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Autore: Abby94    03/07/2010    7 recensioni
Michael Jackson, la più grande star mondiale, un ragazzo timido, chiacchierato, ammirato, desiderato e criticato. Marilyn Scott, bellissima, dolce, determinata, interprete di Michael Jackson e sua amica da anni. Due ragazzi così diversi, uniti da un sentimento che li spaventa e che li sconvolgerà, rischiando di turbare il loro equilibrio perfetto. Una storia in bilico tra due mondi diversi, ma vicini che ho deciso di ripubblicare. Buona Lettura.
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3

Capitolo 3                                 

                                                                       

P.O.V. Marilyn

Quando Mike, chiuse la porta alle spalle del facchino, mi sentii estremamente sollevata.

Questa volta, mi aveva davvero fatto arrabbiare.

Sapevo che era ingenuo, ma non credevo fosse anche cosi' stupido.

Diceva sempre che odiava quando mi scambiavano per la sua ragazza e poi cosa faceva? Si comportava come se fosse davvero il mio ragazzo.

Mi accomodai sul divano, accavallando le gambe e lanciai a Mike una delle mie occhiate che parlavano da sole.

-Non ti togli il cappotto?-

La domanda, si notava, l'aveva fatta giusto per alleviare la tensione, che rendeva l'atmosfera nella stanza densa come burro fuso.

Non risposi e continuai a fissarlo con le sopracciglia inarcate. 

-Hai perso la lingua?-

Il tono era scherzoso, ma si vedeva dal suo viso, leggermente arrossato, che avrei dovuto resistere giusto un altro po', prima che mi facesse la domanda che aspettavo per esplodere.

Iniziai a far oscillare sempre piu' velocemente il mio piede destro ma, per il resto, rimasi perfettamente immobile.

Non riuscendo quasi piu' a sostenere il mio sguardo, Mike, finalmente, cadde nella trappola: 

-Insomma, Mar, cos'e' successo?-

Lo disse con un tono che mi diede parecchio sui nervi! Sembrava un bambino di cinque anni che sapeva benissimo di aver combinato una bella marachella ma, siccome se ne vergognava, continuava ottusamente a negarlo.

-Che cosa e' successo?-

Non riuscendo piu' a stare seduta, mi alzai e mi avvicinai a lui, che era rimasto impalato vicino alla porta. Cercavo di modulare la mia voce, di mantenerla minacciosa ma abbastanza calma, ma a giudicare da come Michael arrossi' e mi guardo', leggermente spaventato, molto probabilmente, non ci ero riuscita.

-Che cosa e' successo?- ripetei ancora una volta, praticamente a un passo da lui -Lo chiedi a me cos'e' successo! Ma ti rendi conto del guaio che stavi per combinare?-

-Io, io non…- tento' di parlare ma lo interruppi.

-Mike, tu lo sai quanto ti voglio bene e quanto adori il tuo essere cosi' ingenuamente bambino, ma ti devi mettere in testa che non sono tutti come te!-

I suoi occhi si fecero lucidi, forse stavo esagerando, ma non mi fermai, volevo che capisse quello che cercavo di dirgli:

-La gente vede malizia in ogni cosa,- ripresi piu' calma, ma sempre decisa -ora so' che forse per te questo non e' un problema, ma io sono sempre una ragazza, Michael. E, anche se tu mi consideri come una sorella, gli altri non sanno niente del nostro rapporto e, credimi, quando tu mi hai detto di dormire nel tuo stesso letto, io ho reagito cosi' non per te, perche' so' che nella tua testa e' tutto cosi' puro da sembrare quasi irreale…- mi ero avvicinata a lui e gli stavo scostando un ricciolo scuro che gli era caduto davanti agli occhi -ma gli altri, quando pensano ad un ragazzo ed una ragazza insieme a letto, loro… ecco, nella loro mente…- dio, mio com'era imbarazzante! Ma possibile che dovessi spiegare delle cose del genere ad un ragazzo piu' grande di me di sette anni e dovessi anche farlo con la delicatezza che conviene ad un bambino di cinque? 

-Non si figurano certo allegre chiacchierate e scorpacciate di dolci.- 

Lui mi scocco' una fuggevole occhiata e mi sorrise leggermente, forse divertito dal modo tanto delicato da sembrare stupido con il quale avevo concluso la frase.

-Penseranno sempre male.- aggiunsi poi, tanto per essere piu' chiara.

Mi ero avvicinata moltissimo a lui, tanto che ormai potevo avvertire il calore del suo corpo ancora appoggiato contro la parete. Avevo ancora una mano posata sulla sua fronte e continuavo a guardarlo insistentemente, mentre lui aveva tenuto lo sguardo basso per quasi tutta la durata del mio discorso.

Si rianimo' cogliendomi di sorpresa, punto' i suoi occhi fissi nei miei, perse la mano con la quale gli tenevo la fronte e me la fece abbassare, continuando pero' a stringerla nella sua, cosi' calda e grande.

Successe all'improvviso: il mio cuore prima si fermo' per due secondi buoni, e poi riprese a battere ad una velocita' pazzesca, talmente forte che secondo me, considerata la nostra vicinanza, Mike poteva sentirlo distintamente.

A causa, forse, dell'eccessiva quantita' di sangue pompata all'improvviso nelle mie vene, sentii un leggero calore per tutto il corpo ed una scarica eleterica corrermi lungo la spina dorsale.

Immaginai di essere rossa almeno quanto lui, che con espressione assorta continuava a fissarmi incessantemente aumentando il mio strano disagio.

Mi risvegliai da quel torpore e mi staccai velocemente da lui, allontanandomi.

-Spero che tu abbia capito.- 

Lo dissi praticamente al suo riflesso che si intravedeva nella vetrata alla quale mi ero avvicinata, per allontanarmi da lui. 

Non rispose. Vedevo la sua figura immobile nel riflesso della stanza ribaltata che si perdeva tra le luci di Manhattan e, tanto per fare qualcosa, mi tolsi finalmente il cappotto, mettendo un'eccessiva ed inutile cura per non farlo sgualcire, e mi avviai verso l'appendiabiti posto su una parete laterale.

