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Autore: Phoenix_cry    03/07/2010    1 recensioni
Dopo la morte di diversi Vulcaniani Spock incomincia a comportarsi aggressivamente fino a che l'equipaggio comincia ad avere paura del leale Vulcaniano. é presto chiaro che Spock non è l'unico Vulcaniano affetto e ciò che resta della sua specie potrebbe essere in serio pericolo.
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Star Trek Series'
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Capitolo 15

“Signori, se non risolverete questo problema fra di voi nei prossimi cinque minuti ritornerò alla mia nave e lo risolverò io…permanentemente.”

A fianco di Kirk con addosso la sua alta uniforme, Bones quasi soffocò nella sua stessa saliva dopo aver sentito l’improvvisa dichiarazione del Capitano. I delegati dei due pianeti in guerra si immobilizzarono e lo fissarono in uno scioccato silenzio. McCoy prese Kirk per un gomito e forzò un sorriso ai delegati.

“Scusateci un momento.”

Kirk roteò gli occhi mentre Bones lo trascinava attraverso l’arcata fino ad arrivare alla sala adiacente. McCoy era totalmente senza parole all’inizio, ma dopo un rapido respiro ritrovò la voce.

“Sei completamente fuori di testa?” Gli domandò Bones.

“Non posso ascoltarli bisticciare su questa cosa ancora a lungo, è ridicolo.”

“Che diavolo è successo alla diplomazia?”

“Di quella in genere se ne occupa Spock.”

“Ovvio, ma ti conviene ritornare di là e tirare fuori un po’ di cortesia o sospetto che mi ritroverò al tuo fianco davanti alla Corte Marziale!” Sibilò Bones.

“Bene.”

“Scusati, e per l’amor di Dio, vedi di dire la cosa giusta.”

Kirk roteò di nuovo gli occhi con un sottile mormorio di disgusto. Bones scosse la testa frustrato e seguì il Capitano che tornava dai delegati. I due in questione erano seduti al tavolo e si guardavano in cagnesco l’un con l’altro. Guardarono Kirk con apprensione.

“Scusatemi per prima, Signori.” Kirk sfoggiò il suo più bel sorriso carismatico. “Ora, dove eravamo rimasti?”

“Tarlin non accetta il fatto che Hesta è nostro!”

“Il nome non è ‘Hesta’ è Yeris ed appartiene a noi!”

“Tanto per essere chiari, state parlando del piccolo planetoide fra i vostri due mondi?” Chiese Kirk.

“Sì” Concordarono per una volta i delegati.

“Perché vi interessa?È troppo piccolo per supportare delle forme di vita. Ci vorrebbe troppo lavoro anche solo per stabilirci una colonia.”

“È una terra sacra.”

“Noi l’abbiamo reclamata per primi!”

“Calmi voi due.” Li interruppe Kirk. “Com’è che questo planetoide è diventato sacro? Avete sviluppato i viaggi spaziali solo qualche decennio fa e vi state già saltando alla gola l’uno con l’altro.”

“Abbiamo osservato Hesta sin dall’inizio dei tempi.”

“E noi abbiamo scritto di esso fin dall’inizio della civilizzazione.”

“Non potete dividervelo?”

“Assolutamente no!” Ringhiarono entrambi.

Kirk sospirò pesantemente mentre i due ricominciavano a bisticciare. Guardò McCoy, ma l’amico non aveva niente da offrire sul piano dei consigli. Ancora una volta Kirk sentì la mancanza dell’aiuto di Spock, era sicuro che il Vulcaniano avrebbe chiaramente intravisto una soluzione logica a tutto ciò. In più aveva scoperto che le persone tendevano a credere a tutto quello che Spock diceva semplicemente perché l’aveva detto un Vulcaniano.

“Che ne pensate di questo: rendere Hesta/Yeris off limits? In questo modo potrete entrambi continuare a guardarlo e a scrivere di esso senza interferenze?”

“Ciò…” il primo delegato esitò “non è un’opzione possibile.”

“No, concordo, non è accettabile.”

“Perché no? Uno di voi sta pensando di stabilirci una colonia? Potete a malapena volare, dubito che abbiate la tecnologia per una simile impresa.”

I delegati si fissarono per un momento. Kirk ebbe all’improvviso la sensazione che gli stessero nascondendo un’informazione davvero importante. Aspettò che uno dei due si decidesse a metterlo a parte del segreto, ma nessuno dei due parlò.

“Uno di voi due vi è già atterrato?”

“No…non ancora.”

“No.”

“Se è così sacro, non dovrebbe rimanere inviolato?” Propose Kirk.

Ancora una volta i delegati si scambiarono uno sguardo carico di significati. Kirk capì allora che la faccenda non aveva niente a che fare con la devozione religiosa. Tirò fuori il comunicatore e chiamò la nave.

“Qui Scotty, Signore.”

“Scotty, qual è la composizione del planetoide tra Kale e Tarlin?”

“Uh…la composizione, Signore?”

“Sì, di cosa è fatto? Niente di speciale?”

