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Autore: Ulissae    04/07/2010    5 recensioni
Fanfiction partecipate all'iniziativa "2010. a year togheter" indetta dal C.o.S.
Perché cantava?
Oh, dio santissimo, perché?
Era così stonata, il corpo sembrava non riconoscere la sua voce, tanto era bello e aggraziato.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James, Laurent, Victoria
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sproloqui: oh, dopo un po' ritorno (: sembrava che vi foste liberati, eh?
Coppia, anzi triangolo, insolito. James, Laurent, Victoria. Detesto Victoria, mi sta sulle palle .-." L'ho sempre vista come una baldracca ù.ù" Al contrario, da mente malata quale sono, ho sempre visto del <3 tra Loaurent e James.
Sì, avete capito bene. La storia che qui segue avrà un leggero accenno a una coppia uomoxuomo. Come al solito, la X è lassù in alto.
Nonostante questo, non è una storia incentrata su di loro, bensì sulla fine di un duetto e l'inizio di un trio. Non so bene come spiegarvela... godetevela (:
Lascio qui delle note:
-ambientata negli anni '60 a Londra. La musica che sentite è Victoria; vi consiglio di sentirla mentre leggete, la storia è stata immaginata con questo sottofondo :)
-Gli scarafaggi a cui fa riferimento James sono i Beatles (Beatles= scarafaggi, in inglese).
-Il rock'n' roll non era ben visto e veniva sentito in segreto.
-La fanfiction partecipa all'iniziativa 2010: a year togheter indetta dal Collection of starlight, con il prompt 116. « Dovresti smetterla di cantare ogni volta che stai male. »
Buona lettura!



Victoria was my queen.
And where is my king?

Long ago life was clean
Sex was bad and obscene
[tempo fa la vita era pulita
il sesso era malvagio e osceno]


Nel piccolo pub nel quartiere di Camden Town la musica usciva come soffusa; la gente chiusa nei locali sembrava voler serbare quel piccolo miracolo al gusto di chitarra e batteria tra i tavoli unti e le sedie sfondate, dove il sapore della birra aveva adunato tutti.
La gente scalpitava, tutti quei giovani dagli occhi gonfi di marijuana e la bocca impastata di alcool non vedevano l'ora.
Sembrava che tutto potesse cambiare, che tutto avrebbe avuto un altro senso.

And the rich were so mean
Stately homes for the Lords
Croquet lawns, village greens

[E il ricco era così significativo
i Lord avevano case dello stato,
prati da croquet e verdi villaggi]


I capelli lunghi non facevano riconoscere uomini e donne, solo quelle barbe incolte, private del vecchio e adorabile taglio preciso, rendevano i Jhonny diversi dalle Jenny.
C'era altro verde a riempire le loro sigarette, altri odori a stuzzicare le loro narici.
E James, seduto scompostamente a un tavolino in penombra, lo sapeva. Annusando con grazia l'aria, faceva sì che il suo naso raffinato cogliesse tutto.
Sesso.
Droga.
Rock'n'roll.
Tutto. Lo voleva. E lo avrebbe avuto.

Victoria was my queen
Victoria, Victoria, Victoria, 'toria
[Victoria era la mia regina]
Fanculo alla regina, urlavano tutti.
Noi vogliamo il rock'n'roll.
Musica proibita, quella. Delle radio lassù sul mare di nessuno.
Musica. Musica. Musica.
Libertà.
Laurent non sapeva bene cosa volesse il suo compagno di viaggio, ma quella situazione gli piaceva.
Gli piacevano i giovani accanto a lui, la loro carne fresca e profumata; gli piaceva quella luce sommessa del pub, la musica a tutto volume dalle radio illegali; gli piaceva quell'umanità che si agitava e contorceva al ritmo del beat.

I was born, lucky me
In a land that I love
[io sono nato, fortunato me,
in una terra che amo]
La ragazza accanto loro era così sballata che non ricordava i loro nomi. Per James e Laurent non era importante: non chiedevano certo che la cena si ricordasse come si chiamavano.
Li divertiva molto, con il suo strano accento del sud, gli occhi che non stavano aperti e la testa ciondolante. E quella sua voglia di baciarli. Li riempiva di baci, sì. Ovunque.
Sulle labbra sottili di James, sul petto olivastro di Laurent, sugli addominali chiari del biondo, tra i capelli neri e crespi dell'altro. Sembrava volerli mangiare e quasi non si accorse quando questi, divertiti, si mangiarono lei.

