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Autore: ladyElric23    02/07/2010    4 recensioni
"Light allentò la presa, lasciandolo libero, guardandolo, vigile, mentre si girava e si massaggiava la parte lesa. “se tu mi avessi dato un attimo, invece di sbattermi contro il muro, ti avrei spiegato come stavano le cose!” si difese il moro. “sai, non sono molto incline a parlare con i ladri…” “lo vuoi capire che non sono un ladro?!” “già…sei un detective!” rispose in tono ironico " nuova storia, questa volta a tinte un po' più forti, ambientata nella Londra di fine 1800. questa volta L e Light dovranno unire le forze, per riuscire ad arrestare il famoso e terribile...The Ripper...
Genere: Dark, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri personaggi, L, Light/Raito, Tota Matsuda, Watari
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 6  - The Ripper: Caso Chiuso.

 

Aveva appena estratto un affilato coltello, simile a quello solitamente utilizzato dai macellai, quando sentì  la maniglia della porta abbassarsi freneticamente.

“Signor Wammy, apra la porta!” ordinò la voce dell’ispettore Yagami.

Non ricevendo risposta, il castano decise di adottare le maniere forti; provò a scardinare la porta a spallate, con l’aiuto di Mogi, ma poi impugnò la pistola e sparò alla serratura.

Entrarono e videro Watari in piedi, con il suo solito sorriso gioviale stampato in faccia, con il coltello in mano, e L steso a terra, immobile.

“Butti il coltello!” ordinò il castano, puntandogli la pistola contro, togliendo la sicura. “Signor Wammy, butti quel coltello!”. Lo avrebbe ucciso se non avesse obbedito all’ordine, ma fortunatamente l’uomo si mostrò ragionevole, e lasciò cadere l’arma sul pavimento.

Light si precipitò su L, mentre Mogi e Matsuda ammanettavano lo squartatore, che non oppose resistenza; si limitò ad un’unica, sadica risata, riservando il suo ultimo sguardo in quella stanza al moro, che non rispondeva ai richiami dell’ispettore Yagami.

“Lawliet! Lawliet!”

Ma il moro non rispondeva, neanche se lo scuoteva.

“L, andiamo! Apri gli occhi!” disse, quasi implorando, scuotendolo più forte.

Gli mise una mano sul collo, e la testa sul petto, per ascoltare il cuore. Il battito c’era, ma era molto debole.

Fu un secondo, poi decise di prenderlo in braccio e di portarlo fino alla carrozza. Doveva essere portato d’urgenza in ospedale.

Non poteva fare altro.

 

**********

 

Due giorni dopo Watari confessò di essere l’autore di tutti quei delitti, che in realtà si rivelarono molti di più di quelli da loro schedati, e fu fissata la data del suo processo.

Durante l’interrogatorio l’uomo aveva parlato sempre con voce ferma, con sguardo stralunato, per poi lasciarsi andare nuovamente ad una risata sadica, sicuro che la sua vendetta si fosse finalmente conclusa, non sapendo che invece Lawliet non era più in pericolo di vita, e si stava lentamente riprendendo da quel cocktail di droghe che gli era stato iniettato.

Yagami aveva passato la prima notte in ospedale, per controllare le sue condizioni, poi aveva voluto prendere parte all’interrogatorio dell’uomo; per tutta la durata della confessione riuscì a trattenere il suo sdegno e la sua rabbia, ma quando lo squartatore gli rivelò come in tutti quegli anni aveva immaginato la morte di L, la più sanguinosa e terribile delle sue “opere”, come le chiamava lui stesso, fu costretto ad uscire dalla stanza,  per reprimere l’impulso di afferrarlo per il colletto e sbatterlo contro il muro. A quel punto fu Mogi a proseguire l’interrogatorio.

Per il resto della giornata si limitò i verbali del collega, pagine e pagine di dettagliate descrizioni dei delitti.

Aveva bisogno di stare il più possibile da quell’uomo, che aveva l’impressione fosse capace di scorgere ogni suo più recondito pensiero.