-Lo so, comunque.

Le mie mani, senza un preciso motivo razionale, si strinsero convulsamente sul collo del cappotto, creando, su di esso, le pieghe che tanto avevo cercato di evitare.

Il tono della sua voce, cosi' soffice e calda mi aveva fatta rimanere immobile sotto l'appendiabiti, ancora con le braccia alzate.

Mi riscossi nuovamente da quelle sensazioni troppo strane ed intense per essere vere e appesi velocemente il cappotto, senza prestarci piu' alcuna attenzione.    

Continuai a fissare il panno nero, ora leggermente sgualcito, per alcuni secondi e poi, dopo aver preso un bel respiro, mi voltai finalmente a guardarlo.

-So cosa?-

La mia voce suono' decisamente fuori luogo in tutta quella strana situazione. Avevo assunto un tono leggermente alto proprio per far dissolvere quell'atmosfera sognante e romantica, che poco si addiceva al mio rapporto con Mike.

I suoi occhi incontrarono nuovamente i miei ed io fui di nuovo in tachicardia.

-So che sei una ragazza. E, so anche che… che sei bellissima.-

Era arrossito tantissimo, ma il suo tono non era poi cosi' imbarazzato e i suoi occhi erano troppo, troppo intensi.

Aveva le mani dietro la schiena e probabilmente se le stava torturando per l'imbarazzo, ma mai quanto stava torturando me!

Resami conto di avere la bocca leggermente aperta mi affrettai a richiuderla e a riaprirla nuovamente per dire qualcosa di sensato:

"Lui mi trova bella?"

-Grazie.-

Lo trovate sensato questo? Beh, io decisamente no!

Gli sorrisi lievemente ma lui non ricambio', quasi come fosse ancora shoccato e sorpreso per cio' che aveva detto.

Restammo in silenzio, paonazzi e sobbalzammo come due cretini quando bussarono alla porta.

Mike scatto' a rispondere mentre io mi voltai nuovamente a guardare, senza in realta' vederlo, lo skyline di Manhattan, agitando le mani vicino al viso, a scacciare via un calore inusuale per quel freddo settembre a New York.

-Mi scusi Mr. Jackson, mi sono dimenticato di chiedervi i documenti.-

La voce di John in quella situazione fu come un'indesiderato gavettone d'acqua gelida in agosto, inaspettata, all'inizio anche un po' sgradevole, ma necessaria.

Mi voltai leggermente, sperando di non essere ancora rossa.

-Oh, si certo.-

Vidi Mike borbottare per poi mettersi, goffamente, alla ricerca del suo cappotto e dei suoi documenti.  

-Anche dei suoi, signorina.-

John mi lancio' un occhiata incredibilmente intensa ed un sorriso fin troppo cordiale, che dopo un momento di confusione, ricambiai senza la stessa intensita'.

In quel momento, forse fu solo una sensazione, sentii lo sguardo di Mike su di me e quando mi voltai per incrociarlo, lui lo abbasso' subito, quasi colpevole, arrossendo.

Tanto per recuperare un po' di stabilita' mentale mi diressi verso la borsa abbandonata sul tavolino e presi i miei documenti.

John si avvicino', gentilmente, per prenderli, e di nuovo incrociai lo sguardo intenso di Mike nella nostra direzione.

Dove cavolo erano i suoi benedetti Ray Ban quando servivano?

Odiavo quando nascondeva i suoi occhi con quei cosi, ma adesso avrei tanto voluto che ce li avesse addosso...

Anche se forse, si sarebbero frantumati, vista l'intensita' del suo sguardo.

Ma cosa cavolo andavo a pensare?

"Ci mancava solo che ora Mike lanci anche raggi laser dagli occhi, e poi si che siamo proprio apposto!"

Frugai un po' nella mia borsa grande di pelle nera, facendomi scudo con i miei capelli lunghissimi, sperando di bloccare il calore che mi provocavano le occhiate di Michael e l'imbarazzo causato, invece, dalla troppo gentilezza di John.

"Ma perche' proprio a me?"

Una volta trovato cio' che cercavo, li porsi a John che, nel prenderli, mi sfioro', voglio sperare casualmente, la mano dicendo un -Grazie.- molto sentito.

-Ecco qui.- Mike irruppe all'improvviso, quasi bordeaux, con una certa rudezza che di sicuro non gli apparteneva.

-Apposto?- continuo' senza nemmeno dare a John il tempo di ringraziarlo.

-Si, certo.- John guardo' Michael leggermente sorpreso, pero' con aria di sfida. 

"Ma questi due vogliono farmi esaurire? Che cavolo gli succede?""

In quella, bussarono nuovamente alla porta e un altro facchino porto' dentro un carrello con le nostre valigie e, dopo aver posato a terra quelle di Mike, mi guardo' interrogativamente.

Il mio imbarazzo aumento' e mi sentii di nuovo leggermente accaldata, prima di essere completamente gelata, ancora una volta, dalla voce di John, che diceva:

-Quelle della signorina nella 1003, grazie Fred.-

Michael gli lancio' un'occhiata molto, molto strana e poi, purtroppo guardo' me, per vedere cosa e se volessi replicare,

Ero nella piu' totale confusione, ma assentii, volevo scappare da quella lussuosa stanza' e stare un po' sola, per schiarirmi le idee.

Mi sembro di notare un' ombra di delusione negli occhi di Michael e, li,' mi sentii morire.

Ancora una volta la voce di John fu una doccia fredda: 

-Lascia Fred. Le sistemo io.- disse con entusiasmo al collega, che si stava gia' avviando nell'altra stanza -Le lascio la porta aperta?-

Io annuii e lo guardai uscire, finalmente, dalla stanza.

Mi ricordai di essere sola con Michael solo quando la sua voce leggermente delusa, non mi fece avvertire una stretta al cuore: 

-Quindi, non ti va di stare un po' con me?-

Lo guardai, la sua espressione da bambino capriccioso aveva preso finalmente il posto di quella molto piu' intensa che aveva occupato prima il suo viso.