Though I am poor, I am free
When I grow I shall fight
For this land I shall die
 [Nonostante io sia povero, sono libero,
quando crescerò combatterò,
per questa terra io morirò]


Si divertivano così, semplicemente prendendo vite. Stando insieme, andando dove volevano, privi di ogni legame.
Non si ricordavano neanche loro il loro primo incontro. Forse in un bosco, forse in una città, forse in un bordello.
Non gli importava neanche ricordarlo.
«Mi piace» disse sommessamente James, ridendo sotto i baffi e posando la ragazza sul tavolo. Il corpo morto, così riversato, sembrava dormire.
Laurent l'osservò per un po', poi rise a gran voce e gli batté una pacca sulla spalla.
«Che gli scarafaggi l'abbiano in pace» scherzò James, allungandosi e fermandolo per un polso.
Il moro lo fulminò, ma solo per un attimo, poi, nuovamente, le risate sommersero il suo viso, trasformandolo in una maschera di allegria.
Le labbra ancora sporche di sangue lo raggiunsero e gli tolsero il fiato. Perché quel dannato cacciatore lo faceva sempre preda?
Perché lo prendeva sempre alla sprovvista?
Perché non riusciva a resistere al suo ghigno strafottente?
Doveva combattere, no?
Si staccò e lo guardò, ancora ridacchiando.
No. Non avrebbe affatto dovuto.

Land of hope and gloria
Land of my Victoria
 [Terra di speranza e gloria
Terra della mia Victoria]

Stavano bene così, loro due.
Laurent aveva avuto molti compagni ma tutti, prima o poi, si erano allontanati o avevano deciso di trovare un altro gruppo con il quale muoversi.
C'erano le invidie, la rabbia, la noia; invece con James era diverso: aveva quello strano vizio che divertiva Laurent e faceva passare il tedio.
E poi, doveva essere sincero, quando cacciava senza maglietta James era il miglior dono che il Regno Inglese avesse mai donato al mondo.
Era tutto perfetto, e Laurent ne era convinto.
Tutto perfetto fino a quella sera.
Fino a quando non avvertì quelle note stonate provenire dall'altra parte del locale, le risate sguaiate delle donne, la radio innalzata come oggetto di culto.
James fu come colpito in faccia da uno schiaffo potente: girò la testa di scatto, gli occhi si scurirono, nonostante la caccia appena effettuata, e quella strana e unica espressione comparve sul suo volto.
Era iniziata.
Caccia Grande.
Laurent sorrise tra sé, divertito da tutto ciò e seguì il suo sguardo.
Rosso. Vide così tanto rosso ondeggiare libero al suono della musica.
Le braccia libere, incuranti del tempo londinese, si muovevano sensualmente, mentre le mani, di un colore così pallido da sembrare di una bambola, disegnavano figure invisibili, e il viso libero, senza trucco, con le leggere lentiggini a tingerlo di rosa.
«Victoria» stava cantando, e tutti con lei.
«Victoria!» e lo ripeteva.
Poté notare quelle perle trasparenti che scendevano dai suoi occhi azzurri.
Piangeva.
Laurent notò solo questo: che piangeva.
Mentre James a grandi falcate percorreva la stanza e sembrava sempre più tronfio del suo odore, Laurent rimase lì, a guardarla ridere mentre piangeva.
Perché cantava?
Oh, dio santissimo, perché?
Era così stonata, il corpo sembrava non riconoscere la sua voce, tanto era bello e aggraziato.
Le amiche battevano le mani, scandendole il ritmo, poi lei, urlando un insulto verso il mondo, si alzò la camicetta.
James poté notare solo i seni così piccoli e ben fatti, dai capezzoli appena più scuri.
Laurent vide il livido sul fianco, e poi quello sul ventre e ancora quello sul braccio.
«Victoria is my queen!» continuava a urlare.
«Dovresti smetterla di cantare quando stai male» l'apostrofò il cameriere, anche se era visibilmente divertito. «Fai stare male tutti!» scherzò.
James si era fermato in mezzo al locale, continuando a vederla attraverso l'olfatto: aveva modellato le sue membra unicamente odorando il suo corpo da lontano e aveva deciso: sarebbe stata sua.
E perché Laurent rimase lì, dietro a lui?
Perché non lo precedette, cercando di conoscere quella giovane?
Laurent capì, in quel momento, che tutto sarebbe cambiato.
Victoria, si chiamava... sì, Victoria. Ripeté il nome più volte tra di sé, vedendo James avvicinarsi a lei e porgendole una mano.
Le disse di ballare e lei lo fece.
Le disse di baciarlo e lei lo fece.
Le disse di smettere di cantare e lei lo fece.
Le disse di smettere di vivere e lei lo fece.




Angolo autrice:
Niente da dire.
Cazzata del secolo.
Niente.
Finito.
Ciao (;



Per qualunque domanda, attinente alla storia, a me o agli uccellini che cantano fuori dalla mia finestra, potete usare questo sito e porgermela anonimamente
Mi diverto terribilmente a rispondere *-*.






   
 
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