“Questa…uh…questa è la specialità del Signor Spock, Signore.”

“Il Signor Spock è a diverse centinaia di anni luce da qui, quindi lo chiedo a lei. Lei è un ingegnere.”

“Sì, Signore, so come aggiustare i sensori…non cosa significhino tutti i dati che si possono leggere.”

“Lo scopra.”

“Sì, Signore.”

Kirk chiuse il comunicatore e si premette la base del naso fra le dita. Anche se non lo sorprendeva più di tanto, era difficile ammettere quanto erano più difficili le cose ora che Spock se ne era andato. Temendo che Scotty non riuscisse a dargli una risposta soddisfacente Kirk si girò verso i due delegati.

“È solo una questione di tempo prima che riesca a scoprire cosa mi state nascondendo…quindi, perché non rendiamo tutto molto più semplice, di cosa si tratta?”

I delegati si scambiarono un altro sguardo e improvvisamente si ritennero sconfitti.

“Non siamo ancora atterrati su Yeris, ma abbiamo fatto una scansione preliminare.”

“Cosa avete trovato?”

“Nurillio e Rillio.”

“E devo comprendere che anche voi ne siete a conoscenza?” Chiese Kirk all’altro delegato.

“Sì.”

“Capisco.” Kirk ci pensò su per un attimo. “Nessuno dei due materiali è utilizzabile senza l’altro, devono essere combinati per essere di qualche utilità. Hanno inoltre diverse tecniche di estrazione, si dovrebbero installare due basi. Penso che voi due dovrete condividere. Uno estrarrà il Nurillio e l’altro il Rillio, dovrete commerciare tra di voi per essere in grado di ottenere il prodotto finale. D’accordo?”

I delegati non risposero subito. Erano entrambi alla ricerca di una scappatoia da quell’accordo che avrebbe portato salute e lavoro ad entrambe le parti. Alla fine annuirono entrambi. Kirk guardò Bones e gli sorrise smagliante. Era il turno di McCoy di roteare gli occhi, cosa che fece.

“Eccellente, Signori, quindi abbiamo un accordo?”

“Sì, Capitano.”

“Bene.” Annuì Kirk. “Se non sbaglio la guerra fra i vostri pianeti è iniziata poco dopo le scansioni al planetoide, questo bagno di sangue è stato causato davvero dal Nurillio e dal Rillio?”

“Le origini della guerra si sono perse negli anni…ma è…possibile.”

“Lo prenderò come un si. Scoprirete che potete fare molto di più collaborando, il vostro più grande nemico può a volte diventare il vostro migliore amico.” Kirk sorrise. “Una lezione che ho imparato molto tempo fa.”

Sapendo che prima di poter firmare alcun ché il trattato di pace doveva venire redatto di nuovo, Kirk decise di tornare alla nave. McCoy lo seguì e camminò con lui lungo la strada per il Ponte.

“Non male, Jim, forse riusciremo ad andarcene da qui in un tempo ragionevole.”

“Lo giuro, se si mettono a discutere su chi deve estrarre cosa manterrò fede alla mia promessa di colpirli entrambi con i phaser.”

“Sono certo che discuteranno, ma entrambi i materiali hanno lo stesso valore e sono ugualmente difficili da estrarre.”

“Diciamo grazie allo spazio per questi piccoli favori.”

I due ridacchiarono ed entrarono sul Ponte. Kirk notò subito Uhura seduta alla sua postazione quasi in lacrime. Guardò Bones che scosse la testa tristemente. Uhura aveva fatto del suo meglio per rimanere professionale, ma aveva perso quella luce dagli occhi e la musica dalla voce. L’infermiera Chapel era spesso andata da McCoy preoccupata per la sua amica, ma non c’era niente che il dottore potesse fare per un cuore spezzato.

“Uhura, nessuna risposta da Natala?”

“Nessuna, Signore.”

“D’accordo, li contatterò personalmente, e se non risponderanno a me allora risponderanno alla Flotta Stellare. Questo è inaccettabile.”

“Grazie, Signore.” Replicò Uhura con un triste sorriso.

“Manca a tutti.”

Lei annuì e gli rivolse un sorriso molto più genuino per il supporto. Dopo aver firmato alcuni rapporti che necessitavano la sua firma, Kirk lasciò il Ponte. Arrivato ai suoi alloggi aprì una linea sub-spaziale privata e richiese nuovamente di parlare all’Alto Consiglio Vulcaniano. L’ultima volta gli era stato detto che il Consiglio era in seduta e che gli avrebbero risposta in un momento più opportuno. Era passata più di una settimana.

“Capitano Kirk.” Rispose una profonda voce maschile.

“Ambasciatore Tek’tiel.”

“Sì, come posso esserle utile?”

“Sto chiamando per essere informato sulle condizioni del mio Primo Ufficiale.” Kirk marcò bene la posizione di Spock per avvisare Tek’tiel del fatto che avrebbe coinvolto anche la Flotta Stellare se necessario. “Mi era stato assicurato che sarei stato tenuto aggiornato.”

“Aggiornato? Mi dispiace, Capitano, non sono familiare con nessun aggiornamento.”