Sorrisi, lasciando andare la tensione, sollevata.

"Dopotutto, e' sempre e solo Mike."

 

-Mi spieghi cosa c'e' da ridere?-

In altre occasioni, quel tono un po' altero mi avrebbe fatto uscire dai gangheri, ma in quel momento ero quasi contenta di risentirlo.

Mi avvicinai a lui e lo abbracciai, ignorando il suo broncio, e lui me lo lascio' fare, sciogliendosi e respirando tra i miei capelli.

Dio, come mi era mancato questo calore, cosi' rilassato, rassicurante diverso da quello di prima, piu' forte si, ma anche terribilmente teso e spaventoso.

Immersi una mano dei suoi ricci e gli diedi un bacino innocente sulla guancia.

Oh no, forse avevo osato troppo... di nuovo quella sensazione.

-Sei cattiva.- la sua voce bassa nel mio orecchio era scherzosa, da bambino, ma mi fece rabbrividire lo stesso.

Lui, per fortuna, non si accorse di niente perche' mi allontano' delicatamente e mi guardo' negli occhi, sorridente, ancora con le sue mani dietro la mia schiena. 

-Vuoi sempre darmi buca.-

Io risi lievemente ancora un po' confusa e poi risposi, controllando la voce:

-Non ti do' buca. Vado solo a farmi una bella doccia e poi sto con te. Te l'ho detto che ho un po' di mal di testa.-

"E tu me l'hai fatto aumentare!" lo pensai, ma non lo dissi, mentre lui annui' comprensivo e sciolse completamente l'abbraccio, facendomi sentire improvvisamente freddo.

-Ceniamo insieme?- chiese infine.

-Sicuro.- dissi ridendo.

Recuperai la borsa e il cappotto e mi avviai verso la porta ma, ero appena uscita che lui mi raggiunse e mi fermo'.

-Marilyn!- mi richiamo' indietro mentre si appoggiava allo stipite con un sorriso, dopo avermi seguito.

-Non dimentichi qualcosa?- chiese sempre con aria deliziosamente furbetta.

Poiche' sapevo di essere gia' molto distratta di mio, e considerando anche tutta la tensione emotiva e gli innumerevoli sbalzi temici a cui ero stata sottoposta negli ultimi tre quarti d'ora, ci cascai: 

-No, non credo. Cosa?-

I suoi occhi brillarono ancora di piu', di una luce strana pero', diversa.

Sempre ridendo si mise praticamente di profilo e indico' con l'indice la guancia sinistra.

Non c'era bisogno di parole.

Alzai gli occhi al cielo con espressione fintamente irritata e mi alzai leggermente sulle punte. 

Gli diedi un bello schiocco e poi gli chiesi, sorridendo:

-Contento?-

-Contentissimo.-

Gli occhi gli brillarono ancora di piu', le guancie erano lievemente arrossate e poi si lascio' andare ad una risata contagiosa, sbattendomi la porta praticamente in faccia.

-Ma tu guarda che tipo.- dissi alla porta ben consapevole del fatto che, probabilmente, stesse origliando per ascoltare la mia reazione.

Beh, direi che le cose erano tornate alla normalita': mi aveva preso in giro e si era comportato come un bambino di due anni quando mi aveva invitato a cena.

Meraviglioso no?

Sicuro, eppure, pensai mentre mi dirigevo verso il bagno per una bella doccia gelida rigenerante, non potevo fare a meno di sentirmi un po' delusa.

"Mi sa che in quella stanza ho dimenticato davvero qualcosa: la ragione ed il buon senso."

 

 

                                                                                                                             * * *

 

La doccia mi aveva decisamente rimessa al mondo e aveva lavato via parte dei miei pensieri.

Quando ero sotto l'acqua mi rilassavo completamente e perdevo il contatto con la realta'.

Ancora con la piacevole sensazione di fresco addosso, uscii dalla doccia e, poiche' non avevo ancora nemmeno aperto la mia valigia per recuperare il mio accappatoio, mi adattai con un grande asciugamano bianco dell'hotel.

Me lo avvolsi ben stretto e mi avvcinai allo specchio ancora offuscato.

Diedi una bella manata e parte della superficie ritorno lucida, ma ancora umidia, rimandandomi il riflesso dei miei occhi nocciola.

Diedi un sospiro rassegnato vedendo le penose condizioni dei miei capelli, e solo allora mi ricordai che il mio beauty era ancora nella valigia.

Andai verso il letto ed la aprii per recuperarlo, approfittandone anche per prendere i primi vestiti che mi capitarono sotto le mani.

Mentre facevo quelle operazioni, pero' mi ritorno' alla mente quella strana sensazione che avevo cercato disperatamente di affogare nella doccia. 

Cavolo, Mike, mi aveva detto che ero bellissima!

Non che non mi facesse mai complimenti, era un ragazzo molto dolce e carino, su questo non si discuteva, ma lo aveva sempre fatto scherzando, facendo battute.

Era troppo timido per fare un complimento diretto, specialmente ad una ragazza.

Per questo mi ero meravigliata cosi tanto… Perche' il mio caro migliore amico con le ragazze era sempre stato un po' una frana….

Era troppo insicuro e forse, ancora un po' bambino.

Avere una relazione era comunque una responsabilita', e Mike, affetto, comprensibilmente, dalla sindrome di Peter Pan, nel quale si immedesimava, non era ancora pronto per questo.

Secondo me non aveva ancora trovato la ragazza giusta per lui, quella ragazza che trasformasse la tanto odiata realta' nel sogno che lui inseguiva disperatamente.

Beh, in sua difesa dovevo dire che di fregature ne aveva avute anche abbastanza ,per citare i due casi piu' eclatanti:  Tatum O'Neal, che gli aveva fatto perdere il sonno per due mesi a causa della sua... emm... come dire irruenza in certe cose e Brooke Shildes, odiosa, che l'aveva praticamente sfruttato solo per pavoneggiarsi ai Grammy Awards.

E ce ne erano tante, tante altre, che gli avevano fatto aumentare i gia' innumerevoli complessi che lo tormentavano.

