This
is a day like many others.
Quando
aprì gli occhi ebbe il presentimento che qualcosa non
andasse, ma non ci diede troppo peso, probabilmente era colpa
dell’allenamento speciale a cui il
maestro Gai aveva deciso di sottoporlo.
In
fretta si vestì e uscì dalla sua stanza. Nel
lungo corridoio che collegava le camere da letto al resto della casa
incontrò Hanabi.
Come
suo solito le fece un rispettoso inchino e lei, dopo averlo squadrato
da capo a piedi gli sorrise; fece uno di quei suoi rari e strani
sorrisi che, solitamente, non preannunciavano niente di buono.
“Pubertà”
pensò tra sé e sé Neji entrando in
cucina.
Iniziò
a sospettare qualcosa quando suo zio, il suo scostante e gelido zio,
gli diede una pacca giuliva sulla spalla rischiando di fargli perdere
l’equilibrio.
L’uomo
fece per dirgli qualcosa, ma un’occhiataccia della figlia lo
fece desistere.
Hinata,
seduta al tavolo della cucina, impegnata a trangugiare una ciotola di
cereali, aveva alzato i suoi occhioni perlacei incontrando quelli del
padre e, incredibile a dirsi, l’aveva zittito!
Hyashi
Hyuuga si era dileguato con la scusa di avere importanti faccende che
lo aspettavano e, dopo aver scambiato un’occhiata complice
con la primogenita era uscito dalla cucina, ben intenzionato a non
farci più ritorno.
Hinata
aveva finito di fare colazione, si era alzata, aveva messo la tazza nel
lavello, l’aveva lavata e riposta nell’apposito
scaffale, mentre Neji, ancora sulla soglia della porta, non riusciva a
capacitarsi di quello che era successo.
-Qualcosa
non va Neji-kun?- gli aveva chiesto alla fine, dopo aver aspettato per
svariati minuti che desse segni di vita.
Il
ragazzo si riprese dal suo torpore e borbottò un sì
a mezza voce, poi, senza neanche fare colazione,
salutò la cugina e lasciò villa Hyuuga.
Mentre
percorreva una delle strade principali di Konoha, diretto al campo
d’allenamento del Team Gai incontrò Sakura e
Naruto. I due lo salutarono e, prima che il biondo potesse aprire bocca
e dire qualcosa di compromettente, la rosa gli assestò un
pugno in testa e lo trascinò via sotto lo sguardo
basito dello Hyuuga.
Una
volta arrivato al campo d’allenamento Rock Lee e il maestro
Gai gli corsero in contro pronti a iniziare un’altra
eccitante e giovanile giornata
d’allenamento.
Gai,
la bestia verde di Konoha, si avvicinò di soppiatto
all’allievo e con fare subdolo cacciò, da
chissà dove, un oggetto che fece gelare il sangue allo
Hyuuga.
Iniziò
a sventolarglielo davanti al naso, elogiandone i vantaggi e i
confort, ma Neji fu categorico: non aveva, mai aveva avuto e mai
avrà intenzione di indossare quella tuta verde, per quanto
traspirante e comoda essa fosse.
Ma
l’uomo non desistette e anche Lee iniziò a fargli
pressione.
"In
fin dei conti", pensò, "ucciderli e
diventare un nukenin non era una prospettiva tanto orribile e poi,
magari, il consiglio degli anziani avrebbe capito, era stato per
legittima difesa."
-Dove
è Tenten?- chiese a un tratto, sviando
l’attenzione dei due sopracciglioni.
I
due si scambiarono un’occhiata complice, diventando
improvvisamente seri.
-Aveva
da fare! Cose importanti!- risposero in coro esibendo uno dei loro
sorrisi che accecò Neji.
-Okey.-
borbottò mettendosi in posizione d’attacco. Meglio
iniziare subito l’allenamento, prima che quei due
ricominciassero ad assillarlo con quella mostruosità verde e
lui si vedesse costretto a ucciderli per
salvaguardare la sua integrità morale e la sua
dignità.
L’allenamento
andò avanti per tutta la mattinata e terminò a
pomeriggio inoltrato.
Neji
raccolse i suoi kunai e le altre armi ninja, le ripose nella borsa e
fece per avviarsi verso casa.
-Aspetta.-
lo chiamò Lee –Ti accompagniamo.-
Lo
Hyuuga li fissò sorpreso, solitamente si trattenevano fino a
tardi per allenarsi in pratiche assurde e inumane.
-No.-
disse burbero dandogli le spalle.
