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Autore: Bitter_sweet    03/07/2010    7 recensioni
Una notte, una camminata silenziosa, attenta, ed un mandarino.
Tre cose che possono portare ad una conversazione un po' strana.
Dedicata al compleanno della Navigatrice.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Orange Tangerine

I personaggi di One Piece non mi appartengono, purtroppo.

 

 

Orange Tangerine

 

L’aria sembra irrespirabile. Come se tutto d’un tratto un velo fosse sceso, un velo impenetrabile ed oscuro -impossibile da squarciare-, sulla Sunny.

Fugge in cucina nella muta oscurità, richiude con lentezza calcolata la porta massiccia. Sta attenta a tutto Nami, calcola con fredda e spietata -quasi maniacale- attenzione ogni più piccolo dettaglio, come un killer sta attento a tutto, studia ogni più piccola sfumatura, prepara un piano, una scaletta, una bugia per ogni eventuale intromissione, per ogni minimo errore. Non accende la lampada -nessuno deve sapere-.

Cammina lenta, leggera come una piuma. Nessun rumore interrompe il buio -un silenzio irreale che la culla in un mondo onirico-, neppure il suo respiro emette rumore.

Beve una generosa sorsata d’acqua. Si bagna il viso sudato, mantiene i capelli corti e rossi -un rosso sanguigno, rossi come il sangue - raccolti in una piccola coda alta. A ritroso percorre quella via che l’ha condotta lì, ripercorre ogni suo meccanico gesto, dall’essere silenziosa nella sua camminata, all’esser attenta nel non far cigolare quella porta pesante in legno.

Una folata di fresco vento le solletica il viso, le scompiglia i capelli ribelli non trattenuti dalla coda, le asciuga il viso. Respira piano, concentrando la respirazione in un ritmico alzarsi ed abbassarsi del petto stretto in una maglia scura. Scioglie i capelli legando il sottile elastico sul polso sinistro, lo copre con le lunghe maniche nere della leggera maglia che indossa.

A due a due percorre i piccoli scalini che la separano dai suoi agrumeti.

Un sorriso appena accennato le delinea le labbra alla vista di quelle tre maestose piante. Le foglie verdi, come il colore della speranza -un verde quasi abbagliante da quanto è intenso-, l’arancione dei piccoli frutti spicca tra esso, e la mente vola in un’altra dimensione, in un altro luogo, in un altro tempo -quando ancora il sangue non aveva macchiato le sue vesti, imbrattato le sue mani-.

Accuratamente sceglie un frutto. È lì, tentatore in tutta la sua maestosa forma -come la mela di Adamo ed Eva-, la stuzzica con la sua perfetta forma rotonda, ingannandola per un breve attimo.

“Ladra.” Sussulta appena Nami mentre il frutto le viene sottratto dalle mani. Il colpevole comincia a sbucciarlo facendo colare un po’ di succo lungo le mani, poi gliene porge uno spicchio.

La rossa lo assapora con lentezza, chiude gli occhi giusto il tempo che finisca quel breve attimo di paradiso, poi li riapre sulla figura torreggiante dello spadaccino che silenzioso le porge l’ennesimo spicchio.

“Devo forse ricordarti che i mandarini sono miei?” Lo stuzzica appena, un sorriso ad incresparle le labbra mentre porta alle labbra lo spicchio.

Roronoa sbuffa scuotendo appena il capo. “E di grazia, se sono tuoi, perché tutta questa farsa?”

“E tu…” Sorpresa la rossa si blocca, stupita e leggermente sgomenta vede il ghigno sul viso di Roronoa accentuarsi e la prima cosa che le passa per la testa è che è impossibile. “Credevo stessi dormendo.”

“Credevo avessi capito che dormo con un occhio aperto.” Rispose semplice lui portando uno spicchio alle proprie labbra prima di passarne un altro a Nami al suo fianco.

“Sì certo…” Alza lo sguardo al cielo stellato, sul viso un’espressione canzonatoria.