Presa da un'improvviso moto di rabbia, sbattei abbastanza forte il beauty sull'ampio ripiano di marmo bianco e lo aprii.

Spazzolino, dentifricio, filo interdentale, deodorante, i miei cosi  e perfino un pacchetto di cicche alla menta (molto probabilmente di proprieta' di Mike): nel mio beuty c'era tutto tranne la spazzola, cioe' la cosa che mi serviva.

Cosi', al mio delicato eqilibrio mentale, si aggiunse anche l'irritazione.

Ve l'avevo detto che ero sbadata, no?

Eppure c'era qualcosa di strano: la spazzola per me era come la bombola d'ossigeno per un sub, indispensabile. Ero sicura di averla messa.

A meno che….

Ripresi in mano il pacchetto di cicche, era praticamente nuovo, mancavano solo due o tre gomme al massimo (e sicuramente qualcuna era anche dispersa nel mio beauty).

Ora, considerato il fatto che io non ero una grande mangiatrice di cicche e che, di certo, non le mettevo nel mio beauty, tutto cio' mi porto' ad una sola, elementare conclusione.

Michael.

Mi congratulai con me stessa per il mio intuito da Sherlock Holmes e mi vestii in fretta, per andare a recuperare la mia spazzola.

Con addosso dei pantaloncini di jeans piuttosto corti, che non mettevo mai per uscire siccome odiavo le mie gambe, una maglietta gialla che non ricordavo nemmeno di avere, abbinata a dei calzini del medesimo colore, impreziositi da alcune stelle blu e con dei capelli ancora bagnati che mi facevano assomigliare ad un membro dei cari Jackson 5, mi recai alla porta della stanza adiacente, ringraziando con tutta me stessa Mike per aver prenotato tutto il piano. 

"Almeno questa volta e' stato utile!"

Credo che se una delle signore siliconate mi avesse visto in quelle condizioni da barbona, avrebbe chiamato la security, ed io non l'avrei nemmeno biasimata, in tutta sincerita'.

Bussai alla vicina porta di Mike e non ricevetti risposta.

Riprovai con piu' insistenza, ancora niente.

Provai a dire diversi -Mike!- e -Michael!- unendoli a varie minacce, tra le quali quella di sfondare la porta e di bruciare la sua collezione di fumetti.

Quando anche quella minaccia non trovo', eco capii che c'erano due possibilita': o era stato rapito dagli alieni, e credo che se cosi' fosse stato avrei visto la navicella, oppure era sotto la doccia.

Me ne stavo li', impalata come una cretina, ad aspettare che Mike uscisse dalla doccia, e solo mentre stavo meditando davvero di buttare giu' la porta, mi ricordai che avevamo le camere comunicanti,

Dandomi mentalmente dell'idiota, tornai in camera e attraversai la porta che mi divideva da Mike.

Quando entrai sentii dei rumori provenienti dal bagno confermare la mia seconda e piu' reale ipotesi. Cosi' per non disturbarlo, iniziai a cercare da sola la spazzola.

Cercai praticamente in tutto il salottino, ma non trovai  niente.

Cosi' guardai dubbiosa le scale che conducevano al piano rialzato, dove presumevo, ci fosse la camera da letto.

Tesi nuovamente l'orecchio e il rumore dell'acqua della doccia non accennava a smettere.

Sperando che Mike ne avesse ancora per un bel po', salii le scale e mi ritrovai in una romantica camera da letto, piena di candele profumate e con un letto a baldacchino king size (praticamente quasi tre piazze).

Era la camera che probabilmente popolava i sogni romantici di molte ragazze e, l'unica cosa che rendeva l'atmosfera un po' meno paradisiaca era la valigia di Mike che campeggiava sul letto enorme.

Mi misi a cercare quella dannata spazzola ed ero talmente concentrata, che non mi accorsi nemmeno che il rumore della doccia era cessato. 

Quando la trovai, nascosta sotto una maglietta (stupenda) di Mickey Mouse, pensai di tornarmene, tranquilla, in camera mia, immaginando gia' la faccia che avrebbe fatto Mike quando e se avesse scoperto la mia "intrusione segreta".

Stavo chiudendo frettolosamente l'ordinatissima valigia grigia, quando, all'improvviso sentii un "Bu!" e due mani mi strinsero immediatamente in vita, sbattendomi sul lettone.

Cacciai fuori una specie di urletto idiota e poi, quando ero ancora troppo confusa dalla fulminea azione per rimettere a fuoco la mia visuale, due mani grandi che ben conoscevo, iniziarono a farmi un solletico spietato per tutto il corpo.

Immaginando benissimo chi fosse il mio "misterioso aggressore", rimasi a ridere come una cretina impotente, colta di sorpresa.

-Cosa ci fai qui in camera mia eh, cattivona?-

La voce dolce e leggermente affannata confermo' i miei sopetti e finalmente misi a fuoco il viso ridente di Michael, che con i capelli ancora bagnati, non accennava a smettere la sua tortura.

-Mike,… Mike.. Ti prego Michael basta, BASTA!-

Ora stavo praticamente urlando, dimenandomi freneticamente, mentre lui se la rideva, tenendomi le mani, che ancora stringevano la spazzola, sopra la testa.

-No, no i criminali vanno puniti.-

Quello scemo continuava tranquillo a farmi il solletico e io allora, siccome, non avevo speranze di batterlo sul piano della forza, usai l'astuzia:

-Allora... devi essere... punito... anche tu!-

Ero ancora scossa da risa convulse e agitavo freneticamente le gambe, ma riuscii nel mio intento.

-Che cosa vorresti insinuare?- tento' un espressione indignata, spalancando ancora gli occhi gia' grandi.

Aveva smesso di farmi il solletico, ma era rimasto ancora su di me, accarezzando, ora delicatamente, la piccolissima parte di pelle sul fianco sinistro, lasciata scoperta dalla maglietta, che nell'attrito si era leggermente sollevata.

Mi lascio' liberi anche i polsi ed io cercai di riprendere fiato ed un po' di lucidita'. 