 

 

*********

 

Cinque giorni dopo Watari fu portato davanti al giudice ed una giuria popolare, e L Lawliet, in quanto unico testimone, fu chiamato a testimoniare.

Si presentò in aula in pantaloni neri ed un maglione bianco panna, con un cappotto nero che gli arrivava a metà coscia, ed una sciarpa di lana rossa avvolta intorno al collo, che risaltava in modo impressionante con il suo incarnato pallido.

Aveva un braccio fasciato ed era fortemente indebolito, ma stava bene, cosa che sollevò non poco Light, che lo osservava da un angolo.

Quando fu fatto entrare, lo sguardo del moro si fissò su Watari, l’uomo che si era preso cura di lui sin da quando era bambino, l’uomo a cui voleva bene… l’uomo che aveva cercato di ucciderlo, che adesso lo guardava sorridente.

Lo stesso sorriso che aveva pochi giorni prima, mentre si inginocchiava di fianco a lui…

E fu con i brividi di terrore che gli correvano lungo la schiena che pronunciò il giuramento.

“L Lawliet, giura di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità?” gli chiese il giudice.

“Lo giuro” rispose, con voce ferma.

 

 

 

Quel raro assolato pomeriggio di inizio marzo lo squartatore di Whitechapel fu dichiarato colpevole e condannato  a morte per l’uccisione di più di 15 ragazzi.

Appena il processo terminò L uscì dalla sala; si sentiva i nervi a fior di pelle,il respiro stranamente accelerato, aveva bisogno d’aria… aveva bisogno di allontanarsi da lui.

Voleva tornare a casa.

Fu tentato dall’idea di prendere una carrozza, ma poi decise di andare a piedi, in fondo il suo appartamento non era lontano. Gli avrebbe fatto bene fare due passi.

Si stava incamminando, quando si sentì chiamare.

“L!”

Si voltò, e vide Light corrergli incontro, raggiungendolo in pochi secondi.

“Light, non ti avevo visto…”

“Si, ero a parlare con i giornalisti”

“Ti volevo ringraziare per avermi salvato. Ti devo la vita…”

Il castano gli sorrise. “Non pensarci! Piuttosto, come stai?”

“ Abbastanza bene, grazie. Mi sto riprendendo. Sono solo un po’ scosso per… beh, per quello che è successo…”

“Vedrai che dopo qualche ora di sonno ti sentirai meglio” disse, notando maggiormente il suo aspetto stanco ed emaciato. Si chiese se in  quei pochi giorni avesse mai chiuso occhio. Probabilmente no, ma evitò di chiederglielo.

“Si, hai ragione…”

Calò un silenzio imbarazzante, quindi L gli rivolse un “ehm… ora vado…”.

“Si…”

“Allora arrivederci…” gli disse, porgendogli la mano.

Il castano la strinse, mormorando un “Ciao”, prima di attirarlo a se in un abbraccio.

In un primo momento il moro rimase stupito, poi ricambiò l’abbraccio, con un sorriso dolce.

Si separarono, ma non appena il detective si voltò Light lo richiamò.

“L! io… io e gli altri vogliamo offrirti un lavoro a Scotland Yard, nella mia squadra”

“Oh… vi ringrazio, sono davvero molto onorato, ma credo che rifiuterò. Non posso abbandonare il mio lavoro, mi sono impegnato troppo per averlo e per arrivare dove sono adesso…”

Light non disse niente, si limitò ad ascoltarlo.

“…ma nel caso doveste avere bisogno di aiuto, sarò sempre disponibile per voi”  concluse sorridendogli, per poi sprofondare le mani nelle tasche dei pantaloni e cominciare a camminare, salutandolo con un gesto della mano.

Light rimase deluso dal suo gentile rifiuto; gli sarebbe piaciuto averlo nella sua squadra perché erano molto simili, ma allo stesso tempo avevano un diverso modo di vedere le cose, e si trovava bene a lavorare con lui.

E poi, ormai si era affezionato.

Ma dopo poco realizzò…

…non conosceva il suo indirizzo, non avrebbe saputo come rintracciarlo.

“L, non conosco il tuo…” gli urlò, ma l’altro ancora una volta lo anticipò, voltandosi.

