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Autore: Michelle11    02/07/2010    0 recensioni
Mi ero innamorata. Amavo un ragazzo che mi aveva sempre trattato come il suo giocattolo, un ragazzo che davanti agli altri quasi non mi guardava e poi, una volta soli, approfittava della mia totale dipendenza dai suoi baci, dalle sue carezze, dal suo modo meraviglioso di toccarmi. Eppure lo amavo.
Genere: Romantico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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1.
Eppure lo amavo.
6.

Arrivai a scuola il giorno dopo, impaziente di vederlo. Avevo passato una notte di inferno cercando di spiegarmi in qualche modo quello che era successo la sera prima. Era furibondo, fuori di sè, ma anche così triste, disperato... Sull'autobus non l'incontrai, nè tanto meno all'entrata. Dovevo vederlo, dovevo capire e aiutarlo. Si era dimostrato così triste davanti a me, la sua mi era quasi sembrata una richiesta disperata d'aiuto e non potevo ignorarla. Così durante la ricreazione andai al suo piano. Per i corridoi c'erano pochi ragazzi che scherzavano tra di loro, ma di lui nessuna traccia. Passai lentamente dalla sua classe cercando di  non farmi notare nonostante la porta spalancata.
 Lo vidi. Era seduto, solo, che scarabocchiava distrattamente su un foglio volante mentre dei raggi di sole curiosi accarezzavano delicamente i suoi capelli neri creando dei riflessi bluastri. Mi incantai a fissare quell'immagine tanto che non riuscii a muovermi quando il suo sguardo, girando sulla stanza, si soffermò sul mio. Gli sorrisi timidamente, sicura che mi avrebbe raggiunta. Ma lui abbassò lo sguardo come se niente fosse e non mi considerò minimamente. Mi sentii ferita, umiliata. Dopo le sue parole non pensavo fosse capace di riservarmi un trattamento del genere. Rimasi ancora lì per qualche minuto, fino a quando lui non si alzò e raggiunse i suoi compagni alla fine della classe. A quel punto, sentendo delle lacrime pungermi gli occhi per la delusione, lentamente mi voltai tornando in classe. All'uscita non volli cercarlo, ma mi fermai comunque più del solito con Sara, cercando di scorgerlo perlomeno.
Lo vidi. Era con i suoi amici e.. con la solita biondina che si strusciava su di lui. Salutai Sara e stanca di essere presa in giro da lui andai a casa con le lacrime agli occhi.
Quel pomeriggio venne a farmi visita a casa. Si, Gabriele ebbe il coraggio di presentarsi da me e di suonare quel maledetto campanello. Lo guardai dritto negli occhi sfidandolo "Che vuoi?" ero fredda, gelida e lui se n'accorse. "Vedo che sei molto contenta di vedermi!" sorrise spavaldo e si avvicinò cercando di baciarmi una guancia. Mi scansai. "Ti ho fatto una domanda! Che vuoi?" si rabbuiò e fissò i miei occhi. "Allora? Che sei venuto a fare qui?" abbassò la testa per rialzarla subito. Sul suo viso si desegnò nuovamente quello strano sorriso ironico di sfida. "Voglio stare con te ovvio! Sennò non avrei suonato a casa tua, non credi?" mi innervosì terribilmente. "Ma perché mi conosci? Oggi a scuola mi hai ignorato completamente. E poi cosa ti dice che io voglia stare con te?" tenevo la porta con una mano ben salda e temevo che da quanto la stringevo forte potessi ferirmi con qualche scheggia. "Dai Eli, non fare la bambina! Fammi entrare" non ci vidi più a quel punto "Io bambina? IO? O tu? Che il giorno prima mi scongiuri di starti accanto perché hai bisogno di me e quello dopo mi ignori! E vieni anche qui ad isultarmi! Vergognati" e gli chiusi la porta in faccia. Stavo