-Orsù
Neji, lascia che il tuo maestro e il tuo compagno di squadra di
accompagnino a casa, sai, si sta facendo tardi e ci sono tanti
malintenzionati in giro.- Gai tirò su le sopracciglia e lo
fece rabbrividire.
Ancora
scioccato non riuscì a opporre resistenza e le due bestie
verdi ebbero la meglio.
Percorsero
in fretta la strada che portava a villa Hyuuga e quando furono davanti
al suo cancello Neji rimase fermo in attesa che i due si congedassero.
Passarono i minuto e i due non si mossero.
Alla
fine fu lo Hyuuga a dover prendere parola e dire che si stava facendo
tardi e che doveva rientrare altrimenti lo zio avrebbe dato di matto.
-In
verità.- esordì Gai – E’ da
un po’che non vedo tuo zio e vorrei fargli un saluto.-
Strano,
c’era qualcosa di strano. Era tutto il giorno che
ci pensava ed era giunto alla conclusione che c’era qualcosa
che non andava. C’erano troppe cose che non andavano! Tanto
per dirne una, era vero che quei due si comportavano in modo strano, ma
stavano decisamente esagerando.
Non
riusciva a impedirsi di pensarci, quello era un giorno come gli altri,
eppure c’era qualcosa che non andava.
Entrarono
tutti e tre nella villa che era vuota, silenziosa e buio, cosa
insolita, ma non così strano. Infatti era ormai da tempo che
suo zio si lamentava per le bollette della luce esageratamente
dispendiose.
Percorsero
lo stesso corridoio in cui quella mattina Neji aveva incontrato Hanabi.
Un brusio, proveniente dalla cucina attirò la loro
attenzione. Si avvicinarono di soppiatto, Neji impugnò un
kunai, pronto a dar battaglia. No, c’era
decisamente qualcosa di strano.
Il
brusio cessò, mentre loro irrompevano nella camera.
La
luce si accese e un sonoro “sorpresa” lo
fece sussultare.
I
suoi amici, suo zio e le sue cugine lo guardavano sorridenti. Le pareti
erano addobbate a festa e una torta enorme dava bella mostra di
sé sul tavolo, circondata da altre schifezze, tra cui
patatine, pop corn e generi simili.
Tenten
gli si accostò, i capelli castani lasciati liberi dai due
chignon e gli occhi nocciola incorniciati da un leggero strato di
matita nera.
-Buon
compleanno Neji-kun- trillò sorridendogli, per poi mettergli
le braccia al collo e baciarlo a fior di labbra.
Il
ragazzo la guardò stralunato e lei si infervorò.
-Te
ne eri dimenticato?!- gli chiese assottigliando gli occhi.
-No,
avevo una strana sensazione.-
Angolo Autore:
allora, che ne dite? Lo so,
è orribile e insensata, ma non potevo non scrivere qualcosa
per il compleanno di Neji-kun >^<
Oddio, anche a me spesso capita di
dimenticare il giorno del mio compleanno, noi persone impegnate certe
volte non abbiamo proprio la testa xD
Che dite, me lo lasciate un commentino?
*_______*
Risposte alle recensioni di
“Insonnia”:
Vaius: allora, esordisco con il ringraziarti
per la recensione e l’informarti che l’Ortotteto si
è dileguato misteriosamente. Sì,
da un fiorellino come Ino non ce lo si aspetta, ma come tu stessa hai
detto, il suo nome significa cinghiale, quindi non può non
russare xD Per quanto riguarda Shikamaru, beh, qualche sacrificio per
amore bisogna farlo e poi lui riesce a dormire sempre e comunque xD
Lotti: beh, a quale donna essere paragonata a
una tromba fa piacere? Noi vogliamo sentirci alla strenua di fiori,
farfalle zucchero ecc xD Beh, sì, dormire con una cicala che
canta nel silenzio più totale è decisamente
un’impresa titanica :D
Sarhita: **mi fa molto piacere che la fic ti sia
piaciuta nonostante non sia il tuo genere xD scriverò presto
qualcosa di drammatico, non temere *^* Spero che ti sia piaciuta anche
questa, anche se è decisamente deficiente
ù___ù
Mokochan: ohhh! SHEE ** lo so che tu sei una
mosca nera incallita, quindi sono rimasta molto sorpresa di ricevere
una tua recensione ** Hai ragione, il bianco non mi dona, meglio il
nero, snellisce anche xD No, io sono un moscone indeciso, diciamo che
cambio colore come i camaleonti xD
Detto questori saluto e ricordate di
lasciare un commentino *_________*