

Crystal Onion: e com’è la magia rossa?

Moretta: è la fusione tra la magia bianca e quella nera. Le puoi usare tutte e due contemporaneamente senza sprecare una grossa quantità di energie. È anche molto utile perché puoi incantare le armi con essa.

Crystal Onion: chissà se la imparerò…

Rossella: prima mi curi, e prima ti insegniamo altre cose.

Il ragazzino verde smeraldo scosse velocemente la testa in un sì e si affrettò per estrarre il secondo cristallo. Mentre lavorava, Kurai chiese se poteva raccontare anche lei la sua storia, ed il ragazzo acconsentì. L’unico modo per distrarre Rossella era farle ascoltare le avventure delle sue migliori amiche.

Rossella: strano che ti proponi per dire qualcosa del tuo passato.

Kurai: è una cosa che odio, ma lo faccio per te.

Crystal Onion si stupì delle parole della Ranger. Da quello che gli era parso, Kurai era una ragazza molto chiusa. Non proferiva parola quasi mai, nemmeno per esprimere un’idea, sembrava poi fredda di carattere e un po’ isolata, ma forse le sue amiche riuscivano ad estroverterla un po’. Era chiusa come un arco, che si apriva solo per scoccare la freccia al momento giusto. Ella prese un respiro profondo e cominciò a raccontare, ma sembrava un po’ titubante. Allora il ragazzo verde la incoraggiò sorridendo e Doria e Moretta ridacchiarono.

Kurai: provate ancora a ridere e vi caccio in bocca due frecce di fuoco.

Le due maghe si coprirono la bocca con le mani e assunsero un’espressione terrorizzata, poi scossero vigorosamente la testa in un “no”.

Doria: vai, vai!

Moretta: non lo faremo più, promesso!

La Ranger accennò un sorriso divertito e si girò dall’altra parte.

Kurai: bene.^^ Beh, Onion, devi sapere che io sono nata in un villaggio di Bardi e Geomanti, nel Continente Terrestre.

Crystal Onion: stai parlando di Duster, il villaggio a sud-est del regno di Saronia?

Kurai: esatto, proprio quello. Mio padre era un Bardo, mentre mia madre era una Geomante. Come tutte le donne del villaggio, io ero destinata a diventare una Geomante. Invece mio fratello maggiore aveva 6 anni, ed era già un Bardo. Trascorsi un’infanzia felice crescendo con l’arte della Geomanzia, ma la mia passione era il tiro con l’arco. Mia madre non voleva insegnarmi l’uso dell’arco perché secondo lei era disdicevole per una signorina, diceva che le frecce facevano del male, mentre il potere della terra era un bene della natura. Però mio padre possedeva un arco e quando la mamma non c’era, me lo faceva provare. Con mio padre stavo veramente bene, lui mi diceva che dovevo prendere la mia strada, che dovevo decidere da sola di cosa farne della mia vita.

Crystal Onion: ma come hai fatto a diventare una Ranger?

Kurai: praticavo il tiro con l’arco di nascosto, sotto la guida di mio padre. Mentre mi allenavo, mio fratello intonava i canti che i Ranger si tramandano di generazione in generazione, e quei canti li dedicava a me. La sua voce era melodiosa come quella di un angelo, e la sua arpa lo accompagnava con le sue note dolci. Però un giorno la mamma ci scoprì tutti e tre… buttò via l’arco di mio padre, proibì a mio fratello di cantare gli inni dei Ranger, e per quanto riguarda me, mi picchiò e mi cacciò fuori di casa. Mio padre ci litigò, e mio fratello si chiuse fuori per stare con me piuttosto che convincersi ad accettare le idee della mamma. Poi un giorno, io e mio fratello scappammo dal villaggio con una piccola aeronave. Viaggiammo per tutto il mondo, finché non giungemmo alla dimora di Odino, l’Esper leggendario. Mio fratello lo sfidò, e come ricompensa Odino si alleò con noi.

Crystal Onion: e come mai ora non sei qui con tuo fratello?

Kurai: mio fratello… mio fratello morì per proteggermi da un Gigante di Ferro, appena usciti dalla dimora di Odino. L’Esper perì con lui in una battaglia sanguinolenta. E io scappai in questo continente con l’aeronave, poi poco dopo trovai Rossella e le altre.

Moretta: era malridotta, io e Rossella dovemmo curarla con la magia bianca. La portammo nel villaggio di Canaan perché si ristabilisse, e dopo partimmo tutte insieme.

Kurai: forse è per questo che sono così chiusa… mi dispiace molto, ma il mio passato non mi va giù.

Crystal Onion: non preoccuparti. Ti capisco, io sono rimasto orfano.

Kurai: mi dispiace...

La copia di cristallo scosse la testa e disse che il passato non c’entrava più. In realtà non era vero. La verità era che bisognava essere forti, e lui ci stava provando da quasi due anni. Le altre tre compagne annuirono cercando di incoraggiarlo, mentre Margaret sorrise dicendo che era fiera di essere sua amica.

Quando Crystal Onion ebbe finito di curare Rossella, l’aiutò ad alzarsi e la fece provare a muoversi, ma gli arti le facevano ancora male. Il ragazzino la sostenne mentre lei cercava di camminare resistendo al dolore.

Rossella: ho preso molte botte…

Crystal Onion: è normale, ma presto potrai muoverti come prima.