“Un modo di dire. Significa che Natala ci deve tenere informati sulle condizioni di Spock e ci deve permettere di comunicare con lui. È passata una settimana da quando è stato portato su Natala e dobbiamo ancora sentire una singola parola.”

“Mi dispiace, Capitano. Una parte della cura di Spock richiede una profonda meditazione, non può essere disturbato senza che ciò sia una minaccia per la sua vita. Tuttavia, ci eravamo aspettati questa reazione da parte sua, non ha ricevuto la registrazione che le abbiamo mandato?”

“Registrazione? No, non abbiamo saputo niente da Natala.”

“Mi scuso…”

“Si sta scusando molto, ma ciò non mi fa sentire affatto meglio.”

“Le assicuro che Natala sta facendo del suo meglio per rimettere in salute Spock. Le ritrasmetterò il messaggio.”

“Grazie.”

“Capitano,” disse la voce di Spock con calma “desidero assicurarle che sono trattato bene qui su Natala e sto ricevendo le migliori cure. Conto di ritornare ai miei doveri il prima possibile, tuttavia, potrei essere temporaneamente impossibilitato a comunicare con lei. Lunga vita e prosperità.”

Kirk si era assicurato che il messaggio venisse registrato sul suo computer personale. La voce era certamente quella di Spock e gli risultava difficile credere che qualcuno, persino un Vulcaniano, avesse costretto Spock a dire quelle parole. Tuttavia, c’era qualcosa che non andava.

“Capitano?” Chiese l’Ambasciatore.

“Sono qui. La ringrazio, Ambasciatore, la prego di tenerci informati sulle sue condizioni.”

“Se vi sarà qualche cambiamento lei ne sarà informato immediatamente. Lunga vita e prosperità, Capitano.”

“Anche a lei, Ambasciatore.”

Kirk terminò la comunicazione. Sedendosi riascoltò il messaggio di Spock cercando di leggervi tra le linee. Dopo una dozzina di volte non era ancora riuscito a capire cosa c’era che non andava. Chiamò McCoy e gli fece sentire alcune volte la registrazione.

“La voce è quella di Spock.” Bones scrollò le spalle. “Cosa dice il computer?”

“Il computer è sicuro al 99.8% che sia lui.”

“Non pensi che sia stato forzato, vero?”

“No.” Sospirò Kirk. “Accetterebbe la morte prima di mentire in questo modo.”

“Concordo. È possibile che i Vulcaniani conoscano davvero la malattia di cui soffre e stiano dicendo la verità.”

“Sembra improbabile che un Vulcaniano menta, vero?”

“Per quanto ne so sarebbe la prima volta. Non mentono, Jim. Possono non dirti tutta la verità su qualcosa, e sono dei campioni nel cambiare discorso, ma non mentono mai di propria volontà.”

“O se lo fanno sono talmente bravi che non ce ne siamo mai accorti.”

Bones guardò dubbiosamente Kirk. Prima che potesse parlare il campanello della porta suonò.

“Entra.”

Uhura entrò nella stanza.

“Uhura…”

“Non era lui, Signore.” Disse Uhura velocemente.

“Come?”

“La registrazione, non era Spock.”

“Ascolti le mie chiamate private?” La stuzzicò Kirk.

“Sì, Signore.”

“Non posso biasimarti, speravo che stessi ascoltando, ma ovviamente non potevo dare un ordine del genere.” Kirk annuì. “Cosa ti rende così sicura che quello non fosse Spock?”

“A parte il fatto che è mio marito, sono un’esperta linguista. La cadenza delle parole era sbagliata, è una differenza sottile che il computer non riesce a localizzare perché cerca solamente l’impronta vocale.”

“Qual è la differenza nella cadenza?” Chiese Bones. “Non riesco a sentirla.”

“È molto lieve. Spock respira più velocemente di un umano, ma più lentamente di un Vulcaniano, questo influenza il ritmo dei suoi discorsi. Capitano, glielo assicuro, la voce del computer ha creato quel messaggio senza aggiustare il parametro del respiro.”

“Puoi provarlo?”

“No.” Ammise tristemente Uhura. “Penso sia una cosa che solo io posso sentire. Anche se anche il computer era sicuro solo al 99.8%.”

“Lo prenderò in considerazione. Grazie, Uhura.”

“Grazie, Signore.”

Uhura guardò McCoy, cercando di capire se le credeva. Lui le sorrise e per lei significò molto. Girandosi lasciò i due uomini a discutere delle loro opzioni. Kirk ascoltò il messaggio un’altra volta, cercando di sentire qualunque cosa fosse che Uhura aveva sentito. Tuttavia, per quante volta lo ascoltasse a lui sembrava di sentir parlare il suo amico. Kirk spense la registrazione e guardò McCoy.

“Allora, Bones, che ne pensi?”

“Personalmente, penso che Spock sia nei guai.”

“Anche io.”

“La domanda è: cosa facciamo?”

“Non lo so…ma di certo non ce ne staremo qui senza far nulla.”

 

  
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