incominciando ad affezionarmi a lui e non andava bene, non se continuava così. Sorprendente non suonò nuovamente cercando di entrare e per me questa fu l'ennesima prova che in realtà non gli importava nulla di me. Ma mi sbagliavo, infatti dopo neanche due ore, suonò nuovamente con un bellissimo mazzo di rose. Lo vidi dalla finestra, ma aspettai un pò prima di aprire. "Sei tornato per scusarti o per continuare a prendermi in giro?" "Io non ti ho mai presa in giro!" "Ah, no? E tu come lo chiami? Mi baci e poi non mi caghi.. Vabbè forse per te è normale, fai con tutte così, no? " "Non ti ho mai presa in giro ti ho detto! Sai che sono ossesionato da te!" 
"Sono stanca dei tuoi giochetti Gabri" "Mi dispiace, cercherò di cambiare. Ora, però prendi questi fiori" mi porse le rose, sorridendomi "Prometti?" mi accarezzò lieve una guancia "Si, prometto" sospirai e anche se certa che non avrebbe mantenuto la sua promessa lo feci entrare e ci sedemmo insieme sul divano. Mi fissava e ogni tanto si passava la lingua a bagnarsi le labbra. Mi sentivo in imbarazzo osservata da lui in quel modo, tenevo lo sguardo basso e stavo in silenzio aspettando un qualsiasi suo gesto. Lui appoggiò lieve la mano sul mio ginocchio e risalì lentamente accarezzando la mia gamba dalla parte interna, rabbrividii. Mi alzai di scatto "Vuoi qualcosa da bere?" mi guardò con un sopracciglio alzato "No, grazie" alzai le spalle e gli mostrai la lingua in una smorfia causata dall'imbarazzo "Io si, torno subito" Andai in cucina e appoggiandomi al frigo sospirai cercando di calmare il ritmo impazzito del mio cuore. Non so perché il mio corpo ebbe quella reazione, forse ricordando la prima volta che era entrato in casa mia e siamo stati insieme su quel divano... Meglio non pensarci. Ritornai sul divano e lui era lì dove l'avevo lasciato. Mi sorrise e mi fece segno di sedermi accanto a lui. Obbedii e lasciandomi andare sullo schienale cercai di rilassarmi. Lui fece una cosa che non mi sarei mai aspettata. Sussurrò il mio nome e quando mi voltai mi prese fra le sue braccia, stringendomi in un dolce abbraccio. Rimasi un pò spaesata inizialmente, ma poi appoggiai la testa sulla sua spalla, chiusi gli occhi e mi lasciai andare. "Che buon profumo che hai! E' così... attraente" mi baciò piano il collo, un bacio dolce senza nessun doppio fine. "Gabri..." sussurai sulla pelle del suo collo "mi dici che è successo con tuo padre?" sospirò e si allontanò un pò da me per potermi guardare negli occhi "E' complicato Eli. Ti giuro che un giorno te lo dirò, ma non ora. Perdonami" non riuscii a sostenere il suo sguardo "Va bene" sussurrai con un lieve sorriso. Ero curiosa di sapere la verità, ma anche abbastanza spaventata. Lui è così forte, sempre pronto a tutto, qualsiasi cosa riesca a ridurlo in quel modo deve essere per forza qualcosa di orribile. Anche se mi trattava male, mi usava o mi prendeva in giro non riuscivo, forse per mia indole naturale, a dimenticare quei momenti e allontarmi da lui ora che sentivo aveva bisogno di qualcuno vicino. In fondo anche se diceva sempre di essere "ossesionato dal mio corpo" era riuscito a non saltarmi addosso ancora, no? Qualcosa deve pur significare. Forse un pò di rispetto nei miei confronti ce l'ha! Lo spero, lo spero veramente. Ormai ci stavo dentro fino al collo e uscirne sarebbe stato troppo difficile arrivati a quel punto.




Vi ringrazio! Un pò di pazienza e si scoprirà il mistero del papà di Gabri. Aspetto le vostre recensioni!

Un bacio.


  
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