[Tratto dalla prima Shot - Maka]
Maka non era una tipa religiosa.
Non aveva mai trovato risposte nella teologia, né le aveva mai cercate all’interno di essa.
Credere in un Dio onnipresente e onnipotente – in un Dio buono, che creava la vita – lavorando per uno Shinigami era un paradosso bello e buono.
[Tratto dalla seconda Shot - Soul]
Perché il quel momento, non c’era niente che potesse fare. La sua forza fisica, la sua mente, le sue stesse capacità di arma: tutto inutile.
Quello era un nemico troppo grande, troppo forte. Un nemico invisibile, che si celava nelle ombre più profonde.

Secondo il vocabolario, pregare è sinonimo di desiderare.
È un po’ un controsenso.
Non si dovrebbe pregare affinché un desiderio si realizzi?[...]
Naturalmente, la preghiera è associata a un desiderio impossibile, oppure difficilmente realizzabile.
Ma se vuoi che qualcosa si realizzi, lo prendi in mano e lo fai avverare. In quel caso, non c’è santo che tenga.
Poi c’è il desiderare e il non potere ottenere, magari perché la persona in particolare è testarda, ottusa e violenta.

#01 - Acerbo Soul si era sentito stranito, turbato e infine stuzzicato. Aveva sorriso, le mani ancora sulla tastiera e in gola il sapore delle note.
#02 - Schiaffo << Soul >> lo chiamò Kid << Non è che sei semplicemente geloso? >>
#03 - Bottone Credeva seriamente che la tradizione del “secondo bottone” fosse una delle più grandi baggianate mai inventate, seconda solo al giorno di san Valentino.
[Raccolta di Drabble/Flashfic su Soul Eater]

Il caldo porta a fare cose assurde, come rifugiarsi in una cantina con Liz e Patty.
Una rivista, uno stupido test e le note dei Beatles.
"Maka abbassò gli occhi sulle pagine colorate, estive e disgustosamente patinate. Odiava quel genere di cose. Aggrottò le sopracciglia >"

"La Shokunin si allontanò, destreggiandosi tra gli ospiti e diventando solo una macchia gialla.
Diciotto anni.
Soul annuì tra sé e sé. Imbarazzato, arrossito e, probabilmente, insensatamente, reso stupido da troppi anni di amore non corrisposto. "
[Auguri Mile!]

Come corde spezzate continuamente sollecitate da un musicista capriccioso, che si ostinava a romperle e legarle tra loro.
Perché entrambi non si erano ancora rassegnati.
Era impossibile suonare due corde spezzate.
Ma continuavano a provarci.
Imperterriti, capricciosi, rifiutando di guardare il faccia la realtà.
Patetici.
Solo amici?
Patetici.

<< Ho capito, secchiona >> sbottò << Vedrò di farlo, ok? >>
Maka sorrise, o forse trattenne una risata << Non è quello >> rispose << Ma… Soul, perché stai perdendo sangue dal naso? >>

"Il sangue scorreva attraverso il metallo. E diventava freddo e caldo.
Sobbalzava, consapevole di avere una vita in mano."

"Amava sua madre.
Odiava suo padre, perché l’aveva fatta soffrire. Perché le aveva fatte soffrire entrambe, lei e sua madre.
Lei era sicura che non si sarebbe mai ridotta così, a piangere per un uomo."

"Un’arma non dovrebbe provare sentimenti, nemmeno per il suo padrone.
In quel caso, il suo possessore non sarebbe più il suo padrone.
Una lama dovrebbe essere solo una lama. Acciaio."
[4° Classificata al Contest 100 words to say I love you indetto da Poumpoumpourin sul forum di EFP]