-Voglio dire che sei tu il vero criminale, mi hai rubato la mia spazzola!-

Avevo messo il broncio, come una bambina mentre lui mi guardava sorridendo leggermente:

-Io?-

Aveva un tono fintamente sorpreso e non riusciva a togliersi il sorriso dalle labbra.

-Si tu.-

-E tu come lo sai?-

Io sorrisi compiaciuta:

-Perche' sono un ispettore di polizia. E, ti sono cadute queste...- recuperai il pacchetto di cicche dalla tasca dei pantaloncini e glielo mostrai -nel mio beauty.- 

-Oh no, mi ha scoperto… E ora cosa ha intenzione di fare sceriffo, mi arrestera'?-

Aveva un'espressione fintamente preoccupata e non smetteva di accarezzarmi l'epidermide, con due dita che cominciavano a bruciare.

Mi abbandonai per un po' al suo profumo, pensandoci e poi risposi:

-Oh, no, no. Ho in mente una pena molto piu' divertente?-

-Quale?- chiese sinceramente incuriosito.

 

-Quella… del... solletico.-

Con uno scatto felino balzai su di lui e cominciai a torturarlo, muovendo velocemente le mie dita sopra la sua maglietta bianca, che gli provocavano deliziose risatine acute.

La mia vendetta pero', duro poco, perche' lui mi mise giu', facendomi stendere di fianco, e mi strinse forte, mentre gli davo la  schiena.

Rimasi immobile, incapace di muovermi, bloccata un po' dalle sue braccia che mi stringevano la vita, un po' dalla strana sensazione che torno' a sconvolgermi:

-Ti arrendi?- 

Il suo sussurro profumato attraverso' lieve i miei capelli e arrivo' caldo al mio orecchio, provocandomi un impercettibile brivido.

-Mai.-

Mi ero voltata verso di lui, che aveva allentato leggermente la presa per consentire il mio movimento per poi tornare a stringermi subito dopo, e lo guardavo fisso nei suoi occhi ridenti e limpidi, che rimandavano la mia immagine.

Mi guardo' divertito e poi disse con una sorta di sorrisetto compiaciuto:

-Ma io sono piu' forte di te. Perderai sempre cosi', dovrai trovarmi un'altra pena, ispettore.-

"Siamo troppo vicini."

Mi morsi il labbro e cercai di pensare sia ad una punizione per quel mascalzone sia ad una via di fuga da quella situazione irreale.

I miei occhi si illuminarono un momento e poi scivolai via leggera dalle sue braccia, lasciandolo leggermente sorpreso.

Aggirai il letto e aprii nuovamente la sua valigia, prendendo una maglietta.

Lui si era rimesso composto e aveva seguito il mio incedere ruotando leggermente la testa, con occhi attenti. 

Quando vide cio' che tenevo in mano rise di cuore ma poi disse: 

-No. Quella assolutamente no!.-

Si alzo' con uno scatto e inizio' a rincorrermi intorno a quel letto immenso, correndo con i piedi nudi sul lucido parquet e cercando di riprendersi la maglietta di Mickey Mouse della quale mi ero, giustamente, appropriata.

Gli stavo tenendo testa ma, a causa della mia goffaggine, caddi rovinosamente sul parquet.

Mike mi si avvicino' tutto preoccupato: 

-Mar, ti sei fatta male?-

S'inginocchio' accanto a me, toccandomi lievemente la testa.

Pensai di fargli un bello scherzetto, per vendicarmi.

Rimasi con la testa abbassata mentre lui, spaventato cercava di fare di tutto per provocarmi una reazione:

-Mar, Mar, ti prego... rispondimi. Su alzati!  Se, ti alzi ti... faccio mettere la maglietta di topolino, anzi te la regalo proprio, va bene? Pero' Mar dimmi qualcosa.- 

"Fregato."

-Michael,- tenendo sempre lo sguardo basso sussurrai il suo nome con voce fintamente sofferente.

Lui mi prese le braccia:

-Si Mar?- 

-Tu, tu sei… sei un credulone.-

Alzai improvvisamente gli occhi e la voce per poi scoppiare a ridere subito dopo.

Lui, prima rimase per un'attimo shoccato e poi si alzo' di scatto non sapendo se ridere o se arrabbiarsi.

Vedendo la sua espressione combattuta, iniziai praticamente a rotolarmi sul pavimento dalle risate, mentre lui cercava, con ben poca convinzione, di insultarmi.

-Non e' divertente!-

Io ero praticamente morta dalle risate e rimasi distesa supina sul fresco parquet, mentre guardavo il soffitto e ridevo.

-Sei cattiva!-

Lo guardai, aveva un'adorabile espressione imbronciata sul viso, turbata da un leggerissimo sorriso.

-No, sono solo una grande attrice! E tu un credulone.-

Alzai le mani nella sua direzione, facendo lo sguardo da cucciolo, per chiedergli di aiutarmi ad alzarmi.

Il suo sorriso si allargo', scoprendo, ora completamente, la sua fila di denti perfetti.

Suo malgrado si tese verso di me e mi sollevo' con un gesto deciso, portando il mio viso vicinissimo al suo e lasciandomi invadere dal calore del suo corpo. 

-Sei senza ritegno.-

Io risi leggermente, accaldata. 

-E tu non sei proprio capace di insultare le persone.-

Lo guardai un momento e poi scoppiai a ridere, rompendo nuovamente la leggera tensione che si era creata. 

-Ti sei messo la maglietta al cl contrario.-

Gli indicai con un dito le cuciture e l'etichetta della maglietta bianca.

Lui arrossi':

-Beh e tu i capelli con una pazza.-

Lo guardai con aria omicida. Ero piuttosto suscettibile riguardo ai miei capelli:

-E' tutta colpa tua! Tu mi hai rubato la spazzola.- 

E, per completare l'opera gli feci una bella linguaccia.

-E se tu non avessi condotto la tua missione segreta, non mi avresti messo fretta di scoprirti e io mi sarei infilato la maglietta nel verso giusto. -

-Scuse, dettagli, quisquiglie!- 

-Ah davvero?-

-Certo. Io ho condotto la mia missione per legittima difesa.-

Lui scoppio' a ridere.