“221b di Baker Street” gli disse.

“221b di Baker Street…” ripetè a bassa voce, abbassando la testa, come per imprimerselo in mente.

Poi rialzò lo sguardo per guardarlo mentre si allontanava, ma il moro era sparito tra la folla, e non era più visibile  ai suoi occhi.

 

Da quel giorno passarono parecchi mesi, ma in un piovoso martedì mattina qualcuno bussò alla porta di L Lawliet. Questi, ancora in vesti da notte, seduto al tavolo della sala che leggeva il giornale del mattino, andò ad aprire, interrogativo.

Aveva detto alla padrona di casa, che abitava al piano di sotto, di non far salire nessuno prima delle 9... ed erano solo le 8…

Aprì la porta, e trovò Naomi, la figlia della padrona di casa, che con voce scocciata, forse per l’ora, gli disse “Lawliet, c’è di sotto un agente di Scotland Yard che chiede di parlare con lei”.

“Lo faccia salire, grazie”.

Dopo pochi secondi Light Yagami fu davanti alla sua porta.

“Prego…” gli disse L, facendogli cenno di accomodarsi, sbattendo poi la porta di fronte alla ragazza, con un semplice e sbrigativo “Grazie mille Naomi, e scusa per il disturbo!”.

“5 minuti e sono da te!” aggiunse poi rivolto al castano, sparendo nella sua camera.

“Ma… non ti ho ancora detto niente del caso…” provò a dire Light.

“Light! A Londra furti e delitti sono quasi all’ordine del giorno… se siete venuti a cercarmi soltanto adesso vuol dire che è un caso particolarmente difficile, intricato… ed interessante!” rispose con un sorriso malizioso, rientrando nella sala mentre si finiva di abbottonare una semplice camicia bianca.

 

Dopo poco più di 10 minuti i due uscirono di casa, e salirono su una carrozza.

“ah, approposito… bella casa tua!” gli disse Light, aggiungendo poi un “…forse un po’ troppo disordinata per i miei gusti…”, che però il moro fece finta di non sentire.

“Bella, vero?! È stata davvero un colpo di fortuna! Ho collaborato ad un caso con il precedente inquilino, e sono venuto a sapere che voleva trasferirsi, quindi l’ho affittata io! Sai, era anche lui un detective…” rispose, con un  sorriso.

 

Quel piovoso martedì mattina non era altro che l’inizio di una nuova intricata ed avvincente avventura…

…ma questa è un’altra storia!

 

THE END

 

 

Ragazzi, finalmente ho avuto un’ora di tempo per postare l’ultimo capitolo, che ormai è pronto da mesi! Wow, non riesco a credere che anche questa storia sia conclusa, e devo ammettere che sento già un po’ di nostalgia per questi due… anche se ho creato di proposito un finale aperto… non si sa mai, se mi viene voglia di raccontare anche la nuova avventura… chissà! xD

Si, lo so, in questa fic c’è ben poco romanticismo, in confronto ai miei standard, ma l’atmosfera non si prestava poi più di tanto… insomma, il caro L ci stava per lasciare la pelle! xD cmq chiedo perdono a chi voleva un finale dannatamente yaoi! xD

Beh, arrivata a questo punto non so proprio che dirvi, spero solo che questo ultimo capitolo non abbia deluso le vostre aspettative, e che vi sia piaciuto come i precedenti. ^^

Vorrei dedicare questa ultima parte a Soruccio, P Chan, Raven_95, Regina Oscura e Flagiu_Mustang, che hanno recensito il capitolo precedente. ^^ grazie mille! Mi avete fatto essere una scrittrice di ff  veramente felice! ^^ GRAZIE MILLE PER TUTTO!

Inoltre, vorrei ringraziare anche tutte quelle persone che hanno letto/ricordato/preferito/seguito questa fic. Grazie a tutti, veramente.

 

E ora un saluto, l’ultimo di questa storia.

Un grandissimo bacio a tutti, giuro che vi abbraccerei se vi avessi davanti! xD

Grazie per aver seguito con affetto questa indagine.

Kiss.

ladyElric92

 

   
 
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