Maka aveva paura dell’oscurità.
Non sapeva quando era iniziata, questa specie di fobia.
L’aveva da tempi immemori.
Da quando era piccola.
Da quando suo padre non tornava a casa, la notte.
Da quando sua madre piangeva per quest’ultimo.
E la sentiva piangere, sua madre. Era un lento lamento che accompagnava il buio.
Quando chiudeva gli occhi e rimaneva sola con se stessa, la sentiva ancora.
Fin da allora, leggeva.
Quando aveva paura, leggeva.
Quando voleva scappare, leggeva.
Quando non voleva pensare, leggeva.
Quando voleva tenere la luce accesa la notte per non rimanere sola, fingeva di leggere.
Sua madre era una donna intelligente. Intelligente, ma resa stupida dall’amore.
Amava sua madre.
Odiava suo padre, perché l’aveva fatta soffrire. Perché le aveva fatte soffrire entrambe, lei e sua madre.
Lei era sicura che non si sarebbe mai ridotta così, a piangere per un uomo.
Sua madre aveva patito. Poi era scappata.
Perché avrebbe potuto lottare ancora.
Sua madre non era debole, bensì era diventata debole. Ancor oggi si sentiva debole, affianco a lui.
Sapeva di essere tradita, ma non aveva mai detto niente. E un bel giorno, stanca, se ne era andata, lasciando una semplice lettera sul tavolo e le carte di divorzio.
Maka si era sentita un po’ abbandonata.
Eppure quello era stato il giorno in cui Maka Albarn aveva incontrato Soul Eater Evans.
L’unico che le teneva compagnia nell’oscurità.
Perché quel che aveva reso debole la madre era ciò che rendeva forte la figlia.

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Disclaimer: 'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà del rispettivo autore; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro’; L’immagine di presentazione non mi appartiene, ma è stata trovata in internet (qui)