Rossella: grazie di tutto.

Crystal Onion: ma cosa dici? Ti ho fatto del male, mi sembra giusto farmi perdonare.

Rossella: sta tranquillo, non eri in te. Mi fai sedere, per favore?

La copia la fece sedere sulla roccia, e quella fece per avvicinarsi al corpo del vero Onion, ancora steso a terra. Era giunta l’ora di tornare da dove era venuto. Ringraziò le ragazze e guardò accorato la piccola Margaret, che ricambiò con un grande sorriso e annuì. Il ragazzo di cristallo prese in braccio il corpo di Onion e lo appoggiò ad una roccia, poi lo guardò intensamente e appoggiò la fronte alla sua chiudendo gli occhi.

Crystal Onion: è giunta l’ora di riunirci, Onion. Prometto che non ti farò più del male.

Una luce verde smeraldo illuminò la radura e, magicamente, la copia di cristallo scomparve.

Onion si svegliò stirandosi e sbadigliando rumorosamente, poi si stropicciò gli occhi e si guardò attorno. Tutto normale, e le quattro ragazze davanti a lui, con Margaret che lo fissava incredula.

Moretta: pronto? Ci sei?

Onion: certo... sono tornato.

Doria: meno male!

Kurai: ci sei mancato.

Rossella: sei stato bravissimo, hai superato la prova.

Il ragazzino si inginocchiò e mise le mani sulla nuda roccia, abbassando il capo fino a toccare terra. Chiese scusa più e più volte, promettendo che non avrebbe più perso il controllo. Rossella lo prese per le braccia e lo tirò su, poi lo abbracciò affettuosamente, come fanno due amici che non si vedono da tempo. Onion prima rimase sorpreso arrossendo, poi anche lui ricambiò stringendo la schiena della ragazza.

Dopo l’accaduto, tornarono tutti al villaggio risollevati. Rossella non si sentiva ne ancora nel pieno delle forze, e promise che il giorno dopo Onion avrebbe fatto pratica con qualcosa che non fosse stato né una spada né un clone di cristallo imbizzarrito. Come al solito, tutti quanti scoppiarono a ridere.

Doria: ehi, Onion, ti va di fare pratica con la magia domani?

Onion: ma certo! Spero di essere abbastanza bravo…

Doria: siamo qui per insegnarti, non aver paura di non farcela al primo colpo!

Onion: hai ragione, allora farò del mio meglio!

Le ragazze lo salutarono con allegria e scomparvero dietro la porta di una locanda.

Lui e Margaret erano soli.

Onion: mi dispiace di averti spaventata, ma ero fuori di me…

Margaret: e io dovevo starmene in disparte.

Onion: oh, no. Senza di te il clone non avrebbe capito i suoi sbagli. A proposito, quel tuo calcio era strepitoso! Chi te lo ha insegnato?

La bambina arrossì e in quel momento fu felice di essere lì con lui: Onion era la prima persona che aveva visto le sue capacità nelle arti marziali e, che soprattutto non l’aveva derisa perché era troppo piccola per usare quell’abilità.

Margaret: mio padre era un Cintura Nera. Sapeva usare le arti marziali meglio di chiunque altro qui nel villaggio. Molti lo cercavano per impararle, però ha voluto insegnarle solo a me. Diceva che io ero la sua Monaca preferita!

Onion: ma da quanto tempo pratichi le arti marziali?

Margaret: più o meno un anno. Mio padre mi seguiva molto, finché non è morto addentrandosi nella caverna del Behemoth in fondo alla Radura Rocciosa. Quello stupido, sempre a cacciarsi nei guai!

Onion: tuo padre non era stupido.

Margaret: sì che lo era! Era orgoglioso della sua Classe!

Onion: beh, devo ammettere che tuo padre non era un gioiello di prudenza, però ti ha dato tanto amore e ti ha insegnato le arti marziali. È stato grazie alle sue arti marziali che il clone ha ricevuto una batosta che se la ricorderà per tutta la vita!

Margaret: forse hai ragione. Comunque, mi è venuta un’idea! E se dessimo un soprannome al nostro Crystal Onion?

Onion: va bene, ma non è che si offende?

Margaret: oh, no! Ti va bene “Giovane Fittizio”?

Onion: quel “fittizio” suona bene! Anche perché è molto fittizio!

I due bambini risero a più non posso per il nome del clone di cristallo, che in effetti, pensarono, non era per niente male come appellativo. Anzi, suonava perfetto per un clone del genere!

Dopo quella lunga e sfogante risata, tutti e due tornarono seri con le lacrime agli occhi e un mal di addominali tremendo, poi si salutarono: Onion accarezzò la testa a Margaret, facendole fuoriuscire alcune ciocche di cappelli dal nastro che li legava, e lei lo guardò sorridendo, con un accenno di rossore in viso. Dopo di ché lei scappò via verso la taverna che era anche la casa sua e di sua madre.

Deciso ad arrivare a casa per riposarsi e liberarsi dell’accaduto di quel pomeriggio frustrante, Onion si diresse verso la casetta di legno che stava in fondo al villaggio: la casa che ora apparteneva solo a lui, in cui non ci sarebbe più stata sua madre ad aspettarlo sull’uscio per accoglierlo dopo uno dei tanti allenamenti nel bosco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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