-Ed e' inutile che cerchi di divagare,-  aggiunsi -tanto ogni promessa e' debito, la maglietta e' mia.-

Lui mi guardo' con aria di sfida ed io sostenni il suo sguardo.

Poi, sorridendo sornione, prese, lentamente, la maglietta rimasta miracolosamente sul letto e me la porse.

La presi con fare cerimonioso e dissi:

-Considerala come una specie di cauzione, furfante.-

 

Scoppiammo a ridere come due idioti ed io decisi di andarmi a dare davvero una sistemata. 

-Posso usare il tuo bagno?- chiesi.

-Certo, io nel frattempo ordino la cena. Cosa vuoi?-

Io ci pensai un po’ su:

-Ummm, qualsiasi cosa sia commestibile, e non verde.- allusi ironica alla sua nuova (inutile) dieta vegetariana.

-Ha, ha, ha che simpatica. Riderai di meno quando diventerai obesa, con problemi al fegato ed una casa piena di gatti.-

-Apocalittico!-

-Mica tanto!-

-Oh, beh se non altro moriro' sazia!  E, per vendicarmi ti lascero' anche tutti i miei gatti, anzi no forse saranno cani, visto che hai paura dei cani.- 

-Io non ho paura dei cani!- esclamo' diventando rosso, mentre io me la ridevo.

Lo abbracciai in segno di tregua e lui mugolo' qualcosa d'insensato nel mio orecchio, forse un'insulto, ma poi mi strinse forte forte e mi diede qualche ditata nelle costole per farmi il solletico.

Gli diedi un bacino e tenendo la maglietta in mano, presi, finalmente, la mia bella spazzolona: 

-Beh, io vado a farmi bella.- dissi ironica, mentre cominciavo a scendere le scale

-Tanto e' tutto inutile!.-

Mi fermai sul secondo gradino ed inarcai un sopracciglio guardando nella sua direzione. 

-Gia' lo sei.-

Arrossimmo entrambi e lui torno' a concentrarsi con fin troppo interesse sulla zip della valigia mentre io, scesi, tremante, il resto delle scale.

                                                                         * * * 

Rimasi nel bagno della stanza di Mike, fin quando non tornai ad assumere sembianze vagamente umane.

Mi ero cambiata la maglietta e ora mi stavo pettinando i capelli, guardandomi allo specchio con aria leggermente depressa.

Era tutto inutile: non mi vedevo mai bella.

Sbuffai scocciata e mi guardai intorno, per distrarmi dalla mia immagine che poco mi soddisfaceva.

Quel bagno era decisamente enorme, tutto rigorosamente bianco, con inserti in oro e crema, che brillavano alla lieve luce che lo illuminava. Era, insomma, come il resto della camera, molto romantico.

C'era una vasca da bagno enorme soffici tappeti sul pavimento di piastrelle e, perfino un vaso di rose rosse, appoggiato sul borda della vasca infondo, che lascava cadere, ogni tanto, qualche lieve petalo dei magnifici fiori che conteneva.

Mi avvicinai, le rose erano i miei fiori preferiti.

Ne presi e me la misi tra i capelli, come facevo da bambina. 

Sentii bussare abbastanza energicamente alla porta  ed uscii velocemente dal bagno, dal bagno, scordandomi anche di riprendere l'altra maglietta, che avevo lasciato su un ripiano e di togliermi la rosa rossa che avevo ancora tra i capelli.

-Maaaaaarillyn! Puoi andare tu?-

Prevedibilmente, la voce del mio migliore amico, mi chiese una cosa che avevo gia' fatto.

-Sto andando, sei proprio un…-

Michael, non seppe, pero' cosa fosse, perche, quando aprii la porta mi  morirono le parole in gola e le mi gote si surriscaldarono dall'imbarazzo.

John, che evidentemente svolgeva anche funzione di cameriere, aveva le mani appoggiate sul carrello che trasportava la nostra cena, e mi fissava con sguardo inebetito.

-Maaaaaar? Ma sei morta?-

La voce ironica di Mike risuono' nel silenzio assoluto che si era creato tra di noi.

-Maaar?-

Avvertii i suoi passi scendere le scale e mi voltai, incrociando uno sguardo strano, leggermene arrabbiato.

Arrossi' anche lui.

-L-la cena signori.-

Con voce balbuziente, John cerco' di recuperare un po' di dignita', mentre continuava a lanciare occhiate curiose e indagatrici da me a Mike, alle mie gambe.

Terribilmente imbarazzata, staccai la mia mano dalla porta alla quale ero rimasta disperata mente aggrappata finora e iniziai ad attorcigliarmi nervosamente i capelli.

In un movimento incontrollato, sfiorai i morbidi petali del fiore che avevo lasciato li' e me lo tolsi velocemente, tenendolo saldamente in mano.

-G.grazie p-puoi andare.- balbettai anche io, tirando dentro il carrello e chiudendo la porta in faccia al biondino, senza nemmeno dargli la mancia.

Respirai rumorosamente e misi il fiore sul carrello, avvertendo l'occhiata di Mike sulla mia schiena.

Mi voltai verso di lui.

-Perche' ti sei tolta la rosa?- domanda piuttosto strana.

"Non lo so!"

-Beh, ecco... non volevo che quel tizio si facesse idee sbagliate.-

Lui sospiro' lievemente e poi si avvicino' a me, che iniziai a tremare.

Avvicino' le sue lunghe dita al fiore che avevo appoggiato sul carrello e lo fisso', sfiorando, credo intenzionalmente, la mia mano. 

Avvertii una scossa.

-Ti importa cosi' tanto di cosa pensa quel tizio?-

Io, che avevo concentrato come lui lo sguardo sul fiore e sulle nostre mani vicine, mi voltai a guardare il suo profilo delicato, lievemente sorpresa da quella domanda.

-No…-

Segno' la mia condanna a morte guardandomi negli occhi, studiando attentamente l'espressione sul mio viso.

-Non hai notato come… come ti guarda?-

-No.-

"Bugia!"