Roronoa scosse ancora il capo ingoiando l’ultimo mandarino per poi gettare le scorze fuori bordo. Si appoggiò al parapetto di schiena posando le braccia lungo il corrimano e rimase a fissare la rossa per qualche istante. Il viso pensieroso, le sopracciglia contratte lievemente. Un’espressione leggermente corrucciata, come di chi sta pensando intensamente a qualcosa.

“Che c’è?” Glielo chiese inclinando il capo appena verso destra. I capelli rossi sciolti si mossero seguendo il movimento di lei.

Lo spadaccino parve riscuotersi e scosse il capo. “Stavo solo pensando.” Borbotta infine rivolgendo il viso verso un’altra direzione, come se rifiutasse l’idea di incrociare ancora il volto di Nami.

“E a cosa di preciso?” Gli si avvicina fino a lasciare solo una manciata di passi tra loro due.

“Nulla, strega.”

“Zotico.”

“Ladra.”

“Quei mandarini sono miei.”

“Ladra e bugiarda.”

“Non so come io abbia fatto a sposarti.” Scosse il capo esasperata mentre sul volto di Roronoa andava a delinearsi un sorrisetto tutto da prendere a schiaffi.

Roronoa allungò lentamente un braccio fino a sfiorare con un dito la guancia di lei che riportò, a quel contatto, gli occhi sulla figura appoggiata al parapetto. Silenziosamente Nami accorcia la distanza fino a renderla nulla, posandosi contro il petto dello spadaccino che lentamente le passa un carezza sui capelli.

“A cosa pensavi prima?” Lo chiede con calma senza staccarsi da lui, gustandosi quella lieve carezza, gli occhi chiusi e la notte a circondarli.

“Pensavo…” La mano si ferma per un istante, poi riprende il lento movimento ipnotizzante, come il cullare delle onde che sbattono contro lo scafo. “Pensavo che se continui a mangiare diventerai una balena.” Il ghigno torna a delineare le labbra di Zoro ed un pugno, lieve, si abbatte sul petto dello spadaccino procurando solo una risata nel cuore della notte.

“Un animale, ecco chi ho sposato.” Imbronciata Nami si stringe di più nel mezzo abbraccio dello spadaccino. Struscia la fronte sul cotone della maglietta bianca sbuffando lievemente.

“Direi che quello messo peggio sono io.” Risponde canzonatorio Roronoa bloccando completamente la mano solo per poter avvolgere la rossa in un abbraccio. “Da strega a mongolfiera.”

Un mugugno si leva attutito dalla maglia di lui.

“Zoro…” Appena percettibile è il richiamo, tanto che Zoro è costretto a chinare il capo.

“Cosa?”

“Niente…” Scuote il capo mentre un sospiro sfugge allo spadaccino che allontana leggermente Nami per poterla guardare in volto.

La scruta per qualche istante, concentrato e lievemente corrucciato.

“Non pensare nemmeno per un momento che non sia contento.” La riprende bonariamente mentre Nami scuote il capo, un lieve sorriso dipinto sul volto.

Capirsi con un solo cenno è la loro specialità. Le parole inutili perdite per loro, un solo sguardo, un’unica parola è quello che basta perché si capiscano.

Nami torna a posarsi contro Zoro mentre il cielo lentamente si colora di rosa. L’alba si avvicina annunciando un nuovo giorno, cogliendoli abbracciati sul ponte della nave, un gesto intimo e raro, non stucchevole.

“Nami..” Un sussurro le arriva alle orecchie ed il fiato caldo di Zoro, a contatto con la sua pelle, le fa fremere. “Buon compleanno.”

Sorride Nami, sorride abbandonandosi ad occhi chiusi sul suo torace, ascoltando i battiti calmi e lenti del suo cuore.

 

 

 

Angolino dell’autrice:

 

Allora, ff senza alcuna pretesa, nata per il compleanno della nostra strozzina/navigatrice/cartografa/ladra preferita.

Sinceramente la storia era nata per tutt’altro, ma poi sistema, riscrivi, cambia ed ecco qua la mia cavolata del giorno, in tutti i casi spero sia di gradimento e che strappi un sorriso a qualcuno!

 

Auguri Nami!!!!!!!!!!!!

 

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