Lentamente esco dalla vasca da bagno avvolgendomi in un morbido asciugamano bianco e, stando ben attenta a non finire per l’ennesima volta con le gambe in aria a causa dell’acqua di cui è cosparsa il pavimento, svegliando così Charlie e dicendo ciao ciao alla mia prima lezione, filo quatta quatta nella mia stanza attraversando il corridoio in punta di piedi, accompagnata in sottofondo dal dolce russare di mio padre.

« Mmm… » con la testa immersa nell’armadio comincio a spulciare tra i miei vari vestiti scartandoli velocemente uno dopo l’altro.

Troppo largo, troppo stretto, troppo scuro, troppo chiaro, troppo da vecchia…

Ennesimo sbuffo da parte mia ed ennesimo volo per una povera e indifesa felpa dall’ altra parte della stanza.

Questo piccolo teatrino “sbuffo-volo vestiti” va avanti per una mezz’ oretta buona, ottenendo come risultato finale un terribile mal di schiena per la scomoda posizione in cui sto, finché una busta bianca in fondo all’ armadio attira la mia attenzione.

Incuriosita allungo la mano fino ad afferrarlo e, togliendo malamente i vestiti dal letto, mi siedo a gambe incrociate aprendo finalmente la busta in questione

Cosa faresti se non ci fossi io!!!

Domani ti vengo a prendere alle 15:00 in punto per una sana sessione di shopping

Guarda la finestra

Baci Alice

Scorro una terza volta le righe scritte elegantemente cercando di trovare un senso alle sue parole, soprattutto per quel “Guarda la finestra”

Con una scrollata di spalle ed un sospiro rassegnato decido di rinunciare a capire la mente contorta della mia futura cognata; così, appoggiando il cartoncino sul materasso, afferro la busta e l’apro incuriosita.

Un vestito blu come la notte e un paio di scarpe con il tacco a spillo.

Imbarazzo, ecco cosa provo in questo momento. Accorgendomi con orrore che lei ha già visto tutto e che quindi sa…

Guardo dubbiosa la mia immagine riflessa allo specchio, cercando di abbassare l’orlo del vestito in modo tale da coprirmi di più, ma quest’ultimo, testardo peggio di un mulo, mi si è appiccicato addosso come una seconda pelle, rifiutando di piegarsi al mio volere.

« Allora, come mi sta? » gli chiedo facendo una giravolta su me stessa per quanto gli tacchi me lo permettano, per poi ripuntare lo sguardo nei suoi occhioni scuri.

Prendendo il suo silenzio come un incoraggiamento inizio a fare su e giù per la stanza, ancheggiando e sculettando come ho visto fare da alcune mie compagne di scuola.

Arrivata in fondo alla stanza mi giro appoggiando una mano sul fianco e l’altra la porto in viso per togliere via alcuni ciuffi dei capelli che mi sono finiti davanti agli occhi a causa del vento che soffia dalla finestra alle mie spalle.

Un ultimo respiro profondo, sguardo ben puntato nei suoi occhi e inizio ad ancheggiare verso di lui.

Sorriso che spero sia sensuale gli lancio uno sguardo provocante gettando la testa un pochino all’ indietro facendo svolazzare la mia chioma scura

« Allora » ammicco facendogli un occhiolino « Che ne dici? »

« Ehm… Bella? » mi giro di botto verso la finestra dove Edward, con i capelli leggermente scompigliati per la corsa, mi guarda metà tra il divertito e il preoccupato

« Devo essere per caso geloso? » mi chiede poi trattenendosi dal ridermi in faccia mentre mi rigiro a guardare anch'io l’ orsetto di peluche che, comodamente appoggiato alla testiera del letto, continua a guardarci con quei suoi occhioni scuri.