 

-Bugia!- incredibile, sapeva anche leggere nel pensiero ora? Accidenti a lui e alla sua dannata abilita' nel leggere le espressioni facciali.

-Ti piace?- chiese infine, quasi timoroso.

-No.-

"Sembro un disco rotto."

-Ti sei impallata?- 

-No.-

"Appunto."

Mi morsi il labbro, imbarazzata, sorrisi leggermente e alzai gli occhi al soffitto.

Anche lui sorrise lievemente e poi allontano' la sua mano dalla mia e torno' a guardare nuovamente il vassoio, sollevando, con attenzione, i lucidi coperchi d'acciaio.

-Beh tu piaci a lui comunque.- disse continuando a guardare interessato il roas-beef ed alzando un sopracciglio nero.

Aprii la bocca per rispondere ma lui mi blocco' tornando a guardarmi sorridendo.

-Evita, so' gia' cosa risponderai: l'hai detto quattro volte nell'ultimo minuto.

Sorrisi anche io, mio malgrado, mentre lui con uno scatto prendeva i vassoi ed alcuni piatti e iniziava a salire le scale.

-Michael?-

-Uhm?-

-Emm, dove vai?-

 

-Mangiamo di sopra. Ti va bene, vero?-

-Si, certo.-

-Beh facciamo progressi.-

Con questa ultima nota ironica ricomincio' a salire le scale.

Io lo raggiunsi poco dopo, portando tra le braccia posate, bicchieri, bevande e tovaglioli.

Tutto quell'ambaradan, era tremendamente pericolante, cosi' mi venne in aiuto, lasciandomi solo i tovaglioli e le posate.

Presto' molta attenzione a prendere solo gli oggetti tra le mie braccia, senza sfiorare, nemmeno lontanamente, la mia pelle.

Si sedette a terra e sistemo' le cose su un tappetino preparato per quell'occasione.

Amavamo entrambi mangiare sul pavimento, lo facevamo spesso fin da piccoli.

Mi abbassai a terra e mi inginocchiai sul cuscino a me riservato, chinandomi per sistemargli le posate ed il tovagliolo.

Improvvisamente lo guardai, non ricambiata:

-Michael... va tutto bene?-

-Si, si.-

Iniziammo a mangiare, in completo silenzio, stranamente.

Era tutto buonissimo e, di "vegetale" aveva solo ordinato un'insalata per contorno: aveva rinunciato alla sua dieta per me

Questo fatto mi fece sentire stranamente in colpa e mi mise addosso un'irrazionale fretta di parlare, per rompere quel silenzio imbarazzante, cosi' insolito tra noi.

-Hai rinunciato ad ordinare roba da conigli, vedo!-

-Eh gia'.-

 

"Loquace il ragazzo, questa sera."

Ma io non mi arrendevo facilmente, cosi' tornai all'attacco.

-Cosa volevano alla conferenza di stamattina, comunque. Licenziarti?-

Tentai un approccio scherzoso, che evidentemente funziono' perche' nonostante dovetti subire l'assordante tintinnio delle posate per un altro minuto, poi finalmente si degno' di incrociare il mio sguardo e rise lievemente.

-No, tutto il contrario. Hanno detto che secondo loro e' arrivato il momento di fare un nuovo album.-

-E…?-

-Ed io sono d'accordo. Iniziero' le registrazioni a novembre.-

Annuii lievemente e attaccai il resto del mio delizioso roas-beef.

-Scusa ma non c'eri anche tu alla conferenza? Non hai sentito?-

Ingoiai un boccone e poi mi giustificai:

 

-Si ma non e' che abbia seguito molto.- ammisi mentre prendevo un sorso d'acqua. 

Notai il suo sguardo interrogativo e continuai:

-Mi avevi gia' parlato del nuovo CD, ma non avevo capito che fosse una cosa cosi' imminente. Quindi ci sara' anche il tour?-

-Credo di si, molto dipende dalle vendite…- rispose spiccio.

- Mar, ma hai sentito almeno una parola di quello che ho detto alla conferenza?- 

-Non molto. Sinceramente stavo chiacchierando con un tizio simpatico che era li'.- dissi candidamente, portandomi la forchetta alla bocca.

Lui mollo' improvvisamente la sua ed il suo coltello, facendo un rumore un po' piu' forte, che mi fece lievemente sobbalzare.

Mi guardo': sembrava arrabbiato.

-Cioe', tu hai chiacchierato per tutto il tempo con un tipo sconosciuto invece di ascoltare quello che io dicevo. Credevo di essere il tuo migliore amico Mar.-

-Ma lo sei.- dissi stancamente -solo che non mi annoiavo, sai dopo tre, e dico tre, ore di conferenza... E poi, sai come la penso su quegli avvoltoi… Quindi, meno li sento meglio e'!-

-Ma non dovevi ascoltare loro, dovevi ascoltare me.-

Si alzo' con uno scatto dal pavimento e scese velocemente di sotto, senza degnarmi piu' di uno sguardo.

Rimasi spiazzata da quella reazione eccessiva, ma poi lo seguii.

Scesi di sotto e lo vidi di spalle, mentre guardava triste i grattacieli di Manhattan.

Ero un arrabbiata per il suo leggero egoismo, ma mi sentivo uno schifo lo stesso.

Si comportava cosi' perche' in realta' era come un bambino molto solo.

Presi fiato un momento e mi avvicinai a lui, abbracciandolo di spalle, affondando la mia testa sul suo collo.

-Scusa.-

La mia voce era ovattata dal cotone della sua maglietta, ma lui la sentii.

Si volto' e mi abbraccio', accarezzandomi i capelli.

-No, scusa tu. Ma a volte credo che mi farai impazzire.-

Alzai lo sguardo ad incontrare quello di lui e sorrisi: 

-Piu' di cosi'!-

Rise lievemente, stringendomi ancora e portando il suo viso nell'incavo del mio collo. 

-Si puo' sapere comunque, chi era quel tizio.-

Eccolo di nuovo, il bambino geloso a cui avevano cercato di rubare il suo giocattolo preferito.

