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Autore: Misfalia    03/07/2010    3 recensioni
Prima di buttarsi dal precipizio bella riflette e decide di fare una scelta diversa. Cosa farà? E chi sceglierà? Leggete e lo scoprirete...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen | Coppie: Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Quando raggiunsi il punto in cui lo sterrato veniva inghiottito da un precipizio roccioso, le prime gocce mi bagnarono il viso. Non fu difficile convincermi che non c'era tempo di cercare un'alternativa: volevo saltare dalla cima. Quella era l'immagine che conservavo. Desideravo perdermi in quella lunga caduta, simile a un volo. Certo, sarebbe stato il gesto più stupido e irresponsabile mai commesso in vita mia. A quel pensiero, sorrisi. Il dolore era già meno intenso, come se il mio corpo sapesse che entro pochi secondi avrei sentito la voce di Edward... Il rumore dell'acqua era molto lontano, più di quando l'avevo sentito tra gli alberi, sul sentiero. Feci una smorfia al pensiero della temperatura gelida dell'acqua. Ma non avevo intenzione di lasciarmi scoraggiare. Il vento soffiava più forte, la pioggia mi colpiva a frustate. Mi avvicinai al ciglio del precipizio con gli occhi fissi sul vuoto davanti a me. Tastai il terreno con i piedi, alla cieca, fino a sfiorare il profilo della roccia. Feci un respiro profondo e lo trattenni... in attesa. «Bella». Sospirai e sorrisi. Sì? Non risposi ad alta voce, per paura di rovinare la splendida illusione. Sembrava così vero, così vicino. Solo quando udivo quel tono di disapprovazione il ricordo della sua voce era reale, perché la grana vellutata e il tono musicale la rendevano tanto perfetta. «Non farlo», implorò. Volevi che restassi umana, risposi. Be', guardami. «Per favore. Fallo per me». Ma non c'è altro modo per averti vicino. «Per favore». Era soltanto un sussurro coperto dalla pioggia furiosa che mi scompigliava i capelli e inzuppava i vestiti quasi come se mi fossi già tuffata. Mi piegai sulle caviglie. «No, Bella!». Arrabbiato, la sua furia era adorabile. Sorrisi e stesi le braccia, pronta a tuffarmi di testa, il volto battuto dalla pioggia. In quell’stante non pensai più a niente…svuotai la mente da qualsiasi pensiero, ma ignorare quella voce, la voce della persona che amavo era impossibile. Urlava ancora «Bella! Ti prego fermati! Pensa a Charlie, pensa a tua madre, a…Jacob!». Jacob. Era strano che Edward lo nominasse… chissà forse era la mia coscienza che lo faceva parlare…in fondo tutte le visioni che avevo erano frutto dei miei ricordi… Ma se era la mia coscienza che parlava…allora dovevo voler bene a Jake più di quanto immaginassi. In quel momento ripensai a lui…al suo magnifico sorriso, ai suoi occhi profondi, alle sue forti braccia pronte a sorreggermi ogni volta che inciampavo… Non avevo mai pensato a Jake come più di un amico, ma senza di lui non avrei potuto vivere. Poi ricordai perché ero sul punto di gettarmi dallo scoglio, per rivedere il mio amore che mi aveva lasciata… Ma non importava, sapevo che lo aveva fatto solo per il mio bene. Ma allora perché sentivo il mio amore per lui più debole ora. Perché ad un tratto era come se mi fossi dimenticata di volerlo rivedere… No, non era possibile… Se non avesse pronunciato quel nome, non lo avrei fatto, ma decisi di rinunciare alla mia pazzia e di fare qualche passo indietro. Lasciai andare il respiro che poco prima avevo trattenuto e in preda ad un giramento di testa mi sentii cadere. Stavo per finire in mare, ma questa volta contro la mia volontà. Chiusi gli occhi e aspettai quei pochi secondi che mancavano per sentire l’acqua gelata. Li riaprii e inconsciamente sussultai. Non stavo precipitando come credevo, anzi ero sdraiata su qualcosa di morbido e sentivo caldo accanto a me. Un altro sussulto quando capii che vicino a me c’era Jacob e ci trovavamo in camera sua sul suo letto. Scossa da un’ondata di emozioni miste mi alzai di colpo. Jacob stava dormendo accucciato sul bordo del