-Ma non lo so, uno, mi sembra si chiamasse Tim, abbiamo parlato un po', ci siamo scambiati i numeri e…-

-Gli hai dato il tuo numero?- 

Si allontano' di scatto, fissandomi incredulo.

-Si Mike. Ho dato il mio numero ad un ragazzo, non ho ancora ucciso nessuno!- adesso ero io ad essere irritata. Non ero una bambina e nemmeno la sua ragazza.

-Tu proprio non capisci.- sciolse completamente l'abbraccio, facendomi provare una lieve sensazione di freddo, e si allontano' da me per sedersi poi sul divano.

Alzai gli occhi al cielo e lo seguii.

-Non capisco cosa?-

-Mar, potrebbe essere un malintenzionato, un maniaco, un pazzo…-

-Si, un assassino, un mafioso no? Te l'ho mai detto che sei apocalittico?-

-E io te l'ho mai detto che sei terribilmente ingenua?-

-IO?- esclamai alludendo alla sua incredibile ingenuita'- 

Lui mi osservo': ero seduta sul divano, appoggiata al bracciolo di fronte a lui, con le gambe leggermente piegate, gli occhi spalancati e la mano destra portata verso il petto.

Scoppio' a ridere ed io anche, liberandomi.

-Vi rivedrete?- era serio.

-Non credo.-

Mi sorrise nuovamente, rasserenato ed io pensai di prenderlo un po' in giro.

Mi avvicinai a lui e mettendo le mie labbra sul suo orecchio sinistro sussurrai dolcemente: 

-Sei geloso?-

Lui arrossi tantissimo ed evito' la mia domanda:

-Non voglio che qualcuno ti faccia del male.-

"Non hai risposto pero'!" ancora una volta tacqui il mio pensiero, sorvolando.

-L'importante e' che non me ne faccia tu.-

Ora ero seria anche io e lui lo capi'.

Mi strinse e rimasi ad ascoltare il ritmo del suo cuore, chiudendo gli occhi come una bambina.

Dopo un tempo indefinito, mi riscosse:

-E' tardi, Mar, andiamo a letto.- Si alzo' dal divano e mi aiuto' a sollevarmi poi mi chiese, con quello sguardo da bambino irresistibile: -Dormi con me?-

A quel punto, la risposta fu ovvia: -Si.- dissi sicura, fregandomene di cosa poteva pensare la gente.

Mi sorrise, grato e salimmo di sopra.

Ci infilammo sotto le coperte, in quel letto enorme:

-Buonanotte Mike.-

-Buonanotte Mar, ti voglio bene!-

-Anche io.-

Gli stampai un bacino sulla guancia e poi ci girammo, uno da una parte, uno dall'altra, schiena contro schiena e cullata dal suo respiro regolare, finalmente mi addormentai. 

 

 

 

                                                                                                 

 

 

 Angolo dell'autrice

Scusate, non sono riuscita a diminuire la mole di dettagli che il mio cervellino malato continua a fornirmi e ho creato un'altro capitiolone. So che questo e' ancora piu' grande del precedente e mi dispiace tanto. Avevo pensato di spezzarlo, ma volevo far vedere quest situazioni dal punto di vista di Mar e non volevo che diventasse troppo frammentario (direi che ci sono riuscita XD! E' tutto tranne che frammentario.).
Vabbe' comunque... =) Mi scuso gia' in anticipo per eventuali errori, ed ora le recensioni.
stefymj: tesorooooo, te l'ho mai detto che sei dolcissima? Grazie per i tuoi complimenti, mi fai arrossire.... Comunque, se davvero ti piacciono i capitoli lunghi, questo dovrebbe soddisfarti, sempre che non sia troppo lungo anche per te XD. Fammi sapere mi raccomando! Thanks =)
ThePirateSDaughter: ecco un'altra amante dei capitoloni (e dei giochi di parole XD). Grazie anche a te per tutti i complimenti e per avermi segnalato gli errori dello scorso capitolo (che non ho ancora corretto! XD). Sei stata molto gentile, sto pensando seriamente di eleggerti a CUDSA (correttrice ufficiale delle storie di Abby), un titolo mooooooltooo prestigioso XD, tra un po' faranno anche le spillette (hai presente Hermione e il CREPA? Io sono peggio XD!). Comunque, seriamente, thanks a lot =D.
takara: ecco una new entry XD. Benvenuta nel mio mondo di follia! Spero non ti sia spaventata per questa "quaresima" che ho scritto e che riuscirai a leggerla e a commentarla. Comunque sono contenta che Mar ti stia simpatica (ricambio =) nd Mar) e grazie mille anche a te per i tuoi complimenti. Grazie, grazie =)
MaryTerryJackson: carissimaaaaaaaa, ecco il capitolONE nuovo... Che ne pensi? Beh, come vedi qui Mar e Michael sono ancora un po' "inguaiati", quindi... si, per i bambini mi sa che ti tocchera' aspettare un bel po' (sai sono un po' tardoni! XD) (Hei! nd Mar e Michael indignati).. Vabbe' i capitoli lunghi mi fondono i pochi neuroni che mi sono rimasti quindi ti saluto. Kiss&Thanks!
Love Girl: tesoroooooooooooooo! si per ora sono abbastanza veloce ad aggiornare perche' comunque riprendo semplicemente i vecchi capitoli e li arricchisco (anche troppo XD!), invento ben poco, per ora. Comunque, non sei l'unica che scrive molto, come puoi vedere, e spero vivamente che non sia tu ad addormentarti, leggendo questo capitolone. Mi e' venuto luuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuungo luuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuungo!
Vedi che Mike e' davvero un "Smooth Criminal", ha rubato la spazzola a Mar che, invece, e' un po' piu' goffa (povera!). Ah, approposito degli spropositi ti ricordi di Tim? Mi sa che tu e Michael, dovrete aggiungerlo alla vostra "lista nera"! Vabbe' ora vado! Grazie anche a te per i tuoi complimenti. Un bacione!

Be', finalmente chiudo questa quaresima XD, andate in pace
Kiss
Abby 94

 

 

 

 

 

 

 

 

 

      

      

 

 

  

  

 

 

 

 

              

 

 

  
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