letto, forse preoccupato che non ci stessi. Mi venne l’istinto di andare via, ma dopo un secondo sguardo verso il letto vidi Jake che dormiva beato. Mi travolse un senso di tenerezza che vedevo nel suo viso e questo bastò a farmi restare. Non avrei mai pensato di dirlo, ma Edward se n’era andato e l’unico che mi era stato veramente vicino era Jacob. Non riuscivo a spiegarmelo, ma mi tornarono in mente le parole di mio padre “a volte bisogna amare quello che ci fa bene” e cominciai a pensare che avesse ragione. Mi chinai su Jake e gli diedi un bacio a fior di labbra sperando che non si svegliasse e mi voltai per andarmene. Qualcosa mi trattenne, era la mano di Jacob. Non volevo guardarlo, perché sapevo che i suoi occhi mi avrebbero incantata tanto erano dolci, ma con uno strattone mi obbligò a girarmi. Mostrai un sorriso e lui fece altrettanto, ma il suo era un po’ malizioso. Aveva sentito il mio bacio. Non lasciò la presa dal mio polso e, forse preso ancora dal sonno, mi tirò a se. La mia forza non era abbastanza per riuscire ad oppormi, ma non era solo questo, in cuor mio qualcosa coinvolse il mio corpo e fece in modo che si lasciasse andare. In pochi secondi ero addosso a Jake. Non sapevo bene come muovermi, ma appena mi accorsi del suo sguardo mi rilassai e appoggiai la testa contro il suo petto. In fondo era stato il mio migliore amico e un abbraccio non era niente. Mi accorsi di aver usato il passato e capii che questo significava che Jacob non era più solo un amico per me. Quello che prima era solo un abbraccio in un attimo si era trasformato in qualcosa di più. Al solo pensiero di ciò che significava per lui arrossii e Jake se ne accorse. « Ehi Bella, che succede? Sei arrossita di colpo» «Niente è solo che mi sento un po’ in imbarazzo a stare su di te, ecco» e arrossii più di prima pronunciando le parole SU DI TE. Lui mi tranquillizzò: «Ehi se ti da fastidio dillo». Scivolando dal letto risposi: «Scusa Jake è solo che…» «Non ti preoccupare. Sono io che ho esagerato, scusami» Una strana sensazione mi attraversò dalla testa ai piedi. Non capivo. Mi sentivo… in colpa. Mi sentii bruciare dentro dall’imbarazzo e feci per andarmene. Jacob si alzò improvvisamente e si affrettò a fermarmi. «Ehi, no Bella, vuoi già andare via?» «Ehm, mio padre si starà chiedendo dove sono finita, quindi…» Con un tono di voce impaziente balbettò: «Se vuoi puoi chiamarlo. Non c’è bisogno di andare via. Per favore!» mi supplicò. «Non fare così Jake. Credo che sia meglio che io vada a casa, ho bisogno di riflettere». Poco convinto mi salutò: «Va bene, se ne sei proprio convinta» «Ciao Jake» risposi e mi avviai all’uscita. «Ah Bella, sei libera Sabato?» chiese speranzoso. «Mmm…si credo di si, perché» «Beh ecco, giù a La Push ci sarà una festa. Mi piacerebbe se venissi anche tu.» «Va bene, ci penserò. Ti chiamo domani» «A domani allora. Ci conto eh!» disse scherzando. Questa volta riuscii ad andarmene senza essere fermata. Salii sul mio vecchio Pick-Up, accesi il motore, che come al solito si risvegliò con uno scoppio rumoroso e mi diressi a casa. Percorsi la solita strada che ormai conoscevo a memoria e giunta a destinazione vidi Charlie e il suo amico Harry nel cortile davanti casa. Parcheggiai al solito posto e salutai Harry che stava già andando via. Piano piano, stanca dopo la lunga giornata, entrai in casa e feci per andare in camera mia quando Charlie mi fermò. «Ehi Bella, aspetta un secondo.» «Che c’è papà?» risposi un po’ scocciata.«Ho saputo da Harry che Sabato ci sarà una fes…». Prima che potesse finire lo interruppi. «Si lo so papà, ci ha già pensato Jake a invitarmi » «Ah sei stata da Jake allora, sono contento che passi del tempo con lui. Che ne dici, ci vai?» «Non lo so, ci penserò domani. Scusa sono stanca, vado in camera mia» risposi e salii di corsa le scale. Non ne potevo più, la testa mi scoppiava di pensieri, così mi nascosi sotto le coperte e cercai di svuotare la mente e di addormentarmi.
  
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